a.auris
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domenica 2 giugno 2013
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si finisce come si è iniziato
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Questo capitolo conclusivo di una saga fresca e nuova, ha inizio dove finisce il secondo film, cioè dall'evasione di Mr. Chow (Ken Jeong) dalla prigione di massima sicurezza di Bangkok. Intanto, Alan (Zach Galifianakis) ne combina una delle sue ed il padre muore per lo shock. Finalmente i suoi amici si decidono ad aiutarlo rinchiudendolo in una clinica psichiatrica, ma durante il viaggio, vengono rapiti da un trafficante milionario di droga, che vuole da loro Mr. Chow, essendo Alan l'unica persona a poterlo rintracciare, in cambio della vita del loro amico Doug(Justin Bartha). Da qui partono le vicende che ricoprono un arco temporale di 3 giorni e che si svolgono prima a Tijuana e poi a Las Vegas.
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Questo capitolo conclusivo di una saga fresca e nuova, ha inizio dove finisce il secondo film, cioè dall'evasione di Mr. Chow (Ken Jeong) dalla prigione di massima sicurezza di Bangkok. Intanto, Alan (Zach Galifianakis) ne combina una delle sue ed il padre muore per lo shock. Finalmente i suoi amici si decidono ad aiutarlo rinchiudendolo in una clinica psichiatrica, ma durante il viaggio, vengono rapiti da un trafficante milionario di droga, che vuole da loro Mr. Chow, essendo Alan l'unica persona a poterlo rintracciare, in cambio della vita del loro amico Doug(Justin Bartha). Da qui partono le vicende che ricoprono un arco temporale di 3 giorni e che si svolgono prima a Tijuana e poi a Las Vegas. Protagonista indiscusso di queste vicende è Alan che insieme a Mr. Chow è l'unico fautore della comicità demenziale che caratterizza i primi due film, ma che perde valore in questo, lasciando più spazio ad azione, che è resa spettacolare grazie ad una buona regia, fotografia, che si rifà a quella del primo film, e un grande uso di musiche di sottofondo che sono veramente "azzeccate" e proiettano, insieme a tutte le altre componenti tecniche, lo spettatore nel film, rendendolo partecipe delle vicende.
Aumentato l'effetto sorpresa rispetto ai primi film, ma anche la suspance. Tanti sono i riferimenti al primo film, come ad esempio il ritorno a Las Vegas, ma tante sono anche le differenze, come ad esempio la trama principale che è perfetta per il finale della saga, oppure il personaggio di Mr. Chow, che passa da personaggio odiabile perché stupido e volgare, ad antagonista della storia.
Si finisce come si è iniziato, a Las Vegas, con il saluto tra Alan, ormai maturato, e Mr. Chow, si finisce come si è iniziato, durante un matrimonio, percorrendo un corridoio come nei precedenti film. "Una notte da leoni 3" lascia spazio anche ad un pizzico di commozione quando ci rendiamo conto che una bella saga comica è finita, complice di questa commozione è anche una sequenza di scene nel finale, nella quale possiamo capire come i protagonisti della saga siano cambiati e come il tempo sia passato.
Ma come in ogni cosa, c'è il lato positivo ed il lato negativo, come ad esempio il poco spazio lasciato ad alcuni personaggi, alcuni buchi nella sceneggiatura, alcune falle nella regia.
Tutto sommato un bel film, diverso dai primi, ma dai quale prende alcune cose. Mentre nei primi prevale la comicità, qui prevale l'azione. La trama è, fortunatamente, diversa dai primi e da altri film. Veramente bella la regia e la fotografia insieme al montaggio sonoro. Un film che trasporta il pubblico e che si paragona ai primi, che ci fa vedere come i nostri protagonisti sono cresciuti e maturati e di come si ritorni a prima di Las Vegas. Un film consigliabile a qualsiasi tipo di pubblico, perché è un film per tutti. Ovviamente non un capolavoro, ma una cosa fresca, nuova, sorprendente, piacevole, divertente: un buon modo per passare un'ora e mezza circa.
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giorpost
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venerdì 7 giugno 2013
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guidato da galifianakis/jeong. deludono gli altri
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Una notte da leoni appartiene con giusta causa a quel ristretto novero di fenomeni cinematografici che richiamano in sala milioni di appassionati ad ogni nuovo capitolo della saga. Un successo, quello creato dal regista Todd Phillips, nato un po’ per caso che ha preso forma in crescendo anche grazie ai risultati paralleli di 2 attori in ascesa come Bradley Cooper e Zach Galifianakis (Limitless per il primo, Parto col folle per il secondo), senza tralasciare la simpatia bigotta di Ed Helms.
