tiamaster
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martedì 20 settembre 2011
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teppisti per amici:un film grandioso!!!
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inghilterra anni 80,in un tipico paesino (orribilmente squallido) di provincia c'è shane,ragazzino dodiceno che ha perso il padre.un giorno in seguito a un litigio che finisce in una rissa,shane conosce un gruppo di skinhead,gruppo di teppisti che però shane trova subito simpatici,socievoli;e così tenterà di colmare il vuoto creato dall'assenza del padre.il film è sicuramente concepito in maniera magistrale,vero e reale dona a ogni personaggio una caratterizzazione sfaccettata fino al minimo dettaglio,coinolgentissimo è un film che non si scorda velocemente,un film nel vero senso del termine,questo e cinema,questa è l'inghilterra anni 80!!!!
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lucapic
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martedì 20 settembre 2011
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l'inghilterra di meadows, il mondo d'oggi.
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Pantaloni modello skinny in jeans (quelli aderentissimi che strizzano la gamba) messi dentro al calzino bianco, giubbotto bomber, anfibi dottor Martens, camicie Ben Sherman a quadri bianco rosso e blu, bretelle e capelli rasati per i maschi, per le femmine, stessa solfa, ma i capelli non vanno completamente rasati, bisogna lasciarli lunghi ai lati e nella frangia. This is England, questa è l’Inghilterra. 1983, Midlands (una delle regioni inglesi) Shaun (Thomas Turgoose, strepitoso, prima opera) è un ragazzino orfano di padre (morto nella guerra della Faulklands) grassottello e dai cappelli rossicci deriso dai compagni di scuola. E’ povero, tosto, arrabbiato, risponde alle battute ma combatte da solo finché non trova un gruppo di skin (tutti molto più grandi) che lo introducono, affascinati dal suo coraggio e sfrontatezza, nel loro mondo reale.
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Pantaloni modello skinny in jeans (quelli aderentissimi che strizzano la gamba) messi dentro al calzino bianco, giubbotto bomber, anfibi dottor Martens, camicie Ben Sherman a quadri bianco rosso e blu, bretelle e capelli rasati per i maschi, per le femmine, stessa solfa, ma i capelli non vanno completamente rasati, bisogna lasciarli lunghi ai lati e nella frangia. This is England, questa è l’Inghilterra. 1983, Midlands (una delle regioni inglesi) Shaun (Thomas Turgoose, strepitoso, prima opera) è un ragazzino orfano di padre (morto nella guerra della Faulklands) grassottello e dai cappelli rossicci deriso dai compagni di scuola. E’ povero, tosto, arrabbiato, risponde alle battute ma combatte da solo finché non trova un gruppo di skin (tutti molto più grandi) che lo introducono, affascinati dal suo coraggio e sfrontatezza, nel loro mondo reale. Un sottoproletariato di ragazzi giovani, disillusi, ribelli, selvaggi ma coesi e tolleranti (tra di loro persino un ragazzo di colore giamaicano migliore amico del leader del gruppo, Woody). Vandali, ma non violenti, per lo meno non con gli altri, solo tra di loro (e principalmente verbalmente). Nelle giornate a tempo perso (l’unica che pare lavorare è Lol, fidanzata di Woody) tra birre, sigarette, schiaffi in testa e sfottò, cassette musicali e tavole calde ritorna Combo (Stephen Graham, molto bravo) un vecchio amico fanatico, molto più anziano, appena uscito di prigione. Ha nuove idee nazionaliste, fasciste e razziste, nuovi piani e nuovi comitati da frequentare (il Fronte Nazionale). Non convince tutti, solo pochi adepti (tra cui Shaun, che vede in lui una sorta di padre alternativo) lo seguiranno nel suo percorso (ora si) violento, xenofobo e razzista (soprattutto nei confronti dei pakistani) finché alla fine le conseguenze degli atteggiamenti di Combo porteranno a decisioni drastiche e ripensamenti da parte del piccolo protagonista. Un dramma preciso e angoscioso, caratteri ben delineati e ben fedeli a quelle che erano le dinamiche sociali di allora e gli skinhead, il potere forte della disoccupazione che genera mostri, la facile corruttibilità di giovani ragazzi senza futuro che (soprattutto da giovanissimi) ozieggiano senza obiettivo e si attaccano a chi è in grado di fornirgli qualcosa per cui lottare, un facile comun denominatore ingannevole e distruttivo. Un ragazzino dodicenne sveglio, basso e con la faccia da bambino, che si atteggia da adulto (nei modelli di adulto che lo circondano) beve dice parolacce ma rimane buono, la sua voglia di giocare, di avere amici, la tenerezza con cui si vuole prendere cura della sua ragazza e con cui, per un momento, si spoglia del suo personaggio e torna indifeso. E il finale, quando veramente fa l’unica scelta adulta e matura. Film di Shane Meadows (ha dichiarato che si è ispirato alla sua esperienza personale) riuscito e interessante proprio perché, oltre a scelte stilistiche notevoli (la colonna sonora affidata a Ludovico Einaudi che mette un po’ di sé nei punti giusti e in altri un po’ di Smiths, Soft Cell e altre preziosità), questa non è solo l’Inghilterra, ma è l’Italia, la Svezia, l’Austria, e tanti altri paesi che oggi (non negli anni ottanta) nelle profonde crisi e sfiducie vedono (seppur in piccolissima parte, ma altrettanto dannosa) la perdita di giovani nell’adesione a questi branchi ciechi e arrabbiati. Premio della Giuria al Festival del Cinema di Roma.
