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Povero 66° festival di Cannes. Non potevi aprirti con film più brutto (no, vabbè, forse questo è esagerato, ma giusto perchè al peggio non c'è mai fine). Quanto capisco la sala stampa, ammutolita dalla proiezione di questo mezzo aborto. Sulla costa settentrionale di Long Island, nel West Egg vive un giovane e misterioso uomo di nome James Gatsby, famoso per le sue grandissime feste nel suo lussuoso palazzo. Lo scopo di tutto ciò si rivelerà essere il tentativo di riprendersi Daisy, un amore passato che ormai si era costruito una nuova vita con suo marito e sua figlia. Il regista, Baz Luhrmann, che tanto avevo osannato in Romeo + Giulietta, confeziona un plasticone digitale con personaggi mediocri (fatta eccezione per quello di Joel Edgerton), sempre sopra le righe, escludendo l'inutile Tobey Maguire nei panni di un'inconsistente Nick Carraway. Potremmo parlare ore di una regia fastidiosa che distoglie l'attenzione dalla scena, con 10000 carrellate fuoriluogo, zoom inutili e scavalcamenti di campo improvvisi. Potremmo parlare ore del montaggio che da un taglio alle inquadrature di circa 0,00005 centesimi di secondo o della fotografia alla 300 in un film che di onirico non ha niente. Potremmo anche parlare di quanto sia realistico che alle feste anni 20 la musica sia composta da pezzi da Tenax o se preferite parliamo della morale del film: l'amore ti fotte, sii un miliardario senza scrupoli, che è meglio. Un film sbagliato dalla prima all'ultima inquadratura, saturo di quella borghesia americana dell'epoca dedita solo al lusso sfrenato, allo spendere e spandere senza guardare in faccia nessuno. Da evitare come la peste bubbonica.
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killbillvol2
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martedì 21 maggio 2013
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morale...
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la morale del film... la morale non è del film, la morale è quella del libro di Fitzgerald, ed è molto diversa da quella da te enunciata. La morte di Gatsby corrisponde alla fine del sogno Americano, la fine del sogno che Gatsby si era creato con i suoi soldi, la sua casa e le sue feste. Sullo stile di regia c'è poco da dire, Luhrmann deve piacere, come il montaggio dei suoi film. E, non so se hai notato, oltre ai pezzi moderni, la colonna sonora comprende anche Rhapsody in Blue di Gershwin... Romeo Giulietta aveva lo stesso stile di regia, lo stesso montaggio frenetico e le stesse scelte musicali...
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