e. hyde
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mercoledì 8 giugno 2016
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il volto enigmatico del potere (parte prima)
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Gli attuali potenti (mi riferisco non solo a grandi oligarchi ma anche a capi di Stato) non ragionano come noi. Loro disprezzano i buoni, i fiduciosi, i sinceri: per loro quello che va contro il male è il peggio. Loro, di fatto, servono il diavolo. Per essi conta solo il potere. Non hanno valori morali, li ritengono una scusa valida per le masse. E potere vuol dire la violenza e il denaro. Perciò essi non sono arretrati e non arretreranno di fronte a nulla; oseranno l'inosabile.Giustificheranno qualunque cosa che vogliono fare e possono fare (ammettiamolo - fatte le debite proporzioni, perché se Dio vuole la gente comune ha un senso del bene e del male - non vale un po' anche per noi?) E più sono malvagi più appariranno buoni, più sono avidi più faranno sfoggio di generosità e abbracceranno cause filantropiche.
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Gli attuali potenti (mi riferisco non solo a grandi oligarchi ma anche a capi di Stato) non ragionano come noi. Loro disprezzano i buoni, i fiduciosi, i sinceri: per loro quello che va contro il male è il peggio. Loro, di fatto, servono il diavolo. Per essi conta solo il potere. Non hanno valori morali, li ritengono una scusa valida per le masse. E potere vuol dire la violenza e il denaro. Perciò essi non sono arretrati e non arretreranno di fronte a nulla; oseranno l'inosabile.Giustificheranno qualunque cosa che vogliono fare e possono fare (ammettiamolo - fatte le debite proporzioni, perché se Dio vuole la gente comune ha un senso del bene e del male - non vale un po' anche per noi?) E più sono malvagi più appariranno buoni, più sono avidi più faranno sfoggio di generosità e abbracceranno cause filantropiche. È la loro amoralita' a renderli tanto potenti. Essi esercitano attraverso la forza e il denaro il potere sugli uomini, sui corpi, attraverso il ben noto sadomasochismo nelle sue varie forme, da quelle immateriali fino allo sterminio. I riti che essi compiono, che culminano con uccisioni sacrificali, sono rivolti alle potenze infere. Essi a loro modo amano la vita. Per loro vivere è questo. Essi sono in buona fede, anche nelle loro apparenze in malafede. Per la elite dominante noi siamo carne da macello. Pensiamo al caso Manson; egli disse di Nixon: "Ecco uno che ha ammazzato milioni di persone che mi accusa di averne fatto fuori sette." Essi adoperano su larga scala, attraverso i mass media e molti beniamini dello star system il condizionamento mentale, e sono in grado di controllare il sistema con gli uomini giusti nei posti giusti e controllano attraverso la corruzione e altre forme tutti gli altri, ben conoscendo le debolezze, i vizi, le paure (i terrori irrazionali hanno sempre governato molto più della ragione) e la disponibilità, in certe condizioni psicologiche e sociali, all'assecondamento se non alla esecuzione delle più brutali e spietate azioni (come dimostrato da test condotti su persone normali) e riconducendo al silenzio (si è fortunati se non è quello per sempre) chi osasse troppo contro di loro e il sistema che essi controllano. Gente piu o meno insospettabile è stata ed è responsabile di cose oltre ogni orrore immaginabile. Funziona la mistificazione: perché tanta importanza ad alcune cose sui mass media che invece ne ignorano altre molto più gravi? La gente viene indotta a pensare in un certo modo. Il male non è più il male: è il sistema che costruisce un mondo di facciata, di finzione in cui, purtroppo, tanta gente spegne per abitudine, per pigrizia, per comodità, per ignoranza, per stupidità (o per malvagità) ogni stimolo verso la verità, posto che essa interessi a qualcuno. È Kubrick rassegnato o addirittura consenziente e partecipe come taluno sostiene di questo o invece, come pensano altri, ha sparsi in tutta la sua opera indizi su come fare per contrastare questi falsi illuminati per una illuminazione vera che realizzi i nobili ideali, non più mero pretesto, come era nella fondazione della società segreta cui appartennero Mozart (sulla cui morte, come su quella di Kubrick aleggia un certo mistero), Beethoven, ecc., cacciando gli usurpatori? E a chi si rivolge, con questo aspetto della sua opera, a noi tutti che sappiamo poco o a quella parte di iniziati (era lui un "illuminato "?) che cerca, che sta cercando di far pulizia? È chi sono gli uni, chi sono gli altri? Chi fa il doppio gioco?
