signorina july
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martedì 26 febbraio 2008
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la morte del fordismo
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Torino, 1980, il centro della vicenda è la Fiat e la lotta operaia contro i tagli annunciati e la cassa integrazione. Agli scioperi e alle lotte operaie seguirà la marcia dei 40.000 colletti bianchi e la fine dei grandi ideali: la sconfitta della lotta operaia e del sindacato. Viene quindi raccontata una situazione politica complessa che si riversa sulle situazioni sentimentali. Tutta la vicenda ruota attorno a due personaggi principali,rappresentanti di due scelte opposte di vita: Sergio è un idealista, un operaio che partecipa attivamente alla lotta; Emma è una ragazza che lavora ai piani alti della Fiat grazie alla sua relazione d'amore con un ingegnere.
Emma e Sergio si incontrano nei reparti bassi della fabbrica, lei si sporca di grasso la camicetta, quella macchia non prevista dai colletti bianchi, che non si sporcano le mani, segna l’inizio di un amore che la cambierà.
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Torino, 1980, il centro della vicenda è la Fiat e la lotta operaia contro i tagli annunciati e la cassa integrazione. Agli scioperi e alle lotte operaie seguirà la marcia dei 40.000 colletti bianchi e la fine dei grandi ideali: la sconfitta della lotta operaia e del sindacato. Viene quindi raccontata una situazione politica complessa che si riversa sulle situazioni sentimentali. Tutta la vicenda ruota attorno a due personaggi principali,rappresentanti di due scelte opposte di vita: Sergio è un idealista, un operaio che partecipa attivamente alla lotta; Emma è una ragazza che lavora ai piani alti della Fiat grazie alla sua relazione d'amore con un ingegnere.
Emma e Sergio si incontrano nei reparti bassi della fabbrica, lei si sporca di grasso la camicetta, quella macchia non prevista dai colletti bianchi, che non si sporcano le mani, segna l’inizio di un amore che la cambierà. Non diventerà più un quadro o una dirigente della Fiat, ma semplicemente un insegnante di matematica.
A metà tra il documentario (le scene reali del movimento di quegli anni sono la parte più interessante) e la storia d'amore non sviluppa pienamente né l'uno né l'altro. Alcune scene e alcuni dialoghi risultano piuttosto gratuiti e le psicologie dei personaggi non sono approfondite per cui si hanno "Ti amo" senza presupposti che sembrano solo buttati lì per direzionare la storia.
Sicuramente il tema del film poteva essere un bello spunto e portare a una riflessione sia sul movimento operaio sia sulla situazione attuale di precariato in cui non c'è più identificazione né con la classe, né con il lavoro, né con il movimento...purtroppo non riesce in questo scopo.
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[+] complimenti per la sua prima recenzione
(di andrewrebel)
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giorgio camisani
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giovedì 10 gennaio 2008
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scontri di classe, allora come oggi
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Il film vuole innanzitutto raccontare gli eventi accaduti alla Fiat nel settembre 1980. Il film ha il pregio di raccontare fatti che non hanno riguardato soltanto Torino, ma l’Italia intera, direttamente per il ruolo che la Fiat possedeva nell’economia del Paese e, indirettamente, per le tensioni tra datore di lavoro e dipendenti, che possono essere estese a molte altre realtà industriali ed imprenditoriali dell’epoca ed anche di oggi.
Il film entra nelle case di chi ha vissuto questi momenti e si constata come anche all’interno di una stessa famiglia, i Martano, o della stessa classe operaia ci fossero posizioni contrastanti. C’è chi è arrabbiato contro l’azienda-istituzione per la quale ha lavorato e nella quale ha creduto per anni; c’è chi trova nello sciopero un momento di riappropriazione della propria vita sentimentale ed affettiva, dopo lunghi periodi di duro e stancante lavoro; c’è chi parteggiando per l’azienda continua a recarsi al lavoro nonostante gli scioperi o decide di scontrarsi fisicamente fuori dei cancelli della Fiat con i colleghi scioperanti.
