La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler |
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Un film di Oliver Hirschbiegel.
Con Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Corinna Harfouch, Ulrich Matthes, Juliane Köhler.
continua»
Titolo originale Der Untergang.
Drammatico,
durata 150 min.
- Germania 2004.
- 01 Distribution
uscita venerdì 29 aprile 2005.
MYMONETRO
La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
valutazione media:
3,26
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Capolavoro assoluto o bufala ben confezionata?di Cult MovieFeedback: 0 |
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mercoledì 17 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non saprei dire se Hitler è stato veramente il più grande assassino della storia del Novecento, e perseguo il dubbio che anche Stalin non sia stato uno stinco di santo. Ma Hitler è Hitler, nel bene e nel male: è il personaggio più ignobilmente cattivo della storia dell'umanità. E' stato un cattivo veramente cattivo: ignobile, cinico, folle. E la sua follia lo ha cresciuto e lo ha distrutto. Detto questo, la storia del cinema è piena di ritratti hitleriani ("Maloch" è il migliore, se vi interessa), e di una nuova puntata della vicenda Hitler francamente non se ne sentiva il bisogno. Ne sentiva forse il bisogno Oliver Hirschbiegel, tanto da girarne addirittura un film (lungo, troppo lungo) e di farne una sorta di ritrattino post moderno. Gli ultimi 12 giorni di Hitler racchiusi tra follia e demenza: il Fuhrer appare nel film come un vecchio pazzo in preda alle proprie manie ed alle proprie ossessioni, convinto che "se muoio io moriranno tutti", schizzato come solo i matti sanno essere, con la faccia stizzita e perfetta di Bruno Ganz. In Germania le reazioni sono state diverse: Wim Winders ha bocciato il film, mentre il pubblico è accorso in massa. Ma è un caso tutto nazionale: fuori dai confini tedeschi nessuno alzerebbe più di tanto la voce. Anche perchè, a ben vedere, questo schizzatissimo Hitler è solamente una piccolissima figurina nel grande affresco storico che appartiene ormai al mito. C'è poco da dire sulle vicende hitleriane, libri e cinema hanno già fatto la loro parte. In più, a ben vedere, il film in questione più che al filone storico appartiene al filone ritrattistico: l'umanizzazione del Fuhrer è dietro l'angolo, ma non è fondamentale, ma il rischio di ergere a mito questa oscura figura è dietro l'angolo. Due ore e trenta di pellicola poi è un'esagerazione: la prima parte transeat, in fondo è bella tosta e piena di ritmo, ma la seconda (con tanto di "morte in diretta") è più banale e scontata. Inutile scomodare l'Apocalisse, al massimo un pò di polvere e qualche soldato ferito. Perchè la storia non passa da queste parti: qui c'è solo il contorno e la rappresentazione popolare. Ripassare i classici, please. Possibilmente a memoria. Di questa pellicola restano due cose: 1) la straordinaria interpretazione di Bruno Ganz (più vero del vero); 2) la grandezza di una fine che poteva anche non essere così monumentale. Il resto è solo contorno: magari esaltante, ma pur sempre contorno. A metà tra l'elogio dei critici più corrivi e lo sdegno di Wim Wenders. Come dire: la virtù sta nel mezzo.
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