Nemico pubblico n. 1 - L'istinto di morte

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Un film di Jean-François Richet. Con Elena Anaya, Mathieu Amalric, Arsène Mosca, Christophe Van de Velde, Laure Marsac.
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Titolo originale L'ennemi public n°1. Azione, durata 113 min. - Francia, Canada, Italia 2008. - Eagle Pictures uscita venerdì 13 marzo 2009. - VM 14 - MYMONETRO Nemico pubblico n. 1 - L'istinto di morte * * * - - valutazione media: 3,26 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
ivano sabato 21 marzo 2009
buon film Valutazione 4 stelle su cinque
72%
No
28%

Un film girato bene, francese nel dna delle primissime inquadrature, quasi inutili allo svolgimento della trama e di poco incipit, gioco di immagini e di omaggi a quel cinema puro che fu innovativo. Visione di insieme rincorsa e superata, però, attenzione, i film bisoga saperli guardare, come la buona musica e i romanzi dalle mille digressioni, rigettati dalla retorica barbara della velocità di una società patologica e ora in crisi economica. Cosi, se guardi bene, scopri un discreto film che racconta la storia, non quella fatta dalle piccole ignezioni qua e la: il militare che tortura e spara in Algeria, in una delle più terribili e disumane delle guerre coloniali, la notizia appena masticata del telegiornale, mentre loro due siedono sul divano a guardia del miliardario sequestrato, i movimenti accenati e le carceri irakene, iraniane o saudite, che poi scopri invece erano, con rigore nazzista, ben funzionanti nel civilissiomo e pacifico Canada. [+]

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elgatoloco martedì 24 novembre 2015
un vero film, che evita le secche del biografismo Valutazione 0 stelle su cinque
0%
No
0%

"Ennemi public N.1"di Richet(devo premettere che non conosco/non ho visto la seconda parte)è veramente un film:senza rinunciare all'azione, senza rinunciare ad essere fedele alla biogradia di Mesrine, non cade nella trappola di una rappresentazione pedissequa, "calligrafica"del personaggio, con una visione che oscilla tra il romanticismo paradossale dell'"azione diretta", il "surrealismo di ritorno" di una vita che si proietta in dimensioni"esorbitanti"senza tenere conto delle conseguenze, di un egocentrismo che fa"tranquillamente"epochè delle vite altrui, servendosi di una regia e di un montaggio eccelsi, nonché delle interprretazioni eccelse di Jean. [+]

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mimmo fuggetti sabato 21 marzo 2009
tutto questo non mi è nuovo! Valutazione 2 stelle su cinque
45%
No
55%

Film ambiguo, che alterna originalità e solita routine. Il nemico pubblico Vincent Cassel si ritrova a ripetere le esperienze vissute dei più grandi "gangster cinematografici", già abbondantemente visti sul grande schermo. Sembra di rivedere Blow nella "scalata al successo verso la sua distruzione". Sicuramente positive le scene in carcere, decisamente macabre e instabili, riuscite attraverso movimenti di macchina e inquadrature conformate al suo stato d'animo. Ancora una volta resto deluso dalla scelta inopportuna di dover serializzare un film di 4 ore, sicuramente una trovata per poter incassare di più e per invogliare lo spettatore alla soluzione finale di un gioco che si scopre all'inizio del film.

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pg giovedì 19 marzo 2009
appena sufficiente. Valutazione 2 stelle su cinque
29%
No
71%

Il film non è girato male e Cassel è centrato per la parte, però non è un thriller, narra la storia del famoso criminale Mesrine un pò meglio di come si farebbe in una fiction televisiva. La tensione c'è solo perchè c'è molta violenza, niente a che vedere con dei capolavori come "Il braccio violento della legge". L'uso del multiscreen, solo all'inizio, è banale, introspezione zero, voce fuori campo zero, linguaggio dello sguardo zero nonostante Depardieu, colonna sonora avvincente zero. Cassel a volte grugnisce e basta, magari è anche dovuto al doppiaggio, non so. Ed il fatto che non ci sia un finale, ma una seconda parte da vedere ed un secondo biglietto da pagare, mi sa molto di presa in giro. [+]

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ste12 lunedì 23 marzo 2009
ossigeno per favore Valutazione 2 stelle su cinque
27%
No
73%

per chi, come me, è amante del genere gangster vecchio stile, non potrà che uscire dalla sala con quella sensazione di amaro in bocca. la storia del più grande criminale francese raccontata in una manciata di minuti. si ha la pretesa di raccontare troppo in troppo poco tempo, risultato: scene superficiali e storia poco approfondita. non facciamo in tempo a vedere una scena in cui il protagonista conosce una ragazza spagnola che già nella scena successiva ha un figlio da lei...e il matrimonio? raccontato in 20 secondi ad un tavolo. (ancora in apnea). scena successiva: si scopre che ha avuto un secondo figlio. (ancora non è tempo di respirare). scena successiva: lui è in carcere per rapina.(trattieni ancora il respiro) scena successiva: ecco il terzo figlio. [+]

[+] niente di niente (di freddyno)
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