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e. hyde
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mercoledì 8 giugno 2016
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il volto enigmatico del potere (parte seconda)
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Kubrick voleva fare questo film dai primi anni '70, e come vanno le cose lo sapeva già da una trentina d 'anni. Un nuovo, ultimo messaggio in bottiglia, pieno di indizi, di segni, di rivelazioni da decifrare, diretto a più livelli. Cosa dice, alla gente comune, in particolare, in maniera meno allusiva di quanto aveva fatto prima, con questo ultimo film? Il suo titolo vuole alludere al fatto che siamo ciechi? È anche uno sberleffo da parte di chi doveva tenere gli occhi chiusi su ciò che ha visto e che sapeva, prima che qualcuno glieli chiudesse per sempre? Qualcosa è stato eliminato, dopo la sua morte, dal dal film? Forse, guardando il quadro finale di "Shining" (che in quel film è stato in bella mostra sulla parete per tutto un inverno senza che nessuno della famiglia Torrance lo notasse) che abbiamo tutti sotto gli occhi, sotto il naso, che ce lo hanno messo apposta per nasconderlo meglio, qualcosa capiremo.
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Kubrick voleva fare questo film dai primi anni '70, e come vanno le cose lo sapeva già da una trentina d 'anni. Un nuovo, ultimo messaggio in bottiglia, pieno di indizi, di segni, di rivelazioni da decifrare, diretto a più livelli. Cosa dice, alla gente comune, in particolare, in maniera meno allusiva di quanto aveva fatto prima, con questo ultimo film? Il suo titolo vuole alludere al fatto che siamo ciechi? È anche uno sberleffo da parte di chi doveva tenere gli occhi chiusi su ciò che ha visto e che sapeva, prima che qualcuno glieli chiudesse per sempre? Qualcosa è stato eliminato, dopo la sua morte, dal dal film? Forse, guardando il quadro finale di "Shining" (che in quel film è stato in bella mostra sulla parete per tutto un inverno senza che nessuno della famiglia Torrance lo notasse) che abbiamo tutti sotto gli occhi, sotto il naso, che ce lo hanno messo apposta per nasconderlo meglio, qualcosa capiremo... Kubrick per questo film ha avuto molto tempo per fare le sue consuete ricerche (e intanto ha riversato in parte della sua filmografia quello che poi realizzerà in questo). I caratteri hanno una precisione psicologica, sociologica e politica non meno profonda e insieme abbagliante, scintillante della veste formale del film. I piedi di Kubrick sono bene infissi nella tradizione, ma egli era sempre aperto alle idee nuove: non trovò una musica classica giusta per la scena dell'orgia e allora si rivolse a una compositrice contemporanea, traendo dalla sua musica addirittura ispirazione per parte della scena. Non sappiamo se il film che vediamo è quello che Kubrick avrebbe voluto che vedessimo (da ogni punto di vista perché "2001", "Shining", "Il dottor Stranamore" non sono quelli che erano al primo taglio, se non addirittura alla prima pubblica). Ma non è un mistero che quello che vediamo resta un formidabile ritratto della mentalità satanica della grande industria, della grande pseudocultura, della grande falsa politica; della schiavitù della intelligenza e della volontà da essi perpetrata, della seduzione degli ingenui e dell'asservimento delle donne a una sessualità perversa. In un mondo in cui Dio è il denaro allora si prostituiscono le stuzzicanti figlie minorenni e il rifiuto del regalo-corruzione del ricco Ziegler da parte di Bill (una cassa di whisky - così come era whisky, e in entrambi i casi del migliore, quello che il barman-diavolo versava gratis a Jack in "Shining") appare ridicolo (e infatti Ziegler ride); per Bill basta meno, egli non chiede di meglio che una storiella paternalistica per tornare nel suo mondo "normale" (non gli sfiora nemmeno di andare dalla polizia a denunciare le responsabilità criminali che ha capito benissimo della setta verso la donna che lo ha salvato, e che Ziegler, uomo importante e forse il deus ex machina della faccenda, può permettersi di nemmeno troppo nascondere; quando gli dice: "ho capito che tipo sei" si riferisce alla sua mediocrità in assoluto). Sia quelli che interpretano l'opera di Kubrick alla luce (o sarebbe meglio in questo caso dire all'ombra) pessimista - che a loro volta si suddividono in pessimisti per la guarigione della specie umana e della sua società malata e quelli per i quali a vincere è il Male - sia quelli che la vedono in una luce ottimista, morale ed educativa, sono concordi nel ravvisare in "Eyes Wide Shut" uno dei discorsi fondamentali di Kubrick, quello sul potere, sul suo aspetto socio-politico, su quello sessuale e sul suo volto nella società delle immagini.