Il regista in questa occasione ha deciso, però, di cambiare registro rimescolando le carte, forse come escamotage narrativo per poter chiudere la serie ma, a mio modo di vedere, senza riuscirci pienamente.
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Una notte da leoni appartiene con giusta causa a quel ristretto novero di fenomeni cinematografici che richiamano in sala milioni di appassionati ad ogni nuovo capitolo della saga. Un successo, quello creato dal regista Todd Phillips, nato un po’ per caso che ha preso forma in crescendo anche grazie ai risultati paralleli di 2 attori in ascesa come Bradley Cooper e Zach Galifianakis (Limitless per il primo, Parto col folle per il secondo), senza tralasciare la simpatia bigotta di Ed Helms.
Il regista in questa occasione ha deciso, però, di cambiare registro rimescolando le carte, forse come escamotage narrativo per poter chiudere la serie ma, a mio modo di vedere, senza riuscirci pienamente.
Innanzitutto occorre precisare che il titolo originale della saga è “The Hangover”, ovvero “la sbornia”, ma a ben vedere in questo terzo capitolo questa circostanza non c’è e non si ripresenta affatto la stessa dinamica dei primi due episodi. L’ altro aspetto importante è dato da una certa mancanza di verve sia del già citato Cooper (alias Phil), al di sotto delle proprie potenzialità dimostrate ampiamente negli ultimi tempi, ma anche dello stesso Helms (alias "Stu" il dentista), nettamente sottotono e quasi giù di corda. Chiariamo, nel complesso il film è godibile, merita una capatina al Cinema e comunque offre momenti di goduriosa ilarità ed anche scene piuttosto spettacolari: la sequenza della giraffa decapitata, quella dell’ infarto e del conseguente funerale del padre di Alan (il bravo caratterista Jeffrey Tambor) lasciano il segno, specie quando si scopre una sorprendente ugola d’ oro di Alan che canta alla cerimonia funebre. Da ricordare anche il lancio col parapendio di Mr Chow dal Ceasar Palace di Las Vegas e, proprio quest’ ultimo (interpretato dal sempre più a suo agio nella parte Ken Jeong) rappresenta l’ altra nota lieta del film, lanciato come co-protagonista della pellicola sviluppando ulteriormente quel personaggio folle e divertente già conosciuto nei primi 2 atti. Sua è anche la spettacolare sequenza di prefazione che lo vede evadere dal carcere thailandese nel quale fu rinchiuso nel secondo capitolo, lui è protagonista del duetto con Galifianakis in una sorta di rivisitazione della strana coppia del ventunesimo secolo, sempre lui è lo strepitoso antagonista della guest - star del film, il redivivo John Goodman (a suo agio nei panni del boss Marshall, presente nel primo film solo virtualmente) in un duello a distanza che ricorda, vagamente, i Coen.
Ma purtroppo quella magia creatasi nei primi 2 capitoli, quel senso di smarrimento post-sbornia dei personaggi accompagnato da una strana eccitazione, quel buio mentale dato dalle droghe svariate procurate a vario titolo da Alan e quella ricerca dei componenti di un puzzle per ricostruire cosa si è combinato la notte prima, in questo terzo appuntamento (Una notte da leoni 3,USA, 2013) non si vedono. La scelta, forse, è stata anche dettata da un tentativo di far “disaffezionare il pubblico” altrimenti convinto di potersi aspettare anche un quarto e quinto capitolo, ma queste operazioni risultano un po’ incomprensibili. Sarà che dietro c’è una macchina ben oleata che deve principalmente monetizzare, certo, ma si fa fatica a capire perché non far rendere al massimo un cast così affiatato (puntando invece solo sulle stranezze dei già citati Alan e Chow) e perché non sia stato sfruttato appieno il brand venutosi a creare che comprendeva, tra le altre cose, anche l’ album fotografico finale sulle disavventure dei nostri e la burlesca presenza di Mike Tyson. Ritmo alterno, 5 o 6 grasse risate, buona fotografia e facce simpatiche. Nel complesso comunque un 6 e mezzo di stima nei confronti di una squadra che, comunque sia andata, dal 2009 ad oggi ci ha fatto davvero divertire.
