Mission: Impossible III

Missione bella e impossibile

Mission impossible III, terza puntata della serie prodotta e interpretata da Tom Cruise, diretta dal bravissimo J. J. Abrams, si concentra sulla caccia a Zampa di Coniglio. Tentano di trovarlo tutti, buoni e cattivi, spie e traditori; a motivo di questa accanita ricerca vengono compiuti gli arti più feroci, tortura, pistola puntata alla testa della moglie, incarcerazione d'innocenti, pestaggi, persecuzioni. Eppure nessuno sa veramente cosa sia. Neppure si sa, e non si saprà in tutto il film, se si tratti di un uomo, un'arma, una parola-chiave, un oggetto, una formula. Come in Bella di giorno di Buñuel, dove una scatola conservava per sempre il suo segreto erotico. I personaggi combattono senza causa.
Quasi per ironica autodenuncia, per dire che questo genere di thriller d'azione è inutile mescolare razionalità, motivazioni e complotti, che non c'è nulla da sapere ma molto da vedere. Verissimo. Quello che si vede è a volte reso fantastico dalla bravura del regista, stilista dei dinamismo: le corse a perdifiato di Tom Cruise, i suoi balzi dalla cima di un grattacielo di Shanghai all'altra, una carica a tempo di nitroglicerina immessa nella testa dei nemici per farli esplodere e morire, un trasmettitore a forma di Crocefisso, un montaggio affannosamente perfetto. Altre volte, quello che si vede s'era già visto: l'iniezione di adrenalina nel cuore, forte e veloce come una pugnalata, di Pulp Fiction; la maschera a imitazione della faccia del nemico di "Diabolik". L'avventura sfrenata e brillante è molto divertente. Anche umana, quando ripete la nostra solita frase fatale: «Non c'è campo».
Da L'Espresso, 18 maggio 2006


di Lietta Tornabuoni, 18 maggio 2006