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paolopace
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venerdì 14 ottobre 2016
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la realtà sul lettino
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L'ultimo film di Kubrick é anche una geniale ricapitolazione del suo cinema, dei suoi personaggi, dei suoi temi, della sua ricerca sulla inquadratura e sul colore (il rosso, il blu, il nero...), delle sue scommesse camminando sul filo del rasoio, sull'orlo del baratro evitando il ridicolo e la noia mirando piuttosto a stupire lo spettatore. E' anche un riassunto dello spettacolo dell'ultimo quarto del secolo scorso, una sublime galleria pittorica ineguagliata nel suo splendore dal cinema da una ventina d'anni a quella parte. Kubrick mostra il Natale al dritto e al rovescio, nella sua festa palese e in quella occulta, rovesciata, quindi satanica. Ma ci sono molti segnali più discreti per chi voglia approfondire questa lettura.
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L'ultimo film di Kubrick é anche una geniale ricapitolazione del suo cinema, dei suoi personaggi, dei suoi temi, della sua ricerca sulla inquadratura e sul colore (il rosso, il blu, il nero...), delle sue scommesse camminando sul filo del rasoio, sull'orlo del baratro evitando il ridicolo e la noia mirando piuttosto a stupire lo spettatore. E' anche un riassunto dello spettacolo dell'ultimo quarto del secolo scorso, una sublime galleria pittorica ineguagliata nel suo splendore dal cinema da una ventina d'anni a quella parte. Kubrick mostra il Natale al dritto e al rovescio, nella sua festa palese e in quella occulta, rovesciata, quindi satanica. Ma ci sono molti segnali più discreti per chi voglia approfondire questa lettura. Il regista non era così sarcastico e ironico dai tempi di "Arancia Meccanica" (il periodo nel quale cominciò a pensare di fare questo film. Pensiamo all'orgetta in minore (e con la minore) nel negozio di costumi, anch'essa simbolica, che anticipa la sequenza magistrale al castello di Somerton, di cui basta e avanza sottolineare anche solo il valore figurativo. Lasciamo che lo spettatore scopra da sé i molteplici riferimenti in un'opera segnata, oltre che da un particolare umorismo da una luce algida e plumbea tipici del genio ebraico, ma che qui è più generosa che mai, sempre alla ricerca di come ricreare le atmosfere partendo da una tecnica al servizio della realtà e della espressione che possono avere le immagini in luce naturale, intendendo per essa quella che corrisponde alla situazione in cui si trova. Kubrick ha restituito alla realtà al cinema il senso del meraviglioso: è questa una delle ragioni basilari del suo successo. I film di Kubrick sono sempre spettacolari; se mai Kubrick è stato un intellettuale e un filosofo, lo ha fatto rispettando anzi esprimendo i contenuti attraverso la forma, la tecnica più squisitamente cinematografica. Naturalmente Kubrick aveva il dono, il genio per scegliere le storie che meglio si prestavano a questo. Il romanzo di Schnitzler lo interessava tanto che, prima di realizzare il film, che pure doveva essere secondario ad "A.I. - intelligenza artificiale" poi girato da Spielberg, ne ha speso temi o personaggi in "Barry Lyndon" e "Shining"; così come ha continuato la sperimentazione fotografica di un mondo guardato come dagli occhi di un'altro pianeta con un cannocchiale potentissimo, o messo sotto osservazione come gli extraterrestri nel finale di "2001" o su un letto in sala operatoria, o sul lettino di uno psicanalista. Si è detto che Kubrick ha convogliato il mondo nella sua cucina. Per la prima volta nei suoi film c'è un matrimonio felice: l'amore coniugale (come nel "Fidelio" di Beethoven) come luce che squarcia le tenebre di un mondo corrotto e avvolto nel male secondo la visione di Kubrick: "Per buio che sia, dobbiamo essere noi a fornire la luce". Non viene spiegato tutto, ma volutamente: Kubrick pensava che un certo grado di ambiguità fosse la cosa che più avvicinava l'opera alla realtà.