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mickey97
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domenica 9 giugno 2013
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epica conclusione della fortunata trilogia comica
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Alan, Phil e Stu di nuovo insieme per un'altra avventura, per questa ultima notte da leoni non saranno vittime dell'amnesia o della droga, causate oltremodo da Alan ma protagonisti di una nuova formula, sperimentata dal regista Todd Philips, che ai soliti matrimoni ed adii al celibato preferisce di gran lunga il viaggio on the road per il fine di garantire alla trama una resa diversa, alla quale viene finalmente attribuita una notevole solidità strutturale. In questo terzo atto, il trio verrà sempre più a contatto con la follia del bravissimo Ken Jeong nei panni del signor Chow, che dopo essere scappato dalla prigione di massima sicurezza di BanKoK, risulta essere disperatamente cercato da Marshall perchè responsabile del furto dei miliardi appartenenti al medesimo.
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Alan, Phil e Stu di nuovo insieme per un'altra avventura, per questa ultima notte da leoni non saranno vittime dell'amnesia o della droga, causate oltremodo da Alan ma protagonisti di una nuova formula, sperimentata dal regista Todd Philips, che ai soliti matrimoni ed adii al celibato preferisce di gran lunga il viaggio on the road per il fine di garantire alla trama una resa diversa, alla quale viene finalmente attribuita una notevole solidità strutturale. In questo terzo atto, il trio verrà sempre più a contatto con la follia del bravissimo Ken Jeong nei panni del signor Chow, che dopo essere scappato dalla prigione di massima sicurezza di BanKoK, risulta essere disperatamente cercato da Marshall perchè responsabile del furto dei miliardi appartenenti al medesimo. Terzo ed ultimo capitolo della serie che con grande innovazione si chiude, riuscendo così a non deludere lo spettatore che dopo sane e grasse risate esce dalla sala soddisfatto nonostante la formula sia cambiata, a parer mio in meglio, finalmente una trama vera all'interno della quale si può felicemente scovare anche se risulta palese sin dall'inizio, la grande abilità nell'arte della Gang. Tutto è incentrato in maniera fin troppo egocentrica sulla figura di Alan, questo egocentrismo presenta ovviamente dei pregi che si concretizzano nel grande potere comico di Galifianakis ma nel contempo tende anche a trascurare e far passare in secondo piano Bradley Cooper, decisamente giù di corda ed Ed Helms che seppur più rilevato del primo viene ugualmente messo da parte dalla grande abilità comica non solo del già noto Galifianakis ma anche da Ken Jeong, dotato di una grande vena comica dovuta alla sua spontaneità. Galifianakis e Jeong insieme formano un'irresistibile coppia, una coppia che riesce facilmente ad imprigionare lo spettatore nel vortice comico, da cui è difficilissimo uscirne. Le risate in sala, si fanno sempre più sonore ed inevitabili mentre si è ancora nel cuore pulsante della grande avventura che si estende sino ai bellissimi palazzi di Las Vegas, città dove tutto ebbe inizio e dove tutto finisce in nome delle vere gang, che hanno reso a dir poco epica la conclusione della fortunata trilogia comica.
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filippo catani
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domenica 2 giugno 2013
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un film divertente nello spirito della saga
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Una nuova avventura per gli amici più scatenati e sgangherati d'America. In questa occasione tre di loro dovranno recuperare parte del bottino che il loro "amico-nemico" asiatico ha rubato ad un criminale.
Partiamo da una constatazione; se il primo film aveva inaugurato il filone ed era stato molto carino, il secondo lo era stato un po' meno mentre questo terzo episodio ritorna su buoni livelli. L'auspicio è che gli autori si fermino a questo episodio onde evitare di non rovinare il prodotto puntando solo ed esclusivamente sul richiamo del titolo in se. Sarebbe davvero un peccato e questa serie non lo meriterebbe ma l'eventuale aggancio che si lascia presagire nel finale per un quarto episodio rischierebbe davvero di essere troppo esagerato.
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Una nuova avventura per gli amici più scatenati e sgangherati d'America. In questa occasione tre di loro dovranno recuperare parte del bottino che il loro "amico-nemico" asiatico ha rubato ad un criminale.
