__jb__
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sabato 4 maggio 2013
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da addormentarsi sul divano
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Quanti flm sono? uno, due, tre...? oppure mentre va una pellicola entra un altro canale con gli stessi attori che recitano in un altro telefilm? Perchè dopo un inizio interessante, il susseguirsi di bagni, docce, mujeres calientes, letti e lettini ti viene voglia di cambiare canale e goderti l'ennesimo Rambo 1.
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lella sabadini
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lunedì 27 febbraio 2012
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la guerra dentro
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A me il film sembra ben strutturato, ritmo incalzante specie nella prima parte, i flash back ben inseriti nella vicenda. Non capisco il perchè di tante critiche. I protagonisti recitano egregiamente,La presenza di Christopher Lee aggiunge valore al film, non solo per la sua interpretazione ma per lo spiraglio che apre sul suo lavoro di psicologo degli assassini e torturatori durante la guerra di Spagna : un argomento che può essere spunto di molte riflessioni.La verità, quando è così tremenda e carica di sensi di colpa, motivati o presunti che siano,ci mette un bel po' a venire a galla ma alla fine è liberatoria. Certo è un meccanismo già visto ( mi viene subito in mente Paranoid Park.
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A me il film sembra ben strutturato, ritmo incalzante specie nella prima parte, i flash back ben inseriti nella vicenda. Non capisco il perchè di tante critiche. I protagonisti recitano egregiamente,La presenza di Christopher Lee aggiunge valore al film, non solo per la sua interpretazione ma per lo spiraglio che apre sul suo lavoro di psicologo degli assassini e torturatori durante la guerra di Spagna : un argomento che può essere spunto di molte riflessioni.La verità, quando è così tremenda e carica di sensi di colpa, motivati o presunti che siano,ci mette un bel po' a venire a galla ma alla fine è liberatoria. Certo è un meccanismo già visto ( mi viene subito in mente Paranoid Park...) ma efficace. Più che un film sulla guerra è un film su come viene vissuta la guerra. Forse se Mark non avesse accettato di tornare con David lui avrebbe preso un'altra strada e non sarebbe saltato su una mina... Chi può dirlo ? Il vero e proprio "Triage" strutturato solo da foglietti blu o gialli è veramente un colpo di genio ( non so se presunto o derivato da effettive esperienze ma non importa ). La figura del medico che si trova costretto a decidere fra una fine atroce e una rapida che gli permetta di curare meglio chi può sopravvivere è ben delineata.
Per finire: non riesco a trovare incongruenze o sbavature in questo film: da qui le 4 stelle .
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molenga
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martedì 25 ottobre 2011
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non del tutto riuscito
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Mark(colin farrell) è un fotografo di guerra, un free-lance che vaga per il mondo alla ricerca di scoop; accanto a lui l'amico e collega David. I due sono in Kurdistan, hanno trovato del buon materiale ma il"meglio" deve arrivare: si sta per passare all'azione. è qui che david, che ha lasciato a casa la moglie incinta, decide di andarsene. Poi Mark si ritrova in un ospedale di campo: ha dei problemi a muoversi, è caduto in un fiume ma il medico, che pratica eutanasia ai malati più gravi(sparandogli), lo rassicura: si riprenderà. E così avviene, il reporter torna in scozia dalla moglie, ma qualcosa in lui è cambiato...
Buona l'interpretazione di Farrell, funzionale quella del resto del cast in cui spicca(per un ruolo non azzeccato) il vecchio Christopher Lee.
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Mark(colin farrell) è un fotografo di guerra, un free-lance che vaga per il mondo alla ricerca di scoop; accanto a lui l'amico e collega David. I due sono in Kurdistan, hanno trovato del buon materiale ma il"meglio" deve arrivare: si sta per passare all'azione. è qui che david, che ha lasciato a casa la moglie incinta, decide di andarsene. Poi Mark si ritrova in un ospedale di campo: ha dei problemi a muoversi, è caduto in un fiume ma il medico, che pratica eutanasia ai malati più gravi(sparandogli), lo rassicura: si riprenderà. E così avviene, il reporter torna in scozia dalla moglie, ma qualcosa in lui è cambiato...
Buona l'interpretazione di Farrell, funzionale quella del resto del cast in cui spicca(per un ruolo non azzeccato) il vecchio Christopher Lee. Cio sono però dei vuoti di sceneggiatura, la spiegazione che precede il finale e il finale stesso non sono convincenti. senza infamia né lode, guardabile
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morrets
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mercoledì 12 ottobre 2011
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bel film!
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un bel film sugli orrori della guerra con un ottimo colin farrel!
