seancobb
|
mercoledì 9 dicembre 2015
|
il gioiello di kubrick
|
|
|
|
Kubrick ci mostra come il lato disumano dell’uomo(Hartman) possa essere capace di disumanizzare(marines), traspare l’insensatezza della guerra, l’ inconsapevolezza dei soldati, la loro superficialità nei confronti della vita, l’istinto prevaricatore su ogni cosa perfino sull' esistenza umana, la distruzione spietata e infondo incompresa dai soldati, solo strumenti del potere. una brutalità dopo l’altra saggiamente smorzate dall’ironia dei soldati(joker) e dai canti volgarmente forzati. Capolavoro indiscusso del genere.
|
|
[+] lascia un commento a seancobb »
[ - ] lascia un commento a seancobb »
|
|
d'accordo? |
|
cress95
|
venerdì 28 agosto 2015
|
kubrik ci spiega che cosa è la guerra
|
|
|
|
Dallo spazio profondo ai campi di battaglia, il cinema del maestro britannico non conosce confini: con "Full metal jacket", il Kubrik mette a nudo la crudele insensatezza della guerra e lo fa avvalendosi di uno dei più cruenti conflitti degli ultimi anni, quello tra America e Vietnam.
Divisibile in due grandi tempi, questo ennesimo capolavoro del Maestro introduce gli spettatori dapprima in un affollato campo di addestramento Marines e in seguito, e nel modo più brutale possibile, li scaraventa nel crudo scenario della città vietnamita di Hué, sede di continui e violenti conflitti a fuoco.
[+]
Dallo spazio profondo ai campi di battaglia, il cinema del maestro britannico non conosce confini: con "Full metal jacket", il Kubrik mette a nudo la crudele insensatezza della guerra e lo fa avvalendosi di uno dei più cruenti conflitti degli ultimi anni, quello tra America e Vietnam.
Divisibile in due grandi tempi, questo ennesimo capolavoro del Maestro introduce gli spettatori dapprima in un affollato campo di addestramento Marines e in seguito, e nel modo più brutale possibile, li scaraventa nel crudo scenario della città vietnamita di Hué, sede di continui e violenti conflitti a fuoco. Ma andiamo per ordine. Occorre riporre la propria attenzione infatti su alcune figure chiavi, altamente simboliche, della pellicola: il soldato Joker, il sergente maggiore Hartman e il soldato Leonard "Palla di lardo" Lawrence (splendidamente interpretati nell'ordine da Matthew Modine, Ronald Lee Ermey e Vincent D'Onofrio). Quest'ultimo, in particolare, incarna perfettamente il paradigmatico messaggio che il Kubrik ha cercato di trasmettere con questo suo film, ovverosia l'oscena e categorica insensatezza della guerra. Leonard, fragile ragazzo per bene, viene staccato a forza dal mondo che conosceva e gettato violentemente in un contesto molto, troppo più grande di lui, che lo svuota e lo cambia, interiormente ed esteriormente, cotanto da portarlo (complici le continue vessazioni del sergente) al tragico e folle gesto estremo.
Egli non è altro che il modello del giovane americano di quei tempi, esasperato però fino alle sue peggiori conseguenze.
Dal canto suo, neanche Hartman è un personaggio fine a se stesso, anzi, egli più che un personaggio nel senso proprio del termine, è un'ideologia, un messaggio. Il vero e proprio essere del famoso "zio Sam", espressione di una corrente interventista e guerrafondaia che ha caratterizzato molto profondamente e intimamente l'America di quegli anni.
E infine giungiamo a Joker, il quale funge da vero e proprio osservatore (e narratore) esterno, mediante i cui occhi il pubblico può "assaporare" in prima persona l'agghiacciante atmosfera della guerra.
In conclusione "Full metal jacket" si colloca certamente tra le pietre miliari del cinema di guerra, pur non trascurando una profonda (e stupefacente a mio avviso) anima introspettiva, aprendo così una finestra su temi (e ferite) ancora aperti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cress95 »
[ - ] lascia un commento a cress95 »
|
|
d'accordo? |
|
aristoteles
|
martedì 21 luglio 2015
|
maledetta guerra
|
|
|
|
Chi di noi non ha mai amato il sergente Hartman alzi la mano, i suoi monologhi hanno fatto impazzire generazioni.
La fase dell'addestramento è molto ben curata ed anche se ovviamente nel film vi saranno state delle esagerazioni ,di sicuro l'addedstramento dei marines è duro e porta alla formazione del "Noi" piuttosto che a lasciare all'individuo libertà di azione.
Ma sono soldati e forse è anche logico che vada così.
