Una dimagritissima Kirsten Dunst è Marie Antoinette, Figlia dell'imperatrice d'Ausrtia, costretta per motivi diplomatici a sposare Luigi 16°, delfino di Francia. Ciò che balza immediatamente agli occhi sono gli splendidi, eccezionali costumi made in Italy. La fotografia superba. Non sappiamo quanto la Dunst somigli alla Marie originale, certo è che la Dunst è perfetta. E l'appellativo di 'regina bambina' le calza a meraviglia. Buffissimo oltremodo il rampollo Luigi. Il film è degno di nota per l'eccezionale qualità ed attenzione riposte per restituire allo spettatore un'affresco il più verosimile possibile degli splendori e sfarzi di corte, nella Francia del 18° secolo. Il film si mantiene lontano, accenna appena e si arresta all'inizio della rivoluzione francese. Sofia Coppola si ferma la dove i reali fuggono ed una Marie Antoinette vede dai vedi della propria carrozza dissolversi il mondo che le apparteneva. Una riproposizione che evita ogni cruenza, per porgere, mettere in evidenza la storia della regina Marie, non la sua fine orrenda, maltrattata, infangata e ghigliottinata alla fine del secolo. Neppure degna di una sepoltura secondo il popolo, inferocito per la fame e carestia. Le musiche sono abastanza azzeccate, anche se un tantino troppo spinte verso una modernità, che forse nell'intento della Copppola passa attraverso la trasgressività più che giustificata di Marie. La Dunst è a mio avviso una delle migliori attrici di questo decennio. Giovane, bellissima, leggiadra come si conviene all'idea che abbiamo di una giovanissima regina. Troppo giovane e salita al trono in un momento storico divenuto poi nefasto per l'impero francese. Bravissime Dunst e Sophia.
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