Una canzone per Bobby Long

Bel film. Bella la trama,scontato (scontatissimo se si vuole) il finale ma ciò non toglie valore al dipanarsi della pellicola. Chè del resto ha il suo punto di forza nella pregnanza di significato del percorso. La fine è uguale per tutti ed ogni film/vita ha una sua fine,non importa quale essa sia. I personaggi si trovano di fronte a un percorso sbarrato, un loop che li riporta sempre allo stesso punto (ti svegli,bevi,svieni,ti svegli,bevi,svieni),una perdita di obiettivi,un attendere continuo ( chi il lavoro del fidanzato,chi la stesura di un libro),un sopravvivere alle proprie vite. E' un deus ex machina che li fa incontrare e, trovato un equilibrio, troveranno anche nuovi stimoli. I sorrisi saranno sempre più veri.
La colonna sonora è il trait d'union della pellicola.Un sussurro che scandisce e lega il passare del tempo.I silenzi e gli sguardi.Ambientato in una New Orleans decadente , segue proprio questo tipo di fascino.Punta sulla bellezza dell'apatia,sul fascino del dimenticare,dei ricordi inventati che si sostituiscono alla memoria onde poi affermarne con forza l'importanza,esaltando l'accettazione della realtà. La città è lo scrigno delle emozioni dei protagonisti e le condivide,le vive;scandendo con le sue stagioni,i suoi tramonti,le sue pioggie le vite dei personaggi. Tutto questo è il pregio di Una canzone per Bobby Long.
Di contro non tutte le caratterizzazioni escono fuori dallo stereotipo,la colonna sonora non sempre si attiene a una linea blues(ma non per questo meno bella,valgano per tutti i nada surf),il finale che si allinea troppo alle richieste supplichevoli dello spettatore.