nino pell.
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lunedì 13 febbraio 2012
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elogio della nascita di un sogno fantastico
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Premesso che ritengo questo ultimo film di Martin Scorsese posizionarsi tranquillamente su livelli ottimali, mi sento anche abbastanza d'accordo con il pensiero critico espresso da Marianna Cappi nella sezione "Scheda" di questo sito. In effetti guardando questo film, anch'io ho notato una sorta di autocompiacimento nella forma, soprattutto nella prima parte del film in cui il regista si diletta negli ormai consueti effetti del 3D e, di conseguenza, i contenuti a fungere più che altro come situazioni secondarie o non aventi la stessa intensità e lo stesso ritmo dei primi. Ma queste mie impressioni vengono, comunque, via via smentite nella seconda parte del film dove il valore e lo straordinario significato del film non possono non imprimere una bellezza sublime ed indelebile a questa opera di Scorsese.
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Premesso che ritengo questo ultimo film di Martin Scorsese posizionarsi tranquillamente su livelli ottimali, mi sento anche abbastanza d'accordo con il pensiero critico espresso da Marianna Cappi nella sezione "Scheda" di questo sito. In effetti guardando questo film, anch'io ho notato una sorta di autocompiacimento nella forma, soprattutto nella prima parte del film in cui il regista si diletta negli ormai consueti effetti del 3D e, di conseguenza, i contenuti a fungere più che altro come situazioni secondarie o non aventi la stessa intensità e lo stesso ritmo dei primi. Ma queste mie impressioni vengono, comunque, via via smentite nella seconda parte del film dove il valore e lo straordinario significato del film non possono non imprimere una bellezza sublime ed indelebile a questa opera di Scorsese. La storia si svolge all'interno di una stazione parigina degli anni '30 dove praticamente vive il piccolo Hugo Cabret, figlio di un riparatore di orologi. Il giovane Cabret nutre dentro di se un sogno, ossia quello di far nuovamente funzionare un uomo meccanico appartenente al proprio padre e che si scoprirà poi appartenere nientepopodimeno che al vecchio Georges Meliés,inventore degli effetti speciali cinematografici. Questa sorta di automa vivente che, avendo un rapporto connesso con la nascita del Cinema, era stato in precedenza dallo stesso Meliés messo da parte a causa di sopravvenute ragioni di forza maggiore, rischiando così di svanire nell'oblio della memoria. Questo uomo meccanico, chiave espressiva di tutto il film, nonché emblema simbolico del sogno coltivato dal piccolo Hugo Cabret che incontra e si intreccia con quello più grande di Meliés, ritornerà alla fine nuovamente a rivivere, permettendo così al Cinema di sopravvivere nei decenni e a fare ancora straordinariamente sognare in questa epoca contemporanea milioni di appassionati in tutto il mondo. Un film nel complesso comunque molto bello. Tra i più raffinati di questi ultimi tempi.
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steph.
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domenica 12 febbraio 2012
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omaggio al cinema travestito da film per bambini
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Storia (tratta da un romanzo) di un orfanello nella Parigi degli anni ’20 che, grazie a un automa regalatogli dal papà, intreccia le sue vicende con George, il severo padrone del negozio di giocattoli della stazione in cui vive. Insieme a Isabelle, figlioccia dell’uomo, Hugo compie un viaggio alla scoperta del segreto dell’automa e del mistero che lo avvolge. I due bambini finiranno per svelare il passato di George, che si scopre essere George Méliès, uno tra i primi registi, quasi dimenticato da tutti.
Lo spettatore entra in un mondo muto, colorato, divertente e appassionato, quando il cinema suscitava stupore con mezzi poverissimi. Una favola sulle origini del cinema, con personaggi-archetipi divertenti e ben caratterizzati e una bellissima ricostruzione degli ambienti.
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Storia (tratta da un romanzo) di un orfanello nella Parigi degli anni ’20 che, grazie a un automa regalatogli dal papà, intreccia le sue vicende con George, il severo padrone del negozio di giocattoli della stazione in cui vive. Insieme a Isabelle, figlioccia dell’uomo, Hugo compie un viaggio alla scoperta del segreto dell’automa e del mistero che lo avvolge. I due bambini finiranno per svelare il passato di George, che si scopre essere George Méliès, uno tra i primi registi, quasi dimenticato da tutti.
Lo spettatore entra in un mondo muto, colorato, divertente e appassionato, quando il cinema suscitava stupore con mezzi poverissimi. Una favola sulle origini del cinema, con personaggi-archetipi divertenti e ben caratterizzati e una bellissima ricostruzione degli ambienti. Un bell’omaggio ai tempi in cui ci si perdeva guardando pochi fotogrammi e si affrontavano difficoltà tecniche con colpi di fantasia e immaginazione di una semplicità impensabile oggi, eppure d’effetto. Bel film, nonostante l’odioso 3D.
