M - Il mostro di Düsseldorf

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Un film di Fritz Lang. Con Peter Lorre, Gustaf Gründgens, Rudolf Blummer, Ellen Widman.
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Titolo originale M. Drammatico, b/n durata 117 min. - Germania 1931. MYMONETRO M - Il mostro di Düsseldorf * * * * 1/2 valutazione media: 4,84 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
novocaine giovedì 10 marzo 2005
uno dei film più belli che...stupendo! Valutazione 5 stelle su cinque
79%
No
21%

Nel 1931 il sonoro era già stato introdotto da qualche anno, soprattutto in America, dove c'erano le possibilità economiche. In Europa era una cosa un po' più insolita e pochi avevano capito come farne veramente buon uso (tra cui Hitchcock). Ebbene, Fritz Lang lo utilizza qui per la prima volta e in una maniera del tutto moderna ed espressiva; sa come valorizzarlo e sembra completamente a suo agio (nonostante tutte le scomodità che la nuova tecnica comportava, come la cabina insonorizzata, che non permetteva complessi movimenti di macchina =film statici), come se il sonoro ci fosse sempre stato. Il film sa essere agghiacciante, soprattutto la sequenza iniziale della sparizione della bambina (l'ombra del mostro sul manifesto e la sua voce terrificante; la madre che urla 'elsie!' alla finestra mentre viene inquadrata la tavola apparecchiata e il posto vuoto della bambina che avrebbe già dovuto essere a casa dopo la scuola) e il monologo di Peter Lorre davanti al tribunale dei criminali (Solo quando uccido. [+]

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yanez sabato 26 febbraio 2005
cult di straordinario spessore artistico. Valutazione 5 stelle su cinque
85%
No
15%

Il film è pieno della presenza del "mostro" e quando egli appare nella figura di un ometto all'apparenza innocuo ci si accorge che il ostro è tra noi, potrebbe essere chiunque di noi. Straodinaria interpretazione di Lorre, breghtiano più che mai, innocente con i soi occhioni da fanciullo curioso, deciso quando ammalia la sua vittima fischiettando Grieg. Ma straordinario è tutto il film che, senza colonna sonora, fa vivere i silenzi e i rumori di una città terrorizzata nelle fredde notti che gelano le strade e i cuori.

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il cinefilo venerdì 30 aprile 2010
il manifesto dell'cinema espressionista tedesco Valutazione 5 stelle su cinque
80%
No
20%

TRAMA:il film,realizzato nell'1931 da Fritz Lang(e sceneggiato insieme alla moglie)racconta di un misterioso assassino che uccide alcune bambine in giro per la città(Peter Lorre e grandioso)fino a quando non viene catturato dai cittadini e dalla malavita con l'intenzione di "processarlo" e linciarlo... RECENSIONE:il film di Fritz Lang riesce a fondere le tecniche dell'cinema muto con quelle dell'sonoro(che stava prendendo piede proprio in quegli anni)e costruisce una forma di"perfezione cinematografica" molto rara a vedersi. Questo film è,molto probabilmente,una vera e propria "summa" nella concezione di cinema che F.Lang ha voluto esprimere attraverso una serie di sequenze particolarmente geniali tra cui spiccano per bravura di stile e di tecnica la sequenza dell'omicidio della piccola Elsie(non viene mai inquadrato ma viene lasciato solo "intuire" e il risultato è doppiamente inquietante)e la sequenza finale in cui l'assassino si ritrova "processato" dalla criminalità organizzata e dai genitori inferociti. [+]

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skrat sabato 19 luglio 2008
tra silenzi ed espressionismo: lang al suo meglio Valutazione 5 stelle su cinque
89%
No
11%

Il film di Lang (rifatto da Losey nel 1951 e citato da Salvatores in "Quo vadis baby?") è abilmente improntato su una lineare organicità narrativa, che, dal principio alla fine, segue una semplicità di linguaggio assolutamente impareggiabile, se confrontata con la profonda indagine psicologica dei personaggi, giocata non sui dialoghi, ma sulle immagini, soprattutto analizzando con precisione certosina la vena rivelatrice degli effetti chiaroscurali. La potenza evocativa delle immagini, le argute espressioni metaforiche raccontate con successioni e sovrapposizioni di forme e figure colpiscono e sbalordiscono per l’estrema raffinatezza stilistica ed il magistrale utilizzo della litote per “dire l’indicibile”, ovvero per sottolineare gli omicidi senza rappresentarli in scena diretta, si impongono ineluttabilmente nella memoria di ogni spettatore. [+]

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evghen950 mercoledì 18 agosto 2010
una palla e dei palloncini che volano via.... Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%


Film veramente fatto bene tenendo conto anche e soprattutto del periodo storico.
Storia veramente che fa riflettere, sulla mente umana, come nel monologo alla fine, ma anche su come una città/società possa completamente bloccarsi a causa di un solo individuo non ben identificabile.
Sono presenti molte scene di grande significato come quella che ho anticipato nel titolo, il vero e proprio processo malavitoso, e la famosa scena dell' ombra dell'assassino proiettata sulla sua stessa taglia.
Molto inquitante  il motivetto che si sente fischiettare ogni tanto....