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samanta
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martedì 7 luglio 2020
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occhi chiusi spalancati
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La vicenda, tratta liberamente da un racconto di Schmizlter, si svolge in un breve lasso di tempo poco più di un giorno e riguarda 2 coniugi: Bill (Tom Cruise) un medico agiato di New York e la moglie Alice (Nicole Kidman) che reduci da una festa a casa del ricco Victor (Sidney Pollak) dove lui ha dovuto soccorrere una ragazza strafatta con cui il padrone di casa si era appartato e le moglie ubriaca le avance di un ospite, si mettono a farsi canne, mettendosi in crisi discutono della fedeltà e lei rivela di avere visto l'anno prima un ufficiale di marina con cui aveva fantasticato di avere rapporti sessuali. Lui entra in crisi e lasciando stare alcuni avvenimenti la sera successiva deve uscire per un cliente che è morto e dopo avere respinto le avances della figlia, vaga per la città incontra una prostituta ma non combina nulla, poi và da un amico pianista Nick (Todd Field) che rivela che la notte alle 2 suona bendato in case diverse, dove avvengono orge con i partecipanti mascherat ie gli rivela che anche quella sera deve andare e gli rivela la parola d'ordine per entrare.
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La vicenda, tratta liberamente da un racconto di Schmizlter, si svolge in un breve lasso di tempo poco più di un giorno e riguarda 2 coniugi: Bill (Tom Cruise) un medico agiato di New York e la moglie Alice (Nicole Kidman) che reduci da una festa a casa del ricco Victor (Sidney Pollak) dove lui ha dovuto soccorrere una ragazza strafatta con cui il padrone di casa si era appartato e le moglie ubriaca le avance di un ospite, si mettono a farsi canne, mettendosi in crisi discutono della fedeltà e lei rivela di avere visto l'anno prima un ufficiale di marina con cui aveva fantasticato di avere rapporti sessuali. Lui entra in crisi e lasciando stare alcuni avvenimenti la sera successiva deve uscire per un cliente che è morto e dopo avere respinto le avances della figlia, vaga per la città incontra una prostituta ma non combina nulla, poi và da un amico pianista Nick (Todd Field) che rivela che la notte alle 2 suona bendato in case diverse, dove avvengono orge con i partecipanti mascherat ie gli rivela che anche quella sera deve andare e gli rivela la parola d'ordine per entrare. Bill va entra in una villa sontuosa mascherato, assiste all'orgia ma riconosciuto come estraneo viene cacciato con gravi minacce. Il mattino dopo scopre che Nick è scomparso e immagina sia stato ucciso, Victor lo convoca e gli spiega che è stato solo rimandato a casa e che deve mantenere il silenzio. Bill ritorna a casa e scopre che la moglie ha trovato la maschera e che gli dice che stava sognando di fare sesso con l'ufficiale, tra i 2 scoppia una crisi in cui Bill piangendo le racconta le vicissitudini di quella notte. Il film termina con i 2 riappacificati e Alice che dice che l'unica cosa importante è "scopare".
Francamente è un film che ha molti difetti e che ebbe un notevole successo commerciale per il clamore mediatico che si manifestò durante le riprese (durarono quasi 2 anni !) circa l'esplicità o meno dei raporti sessuali girati, specie quando Tom sogna ad occhi aperti la moglie che fa sesso con l'ufficiale. Sono presenti scene volgari o superflue: durante i titoli di testa un nudo integrale della Kidman (lato B) e poi all'inizio lei che fa la pipì seduta sul water e si pulisce. La pellicola presenta un'ottima fotografia come il montaggio, ma la sceneggiatura (anche quella del regista Kubrick) è confusa, inutile raccontare frottole interpretative sulla crisi delle coppie e sulle fantasie erotiche con i cascami di un pensiero freudiano d'accatto. L'orgia utilizza un esoterismo fasullo come lo può immaginare un americano medio, salvo che si apprezzi le decine di donne nude dai corpi statuari (i volti sono mascherati). L'incontro di Bill con la prostituta che poi si sarebbe ucccisa ma lui non la riconosce all'obitorio, è espresso in modo ridicolo con i due che giocano con le parole: ma figurarsi! Oltretutto Victor gli rivela che è la ragazza che si era strafatta e che lo ha avvisato all'orgia di andare via: ma come è possibile? Sembre che Kubrick a 71 anni , morì poco dopo avere completato (?) il film, abbia voluto rinvangare le fantasie erotiche adolescenziali.
Quanto alla recitazione gli attori non sono in parte: Tom Cruise è credibile come medico come John Wayne nella parte di Gengis Khan, quanto a Nicole Kidman che è un'ottima attrice ma nella prima parte (alla festa ubriaca e quando scoppia la crisi tra i 2 in preda ai fumi della droga) recita in maniera penosa come d'altra parte Tom Cruise che recita inespressivo e assente. Todd Field (Nick) ha rivelato che non aveva mai visto 2 attori recitare accettando così supinamente gli ordini di un regista (per l'apertura di una porta la fece ripetere 95 volte a Cruise), quindi la cattiva recitazione è dovuta alla direzione, capisco perchè dopo il film il matrimonio tra i 2 attori sia andato in crisi. Un film che sarebbe da togliere dal curriculum di Stanley Kubrick (come Dune), un regista che sebbene non abbia vinto un Oscar, ha diretto diversi film che appartengono alla storia del cinema come Orizzonti di gloria, Odissea nello spazio, o Arancia meccanica. In questo film si rivela l'involuzione psicologica del regista che psicologicamente si tramuta nell'incomunicabilità del messaggio che si vuole comunicare, ma c'é questa volontà?