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molenga
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domenica 18 settembre 2011
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spirit of '69
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Meadows forse per primo dipinge un affresco credibile sulle contraddizioni nate all'interno del movimento skin e rude boy dopo l'incontro con il national front.
Siamo nel 1983, l'inghilterra conta i morti che tornano dalle malvinas:tra questi c'è il padre di S
haun, ragazzino introverso che trova in un gruppo di original skins non razzisti, un gruppo di beòni casinisti del sottoproletariato che ama lo ska,l'oi!, veste ben sherman, bretella, jeans e doc marten's e si rasa: girando per la vostra città li riconoscerete, la divisa non è cabiata. il gruppo coinvolge il piccolo che si trova a fare un salto in avantii di 10 anni, si sente rispettato, approccia una con successo una ragazza; trattandosi di una ghenga di original skinheads c'è anche un componente di colore: molti non lo sanno, ma lo stile del movimento skin prende spunto dai rude boys giamaicani.
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Meadows forse per primo dipinge un affresco credibile sulle contraddizioni nate all'interno del movimento skin e rude boy dopo l'incontro con il national front.
Siamo nel 1983, l'inghilterra conta i morti che tornano dalle malvinas:tra questi c'è il padre di S
haun, ragazzino introverso che trova in un gruppo di original skins non razzisti, un gruppo di beòni casinisti del sottoproletariato che ama lo ska,l'oi!, veste ben sherman, bretella, jeans e doc marten's e si rasa: girando per la vostra città li riconoscerete, la divisa non è cabiata. il gruppo coinvolge il piccolo che si trova a fare un salto in avantii di 10 anni, si sente rispettato, approccia una con successo una ragazza; trattandosi di una ghenga di original skinheads c'è anche un componente di colore: molti non lo sanno, ma lo stile del movimento skin prende spunto dai rude boys giamaicani. I casini nascono quando torna da 3 anni e mezzo di galera lo skin combo, che in carcere ha fraternizzato con la manodopera nazionalista e coinvolge shaun in azioni violente fino a giungere all'uccisione del compare di colore.
Che dire? si vede che il regista sa di cosa parla e non risparmia niente ai nazionalisti, bravo meadows, le musiche sono ciò che di più adatto potesse esserci e gli interpreti azzeccati, su tutti il bambino thomas turgoose, intenso e pieno di sfaccettature.
ottimo film su una realtà spesso malinterpretata
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riccardo tavani
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giovedì 8 settembre 2011
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l'inghilterra è anche lol che dice no
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Film immediatamente esplicito, fin dal titolo: accoppia il tema del razzismo al nome di uno Stato, di una Nazione. “Questa è l'Inghilterra”, ovvero questa storia, che la pellicola racconta, di comune razzismo suburbano, della grigia periferia o provincia inglese. E che il protagonista sia soltanto un dodicenne ci dice di come il razzismo sia qualcosa che si assorbe nell'aria che si respira, andando a scuola in bicicletta o tornando a casa dopo aver fatto a pugni con qualcuno. Shaun è questo ragazzino che si porta dentro la voragine della morte di suo padre, sulla pelle la mestizia sofferente e remissiva della madre, addosso gli abiti riadattati e fuori moda del papà, a causa delle condizioni economiche in cui quel lutto li ha ridotti.
