Titolo originale | Salmer fra kiøkkenet |
Anno | 2003 |
Genere | Commedia |
Produzione | Norvegia, Svezia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Bent Hamer |
Attori | Joachim Calmeyer, Tomas Norström, Reine Brynolfsson, Bjørn Floberg . |
MYmonetro | 2,82 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 20 marzo 2015
Negli anni '50 l'Istituto Svedese per la Ricerca Domestica promosse uno studio col fine di ottimizzare l'economia dei movimenti delle casalinghe. In Italia al Box Office Storie di cucina - Kitchen Stories ha incassato 339 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Svezia, primi anni Cinquanta. L'istituto per la Ricerca Domestica promuove uno studio teso a ottimizzare l'economia casalinga. Dopo aver testato il rendimento delle madri di famiglia, l'attenzione degli esperti di arredamento domestico si sposta sugli uomini single. Con l'obiettivo di realizzare la cucina perfetta, viene promossa un'indagine sociologica in un paesino norvegese ad alto tasso di scapoli, monitorati 24 ore su 24 ai fornelli. Isak, uomo burbero e attempato, accetta mal volentieri di fare da cavia: finisce, così, sotto gli sguardi indiscreti di Folke, timido ricercatore che segue la vita domestica di Isak dall'alto di un seggiolone simile a quello usato dagli arbitri di tennis. Le regole stabilite per questa indagine di mercato sono chiare: l'osservatore non deve avere alcun rapporto con l'osservato, per evitare di condizionarlo e di inficiare i risultati della ricerca.
Il regista norvegese Bent Hamer ci ha abituati a soggetti bizzarri, ai limiti del grottesco, densi di umanità e umorismo. Questo stile così peculiare trova conferma nel suo terzo lungometraggio, molto apprezzato in patria e in diversi festival internazionali. Classico film europeo da festival, dove le atmosfere, le sensazioni e i non detti contano molto più dei dialoghi e dell'intreccio narrativo, Storie di cucina prende le mosse da una situazione stravagante, eppure non troppo lontana dalla realtà. Basti pensare che una delle più importanti aziende europee nel campo dell'arredamento, la svedese Ikea, utilizza metodologie di ricerca non molto diverse da quella presentata in questo film.
L'intento del regista è smascherare con l'arma dell'ironia il volto più grottesco e surreale di certi metodi capitalisti, che mettono l'efficienza e l'ottimizzazione economica al centro delle relazioni, sottraendone il fattore umano. Quel fattore rimesso in gioco dai due timidi e solitari protagonisti del film, uno scontroso contadino norvegese e un ingenuo impiegato svedese ligio al dovere. Dopo le iniziali differenze e un curioso capovolgimento di ruoli tra osservatore e osservato, i due stringono un'insolita amicizia, fatta di muta comprensione e solidarietà. Nell'innocua ribellione a un metodo disumano, c'è la silente affermazione dell'impossibilità della comprensione senza comunicazione.
Nell'incontro tenero e sensibile di queste due solitudini, c'è tutta la malinconica delicatezza di un regista che sa farsi guidare da uno sguardo che non diventa mai troppo amaro e predilige la lievità, quasi a stemperare i toni freddi di una fotografia tipicamente nordica. Se c'è una pecca, in questo film, è quella di non emozionare mai fino in fondo, di limitarsi a strappare un sorriso di benevolenza, senza infondere il calore dell'umana partecipazione.
Un'altra piccola perla del cinema scandinavo a metà strada tra Noi Albinoi e le atmosfere grottesche di Kaurismakiana memoria. Il soggetto da cui si sviluppa la storia è talmente strampalato che si fatica a credere che possa essere vero, ma c'è chi è pronto a giurare che l'Ikea sia nata così. Siamo negli anni '50 in uno sperduto paese della Norvegia [...] Vai alla recensione »
abbarbicato su un macro-seggiolone, studioso svedese scruta abitudini di vecchio scapolo norvegese. questo il fulcro, in un film che segue una certa linearità non uscendo mai dal binario, e facendo uso dei piccoli spazi e dei silenzi così come dei tempi dilatati, per descrivere un insolito rapporto tra due uomini che varcherà la soglie della iniziale diffidenza.