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katamovies
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venerdì 4 novembre 2011
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il genio kubrick aveva già detto tutto
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Il genio Kubrick aveva già detto tutto nella sua carriera: dopo essersi espresso a livelli ineguagliati in moltissimi generi, dallo storico al thriller, dal film di guerra alla fantascienza, Kubrick consegna alla storia l'ultimo film, tratto dal "Doppio Sogno" di Schnitzler. Kubrick disse una volta che da romanzi mediocri si traggono buoni film, e non viceversa. Così fu per lui con "Vanity Fair" di Tackheray, "A Clockwork Orange" di Burgess. Purtroppo, trovo che sia vero all'inverso per questo film: Schniztler aveva scritto un testo di grande complessità, e qui per la prima volta Kubrick sembra averne ricavato una trasposizione cinematrografica inadeguata.
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Il genio Kubrick aveva già detto tutto nella sua carriera: dopo essersi espresso a livelli ineguagliati in moltissimi generi, dallo storico al thriller, dal film di guerra alla fantascienza, Kubrick consegna alla storia l'ultimo film, tratto dal "Doppio Sogno" di Schnitzler. Kubrick disse una volta che da romanzi mediocri si traggono buoni film, e non viceversa. Così fu per lui con "Vanity Fair" di Tackheray, "A Clockwork Orange" di Burgess. Purtroppo, trovo che sia vero all'inverso per questo film: Schniztler aveva scritto un testo di grande complessità, e qui per la prima volta Kubrick sembra averne ricavato una trasposizione cinematrografica inadeguata.
La coppia Crise - Kidman non mi convince, il tutto è un torbido affascinante, ma ci sono troppi elementi che fanno del film un film che avrebbe potuto essere diretto da un altro regista. In ogni caso, va ricordato che Kubrick morì proprio prima dell'ultimazione delle riprese, quindi non lo considero un film del tutto suo, considerando anche il controllo che aveva su tutte le fasi di lavorazione dei suoi film precedenti.
In ogni caso, il peggior film di Kubrick è comunque un film di grande rigore estetico e formale, girato in modo eccellente.
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paolo 67
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domenica 18 marzo 2012
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leggere la storia dentro di noi
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Ancora una volta Kubrick ci mette in collegamento con l'oltretomba (BARRY LYNDON, SHINING). L'equivalenza metafisica tra sesso e morte Kubrick la fece già con LOLITA (cosa c'è di più scandaloso?). Che siamo sull'orlo dell'abisso, il regista lo ha raccontato con 2001(oltre che con SHINING). La scena rituale annulla il tempo (ripetizione) e lo spazio (la maschera, differenza dentro/fuori), la differenza tra realtà e fantasia, tra vita e morte. E' il regno dell'ambiguità, del peccato e del mistero. Si annulla l'identità (o meglio, la si identifica con quella collettiva), principio della nostra civiltà, affiora lo spirito panico e un'incombente violenza di sangue (come quegli antichi riti pagani che culminavano col sacrificio di una vergine).
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Ancora una volta Kubrick ci mette in collegamento con l'oltretomba (BARRY LYNDON, SHINING). L'equivalenza metafisica tra sesso e morte Kubrick la fece già con LOLITA (cosa c'è di più scandaloso?). Che siamo sull'orlo dell'abisso, il regista lo ha raccontato con 2001(oltre che con SHINING). La scena rituale annulla il tempo (ripetizione) e lo spazio (la maschera, differenza dentro/fuori), la differenza tra realtà e fantasia, tra vita e morte. E' il regno dell'ambiguità, del peccato e del mistero. Si annulla l'identità (o meglio, la si identifica con quella collettiva), principio della nostra civiltà, affiora lo spirito panico e un'incombente violenza di sangue (come quegli antichi riti pagani che culminavano col sacrificio di una vergine). Il rito ha dello spettrale e del meccanico, è una nostra proiezione (come il depravato, dissoluto Quilty in LOLITA era la proiezione meccanica del subconscio di Humbert) colta sulla linea di demarcazione tra l'inconscio e il cosciente, dove viaggia Kubrick.