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Film immediatamente esplicito, fin dal titolo: accoppia il tema del razzismo al nome di uno Stato, di una Nazione. “Questa è l'Inghilterra”, ovvero questa storia, che la pellicola racconta, di comune razzismo suburbano, della grigia periferia o provincia inglese. E che il protagonista sia soltanto un dodicenne ci dice di come il razzismo sia qualcosa che si assorbe nell'aria che si respira, andando a scuola in bicicletta o tornando a casa dopo aver fatto a pugni con qualcuno. Shaun è questo ragazzino che si porta dentro la voragine della morte di suo padre, sulla pelle la mestizia sofferente e remissiva della madre, addosso gli abiti riadattati e fuori moda del papà, a causa delle condizioni economiche in cui quel lutto li ha ridotti. Tutti lo evitano, lo prendono in giro e, appena possono, gli mollano volentieri calci e cazzotti, sopratutto perché lui agli insulti reagisce, scaraventandosi addosso a chi li ha proferiti, indipendentemente dalla sua età o taglia fisica. Il padre di Shaun è morto l'anno prima in guerra. La guerra provocata nel 1982 dall'Argentina con l'occupazione di quelle Isole da lungo tempo rivendicate e che gli argentini chiamano Malvinas, affacciandosi davanti alla loro costa meridionale, ma che gli inglesi chiamano Falkland, avendole messe sotto il loro dominio coloniale già un secolo e mezzo prima, nel 1833. Ma di tutto questo a Shaun non importa niente, lui paga soltanto le devastanti conseguenze di quella guerra, perché ciò che resta tra le mura di casa è solo miseria e un mucchietto di struggenti fotografie con il padre. Attraverso un gruppo di pacifici e simpatici skinheads, nel quale il ragazzino viene accolto, Shaun conosce Combo, che è appena uscito di galera, e cerca di reclutare ragazzi per un fronte politico nazionalista a sfondo decisamente razzista. In Inghilterra il tema del razzismo è più che altrove legato a quello del colonialismo, essendo tutte le etnie d'oltreoceano presenti sul suolo britannico provenienti da tutti i territori a suo tempo occupati e messi sotto il dominio della Union Jack o Union Flag, ovvero la bandiera inglese. E sotto un'altra storica bandiera inglese, quella con la Croce di San Giorgio, si salda il gruppo di Combo, nel quale Shaun apprende i primi rudimenti di pestaggio contro i pakistani. Ma Combo, in tutta quella sua efferata sicurezza, si trascina una ferita interiore che non riesce a rimarginare. È innamorato perdutamente di Lol, una ragazza del gruppo pacifico, con la quale ha fatto l'amore prima di finire in galera e che non riesce a dimenticare. Lol, però, adesso lo respinge: a quel tempo era una ragazzina e gli fa capire di aver subito una violenza che ora vuole soltanto dimenticare. È come se il suolo nazionale sprofondasse letteralmente sotto i piedi di Combo, perché, attraverso Lol, è come se l'Inghilterra stessa lo respingesse, gli negasse l'amore, le radici nella sua terra. “This is England” è un film del 2006 che ha avuto una tale eco in Gran Bretagna da diventare una serie televisiva molto seguita. Da noi arriva con cinque anni di ritardo, ma mantiene intatta la sua forza cinematografica.
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diomede917
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lunedì 5 settembre 2011
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grazie signora thatcher
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Nonostante sia stato il primo vincitore della Festa di Roma "This is England" è rimasto fermo nei magazzini della distribuzione italiana per tutto questo tempo.
Un vero peccato perchè questo romanzo di formazione merita assolutamente una visione.
Fin dalle immagini di repertorio che aprono il film si capisce sia il periodo storico dove è ambientata la storia sia quale è l'obiettivo primario...denunciare gli effetti della politica thatcheriana nel periodo della guerra nelle isole Falkland.
Protagonista è Shaun (un sorprendente Thomas Turgoose) un orfano di quella guerra con un fisico goffo, uno sguardo asimetrico ma che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Uno che mena le mani se si parla del padre sia nel bene che nel male; uno che mena le mani sia che si tratta del bullo della scuola o il capo di una banda di Skinheads.
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Nonostante sia stato il primo vincitore della Festa di Roma "This is England" è rimasto fermo nei magazzini della distribuzione italiana per tutto questo tempo.
Un vero peccato perchè questo romanzo di formazione merita assolutamente una visione.
Fin dalle immagini di repertorio che aprono il film si capisce sia il periodo storico dove è ambientata la storia sia quale è l'obiettivo primario...denunciare gli effetti della politica thatcheriana nel periodo della guerra nelle isole Falkland.
Protagonista è Shaun (un sorprendente Thomas Turgoose) un orfano di quella guerra con un fisico goffo, uno sguardo asimetrico ma che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Uno che mena le mani se si parla del padre sia nel bene che nel male; uno che mena le mani sia che si tratta del bullo della scuola o il capo di una banda di Skinheads.
Proprio tramite l'incontro con questi cani sciolti e la loro sballata ideologia Shaun trova un modo per trovare una propria dimensione, costruendo con il loro capo Combo (interpretato in maniera sincopata da Stephen Graham) quel rapporto padre figlio che manca ad entrambi.
A Shaun manca una famiglia, manca un affetto e trova in questi sbandati un modo di affermare la propria personalità.