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Il film vuole innanzitutto raccontare gli eventi accaduti alla Fiat nel settembre 1980. Il film ha il pregio di raccontare fatti che non hanno riguardato soltanto Torino, ma l’Italia intera, direttamente per il ruolo che la Fiat possedeva nell’economia del Paese e, indirettamente, per le tensioni tra datore di lavoro e dipendenti, che possono essere estese a molte altre realtà industriali ed imprenditoriali dell’epoca ed anche di oggi.
Il film entra nelle case di chi ha vissuto questi momenti e si constata come anche all’interno di una stessa famiglia, i Martano, o della stessa classe operaia ci fossero posizioni contrastanti. C’è chi è arrabbiato contro l’azienda-istituzione per la quale ha lavorato e nella quale ha creduto per anni; c’è chi trova nello sciopero un momento di riappropriazione della propria vita sentimentale ed affettiva, dopo lunghi periodi di duro e stancante lavoro; c’è chi parteggiando per l’azienda continua a recarsi al lavoro nonostante gli scioperi o decide di scontrarsi fisicamente fuori dei cancelli della Fiat con i colleghi scioperanti.
Il film rappresenta, dunque, un dramma a tre livelli, uno sociale, uno familiare ed uno interiore. Quest’ultimo è quello che riguarda la protagonista, la Signorina Effe. Emma, che proviene da una famiglia di operai, è laureanda in matematica. La sua aspirazione è quella di accedere ad una classe sociale più alta ed Emma ha tutte le caratteristiche per farcela: lavora come impiegata alla Fiat, è carina, è intelligente, ed è l’amante di un dirigente che diventa il suo capoufficio.
A causa dell’ondata di scioperi, Emma conosce Silvio, un operaio militante, con il quale ha una relazione che le consente di prendere coscienza della propria identità sociale. Il benessere e lo status che stava rincorrendo fino a questo momento, le appaiono ora non più desiderabili. Emma, dichiarandosi innamorata di Silvio, vuole manifestare la propria appartenenza alla classe operaia e, soprattutto, la propria adesione alla causa degli scioperi.
All’interno della protagonista è come se si alternassero due identità, una legata alle proprie origini e l’altra proiettata verso un futuro più splendente, grazie al dirigente ricco ed influente che continua a frequentare. Emma, vacillante lungo tutta la storia tre le due identità, con la fine degli scioperi decide di rimettere nuovamente in discussione le proprie scelte.
(www.myspace.com/camisani - film visto al 25° Torino Film Festival)
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maurizio
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venerdì 22 febbraio 2008
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marcia dei 40.000
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E' un film che affronta una vergognosa pagina della nostra storia in modo duro, essenziale e delicato. I personaggi ripropongono i diversi stereotipi culturali della società italiana di allora senza, però, scadere in facili caricature. I tratti salienti del film sono i dialoghi senza retorica e la colonna sonora di Patty Smith che riempie i vuoti. Apprezzabile anche la cura nella ricostruzione degli ambienti interni del tempo. La sensazione è di vivere in un'Italia che alterna la consapevolezza e la durezza della lotta di classe a un'onirica aspirazione rivoluzionaria non meglio definita ma che aiuta a sopportare la pesantezza di quegli anni. Il film, alla fine, lascia un sentimento di tristezza e remota nostalgia per l'occasione di affrancamento culturale che la piccola borghesia non ha saputo cogliere.
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E' un film che affronta una vergognosa pagina della nostra storia in modo duro, essenziale e delicato. I personaggi ripropongono i diversi stereotipi culturali della società italiana di allora senza, però, scadere in facili caricature. I tratti salienti del film sono i dialoghi senza retorica e la colonna sonora di Patty Smith che riempie i vuoti. Apprezzabile anche la cura nella ricostruzione degli ambienti interni del tempo. La sensazione è di vivere in un'Italia che alterna la consapevolezza e la durezza della lotta di classe a un'onirica aspirazione rivoluzionaria non meglio definita ma che aiuta a sopportare la pesantezza di quegli anni. Il film, alla fine, lascia un sentimento di tristezza e remota nostalgia per l'occasione di affrancamento culturale che la piccola borghesia non ha saputo cogliere. Da tempo non si vedeva un film così curato.
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