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paolo 67
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martedì 3 aprile 2012
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per uno sguardo nuovo
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Il film è figurativamente straordinario, una vera galleria pittorica (particolarmente squisita quella dell'orgia). Un film sofisticato sotto ogni aspetto, che richiede parecchie visioni (come del resto ogni film di Kubrick). Kubrick mostra i percorsi dell'erotismo, e pur autorizzando una interpretazione conservatrice non prende però chiaramente posizione, non si chiude in una difesa dell'istituzione matrimoniale ma ne mostra piuttosto la necessità per mantenerla in vita di conoscere i meccanismi psicologici che in qualche modo la determinano e la strutturano. Per Kubrick anche nel rapporto di coppia esiste una componente di antagonismo (anche quando non si risolve in senso negativo e distruttivo come in SHINING) che in linea di principio occorre riconoscere e a cui in qualche modo allude la presenza di due racchette da tennis nell'inquadratura durante i titoli di testa.
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Il film è figurativamente straordinario, una vera galleria pittorica (particolarmente squisita quella dell'orgia). Un film sofisticato sotto ogni aspetto, che richiede parecchie visioni (come del resto ogni film di Kubrick). Kubrick mostra i percorsi dell'erotismo, e pur autorizzando una interpretazione conservatrice non prende però chiaramente posizione, non si chiude in una difesa dell'istituzione matrimoniale ma ne mostra piuttosto la necessità per mantenerla in vita di conoscere i meccanismi psicologici che in qualche modo la determinano e la strutturano. Per Kubrick anche nel rapporto di coppia esiste una componente di antagonismo (anche quando non si risolve in senso negativo e distruttivo come in SHINING) che in linea di principio occorre riconoscere e a cui in qualche modo allude la presenza di due racchette da tennis nell'inquadratura durante i titoli di testa. In EYES WIDE SHUT, ribaltando le interpretazioni misogine della sua opera la donna appare l'essere decisivo (ma era già in LOLITA e In BARRY LYNDON dove Lady Lyndon era chiaramente superiore al marito). Come in ogni suo film Kubrick chiama a un rinnovamento dell'esperienza della visione, oltre l'essere soggetto passivo delle immagini, verso una nuova esperienza e consapevolezza intellettuale.
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paolo 67
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lunedì 28 maggio 2012
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kubrick all'ennesima potenza
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Chi può fare un film mitico ancora prima di uscire? Il film è una storia d'amore, parla di vita familiare. Kubrick è un moralista, ma di immensa onestà intellettuale, capace di portare una sfida alle stesse idee di moralità. La recitazione della affascinante Kidman, di grande intensità, è una delle cose che rende EYES WIDE SHUT forse il film più positivo del regista. Elegante, inquietante, stimolante, irrita o entusiasma secondo i gusti come le prime opere di Godard (specie la straordinaria versione originale de IL DISPREZZO, coll'uso pop dei colori), a conferma dello sperimentalismo a cui Kubrick non ha mai rinunciato: un film ricchissimo.
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Chi può fare un film mitico ancora prima di uscire? Il film è una storia d'amore, parla di vita familiare. Kubrick è un moralista, ma di immensa onestà intellettuale, capace di portare una sfida alle stesse idee di moralità. La recitazione della affascinante Kidman, di grande intensità, è una delle cose che rende EYES WIDE SHUT forse il film più positivo del regista. Elegante, inquietante, stimolante, irrita o entusiasma secondo i gusti come le prime opere di Godard (specie la straordinaria versione originale de IL DISPREZZO, coll'uso pop dei colori), a conferma dello sperimentalismo a cui Kubrick non ha mai rinunciato: un film ricchissimo. Da vecchia volpe sofisticata della fotografia egli sfoggia un incredibile virtuosismo estetico nell'uso dei colori, forti, potenti, eppur naturali, e trasfigura la realtà attraverso l'onirismo del cinema nell'ambiguità del sogno. Lungo, ma non noioso, estremamente intellettuale eppure piacevole e divertente, anche commerciale (saggiamente Kubrick sceglie delle star), Kubrick cammina sul filo del rasoio tra tragedia e ridicolo e presenta anche (a conferma della conflittuale ma mai rinnegata parentela umana e artistica del regista colla vecchia mitteleuropa) risvolti di pompa, oltre alla solita corrosiva satira. Ancora una volta con Kubrick lo spettatore è invitato a un viaggio nel suo profondo animale. Come Hitchcock Kubrick vedeva l'uomo come un depravato. Qualcosa richiama l'atmosfera di SHINING. Come quest'ultimo, richiede certo più di una visione per essere pienamente apprezzato.