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francesco2
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venerdì 10 dicembre 2010
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farrell e la vega più grandi di un piccolo film
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Speravo, nonostante le recensioni abbastanza negative ed un trailer che non convinceva fino in fondo, che almeno per la televisione andasse bene. Invece Tanovic, che si lamenta delle stroncature per il suo "Enfer" ("Mi aspettavano al varco" -ha dichiarato), mostra paradossalmente di essere un bravo fotografo, proprio come -Penso- i suoi protagonisti, ma non certamente un valido regista, se non in una cosa: il fiuto nello scegliere gli attori, compresa la signorina Paz Vega, che (Credo di essre una persona abbastanza scevra dq uesti pregiudizi) ci regala un'interpretazione abbastanza densa e sentita. Ma resta poco altro. Il "fotografo" serbo è bravo a regalarci immagini, come quel vestito (Credo) vilaceo che si riduce in brandelli,o la stessa Vega che in un bel (Quasi) primo piano abbraccia sul letto il marito "Reduce".
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Speravo, nonostante le recensioni abbastanza negative ed un trailer che non convinceva fino in fondo, che almeno per la televisione andasse bene. Invece Tanovic, che si lamenta delle stroncature per il suo "Enfer" ("Mi aspettavano al varco" -ha dichiarato), mostra paradossalmente di essere un bravo fotografo, proprio come -Penso- i suoi protagonisti, ma non certamente un valido regista, se non in una cosa: il fiuto nello scegliere gli attori, compresa la signorina Paz Vega, che (Credo di essre una persona abbastanza scevra dq uesti pregiudizi) ci regala un'interpretazione abbastanza densa e sentita. Ma resta poco altro. Il "fotografo" serbo è bravo a regalarci immagini, come quel vestito (Credo) vilaceo che si riduce in brandelli,o la stessa Vega che in un bel (Quasi) primo piano abbraccia sul letto il marito "Reduce". E neanche questo è vero sino in fondo, perché sin dall'inizio anche certe immagini vogliono andare a parare nella retorica sulla guerra, proprio come hanno osservato molti quotidianisti italiani. Si pensi a quei vermi sul corpo di un morto o a quelle scene nella cascata (Il cui significato coglieremo solo alla fine) tutte "Avvolte" in una musica ridondante e fastidiosa. Superati i dialoghi tra l'"idealista" Farrell ed il "Pragmatico" dottore, eccoci tornati in una asettica Londra di ricordi dolorosi (Quelle scene del protagonista che si s ente male, nella vasca e in una stanza....) e mogli in cinta, che trova un poco di originalità solo nella comparsa del nonno della moglie di Farrell, che con lei parla in Inglese! A quel punto, Tanovic sembra persino credere in un cinema meno schematico, ad esempio quando l'anziano uomo induce il protagonista a non autoassolversi, ma a convivere con un dolore che ancora non abbiamo compreso sino in fondo.
"Triage" sembra quasi un 'opera meno piatta, anche per l'ambiguità dello stesso "Nonno", che io non condannerei apriori come qualcuno ha fatto su questo forum. Ma basta poco pe riaversi dall'illusione: con un colpo di scena(?) infarcito di urla lancinanti e mine che esplodono, veniamo a sapere che ciò che veramente lo tormentava era avere ucciso, in guerra, l'amico del cuore. Non mancano altre banalità di contorno: la bambina che nasce con la morte del padre, partorita da una madre che forse perdona Farrell con eccessiva facilità, e la chiosa finale sulla frase di Platone riguardante -Indovinate!- la guerra.
In fondo, la ridondanza di Tanovic riflette quella sottile presunzione che sembra emergere nelle interviste, dove afferma di non ascoltare praticamente gli attori. Bando al permissivismo e all'anarchismo odierni, però è una strana coincidenza che chi fa questi discorsi abbia realizzato, dopo una sceneggiatura (Mi pare) tratta da Kieszlowski,
un'opera bellica infarcita di musicone fastidiose e lacrime(?) sull'ostilità anti-curda.
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morrets
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venerdì 26 novembre 2010
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davvero un bel film!
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gran bel film mai banale con splendidi personaggi e una storia di guerra e umanita' al di fuori della solita trama dei film di guerra
ottimo farrel sempre piu' psicologico ottimo film da vedere!
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enzo70
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sabato 20 novembre 2010
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un film sulla memoria del dolore
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La guerra viene fotografata in Triage con un grandangolo. Da lontano, da molto lontano. Tanovic uso lo zoom solo per raccontare una pratica medica: segnalare con una striscietta blu i feriti di guerra non curabili. Destinati ad un colpo di pallottola. Ma la spietatezza della medicina, e della vita, è questa anche in tempi e luoghi di pace. Una cellula impazzita, un virus o un batterio sconosciuto condannano come una granata. Se il film prende il titolo da questa pratica medica, il racconto si snoda su altre vie, incrociando tra vita, morte, luoghi di guerra, il Kurdistan, e luoghi di pace, la consueta videogenica, Dublino. Colin Farrell interpreta con maestria la sua parte. Le storie si incrociano, si accavallano, come in un album di fotografie disordinate.
