The Fighter

Conflitti sul ring

Porrebbe essere una storia di conflitti crudeli, quella vera della famiglia allargata dei fratellastri Mickv Ward (Mark Wahlberg) e Dicky Eklund (Chrisrian Baie). Dicky e Micky subiscono una madre oppressiva (Melissa Leo), spalleggiata da un coro petulante di sette sorelle, tutte Eklund. Entrambi sono pugili - in effetti, Mlickv è stato campione mondiale Wbu dei welter nel 2000 – e Alice, la madre, pretende di far loro da manager, subordinandone le carriere a interessi economici di corta veduta. D’altra parte, a metà degli anni ‘90, quando “The Fighter” inizia, dei due solo Micky combatte, Dickv, il figlio di gran lunga prediletto, ha avuto qualche notorietà nel ‘78, quando gli è riuscito di mettere al tappeto Ray Sugar Leonard, ma ora si limita ad allenare Micky. O meglio, lo fa compatibilmente con la propria passione per il crack, oltre che con qualche soggiorno nelle galere del Massachusetts. Così, stretto fra una madre anaffettiva e autoritaria e un fratello ingombrante, Micky passa di sconfitta in sconfitta.
Raccontandola, questa storia vera di pugilato e contraddizioni familiari, Davìd O. Russell e lo sceneggiatore Scott Silver hanno scelto comunque di privilegiarne l’aspetto per così dire edificante. Poco conta, ai loro occhi, che Alice consideri Micky niente più che un surrogato di Dicky. Il figlio più giovane - così la donna suppone - deve combattere per ridare al figlio maggiore quello che il figlio maggiore non è riuscito a ottenere. Anzi, di più: deve subordinare la propria carriera a un suo ipotetico, improbabile ritorno pubblico sul ring. Da tutto questo per Russeil e Silver verrebbe alla fine il trionfo della coesione e delle buone ragioni della famiglia, nel cui “amore” i singoli troverebbero il senso delle loro vite.
Naturalmente, questa può anche esser la verità vera della storia vera di Mickv Ward e Dicky Eklund. Solo che la verità vera non sempre giova, di per sé, alla verosimiglianza cinematografica. E certo in platea si stenta a credere che quel nido di vipere che è la famiglia Ward/Eklund si trasformi d’incanto nel paradiso dei sentimenti e nel crogiolo di altruismo che consente a Micky di arrivare al titolo mondiale. Ma tant’è: così la pensano Russe11 e Silver. Per loro e nostra fortuna, comunque, “The Fighter” è denso di combattimenti sul ring ottimamente ripresi e ottimamente montati. Per dirla in termini cinematografici stretti: tanto sapientemente falsi, da risultare immediatamente verosimili.
Da L'Espresso, 10 marzo 2011


di Roberto Escobar, 10 marzo 2011