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fedson
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martedì 19 febbraio 2013
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esperimento "psico-erotico" del maestro
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L'ultimo film del maestro si compone di un'opera enigmatica quanto complessa, la cui struttura rende difficile una collocazione precisa del film stesso, anche se, personalmente, penso che Kubrick abbia fatto un mix tra il thriller e l'erotico. Erotico, in quanto "Eyes Wide Shut" è un vero e proprio studio profondo dei comportamenti dell'essere umano nei confronti della posizione matrimoniale e del suo attaccamento, così naturale quanto artificiale (e qusto Kubrick lo mostra chiaramente con la festa in maschera che sembra rappresentare "un'orgia artificiale), al sesso. I percorsi dei due protagonisti (Cruise e Kidman) vengono rappresentati separatamente, per lo meno all'apparenza, e insieme (mentre Bill va alla festa in maschera, entrando in un vero caos erotico, la moglie è immersa completamente nel suo sogno erotico che poi racconterà al marito); il che ci fa pensare quanto può essere sostanziale ed indispensabile all'uomo una cosa, così curiosa quanto sinistra ed ossessiva, come il sesso.
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L'ultimo film del maestro si compone di un'opera enigmatica quanto complessa, la cui struttura rende difficile una collocazione precisa del film stesso, anche se, personalmente, penso che Kubrick abbia fatto un mix tra il thriller e l'erotico. Erotico, in quanto "Eyes Wide Shut" è un vero e proprio studio profondo dei comportamenti dell'essere umano nei confronti della posizione matrimoniale e del suo attaccamento, così naturale quanto artificiale (e qusto Kubrick lo mostra chiaramente con la festa in maschera che sembra rappresentare "un'orgia artificiale), al sesso. I percorsi dei due protagonisti (Cruise e Kidman) vengono rappresentati separatamente, per lo meno all'apparenza, e insieme (mentre Bill va alla festa in maschera, entrando in un vero caos erotico, la moglie è immersa completamente nel suo sogno erotico che poi racconterà al marito); il che ci fa pensare quanto può essere sostanziale ed indispensabile all'uomo una cosa, così curiosa quanto sinistra ed ossessiva, come il sesso. L'omicidio di mezzo, la morte della prostituta per overdose (overdose "di sesso", forse?), la festa in hotel, le maschere (forse usate anche per simboleggiare il "travestimento" come gioco del sesso?), sono chiavi che il maestro usa per aprire all'uomo la sua visione meschina, angosciosa e pericolosa, del sesso, del matrimonio e dei collegamenti tra questi. I sogni (o gli incubi) erotici, di fatto, sono le manifestazioni che l'inconscio presenta ai protagonisti (specie alla moglie, chiave di qualsiasi sogno erotico di ogni marito fedele al matrimonio, ma che si ritrova "vittima" della sua stessa importanza nell'ambito sessuale e matrimoniale). Che dire, Kubrick è sempre stato un maestro a narrare completamente la mente umana in tutti i suoi aspetti, da quello storico a quello erotico; facendo si sé stesso un regista a tutto punto, di grandissimo rispetto e di uno stile più unico che raro. Non è certamente il miglior film di Kubrick, ma è senz'altro uno dei più angosciosi ed enigmatici. Narrativamente intrigante e curiosa, l'ultima opera kubrickiana.
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lucaguar
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domenica 22 dicembre 2013
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l'ultima perla del grande kubrick
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Quando si guarda "Eyes wide shut" il primo pensiero che balza alla mente va rivolto immediatamente a Kubrick. Con quest'opera infatti il maestro newyorkese ha chiuso sia la carriera che la sua stessa esistenza, quasi che il cinema a cui lui ha dato un contributo non solo importante, ma decisivo si dovesse simbolicamente "prendere la sua vita".
E' impressionante come Kubrick qui riassuma splendidamente tutto il suo cinema. In "Eyes wide shut" tutto è Kubrick: le immagini, le musiche, le suggestioni, le atmosfere nelle quali si esprime benissimo il suo usuale stile, costantemente sospeso tra l'iper-reale e il surreale, il simbolico e il concreto.
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Quando si guarda "Eyes wide shut" il primo pensiero che balza alla mente va rivolto immediatamente a Kubrick. Con quest'opera infatti il maestro newyorkese ha chiuso sia la carriera che la sua stessa esistenza, quasi che il cinema a cui lui ha dato un contributo non solo importante, ma decisivo si dovesse simbolicamente "prendere la sua vita".