Il film mi è piaciuto molto anche se non sono amante dei film sulla guerra in particolare.
Dopo la fase di addestramento la parte sul campo di battaglia è abbastanza curato e dettagliato sopratutto rimangono impressi i momenti in cui gli amici che fino a un momento prima sono accante a te li ritrovi ,morti un attimo dopo senza neanche avere un attimo per compiangerli , per dargli un saluto decoroso.
[+]
Chi di noi non ha mai amato il sergente Hartman alzi la mano, i suoi monologhi hanno fatto impazzire generazioni.
La fase dell'addestramento è molto ben curata ed anche se ovviamente nel film vi saranno state delle esagerazioni ,di sicuro l'addedstramento dei marines è duro e porta alla formazione del "Noi" piuttosto che a lasciare all'individuo libertà di azione.
Ma sono soldati e forse è anche logico che vada così.
Il film mi è piaciuto molto anche se non sono amante dei film sulla guerra in particolare.
Dopo la fase di addestramento la parte sul campo di battaglia è abbastanza curato e dettagliato sopratutto rimangono impressi i momenti in cui gli amici che fino a un momento prima sono accante a te li ritrovi ,morti un attimo dopo senza neanche avere un attimo per compiangerli , per dargli un saluto decoroso.
Mi sarebbe piaciuto vedere "Palla di Lardo" sul campo di battaglia ma oramai l'addestramento lo aveva consumato.
Gran bel film che fa riflettere sul fatto che la guerre non dovrebbero esistere e non dovrebbero far parte di questo mondo,tuttavia.....
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
fabio1957
|
venerdì 29 maggio 2015
|
straordinario
|
|
|
|
kubrick non si discute, si ama.In questo film raggiunge livelli di perfezione quasi assoluta.Fare un film di guerra, contro la guerra, è difficile,quello del regista non è un pacifismo senza se e senza ma , bensì un atto d'accusa contro un militarismo ottuso e arrogante ,che fa il lavaggio del cervello e crea delle macchine da guerra al posto degli uomini che smettono di essere tali per diventare dei mostri senza moralità e pietà.L'escalation di follia, che consuma uno degli allievi più fragili, è sintomatico di un sistema che annienta le coscienze e produce carne votata al macello, priva ormai di emozioni, di sentimenti.I deliri di onnipotenza del sergente,le sue allucinanti paranoie, sono lo specchio di questa società, che annichilisce l'individuo e i suoi valori omologandoli al credo di uccidere per salvare la patria, la famiglia e Dio.
[+]
kubrick non si discute, si ama.In questo film raggiunge livelli di perfezione quasi assoluta.Fare un film di guerra, contro la guerra, è difficile,quello del regista non è un pacifismo senza se e senza ma , bensì un atto d'accusa contro un militarismo ottuso e arrogante ,che fa il lavaggio del cervello e crea delle macchine da guerra al posto degli uomini che smettono di essere tali per diventare dei mostri senza moralità e pietà.L'escalation di follia, che consuma uno degli allievi più fragili, è sintomatico di un sistema che annienta le coscienze e produce carne votata al macello, priva ormai di emozioni, di sentimenti.I deliri di onnipotenza del sergente,le sue allucinanti paranoie, sono lo specchio di questa società, che annichilisce l'individuo e i suoi valori omologandoli al credo di uccidere per salvare la patria, la famiglia e Dio.
Straordinario
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio1957 »
[ - ] lascia un commento a fabio1957 »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
giovedì 16 aprile 2015
|
trasformati da damerini in apocalittici assassini.
|
|
|
|
FULL METAL JACKET (GB/USA, 1987) diretto da STANLEY KUBRICK. Interpretato da MATTHEW MODINE, ADAM BALDWIN, VINCENT D'ONOFRIO, KEVIN MAJOR HOWARD, JOHN TERRY, R. LEE ERMEY
Mentre infuria la guerra in Vietnam, in un campo di addestramento dei Marines nel South Carolina, diciassette giovani civili sostengono un allenamento massacrante e spietato sotto la guida inflessibile del feroce e cattivissimo sergente maggiore Hartman, istruttore che li opprime senza pietà e pretendendo l’impossibile da essi. Il più vessato fra le reclute è Leonard, soprannominato spregiativamente "palla di lardo" da Hartman, ma saprà poi farsi valere nelle numerose discipline militari e diventare un soldato assassino nel vero senso della parola, tanto che si vendicherà del motteggio del sergente istruttore uccidendolo con un fucile per poi togliersi la vita lui stesso con uno sparo in bocca.
