dizionario
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giovedì 14 ottobre 2010
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ottimo
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questo film è stato veramente bello è molto attuale, da consigliarlo soprattutto alle persone che in famiglia hanno qualche problema con i loro familiari ecc., perchè è molto importante il ruolo dei familiari in determinate situazioni (vedi il caso del film)
Sandro Cavallo
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francesco giuliano
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giovedì 14 ottobre 2010
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agape
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Un film o meglio una fiaba, come è nello stile del regista Pupi Avati, dove la poesia suscita nello spettatore forti emozioni e gli fa provare sensazioni coinvolgenti. Parla, questo bel film, di due personaggi, “giganti” nella loro semplicità, ormai non più giovani, che si amano, come se vivessero fuori dal proprio tempo, come se fossero nella fase di innamoramento: lui, un uomo, giornalista sportivo di successo, lei, una donna, brava docente universitaria, coniugi senza figli.
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Un film o meglio una fiaba, come è nello stile del regista Pupi Avati, dove la poesia suscita nello spettatore forti emozioni e gli fa provare sensazioni coinvolgenti. Parla, questo bel film, di due personaggi, “giganti” nella loro semplicità, ormai non più giovani, che si amano, come se vivessero fuori dal proprio tempo, come se fossero nella fase di innamoramento: lui, un uomo, giornalista sportivo di successo, lei, una donna, brava docente universitaria, coniugi senza figli. Vivono presi dal loro lavoro quotidiano, felici e sereni finché subentra subdolamente una malattia che coglie all’improvviso il marito, che scombussola il quieto vivere e che spadroneggia tra le mura di quell’incantevole ma raro focolare e che, a poco a poco, non domina solo un corpo, ma intreccia nell’animo della moglie una tetra maglia sottile, invisibile, impercettibile, che, rendendo vana ogni speranza di guarigione, gradualmente, Le infonde nel contempo coraggio e animosità.
L’eros che si era manifestato prima come desiderio reciproco, come smania ricambiata, come mutua frenesia, come biunivocità collaborativa, incomincia a cedere il passo di fronte alla cattiveria e alla spietatezza generate da quella disumana malattia. Non c’è più reciprocità d’amore, non c’è scambio d’affetti, c’è soltanto perdita di quell’umano grande valore amoroso tanto e per tanto tempo riposto nella persona amata. Non c’è più eros ricompensato, C’è distacco!
La mancanza di figli, tuttavia, per un prodigio suscitato da una lettera, fa diventare per la donna il marito un figlio da accudire e da assistere e con cui giocare appassionatamente. Ed ecco non più l’eros, ma improvvisamente l’agape, cioè quella concezione d’amore che prescinde dal valore assegnato ad una persona, ovvero in quell’amore che una madre ripone verso il proprio figlio. Il marito diventa figlio. La moglie diventa madre. Soltanto con l’agape la moglie accetta il rifiuto, la mancanza di riconoscenza, l’ingratitudine. Accetta tutto. Grandi e da premio Oscar Fabrizio Bentivoglio e Francesca Neri. Bravissimo Avati che ha saputo creare, con continui flashback essenziali per la comprensione del film, atmosfere da sogno, per una storia che sogno non è. Purtroppo! (Francesco Giuliano)
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idrusina
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giovedì 14 ottobre 2010
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il trailer inganna
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Questo film no è incentrato sul rapporto moglie/marito-mamma/figlio: in realtà la sceneggiatura insiste su loro due come entità separate: lui che si ammala, lei che soffre. Quell'"insieme" viene meno a metà del film. E il finale ne è una conferma. Ci è stato presentato come storia di un amore ma a dire il vero è la storia di un uomo che a un certo punto della sua vita si rituffa nella sua giovinezza e si stacca da tutto il resto, incompreso e tradito da chi gli sta intorno. E' un classico film di Avati, lento, noioso, nostalgico. Adatto a un pubblico anziano, secondo me.
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clacoz
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mercoledì 13 ottobre 2010
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sì può dare di più...
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Film scorrevole, capace a tratti di suscitare emozioni, ma non prende mai veramente il volo. Mi aspettavo qualcosa di più. Per una volta non sono completamente d'accordo sul voto (3,33) del MYMONETRO.
Mio voto personale (per quello che può valere): 2,90
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margherita51
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mercoledì 13 ottobre 2010
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una storia inventata....che ho sentito mia,
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Sono andata a vedere il film con un grande interesse. Conozco bene la malattia. Mio padre la soffre da più di otto anni è posso dire con orgòglio che ancora non avviamo avuto bisogno delle badante e tanto meno di portarlo fuori dall'ambiente famigliare. Questa malattia ha rinforzato i nostri legami di parentela
Sono andata a vedere il film "Una Sconfinata Giovinezza" con un grande interesse.
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Sono andata a vedere il film con un grande interesse. Conozco bene la malattia. Mio padre la soffre da più di otto anni è posso dire con orgòglio che ancora non avviamo avuto bisogno delle badante e tanto meno di portarlo fuori dall'ambiente famigliare. Questa malattia ha rinforzato i nostri legami di parentela
Sono andata a vedere il film "Una Sconfinata Giovinezza" con un grande interesse. La malattia la conozco bene. Mio padre la soffre da più di otto anni. E posso dire con orgòglio che ancora non avviamo avuto bisogno delle badante e tanto meno portarlo via dell'ambiente famigliare. Questa terribile malattia ha rinforzato i nostri legami famigliare, religiosi e di amicizia. Si fossi possibile, mi piacerevve raccontare al regista Pupi Avati como facciamo a gestire una situazione simile in un'altra parte del mondo, dove il sistema sanitario non ha i parametri di eccellenza del sistema italiano. Dimenticabo di dirvi che sono una straniera residente in Italia da un bel po. Vi ringrazio per la opportunità e mi scuso per il mio italiano.
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marezia
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martedì 12 ottobre 2010
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tantum ergo,
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lo dico a Lei per dirlo a TUTTI: "Ho l'impressione che chi trova un film come questo "noioso, inutile" e chissà cos'altro sia UN TANTINO ARIDO. Oppure, come dire, LIMITATO. Nella vita come in una sala. Un po' di introspezione prima di scegliere, no?
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patty1955
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lunedì 11 ottobre 2010
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avati colpisce dritto al cuore !
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LA VITA DI TANTI... SULLO SCHERMO, NO SOLO ESCORT E STAR DROGATE STRESSATE DALLA NOIA E
DAL SUCCESSO !
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tantum ergo
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lunedì 11 ottobre 2010
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finalmente
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Finalmente un film italiano noioso, prevedibile e inutile. Ne facciamo così tanti di capolavori che non se ne può più. Bleah.
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xeno66
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domenica 10 ottobre 2010
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noioso
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pessimo film sopravvalutato
storia non coinvolgente e abbozzata, si è voluto trattare un tema troppo rande senza riuscirci
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nicoladp
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domenica 10 ottobre 2010
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finalmente un ottimo filmato italiano!
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Sono felice di poter dire l'ennesima volta, che il Cinema non ha bisogno di budget hollywoodiani, anzi.
Ottimo film, ben costruito, ottimamente recitato e diretto, scivola dentro come un sogno, e come un sogno finisce.
Mi è piaciuto molto. Consigliato vivamente.
Nicola
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