E' impressionante come Kubrick qui riassuma splendidamente tutto il suo cinema. In "Eyes wide shut" tutto è Kubrick: le immagini, le musiche, le suggestioni, le atmosfere nelle quali si esprime benissimo il suo usuale stile, costantemente sospeso tra l'iper-reale e il surreale, il simbolico e il concreto.
La trama è intricata e straordinariamente coinvolgente: il dottor William Harford e sua moglie Alice sono una coppia benestante. Dopo una serata di gala in cui i due si lasciano corteggiare, irrompe una scottante rivelazione di lei (facilitata anche dall'effetto della marijuana): la ragazza dice di aver desiderato un giovane ufficiale con tutta se stessa, per il quale sarebbe stata disposta addiritura ad abbandonare lui e la piccola figlia di sette anni. Da questo momento il giovane dottore cade vittima di un'ossessione, immaginandosi la moglie in atto di tradimento; così egli inizia a "vendicarsi", reprimendo ogni razionalità, cedendo alle lusinghe della figlia di un paziente defunto, andando a casa di una prostituta e, in una delle sequenze più belle e caratterizzanti di tutto il film, riuscendo ad infiltrarsi in una villa in cui una specie di confraternita mette in scena strani riti esoterici legati alle più stravaganti pulsioni sessuali. Egli rischia addirittura la vita, trovando via di scampo soltanto nel sacrificio di una prostituta che scoprirà poi esser colei che, durante la festa della sera prima, lui ha salvato da un overdose.
Tutto ciò che succede a William però spiazza perchè ci si aspetterebbe un vero e proprio tradimento che però non arriva mai. Tutto è velato, indugiante e sfiorato, quasi a sottolineare il parallelismo con il sogno di Alice, e per mettere sullo lo stesso piano il tradimento di lei e di lui, un piano onirico e mai reale, ma piuttosto vissuto in due modi diversi: Alice attraverso il sogno e William attraverso la realtà (o presunta tale).
Con questo complicato meccanismo psicologico Kubrick vuol forse sottolineare la fatalità delle esperienze d'amore dell'uomo, il quale è sempre in balia degli istinti e che mai, per amare, può stabilizzarsi sulla superficie della sola regione e dell'ufficialità di un rapporto sotto "l'ufficialità" un po' ipocrita del matrimonio. Inoltre sembra evidenziare in tono pessimistico la tendenza dell'essere umano a ricorrere al sesso come strumento freddo e staccato dalla dimensione dell'amore vero, che però adempie alla soddisfazione di un bisogno quasi primitivo, che sfocia in vizio (straordinaria in questo senso una frase di Alice, la quale dice proprio mentre dentro di lei si sentiva attratta carnalmente dall'ufficiale, di aver amato in maniera intenssissima William, ma di un amore tenero e triste).
C'è inoltre una velata e forse non voluta critica alla società borghese ritenuta l'esasperazione e il portabandiera dei peggiori difetti umani, anche se probabilmente questa è solo una scelta narrativa.
Questo film è il punto di arrivo kubrickiano, tecnicamente girato in maniera maniacale (due anni solo di riprese), quest'opera coinvolge dal primo all'ultimo secondo, lasciando lo spettatore in uno stato di continuo dubbio e riflessione, al contempo esterrefatto dalla perfezione stilistica ed interpretativa.
Ogni primo piano è ossessivo, teso a sottolineare ogni emozione, ogni fotografia è originale, ogni inquadratura è una gemma incastonata nella mente dello spettatore, che rimanda a tutto lo straordinario percorso cinamatografico attraverso il quale Kubrick ci ha guidati per oltre quarant'anni, fatto di poche, centellinate ma strepitose opere.
A mio parere, esistono in sostanza due categorie di cinema: il cinema dei "comuni mortali" nel quale si può apprezzare la bontà o la negligenza tecnica, espressiva o narrativa, considerando il genere di appartenenza, anche per i cosiddetti "registi d'autore"; poi c'è il "cinema dei geni" in cui tutto è caratterizzante, originale, quel cinema che in poche parole si riconosce a "vista d'occhio", che riesce a fuggire da ogni schema, genere e convenzione, sempre in grado di stupire, proiettandoci in una dimensione unica e che dona una sensazione di irripetibile. Kubrick, piaccia o no, appartiene sicuramente a questa seconda categoria e "Eyes Wide Shut " ne è un esempio lampante e raffinato, come ogni opera del grandissimo regista anglo-amercano.
Il cinema di Kubrick difficilmente abbandona l'anima e ci coinvolge in un fascino che purtoppo, dopo questo "Eyes Wide Shut" , non potremo mai più aprezzare d nuovo, ma forse è proprio per questo che questo film resterà nella storia: l'arte è anche questo, assoluta unicità.
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