[+]
FULL METAL JACKET (GB/USA, 1987) diretto da STANLEY KUBRICK. Interpretato da MATTHEW MODINE, ADAM BALDWIN, VINCENT D'ONOFRIO, KEVIN MAJOR HOWARD, JOHN TERRY, R. LEE ERMEY
Mentre infuria la guerra in Vietnam, in un campo di addestramento dei Marines nel South Carolina, diciassette giovani civili sostengono un allenamento massacrante e spietato sotto la guida inflessibile del feroce e cattivissimo sergente maggiore Hartman, istruttore che li opprime senza pietà e pretendendo l’impossibile da essi. Il più vessato fra le reclute è Leonard, soprannominato spregiativamente "palla di lardo" da Hartman, ma saprà poi farsi valere nelle numerose discipline militari e diventare un soldato assassino nel vero senso della parola, tanto che si vendicherà del motteggio del sergente istruttore uccidendolo con un fucile per poi togliersi la vita lui stesso con uno sparo in bocca. Terminato l’addestramento e divenuto sergente, Joker, una delle diciassette ex reclute, va a lavorare presso la sede giornalistica di un commando militare e, insieme ai commilitoni Animal e Cowboy (che assumerà il comando di una pattuglia in esplorazione), si ritrova coinvolto nell’offensiva del Tet (1968). L’esperienza traumatizzante dei vietcong che cercano disperatamente e in tutti i modi di difendersi e della necessità di ammazzare per sopravvivere segnerà nel profondo Joker, cambiando per sempre il suo animo e la sua interiorità. Kubrick, trent’anni dopo Orizzonti di gloria, recupera la sua passione per il cinema di guerra facendo i conti con la realtà attuale, andando al di là del Vietnam per scagliare frecce decisive e definitive contro l’atrocità del secolo e il trascorrere imperterrito della Storia che lascia sempre sul suo cammino una sporcizia incancellabile non dettata solo dalle innumerevoli morti ma anche dall’utilizzo più ignobile e distruttivo che l’uomo da sempre fa delle novità tecnologiche e meccaniche. E anche di sé stesso: quando mai non ha approfittato di pretesti territoriali, economici, politici o sociali per tramutarsi in un diffusore indiscriminato di morte in ogni luogo e spazio? I soldati addestrati dal perfido sergente Hartman (la cui voce italiana è del bravissimo Eros Pagni) divengono schiavi di un conflitto inevitabile e sfegatato servendolo con una devozione paragonabile soltanto a un fanatismo religioso che esaspera la relativa mania. L’iperrealismo necessario veicola una brezza gelida di umorismo nero che la dice lunga sulla violenza dell’istituzione militare e soprattutto sulla sua insensatezza: la prosa asciutta, che rivela comunque una consistenza inconfutabile, si serve dei contributi tecnici per rappresentare un dramma postmoderno dominato da colori spenti ed emozioni che tolgono il fiato per troncare sul nascere ogni manifestazione di umanità in favore della destrutturazione caratteriale e passionale. La guerra e l’esercito vengono entrambi diffamati in egual misura, e il regista non perde tempo per decidere quale dei due sia il male peggiore: si tratta di due facce della stessa medaglia, e pertanto di una coppia di organizzazioni che non meritano altro che una polemica attiva e respingente. M. Modine è bravissimo nella parte di Joker, il sergente che ha scritto sull’elmetto Born to Kill, mentre A. Baldwin appare efficace e sicuro nelle vesti di Animal, il guerriero intimamente nichilista e dal piglio autoritario che vuole sempre averla vinta nelle diatribe coi compagni d’armi. Lode anche a V. D’Onofrio, che interpreta con simpatica autoironia e voluta goffaggine la recluta buona a nulla che poi prende coscienza della sua latente aggressività, e soprattutto a R. L. Ermey, che in passato militò davvero nelle schiere dei Marines, che regala al pubblico uno dei migliori personaggi militari del cinema statunitense di tutti i tempi, funzionale proprio per le sue doti di capo intransigente, malvagio e dispotico. Girato intermente in Inghilterra, e premiato da un successo di pubblico ben più che discreto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
noia1
|
lunedì 10 novembre 2014
|
“non pensavo facessero pezzi di merda così alti!”
|
|
|
|
Addestramento e pratica alla guerra in Vietnam, un’esperienza sconvolgente.
Stanley Kubrick ci ha abituato a prove cinematografiche eccezionali senza smentirsi nemmeno in questo capolavoro, intenso e spaventoso.
Al di là di immagini concrete e paroloni tutto viene trasmesso attraverso la maturazione dei personaggi, ognuno reagisce a modo suo ma sempre e comunque evidenziando, in modo più o meno evidente e più o meno innocente, l’assurdità della guerra e di ciò che si crea attorno.