Purtroppo i suoi 12 anni non gli fanno vedere il male che si nasconde dietro questa cultura ultranazionalista facendogli dire e fare cosa prima mai pensate come si vede nella scena della drogheria pakistana. Col crescere della storia cresce la sua consapevolezza, si diventa grandi anche vedendo massacrare il proprio amico di colore. E il suo primo piano nel finale poco consolatorio sta a significare che se questa è l'Inghilterra del titolo è meglio nascondere in fondo al mare il suo simbolo.
Con uno stile che ricorda il violento "Once were warriors" di Lee Tamahori, This is England si colloca nella serie di film arrabbiati della nuova generazione inglese.
Voto 7,5
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renato volpone
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lunedì 5 settembre 2011
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con gli occhi di un dodicenne
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Il film racconta di un ragazzino dodicenne che si trova a dover elaborare il lutto del padre morto nella guerra delle Falkland. Lo sguardo è sul mondo proletario dell'inghilterra degli anni '80, popolata dagli skinheads, buoni e cattivi. Si arriva alla fine del film che ci si domanda perchè? Gli argomenti trattati sono molti, ma lo spessore de "il ragazzo con la bicicletta" non c'è, e non c'è mai una prsa di posizione decisa, le problematiche sociali vengono solo sfiorate (è facile fare pseudo cultura, difficile è lasciare un messaggio o delle emozioni che restano). La recitazione degli attori (anche in questo caso il doppiaggio è straziante e non si capisce perchè ci si ostina a doppiare dei film che sono assolutamente da vedere in lingua originale) è buona, ma il ragazzino è inespressivo e la madre assurda.
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Il film racconta di un ragazzino dodicenne che si trova a dover elaborare il lutto del padre morto nella guerra delle Falkland. Lo sguardo è sul mondo proletario dell'inghilterra degli anni '80, popolata dagli skinheads, buoni e cattivi. Si arriva alla fine del film che ci si domanda perchè? Gli argomenti trattati sono molti, ma lo spessore de "il ragazzo con la bicicletta" non c'è, e non c'è mai una prsa di posizione decisa, le problematiche sociali vengono solo sfiorate (è facile fare pseudo cultura, difficile è lasciare un messaggio o delle emozioni che restano). La recitazione degli attori (anche in questo caso il doppiaggio è straziante e non si capisce perchè ci si ostina a doppiare dei film che sono assolutamente da vedere in lingua originale) è buona, ma il ragazzino è inespressivo e la madre assurda. Unica cosa che si salva la colonna sonora
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(di stolencar)
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adriantitti
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venerdì 2 settembre 2011
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alla ricerca del padre
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bellissimo film sugli aspetti più deteriori dell'Inghilterra degli anni 80, che fa riflettere anche sull'oggi, sulle origini della violenza, del razzismo e sul fascino del male. Il tema di fondo, che guida il percorso di maturazione del giovane protagonista, il quale ha perso il padre nella guerra delle Falkland, è la ricerca della figura paterna, che sarà ritrovata solo attraverso il drammatico confronto col male e nella tenerezza del ricordo.
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ilfreddo1983
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giovedì 1 settembre 2011
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voglio andare in inghilterra...
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Film più che discreto con bravi attori,ottime musiche,immagini di repertorio superbe la cosa che posso criticare è lo svolgimento della trama che a volte risulta un pò monotono e lento se si fosse aggiunto quel pizzico di violenza e adrenalina in più sarebbe stato eccezionale!!!
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dado1987
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mercoledì 31 agosto 2011
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buon film
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This is England è il solito film politically correct in cui bisogna far vedere che gli skinheads sono pazzi, confusi ed esagerati. Come è solito nel genere, il film inizia con dei ragazzi un po' bulli, ma non troppo cattivi che vengono travolti dall'euforia di un singolo individuo più esaltato degli altri. Senza fare discussioni politiche dico che il film nonostante sia inglese, paese che generalmente non soddisfa i miei gusti, è fatto bene sia nei dialoghi che nel ritmo anche se non è minimamente paragonabile ad American History X. La cosa migliore del film è il bambino protagonista; se si prova a chiudere gli occhi cercando di immaginare il viso di un inglese medio, spunta la sua fisionomia, è pazzesco.
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This is England è il solito film politically correct in cui bisogna far vedere che gli skinheads sono pazzi, confusi ed esagerati. Come è solito nel genere, il film inizia con dei ragazzi un po' bulli, ma non troppo cattivi che vengono travolti dall'euforia di un singolo individuo più esaltato degli altri. Senza fare discussioni politiche dico che il film nonostante sia inglese, paese che generalmente non soddisfa i miei gusti, è fatto bene sia nei dialoghi che nel ritmo anche se non è minimamente paragonabile ad American History X. La cosa migliore del film è il bambino protagonista; se si prova a chiudere gli occhi cercando di immaginare il viso di un inglese medio, spunta la sua fisionomia, è pazzesco.
Voto 7
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pruoffc
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mercoledì 31 agosto 2011
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raro incanto
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