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marezia
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domenica 12 febbraio 2012
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anghelus00,
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hai ragione. Come altre volte è successo, mi sono divertita ad azzardare una recensione PREVENTIVA ed è stata accettata mentre quella VERA ancora non c'è. Dpero di poterla leggere insieme a te perché è MOLTO BELLA E DI GRAN LUNGA MIGLIORE di quella proposta dal sito. Comunque il film è da vedere. E' semplicemente MAGNIFICO.
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riccardo betti
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domenica 12 febbraio 2012
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mi piace
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MA C'è ANCHE IL 12 FEBBRAIO
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ruspa machete
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domenica 12 febbraio 2012
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venite a sognare...
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Uno stupendo omaggio al cinema che soddisfa i bambini e lascia a bocca aperta gli adulti che possono regredire e tornare a scoprire il significato e la magnificenza di quella straordinaria cosa, che ormai diamo troppo per scontato, che si chiama Cinema. Come i sogni sono diventati realtà...
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marezia
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domenica 12 febbraio 2012
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poesia e tecnologia in una miscela sì da oscar!
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Difficile dire se sia emozionante o no, suggestivo o no, in una parola, se sia UN FILM A CUI LE GENERAZIONI GUARDERANNO COME UN PUNTO DI RIFERIMENTO (come è successo per <<E.T.>>) ma una cosa è certa: LA SUA QUALITA' e in un'epoca di squallore diffuso non è poco. In un'epoca di piccoli, piccolissimi ideali veicolati in modo pomposo e a volte spocchioso oppure volgare e meschino LA DELICATEZZA E' PLATINO, NON ORO. <<Hugo Cabret>> (da vedere ASSOLUTAMENTE in 3D) è non solo un omaggio al Cinema e alla sua storia ma anche un tentativo di raccontare la vita intesa come ricerca del proprio posto nel mondo; come dice Hugo (un Asa Butterfield INCREDIBILE), del proprio fine, come ogni elemento dell'immenso meccanismo che è il mondo.
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Difficile dire se sia emozionante o no, suggestivo o no, in una parola, se sia UN FILM A CUI LE GENERAZIONI GUARDERANNO COME UN PUNTO DI RIFERIMENTO (come è successo per <<E.T.>>) ma una cosa è certa: LA SUA QUALITA' e in un'epoca di squallore diffuso non è poco. In un'epoca di piccoli, piccolissimi ideali veicolati in modo pomposo e a volte spocchioso oppure volgare e meschino LA DELICATEZZA E' PLATINO, NON ORO. <<Hugo Cabret>> (da vedere ASSOLUTAMENTE in 3D) è non solo un omaggio al Cinema e alla sua storia ma anche un tentativo di raccontare la vita intesa come ricerca del proprio posto nel mondo; come dice Hugo (un Asa Butterfield INCREDIBILE), del proprio fine, come ogni elemento dell'immenso meccanismo che è il mondo. Ed è il COME a diventare un film nel film. UN 3D COME QUESTO vale sì un Oscar e non solo nelle sequenze in movimento ma anche in quelle in cui la dimensione fantastica del racconto se ne serve per rendere l'idea di uno slittamento verso il sublime. Si tratta di un film che ha tante componenti che lo rendono semplice e complesso allo stesso tempo, tanto da non poter essere tagliato con l'accetta, esattamente come <<The Artist>> che però, ed è questa la differenza, ha un'idea di fondo più unica che rara ed è per questa ASSOLUTA ORIGINALITA' che ritengo che l'Academy dovrebbe premiare IL GIOIELLO di Hazanavicius come merita. Come? Facendogli vincere TUTTO, perché TUTTO è stato pensato come un omaggio al Cinema. Un Cinema dal fascino senza età.
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peppe2994
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domenica 12 febbraio 2012
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tutti pazzi per martin
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"Tutti pazzi per Martin",un vero artista cinematografico reduce di molti successi degni della nostra ammirazione.La conferma del suo grande stile è racchiusa in Hugo Cabret,film nella quale confluiscono originalità e fruibilità,dal momento che risulta originale,fruibile,scorrevole,lineare e stilistico.La trama è semplice e per nulla complicata,racchiusa in tre punti principali dal quale si ramificano le varie vicende:
1.Un automa
2.Un legame
3.una scoperta
---------------------
4.Un automa lasciato da parte del padre,da riparare
ma come?