Nella prima parte c’è un durissimo addestramento, vengono messi in evidenza i due poli opposti, il sergente maggiore Hartman e l’impreparato Palla di lardo.
[+]
Addestramento e pratica alla guerra in Vietnam, un’esperienza sconvolgente.
Stanley Kubrick ci ha abituato a prove cinematografiche eccezionali senza smentirsi nemmeno in questo capolavoro, intenso e spaventoso.
Al di là di immagini concrete e paroloni tutto viene trasmesso attraverso la maturazione dei personaggi, ognuno reagisce a modo suo ma sempre e comunque evidenziando, in modo più o meno evidente e più o meno innocente, l’assurdità della guerra e di ciò che si crea attorno.
Nella prima parte c’è un durissimo addestramento, vengono messi in evidenza i due poli opposti, il sergente maggiore Hartman e l’impreparato Palla di lardo. Hartman è brutale e i suoi metodi sono resi ancora meglio da una formula grottesca e quasi ironica di presentazione, il suo scopo è creare macchine da guerra ma risulta solo un completo abbattimento dell’individualità con conseguente creazione di automi senza uno straccio di umanità dove chi è fuori dal gruppo viene maltrattato. La cosa peggiore è che il crudele sergente ha dei principi ben saldi per cui non è un semplice caso di cattiva persona, il suo è un vero e proprio metodo, una mentalità di trattare le persone, insegnamento che si trasferisce quindi ai suoi allievi, non esempio di persona deviata.
Sempre nella prima parte, opposto al sergente, c’è Palla di lardo, il soldato che nessuno vorrebbe essere. Attraverso la vicenda del poveraccio i metodi brutali sono accentuati, ad un certo punto è evidente il distacco tra il giovane e l’ormai coalizzato gruppo per cui Hartman trova il modo di mettere tutti contro l’unico ancora diverso annientandolo e senza lasciargli più scelta. Alla fine si vedrà un Palla di lardo completamente integrato ma ormai alienato tanto da non farsi alcuno scrupolo nell’uccidere sia il sergente che se stesso.
Nella seconda parte il protagonista è Joker, la trama si fa più avvincente ma anche brutale, ogni film di guerra è brutale ma qui si distingue per l’accentuato arricchimento dei protagonisti sui quali gli effetti della guerra saranno devastanti. Le chiacchierate tra soldati sono importanti, si fanno considerazioni sulla guerra ormai ritenuta persa, su ciò che si può fare, sull’inutilità della loro missione di liberazione. C’è l’ipocrita, quello che pur di salvare il gruppo è disposto a sacrificare alcuni membri, il cinico, chi ci crede, tanti universi a confronto posti da essere credibili, si potrebbe dare ragione a tutti. È evidente però con il proseguire della trama l’inutilità di ciò che si sta facendo, il terrore e la rassegnazione ne fanno da padroni e la follia spinta dalla rabbia porta i protagonisti ad una missione finale che sembra più per poveri kamikaze, vinceranno, la marcia finale sulle note di “Viva topolin” rende però appieno l’inutilità per la quale si sono scannati e per la quale tanti altri sono morti sotto i loro occhi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a noia1 »
[ - ] lascia un commento a noia1 »
|
|
d'accordo? |
|
g_andrini
|
mercoledì 2 luglio 2014
|
istruttivo.
|
|
|
|
E' un buon film, che mantiene un certo interesse, anche se di tipologia un po' superata. Bello il formato originale 1.37:1, ottimo anche per le televisioni dell'epoca.
|
|
[+] lascia un commento a g_andrini »
[ - ] lascia un commento a g_andrini »
|
|
d'accordo? |
|
contrammiraglio
|
martedì 29 aprile 2014
|
la parabola discendente del maestro
|
|
|
|
Le stelline dovrebbero essere 3 e mezzo, media tra le 5 della prima parte e le 2 della seconda, ma non essendoci arrotondiamo per eccesso.
L'addestramento è degno del grandissimo, la parte operativa è solamente un filmetto di guerra girato bene ma senza sacro fuoco!