Partiamo da una constatazione; se il primo film aveva inaugurato il filone ed era stato molto carino, il secondo lo era stato un po' meno mentre questo terzo episodio ritorna su buoni livelli. L'auspicio è che gli autori si fermino a questo episodio onde evitare di non rovinare il prodotto puntando solo ed esclusivamente sul richiamo del titolo in se. Sarebbe davvero un peccato e questa serie non lo meriterebbe ma l'eventuale aggancio che si lascia presagire nel finale per un quarto episodio rischierebbe davvero di essere troppo esagerato. Insomma non vorremmo vedere cose assurde come si stanno inventando per fare andare avanti ad esempio una saga come Fast and Furious con l'ausilio dei carriarmati. Venendo al film in se c'è da dire che è scorrevole, presenta gag divertenti che sono il giusto mix per passare un'ora e mezza senza pensieri e facendosi qualche risata. Insomma esempio di una sana comicità ben lontana dagli eccessi dei nostrani Soliti Idioti. Le gag sono al limite dell'assurdo come sempre, non manca il solito animale esotico e ritornano sullo schermo alcuni dei personaggi che avevano popolato il primo episodio (piccola comparsata anche per la Graham). Bene il cast con Cooper che in questa stagione cinematografica ci ha dimostrato di saper spaziare su vari ruoli che lo hanno portato anche a sfiorare l'Oscar ma su tutti spicca come sempre il bravissimo Galifianakis perfetto nel vestire i panni del ragazzone di 40 anni che si rifiuta di crescere. Insomma un film consigliato per una tranquilla serata tra amici che ci riserva comicità e anche un po' di romanticismo. Insomma sarebbe davvero bene finirla così perchè sciupare questo prodotto sarebbe davvero un peccato specialmente per questo genere di commedia.
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daf_ma
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lunedì 10 giugno 2013
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genio e follia per alan e il branco
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Per il terzo capitolo della serie “Una notte da leoni”, il regista Todd Phillips punta tutto sul personaggio di Alan che, pronto ad accettare, su consiglio della famiglia e degli amici, di farsi curare presso un istituto psicoterapeutico in Arizona, si mette in viaggio con il suo affezionatissimo branco. Stu, Phil, Doug e Alan si muovono in macchina per raggiungere l’istituto ma vengono improvvisamente interrotti da una banda di malviventi, con a capo Marshall. Ai ragazzi spetterà da questo momento in poi il compito di trovare Chow per farsi dare ventuno milioni di dollari in lingotti d'oro, frutto di una rapina ad un magnate arabo e, per assicurarsi che venga portato a termine l’obiettivo, Marshall prenderà in ostaggio Doug mentre i tre si metteranno in viaggio.
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Per il terzo capitolo della serie “Una notte da leoni”, il regista Todd Phillips punta tutto sul personaggio di Alan che, pronto ad accettare, su consiglio della famiglia e degli amici, di farsi curare presso un istituto psicoterapeutico in Arizona, si mette in viaggio con il suo affezionatissimo branco. Stu, Phil, Doug e Alan si muovono in macchina per raggiungere l’istituto ma vengono improvvisamente interrotti da una banda di malviventi, con a capo Marshall. Ai ragazzi spetterà da questo momento in poi il compito di trovare Chow per farsi dare ventuno milioni di dollari in lingotti d'oro, frutto di una rapina ad un magnate arabo e, per assicurarsi che venga portato a termine l’obiettivo, Marshall prenderà in ostaggio Doug mentre i tre si metteranno in viaggio. Non è un addio al celibato, come è avvenuto nei capitoli precedenti, a dare inizio al delirio ma la ricerca di Chow per la consegna del bottino a Marshall. Nonostante il tentativo del regista che, con un triplo salto mortale, cerca di dare immediatamente in pasto al pubblico ciò per cui ha pagato il biglietto, creando un inizio un po’ forzato, “Una notte da leoni 3” nel complesso risultato ben fatto, è esilarante e alcune scene sono davvero geniali, come il saluto di Alan al padre scomparso, durante i funerali, e lo sketch all’interno del negozio di pegni, tra Alan e la cassiera. Il branco torna ad affascinare il pubblico con scene divertenti nelle quali ciascun personaggio torna a vestire i suoi panni creando delle aspettative nello spettatore che può pensare di sapere cosa accadrà nella scena successiva. Il finale sbalorditivo lascia sperare in un’altra notte da leoni a Las Vegas e porta indietro al primo capitolo dove tutto ebbe inizio.
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donni romani
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mercoledì 5 giugno 2013
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... e tutto finisce dove ebbe inizio, las vegas!