5.Un legame stretto e solido che porterà alla riparazione dell'automa
grazie alla chiave a forma di cuore oltre alla volontà di Hugo.
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"Tutti pazzi per Martin",un vero artista cinematografico reduce di molti successi degni della nostra ammirazione.La conferma del suo grande stile è racchiusa in Hugo Cabret,film nella quale confluiscono originalità e fruibilità,dal momento che risulta originale,fruibile,scorrevole,lineare e stilistico.La trama è semplice e per nulla complicata,racchiusa in tre punti principali dal quale si ramificano le varie vicende:
1.Un automa
2.Un legame
3.una scoperta
---------------------
4.Un automa lasciato da parte del padre,da riparare
ma come?
5.Un legame stretto e solido che porterà alla riparazione dell'automa
grazie alla chiave a forma di cuore oltre alla volontà di Hugo.
6.L'automa impara a scrivere,la scoperta di un'identità sconosciuta.
Geoge Melies,uno dei più grandi volti del cinema.
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Molto tempo fa,ho conosciuto un ragazzo che si chiamava Hugo Cabret e che era alla ricerca di un messaggio segreto,un messaggio che illuminò il suo cammino per tutta la vita.
Tutti noi,abbiamo conosciuto questo intrepido ragazzino,alla ricerca di un messaggio decisamente importante che segnerà,un raggio di luce per tutto il suo cammino.
Candidato a 11 premi oscar,il film nel mentre si prende tutta la mia riconoscenza,ma non solo,ma anche di tutte quelle persone che sono rimaste incantate dinanzi a un capolavoro,che ti proietta in un'avventura più unica che mai reso celebre,non solo per il grande stile di Martin Scorsese,ma anche per lo splendido cast.Complimenti a tutti i membri che hanno adoperato in questo film.Gli attori sono eccezzionali,bravissimi in tutto e per tutto.Questa sì che è magia,la magia del cinema di Martin.
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marezia
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domenica 12 febbraio 2012
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il 3d come non l'avevate mai visto...
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Difficile dire se sia emozionante o no, suggestivo o no, in una parola, se sia UN FILM A CUI LE GENERAZIONI GUARDERANNO COME UN PUNTO DI RIFERIMENTO (come è successo per "E.T.") ma una cosa è certa: LA SUA QUALITA' e in un'epoca di squallore diffuso non è poco. In un'epoca di piccoli, piccolissimi ideali veicolati in modo pomposo e a volte spocchioso oppure volgare e meschino LA DELICATEZZA E' PLATINO, NON ORO. "Hugo Cabret" (da vedere ASSOLUTAMENTE in 3D) è non solo un omaggio al Cinema e alla sua storia ma anche un tentativo di raccontare la vita intesa come ricerca del proprio posto nel mondo; come dice Hugo (un Asa Butterfield INCREDIBILE), del proprio fine, come ogni elemento dell'immenso meccanismo che è il mondo.
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Difficile dire se sia emozionante o no, suggestivo o no, in una parola, se sia UN FILM A CUI LE GENERAZIONI GUARDERANNO COME UN PUNTO DI RIFERIMENTO (come è successo per "E.T.") ma una cosa è certa: LA SUA QUALITA' e in un'epoca di squallore diffuso non è poco. In un'epoca di piccoli, piccolissimi ideali veicolati in modo pomposo e a volte spocchioso oppure volgare e meschino LA DELICATEZZA E' PLATINO, NON ORO. "Hugo Cabret" (da vedere ASSOLUTAMENTE in 3D) è non solo un omaggio al Cinema e alla sua storia ma anche un tentativo di raccontare la vita intesa come ricerca del proprio posto nel mondo; come dice Hugo (un Asa Butterfield INCREDIBILE), del proprio fine, come ogni elemento dell'immenso meccanismo che è il mondo. Ed è il COME a diventare un film nel film. UN 3D COME QUESTO vale sì un Oscar e non solo nelle sequenze in movimento ma anche in quelle in cui la dimensione fantastica del racconto se ne serve per rendere l'idea di uno slittamento verso il sublime. Si tratta di un film che ha tante componenti che lo rendono semplice e complesso allo stesso tempo, tanto da non poter essere tagliato con l'accetta, esattamente come "The Artist" che però, ed è questa la differenza, ha un'idea di fondo più unica che rara ed è per questa ASSOLUTA ORIGINALITA' che ritengo che l'Academy dovrebbe premiare IL GIOIELLO di Hazanavicius come merita. Come? Facendogli vincere TUTTO, perché TUTTO è stato pensato come un omaggio al Cinema. Un Cinema dal fascino senza età.