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La guerra viene fotografata in Triage con un grandangolo. Da lontano, da molto lontano. Tanovic uso lo zoom solo per raccontare una pratica medica: segnalare con una striscietta blu i feriti di guerra non curabili. Destinati ad un colpo di pallottola. Ma la spietatezza della medicina, e della vita, è questa anche in tempi e luoghi di pace. Una cellula impazzita, un virus o un batterio sconosciuto condannano come una granata. Se il film prende il titolo da questa pratica medica, il racconto si snoda su altre vie, incrociando tra vita, morte, luoghi di guerra, il Kurdistan, e luoghi di pace, la consueta videogenica, Dublino. Colin Farrell interpreta con maestria la sua parte. Le storie si incrociano, si accavallano, come in un album di fotografie disordinate. Ed alla fine la matassa si dipana in un classico recupero della memoria; classico e scontato. I protagonisti sono prevedibili come le soluzioni adottate. Rimane il merito di non aver mai appesantito il film, il rischio a questo punto era quello, con scene sovrabbondanti o con inciuci stilisti. Il che rende il film, nel suo complesso, gradevole.
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jeffrea
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martedì 20 aprile 2010
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a me è piaciuto
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oh dae soo
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lunedì 5 aprile 2010
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la guerra statica
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Triage è l'ultimo lavoro di Tanovic, il regista premio Oscar per No man's land. E' un film di guerra che più che concentrarsi sul conflitto in sè vuole analizzare gli effetti devastanti che può causare l'esserne stati testimoni. La storia narra la vicenda di due reporter di guerra nel Kurdistan del 1988. Uno vuole tornare a casa per la nascita del figlio; l'altro, al contrario,preferisce restare in cerca di foto il più possibile importanti e drammatiche.Alla fine sarà il secondo a tornare,ferito a causa di un "incidente", ma forse le ferite più grandi non sono nel corpo, ma nell'animo...
C'è poco da fare, Triage non convince affatto.
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Triage è l'ultimo lavoro di Tanovic, il regista premio Oscar per No man's land. E' un film di guerra che più che concentrarsi sul conflitto in sè vuole analizzare gli effetti devastanti che può causare l'esserne stati testimoni. La storia narra la vicenda di due reporter di guerra nel Kurdistan del 1988. Uno vuole tornare a casa per la nascita del figlio; l'altro, al contrario,preferisce restare in cerca di foto il più possibile importanti e drammatiche.Alla fine sarà il secondo a tornare,ferito a causa di un "incidente", ma forse le ferite più grandi non sono nel corpo, ma nell'animo...
C'è poco da fare, Triage non convince affatto. Il film ha il difetto di essere tremendamente senza ritmo, lento nel senso deleterio del termine, verboso, come fosse un'unica e interminabile seduta psicanalitica lunga un'ora e mezza (e del resto lo è letteralmente tutta la seconda parte).Si badi bene, la lentezza di un film non è di per sè un difetto, tutt'altro, ma la mancanza di ritmo, lo stare fermo malgrado lo scorrere inesorabile dei minuti è unar caratteristica difficilmente digeribile. Il protagonista, un bravo Colin Farrel sa qualcosa che lo spettatore e tutti gli altri personaggi non sanno, ma il metodo, la lungaggine con cui la verità alla fine viene fuori, rischia di farlo diventare il segreto di Pulcinella. Non mancano immagini forti,scene buone (l' incidente dei 2 reporter su tutte) non mancano denunce, esplicite e non, a tutte le guerre e a tutti i regimi, ma non si arriva mai a una "potenza" tale, titpica dei capolavori, da smuovere le coscienze. E' una sceneggiatura facile, che punta tutto sui dialoghi e pochissimo sulla storia, sulle vicende; una sceneggiatura a tesi che vuole dimostrare quello che tutti sappiamo, l'orrore della guerra, l'orrore della morte.
E il riferimento al triage, cioè al sistema di smistamento negli ospedali delle zone di guerra, con il quale si decide chi può essere salvato e chi no (e giustiziato per questo) alla fine si rivela quasi estraneo al film, o almeno alla sua risoluzione, pur essendoneil titolo...
Ovviamente non è un film da buttare, e chi ha visto poche pellicole sull'argomento può trovare anche spunti e riflessioni interessanti, ma senz'altro da Tanovic ci si aspettava di più.
Impressionante infine, e mi scuso se fosse stato già notato in precedenza, la somiglianza dello scheletro di sceneggiatura di Triage con quello di Brothers di Sheridan ( o meglio dell'originale della Bier). Due persone in guerra, una torna, l'altra no. Chi torna serba con sè un terribile segreto riguardante il compagno, segreto che lo tormenta e non ha la forza di raccontare alla moglie del ragazzo non tornato. Mentre in Triage però questo canovaccio è il principale, in Brothers, film di tutt'altro spessore, viaggia parallelo allo studio del conflitto psicologico e non, dei due fratelli protagonisti.
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ultimoboyscout
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sabato 3 aprile 2010
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colin "belli capelli" farrell.
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Sono un fan di Farrell, amo i suoi film, ma lo consideravo prettamente un attore da film d'azioni e affini. Invece vengo smentito per l'ennesima volta (per fortuna) perchè la sua interpretazione è di altissimo livello, forse la migliore della sua carriera, in una pellicola e in un ruolo particolarmente difficili. Intenso, profondo, introspettivo a mio avviso da vedere. E come spesso capita, passato praticamente inosservato in Italia!
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