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Le notti dei leoni non finiscono mai, e forti del successo dei primi due episodi tornano i quattro amici on the road, e stavolta si spingono fino in Messico salvo chiudere il cerchio a Las Vegas da dove erano partiti alla conquista dei botteghini. Stavolta il pretesto - perchè la trama in film del genere è e deve essere sempre un pretesto per dar modo agli attori di dar sfogo alla loro verve e Galifianakis troneggia in questo - è che Alan ha rotto gli argini della propria incontrollabilità sociale decapitando una giraffa - scena esilarante come tante altre in un film che non ha vergogna di far ridere in modalità semplice ma professionalmente impeccabile e senza tempi morti - e quindi Phil, Stu e Alan lo accompagneranno in un centro di recupero.
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Le notti dei leoni non finiscono mai, e forti del successo dei primi due episodi tornano i quattro amici on the road, e stavolta si spingono fino in Messico salvo chiudere il cerchio a Las Vegas da dove erano partiti alla conquista dei botteghini. Stavolta il pretesto - perchè la trama in film del genere è e deve essere sempre un pretesto per dar modo agli attori di dar sfogo alla loro verve e Galifianakis troneggia in questo - è che Alan ha rotto gli argini della propria incontrollabilità sociale decapitando una giraffa - scena esilarante come tante altre in un film che non ha vergogna di far ridere in modalità semplice ma professionalmente impeccabile e senza tempi morti - e quindi Phil, Stu e Alan lo accompagneranno in un centro di recupero. Ma è destino che i loro spostamenti non siano mai lineari, neanche fossero su un volo charter low cost che si sa quando si parte ma non se e quando si arriva, e così gangster, lingotti d'oro e la vecchia conoscenza, lo psicopatico gentile Chow stravolgeranno i loro piani portandoli anche ad una mission impossibile sul palazzo della Caesar Palace di las Vegas, con ogni estrema conseguenza che possiate immaginare. Il risvolto sentimentale con la sempre buffissima e bravissima Melissa Mc Carty, anima gemella di Alan e divertente - perchè not politically correct - figlia crudele di madre handicappata è il culmine di una storia che in finale ripercorre al ralenty le camminate in controluce dei quattro antieroi in giro per il mondo e non si può che essere dispiaciuti per la fine di un'epopea che sulla carta è banale, scontata e anche un po' demenziale ma che poi grazie ai meccanismi oliatissimi della regia e della sceneggiatura, al talento comico del duo Galifianakis-Jeong ma anche di Bradley Cooper che si lascia trascinare nella spontaneità di sguardi e gesti, diventa una felicissima avventura di battute, scene d'azione e anche un colpo di scena da film poliziesco, davvero un affare in tempo di film pigri e appiattiti su stereotipi inutili.
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borghij
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giovedì 3 ottobre 2013
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un finale di medie proporzioni.
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La trilogia si conclude abbastanza bene, ma sicuramente non ha fatto il botto.
E' un finale medio, ma d'altronde tutta la trilogia non è stata un capolavoro...
non per questo però questo film ha perso umorismo.
La trama aveva senso, anche se un po spinta.
Mi sono piaciuto molti personaggi, e anche l'idea di mettere John Goodman, che
fa sempre piacere...
E' stata molto bella anche l'idea del tributo ai Beatles alla fine.
Mi sono molto divertito, e quindi lo consiglio.
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ludovica_bathory
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mercoledì 18 giugno 2014
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delusione!!!
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E' stata davvero una delusione gigantesca!!!! io mi aspettavo un film simile agli altri 2 ... purtroppo a tanti non è piaciuto il 2 e per finire la trilogia hanno creato il 3° film molto diverso ed è satato davvero un peccato, avrei davvero prefito che evitassero di farlo. La cosa che più mi è dispiaciuta è il finale, vedi il giorno dopo la festa di matrimonio e non saprai mai cosa hanno fatto. Davvero uno dei film più deludenti che abbia mai visto!!!!
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williamd
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martedì 7 gennaio 2014
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degna conclusione per la trilogia del "branco"
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Todd Philips è alla regia anche dell'episodio conclusivo della saga: dopo Una notte da Leoni ed Una notte da Leoni 2 arriva il capitolo finale, che chiude il cerchio di queste disastrose, adrenaliniche, comiche avventure. Protagonista centrale del film è più che mai il mezzo psicopatico Alan (Zach Galifianakis), che per una serie di sfortunati coincidenze e avvenimenti, conduce nuovamente i suoi malcapitati amici alla città dove tutto ebbe inizio, la città del peccato, Las Vegas. Con Doug (Justin Bartha) sotto ostaggio, la polizia alle calcagna ed il solito Leslie Chow (Ken Jeong) a fare il guastafeste, il branco sarà coinvolto in una scintillante corsa contro il tempo, dove dovranno fare di tutto per salvare il loro sfortunato amico e chiudere questa faccenda una volta per tutte.