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fedeleto domenica 5 settembre 2010
il mostro senza anima Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Sicuramente Lang ha sempre girato pellicole di grandissima importanza(metropolis,nibelunghi,dottor mabuse),e in esse ha sempre trovato il modo di stupire lo spettatore,questo film ne e' una conferma del suo inimitabile talento.M-IL MOSTRO DI DUSSELDORF,racconta un episodio tragico ,in cui un uomo uccide bambini e terrorizza una citta',catturato dalla malavita,vorra' giustificarsi,seppur ogni scusa sara' decisamente sempre di piu' un passo falso.Film di grande impatto,non solo per la tematica ,ma per le scene di profonda tensione(la scena in cui scompare elsie e la madre si affaccia alle scale urlando il suo nome e' forse una delle piu' memorabili),non manca sicuramente una morale finale,ovvero la vita del  mostro andrebbe  cancellata,seppur tale gesto sia indubbiamente un omicidio,ma necessario per poter purificare il male fatto da un essere che non ha piu' anima(nel suo discorso finale non traspare sentimento e non escono parole che suscitano emozioni come la paura ecc. [+]

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il cinefilo venerdì 10 giugno 2011
franz becker:il maniaco per definizione Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

"Quando cammino per le strade ho la sensazione che qualcuno mi stia inseguendo...ma sono io che inseguo me stesso...voglio andare via,correre...ma con me corrono i fantasmi delle madri e dei bambini...sono sempre la...e solo quando uccido,solo allora...chi è che può sapere come sono fatto dentro,cos'è che sento urlare dentro al mio cervello..."con queste parole(ho brevemente accorciato l'intero monologo)si presenta all'impetuosa e vendicativa giuria il maniaco omicida Franz Becker/Peter Lorre ponendosi definitivamente come il primo vero psicopatico della storia del cinema tedesco e di quello in generale.
L'anno era il 1931 e,da allora,ne è passata di acqua sotto i ponti nel senso che le caratterizzazioni dei folli psicopatici sono state ripetute svriate volte(è possibile che il film di Lang possa essere considerato la"miccia"di questo genere di"thriller"?non so darmi una risposta. [+]

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m.raffaele92 mercoledì 16 ottobre 2013
il buio nell'anima e il miracolo del sonoro Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

Il capolavoro di Fritz Lang comincia con un’ombra (la prima “apparizione” del killer), quindi prosegue con un’assenza, la rappresentazione della quale è una magistrale lezione di cinema: l’inquadratura sulla spirale della scala (vuota), sull’orologio (il tempo che scorre inesorabile), lo sguardo della madre (preoccupazione, angoscia, disperazione), quindi inquadratura sul piatto e sulla sedia (vuoti). A questa assenza segue la morte della bambina, magnificamente mostrata attraverso un palloncino gonfiabile che rimane impigliato tra i fili del telegrafo. Il film narra di un assassino (Hans Beckert) pedofilo che si aggira per la città di Düsseldorf,la cui rappresentazione merita una parentesi: è qui che emergono i tratti dell’espressionismo (corrente dominante del decennio precedente, ma che nei primi anni 30 lascia ancora la propria impronta nel cinema, non solo tedesco). [+]

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great steven giovedì 27 ottobre 2016
un assassino pedofilo dietro un uomo comunissimo. Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

 

M – IL MOSTRO DI DüSSELDORF (GERM, 1931) diretto da FRITZ LANG. Interpretato da PETER LORRE, OTTO WERNICKE, GUSTAV GRUNDGENS, THEO LINGEN

Negli anni ’30 la città di Düsseldorf è sconvolta dalla presenza misteriosa di un assassino psicopatico, di cui nessuno conosce l’identità, che ha già seviziato e ucciso otto bambine. [+]

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figliounico venerdì 5 aprile 2024
la repubblica di weimar Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Il primo film sonoro di Lang. Un capolavoro assoluto sul quale è già stato detto tutto, sarebbe superfluo ogni commento tecnico. A prescindere dalla drammaticità del plot ispirato notoriamente ad un fatto di cronaca nera e dalla straordinaria perfomance attoriale di Peter Lorre, è impressionante per lo spettatore moderno la rappresentazione cruda e quasi documentaristica che Lang fa della società tedesca dell’epoca e della miseria generalizzata in cui era sprofondato il Paese in seguito alle sanzioni inflitte alla Repubblica di Weimar con il trattato di Versailles. Non si riesce a comprendere come sia stato possibile per quel popolo di poveracci risollevarsi nel giro di pochi anni dalle terribili condizioni economiche in cui versava e far tremare le potenze vincitrici della prima guerra mondiale mettendo a ferro e fuoco l’Europa intera.

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