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chaoki21
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domenica 12 febbraio 2012
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noia noia noia
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lento....noioso...ripetitivo...inutile...11 nomination agli oscar?ma scherziamo????
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pepito1948
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sabato 11 febbraio 2012
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omaggio al cinema delle origini
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Se i Lumiere inventarono il cinematografo, fu Melies ad inventare il cinema. Forte della sua esperienza di prestigiatore e mago, costruì una rudimentale macchina da presa e inventò il primo studio, girandovi piccole fiction, ideando e mostrando sconosciuti effetti speciali, realizzando i primi esperimenti di colorazione. Insomma, dopo le pioneristiche riprese documentaristiche della realtà, Melies intuì i futuri sviluppi di un'invenzione rivoluzionaria creando storie, fondali, trucchi scenici; e se il successo improvvisamente venne meno, fu perchè in quel campo non esistevano ancora i diritti d'autore che compensassero e remunerassero i crescenti costi di produzione.
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Se i Lumiere inventarono il cinematografo, fu Melies ad inventare il cinema. Forte della sua esperienza di prestigiatore e mago, costruì una rudimentale macchina da presa e inventò il primo studio, girandovi piccole fiction, ideando e mostrando sconosciuti effetti speciali, realizzando i primi esperimenti di colorazione. Insomma, dopo le pioneristiche riprese documentaristiche della realtà, Melies intuì i futuri sviluppi di un'invenzione rivoluzionaria creando storie, fondali, trucchi scenici; e se il successo improvvisamente venne meno, fu perchè in quel campo non esistevano ancora i diritti d'autore che compensassero e remunerassero i crescenti costi di produzione. Il declino e la scomparsa dalla scena furono inevitabili, ma dopo la lunga eclissi seguì una rinascita riparatoria, che gli consentì di riacquisire fama e gloria prima che l'oblio ne seppellisse la memoria. A più di un secolo dalle origini, Scorsese rende omaggio al primo regista, sceneggiatore, montatore della storia del cinema, e lo fa utilizzando un racconto del 2007 fatto di parole e disegni che, attraverso le avventure di un adolescente rimasto senza famiglia, rievoca la figura e le tappe fondamentali della vita del primo cineasta. Naturalmente si tratta di un pretesto per lanciare in forma filmica il suo messaggio di amore e gratitudine verso uno dei padri ispiratori di tutti i cineasti che si sono successivamente cimentati nel mondo del cinema, migliorandolo, perfezionandolo, ampliandone tecnologie e forme espressive. Del resto è noto che il regista americano in più occasioni ha riconosciuto le sue fonti d'ispirazione nel cinema del passato -come il nostro neorealismo post-bellico, per esempio- e lo fa con citazioni indirette (Oliver Twist di Dickens, autore da sempre molto amato e "saccheggiato" da produttori e registi) e dirette, come la riproposizione del filmato dei Lumiere sul Treno del 1895 o la ricostruzione di alcuni spezzoni della copiosa produzione di Melies, come il viaggio sulla Luna, suo massimo successo (in qualche modo ispirato a Verne). Un film sul cinema e per il cinema, a poca distanza dall'uscita di The Artist, inno al cinema muto ed alle sue evoluzioni. La stessa breve immagine di Scorsese in persona dietro una rudimentale mdp di legno richiama la modalità di Hitchcock di firmare i suoi film, facendosi così visibile portatore del messaggio di riconoscenza verso i grandi Autori di cui il film è pervaso dalla prima all'ultima scena. Questa volta Scorsese abbandona gli ambienti violenti della criminalità americana, i contesti cupi, sanguinolenti e senza speranza, la corruzione e le altre tare indelebili dell'uomo, la megalomania e la follia dilaganti (The Aviator) e si avvale di atmosfere favolistiche ed oniriche, dove dominano orologi, ingranaggi, ruote dentate, meccanismi in cui ogni elemento, ogni componente ha una funzione specifica ed è indispensabile per ottenere l'effetto finale; come in ogni società umana, dove ciascuno per il fatto di farne parte è attributario di un ruolo ben preciso anche se ne è ignaro, quasi per inesorabile predestinazione. Ma Scorsese, nonostante la favola si concluda felicemente, non rinuncia ad un sussulto del suo proverbiale pessimismo, quando fa dire a Melies: il lieto fine esiste solo nei film. Altra grande prova del Maestro americano, perfetto in ogni inquadratura, attento al più piccolo dettaglio, ineguagliabile nelle ricostruzioni d'ambiente, coadiuvato dalla fantasia e dalla creatività tecnica del fedele e straordinario Dante Ferretti. Giù il cappello.
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