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Todd Philips è alla regia anche dell'episodio conclusivo della saga: dopo Una notte da Leoni ed Una notte da Leoni 2 arriva il capitolo finale, che chiude il cerchio di queste disastrose, adrenaliniche, comiche avventure. Protagonista centrale del film è più che mai il mezzo psicopatico Alan (Zach Galifianakis), che per una serie di sfortunati coincidenze e avvenimenti, conduce nuovamente i suoi malcapitati amici alla città dove tutto ebbe inizio, la città del peccato, Las Vegas. Con Doug (Justin Bartha) sotto ostaggio, la polizia alle calcagna ed il solito Leslie Chow (Ken Jeong) a fare il guastafeste, il branco sarà coinvolto in una scintillante corsa contro il tempo, dove dovranno fare di tutto per salvare il loro sfortunato amico e chiudere questa faccenda una volta per tutte.
Mentre i primi due capitoli della saga hanno una trama piuttosto simile, Una notte da Leoni 3 chiarisce cosa accadde quelle due sciagurate "notti da leoni" e dà al film la sua degna conclusione. Stavolta Cooper ed Helms rimangano un po' più in disparte (comunque ottimi nelle loro interpretazioni) lasciando a Zach la possibilità di esprimere la sua comica, sarcastica ed innocente ironia.
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riccardo cenci
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giovedì 30 maggio 2013
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recensione: una notte da leoni 3
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Trama
Alan, Stu, Phil e Doug. Il branco di lupi di nuovo insieme per aiutare uno dei suoi: Alan. Il lupo a capo del branco, infatti, ha smesso di prendere le sue medicine e questo lo porta ad avere una visione ancora più distorta della realtà. Il branco accompagnando Alan in un centro di recupero psichiatrico sarà investito da una serie di inaspettate avventure che renderanno il terzo ed ultimo capitolo della saga il giusto ed
epico finale di una divertentissima serie di film.
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Trama
Alan, Stu, Phil e Doug. Il branco di lupi di nuovo insieme per aiutare uno dei suoi: Alan. Il lupo a capo del branco, infatti, ha smesso di prendere le sue medicine e questo lo porta ad avere una visione ancora più distorta della realtà. Il branco accompagnando Alan in un centro di recupero psichiatrico sarà investito da una serie di inaspettate avventure che renderanno il terzo ed ultimo capitolo della saga il giusto ed
epico finale di una divertentissima serie di film.
Recensione: Una notte da leoni 3
Il gruppo nel suo insieme è caratterizzato splendidamente. Fin dal primo film della serie emergono i vari aspetti caratteriali di ogni singolo personaggio che, come suggerisce Todd Philips in un’intervista, fanno in modo che lo spettatore si appassioni e si identifichi in uno dei personaggi. I più razionali si identificheranno nel dottore/dentista Stu, i più impulsivi nel professore anticonformista Phil, i più strani nel capo branco Alan.
Ogni personaggio ha un suo modo di pensare, agire e reagire che chi ha visto i primi due capitoli della saga ha imparato ad apprezzare e prevedere. La sceneggiatura, scritta nel modo più elastico ed intelligente possibile, riesce ad azzerare i tentativi di previsione dei passaggi successivi dell’intricata vicenda. Quello che lo spettatore sa entrando al cinema è che ci sarà un lieto fine. Stop. Nel resto non vi è certezza alcuna, lo spettatore non è a conoscenza di cosa succederà, di chi sarà coinvolto, non sa chi verrà messo in imbarazzo e chi rapito.
Nonostante un’iniziale lieve senso di disorientamento per una forzatura della trama che ha l’evidente scopo di cercare a tutti i costi di creare una situazione tragicomica il prima possibile (cosa che non avviene nel primo e nel secondo film), la sceneggiatura riesce ad essere divertente senza essere volgare, leggera senza essere demenziale e tragica senza essere seria.
L’ottima regia dei primi due film si conferma nell’ultimo capitolo, con qualche piccola pecca a livello di effetti speciali nei primi minuti del film. Di certo l’ambientazione a Las Vegas aiuta a rendere la cornice di questa storia piacevole per gli occhi e le musiche aiutano ad accompagnare lo spettatore verso una sana e spensierata risata.
Da vedere. 7+
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