Titolo originale | Frankenstein |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Bernard Rose |
Attori | Xavier Samuel, Carrie-Anne Moss, Danny Huston, Tony Todd, Maya Erskine Matthew Jacobs, Adam Nagaitis, James Lew, Mary Gallagher, John Lacy, Carol Anne Watts, Ron Roggé, Jorge-Luis Pallo, Mckenna Grace, Dave Pressler, Peter Adrian Sudarso, Steve Hart, Rob Mars, Myke Michaels, Christopher David, Jeff Hilliard, Jeordie White, LaDell Preston, Jay Hawkins, Jerry Ying, Nils Allen Stewart, Ric Wetzel, Quinn C. Ford. |
Uscita | giovedì 17 marzo 2016 |
Distribuzione | Barter Multimedia |
MYmonetro | 1,92 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 ottobre 2017
Dopo essere stato creato, Adam/Il mostro viene accolto con aggressività e violenza dal mondo che lo circonda.
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CONSIGLIATO NÌ
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Il dottor Victor Frankenstein e la moglie Elizabeth creano in laboratorio un essere umano, servendosi di una bio-stampante 3D. Prende così la vita un bellissimo ragazzo, un adulto con la coscienza di un neonato, che non sa nulla del mondo e di se stesso. Dopo aver festeggiato il successo dell'esperimento, lo scienziato è però costretto a ricredersi: una serie di tumori della pelle comincia, infatti, a sfigurare il malcapitato. La creatura viene destinata alla sopressione, ma si libera inaspettatamente e trova la via di fuga dal laboratorio.
Dal frutto di quel gioco di Mary Shelley e compagni sulle rive del lago di Ginevra sono state tratte innumerevoli versioni, ma tutto lascia pensare che quella di Bernard Rose, ultima in ordine di tempo, non si candiderà a finire mai in una classifica delle migliori.
Ambientato a Los Angeles ai giorni nostri, il Frankenstein di Rose è raccontato dal punto di vista del mostro, ma il suo regista e sceneggiatore pare non curarsi per nulla del fatto che, laddove la narrazione in voice over attribuisce alla creatura un pensiero complesso e un vocabolario accurato, il personaggio in scena non arriva mai nemmeno per sbaglio a quello stadio di consapevolezza. È solo la prima e la più evidente di una serie di deroghe a quel realismo di fondo che il regista parrebbe aver scelto come registro, ma che poi sposa e tradisce a seconda delle occasioni (e la matrice letteraria del monologo non è una giustificazione possibile, non in questa evenienza.)
L'idea che la brutalità che contraddistingue a tratti la creatura nata dal nulla, e che la rende assassina anche dei pochi affetti che possiede, si spieghi con l'imitazione della violenza spietata che subisce senza capirne la ragione, è invece uno dei nodi d'interesse tematico del racconto (se non l'unico), nonché la ragione del crescendo pulp. "Che strano che la stessa causa possa produrre degli effetti così diversi", si dice il mostro pensando al fuoco che scalda e che brucia assieme, ma il pensiero corre allo stesso modo al mistero della sua nascita e della sua -per così dire- evoluzione. Rose, però, si compiace e si crogiola a tal punto nella dinamica ultra violenta, che, anziché fare del suo moderno Prometeo un martire dell'umana hybris, se ne serve piuttosto come di una picozza per progredire verso sconsigliatissime vette di kitsch.
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Dopo oltre 20 anni dopo "Candyman",Rose realizza un filmetto a basso costo riproponendo in chiave moderna l'ormai strausurato mito del mostro di Frankenstein.L'idea del mostro(ben interpretato da Samuel) come bambino sperduto in una metropoli crudele e insensibile,che reagisce fin troppo pesantemente se "disturbata"(la violenza che subisce il mostro è anche conseguenza [...] Vai alla recensione »
Fuggito dal laboratorio in cui è stato creato e dove hanno tentato di sopprimerlo, la creatura umana frutto di un esperimento genetico andato a male ha le fattezze di un ragazzo, la mente di un bambino di pochi anni e la forza di venti uomini adulti. Braccato dalla polizia ed in cerca di calore umano, lo trova in un homeless di colore non vedente che lo prende sotto la sua ala protettrice. [...] Vai alla recensione »
ok budget bassissimo ma B. Rose aveva gia dato prova di aver perso la stoffa da bravo regista nel pessimo e scarsissimo SX TAPE. Qui nonostante una trama e una sceneggiatura strutturalmente accettabile si raggiunge una qualità da serie tv. Degna di nota la caratterizzazzione del personaggio del Mostro.
Los Angeles, oggi. Il "mostro" è un bellissimo ragazzo risvegliatosi in un laboratorio. La "mamma" lo culla e quasi lo allatta. Il "papà" lo guarda con orgoglio. Sono due scienziati felici. Poi spunta una pustola. Il "mostro" va sbrigativamente ucciso e poi meticolosamente ricostruito, stavolta senza cancri alla pelle. Ma se "lui" non fosse d'accordo? L'enfant prodige anni '80 Rose (celeberrimo il [...] Vai alla recensione »