Chi lo ritiene il miglior film di guerra è pregato di vedersi, e/o rivedersi, Orizzonti di gloria.
|
|
[+] lascia un commento a contrammiraglio »
[ - ] lascia un commento a contrammiraglio »
|
|
d'accordo? |
|
forackone
|
martedì 11 marzo 2014
|
la guerra a 360°
|
|
|
|
Storia di un gruppo di marines nell'epoca della guerra del Vietnam, Full Metal Jacket è un film sulla guerra ma non (o almeno non solo) di guerra. Per la prima parte del film infatti l'ambientazione non è il campo di battaglia, bensì quello di addestramento, governato con pugno di ferro dal sergente Hartman, in cui i giovani ragazzi vengono, con maltrattamenti, insulti, punizioni e atteggiamenti disumani, addestrati ad uccidere, a diventare "dispensatori di morte". Successivamente l'azione si sposta sul campo di battaglia vero e proprio, il Vietnam; ma, proprio la notte prima della partenza, arrivano le prime vittime... Una volta arrivati sul campo di battaglia, la storia si incentra su uno in particolare dei giovani marines usciti dal centro di addestramento: Joker, che in Vietnam ricopre il ruolo di giornalista, ha scritto sull'elmetto "Nato per uccidere" ma gira con una spilla figurante il simbolo hippie sulla divisa.
[+]
Storia di un gruppo di marines nell'epoca della guerra del Vietnam, Full Metal Jacket è un film sulla guerra ma non (o almeno non solo) di guerra. Per la prima parte del film infatti l'ambientazione non è il campo di battaglia, bensì quello di addestramento, governato con pugno di ferro dal sergente Hartman, in cui i giovani ragazzi vengono, con maltrattamenti, insulti, punizioni e atteggiamenti disumani, addestrati ad uccidere, a diventare "dispensatori di morte". Successivamente l'azione si sposta sul campo di battaglia vero e proprio, il Vietnam; ma, proprio la notte prima della partenza, arrivano le prime vittime... Una volta arrivati sul campo di battaglia, la storia si incentra su uno in particolare dei giovani marines usciti dal centro di addestramento: Joker, che in Vietnam ricopre il ruolo di giornalista, ha scritto sull'elmetto "Nato per uccidere" ma gira con una spilla figurante il simbolo hippie sulla divisa.
Full Metal Jacket non è tanto la storia di una guerra, quanto piuttosto la storia di uomini, buttati dentro a qualcosa che è più grande di loro, che non comprendono. Privati della umanità, alcuni non resistono e perdono il controllo, altri cercano di fuggire dalla guerra e di far ritorno alle loro case, altri cadono in un cinismo totale, qualcuno si abbandona al destino. Nessuno è in realtà convinto pienamente della guerra, come sta ad indicare il simbolo di pace sulla divisa di Joker. Il film ha ormai più di un quarto di secolo di età, e ciò emerge nella differenza del ritmo narrativo a confronto con quello dei film di oggi, ma è diretto in maniera incredibile e mostra come una buona storia, una regia abile e attori capaci, molto meglio che effetti speciali incredibili, tridimensionalità e altre novità tecniche, siano coinvolgenti per lo spettatore, lasciando anche spazio per un messaggio che
[-]
|
|
[+] lascia un commento a forackone »
[ - ] lascia un commento a forackone »
|
|
d'accordo? |
|
topo paolino
|
lunedì 25 novembre 2013
|
la perdita
|
|
|
|
Lo stacco con cui si entra in Vietnam contiene in un solo piano sequenza tutto il senso del film e la visione di Kubrick sulla società occidentale e l'esportazione del suo sistema di vita. Il film riflette la luce ambigua dell'opera del regista, ironica e inquietante, che autorizza le letture più eterodosse e scandalose. Kubrick invita a pensare in modo diverso da come si è fatto finora (che per Einstein era il fondamento del progresso). Alla fine del film Joker, in modo assolutamente onesto, non ha più paura del suo lato ancestrale, "nero". Anche quando insensata o impossibile, il regista riteneva che la guerra fosse uno dei pochi momenti in cui l'uomo parlasse per quelli che sono i suoi principi.
[+]
Lo stacco con cui si entra in Vietnam contiene in un solo piano sequenza tutto il senso del film e la visione di Kubrick sulla società occidentale e l'esportazione del suo sistema di vita. Il film riflette la luce ambigua dell'opera del regista, ironica e inquietante, che autorizza le letture più eterodosse e scandalose. Kubrick invita a pensare in modo diverso da come si è fatto finora (che per Einstein era il fondamento del progresso). Alla fine del film Joker, in modo assolutamente onesto, non ha più paura del suo lato ancestrale, "nero". Anche quando insensata o impossibile, il regista riteneva che la guerra fosse uno dei pochi momenti in cui l'uomo parlasse per quelli che sono i suoi principi. La schizofrenica figura di Joker non può sorprendere chi conosce la rappresentazione dell'uomo di Kubrick, per il quale niente era più vero di una sincera ambiguità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a topo paolino »
[ - ] lascia un commento a topo paolino »
|
|
d'accordo? |
|
|