La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler |
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Un film di Oliver Hirschbiegel.
Con Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Corinna Harfouch, Ulrich Matthes, Juliane Köhler.
continua»
Titolo originale Der Untergang.
Drammatico,
durata 150 min.
- Germania 2004.
- 01 Distribution
uscita venerdì 29 aprile 2005.
MYMONETRO
La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
valutazione media:
3,26
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Rimane un filmetto di regime...di LorenzoFeedback: 0 |
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mercoledì 16 novembre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ha diversi aspetti interessanti, ma rimane un filmetto di propaganza antinazista, per quanto meno dozzinale della media. Aspetti positivi: l'ottima recitazione (soprattutto di Ganz), l'atmosfera claustrofobica del bunker, gli effetti speciali. Aspetti negativi: pur mostrando alcuni aspetti umani del Fuehrer e del suo entourage il film ripropone innumerevoli stereotipi della vulgata di regime: 1) La condanna della guerra: tutti i personaggi che desiderano proseguire il combattimento sono presentati o come soldati-automi o come ragazzini inebetiti dalla propaganda; tutti coloro che vogliono deporre le armi come individui pieni di senno e di calore umano; 2) Hitler pazzo: il Fuehrer non è rappresentato come un genio politico ed un profeta religioso, per quanto snervato dalla malattia e dalla disfatta, ma come un maniaco che ha ormai perso ogni contatto colla realtà esterna. Anziché riprodurre la dialettica di calma glaciale ed esplosioni di collera, rigorosa lucidità e fuga nelle fantasticherie che ne caratterizzarono gli ultimi giorni, il film mostra solo le seconde, deformando pesantemente il proprio oggetto. La cosa si rende evidente nella scelta di tagliare la scena in cui Hitler detta il suo "testamento politico": siccome sarebbe stato impossibile stravolgere il testo per dare allo spettatore l'impressione di trovarsi dinanzi ad una mente degenerata, si è semplicemente evitato di farglielo ascoltare. Ogni volta che Ganz enunzia una delle più famigerate (agli occhi dei credenti nella religione dei diritti umani e dell'eguaglianza razziale) massime hitleriane, l'attore accentua sempre e il volume della voce e l'intensità del suo gesticolare; e tali massime sono estrapolate dal loro contesto, in modo da trasmettere un'impressione di demenza ed anormalità. 3) In alcuni punti il film non si perita di falsificare la realtà storica, soprattutto quando mette in scena i festini degenerati che sarebbero stati celebrati dall'entourage hitleriano. Sfido i sostenitori del film (sempre che abbiano qualche cognizione del periodo in esame) a citarmi *UNA SOLA* pagina tratta dalle più qualificate opere in materia (da Fest a Kershaw, da Maser a Toland a Fuchs) dove sia dato rintracciare un accenno a festini del genere. 4) Qui taccio di tutto il contorno coreografico finalizzato a condizionare lo spettatore a livello subliminale, dalla sequenza finale (inventata di sana pianta) con Frau Junge che si allontana in bicicletta e le nuvole che si schiudono in cielo in poi...
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