C'è una frase, in questo film, che rischia di riassumerne alcuni difetti:"Noi abbiamo la pretesa di compiere uno studio stando seduti là, ma cosa possiamo documentare?" Ecco, nonostante la simpatia che possono suscitare questo film e i suoi personaggi(Meno fastidiosi delle macchiette di "Vodka Lemon", che risale grossomodo allo stesso periodo), è come se il norvegese Hamer, paradossalmente, mettesse [...] Vai alla recensione »
Modernità cretina e solidarietà umana si affrontano in Kitchen Stories di Bent Hamer, commedia svedese originale, divertente e toccante premiata all’ultimo Festival di Cannes. Pare che nel 1950 l’Istituto svedese per la ricerca domestica desse inizio a una serie di analisi sui movimenti delle donne durante i lavori di cucina: lo scopo era correggere gli sprechi di tempo, di energie, di denaro, riorganizzare [...] Vai alla recensione »
La gioia creativa, le emozioni, la rottura della disciplina, l'individualità contro la rigidità inscalfibile dello stato sociale scandinavo. Von Treir e Kaurismaki sono i dinamitardi (di opposta perizia) di queste società troppo omologate. Adesso c'è anche un film gay norvegese, travestito da satira della sociologia applicata, Kitchen Stories, opera seconda di Bent Hamer, duetto d'amore di attori. Vai alla recensione »
Un uomo si muove nell’ambiente scarno di una cucina povera, si siede al tavolo, prende il caffè, si alza di nuovo, cerca lo zucchero, torna a sedersi. In un angolo, appollaiato su un alto sgabello di legno, un altro uomo registra su un quaderno i tempi e i movimenti, in silenzio. Sono l”osservato” e l”osservatore, protagonisti di Kitchen stories-Racconti di cucina, il film dei norvegese Bent Hamer [...] Vai alla recensione »
Anni '50. I Paesi scandinavi sono in pieno boom economico. Lo Home Research Institute svedese s'incarica di studiare il modo in cui si comportano i maschi celibi norvegesi quando stanno in cucina, allo scopo di funzionalizzare e ottimizzare i servizi di quella parte della casa. La regola è che l'osservatore se ne stia arrampicato su una sedia sistemata in un angolo, senza scambiare parola con l'osservato. [...] Vai alla recensione »
C’è un punto di vista esplicito e ce n’è uno tenuto sullo sfondo, in Kitchen Stories - Racconti di cucina (Salmer fra kjøkkenet, Norvegia e Svezia, 2003, 92’). Il primo percorre quasi tutto il “racconto filosofico” dei norvegese Bent Hamer. E quello di Folke (Tomas Norsirom), appollaiato in cima a un seggiolone, in un angolo della cucina di Isak (loachim Calmeyer).
All’inizio degli anni ‘50, mentre noi stavamo ancora leccandoci le ferite della guerra, gli svedesi, rimasti neutrali, potevano (beati loro) vedersela con... il dispendio di energie delle Casalinghe. Per risolvere il grave handicap, nel 1950 l’Istituto svedese per la ricerca domestica pensò di pianificare il lavoro in cucina. La parola d’ordine era: razionalizzare, snellire, semplificare.
Che freddo che fa. Paesaggi coperti di neve, giornate cortissime, unico rifugio il calduccio del focolare domestico. Profondo Nord, ai confini dei Circolo polare: è qui che si svolge Kitchen stories, Racconti di cucina, dei regista norvegese Bent Hamer. Storia minima, tutta sorretta dal gusto dei paradosso. Dalla vicina Svezia si è deciso far di compiere un’indagine sociologica perlomeno eccentrica: [...] Vai alla recensione »
Si comincia con una situazione paradossale che però sembra aver avuto un fondamento nella realtà. In Svezia, negli anni Cinquanta, una fabbrica di mobili per cucine, volendo arrivare alla loro massima funzionalità, avviò una ricerca sulle necessità dei possibili utenti, privilegiando, anziché le casalinghe, gli scapoli, costretti, più di altri, a far tutto da soli tra i fornelli.
In Norvegia, negli anni ‘50, alcuni danesi conducono una bizzarra indagine di mercato sugli scapoli di mezza età: che abitudini hanno entro i confini dei loro cucinini? Uno di loro si vede arrivare nel tinello un impiegato grigio, che si piazza tutto il dì (la notte dorme in una roulotte fuori nel cortile) su una scaletta a osservare dall’alto come una cornacchia la quotidianità del povero pacifico [...] Vai alla recensione »
Hamer è un autore da tenere d'occhio. Al terzo film (suo è l'interessante e spiazzante Egg) si cimenta con una favola surreale che prende lo spunto da una serie di libri scritti a metà anni Cinquanta sul modo migliore per condurre un'irreprensibile vita domestica. Lui e il suo sceneggiatore di fiducia (Jorgen Bermark) sono partiti dall'idea, per nulla peregrina, che la cucina sia "un perfetto palcoscenico [...] Vai alla recensione »
In Norvegia, negli anni 50, alcuni svedesi conducono una bizzarra indagine di mercato sugli scapoli di mezza età: che abitudini hanno entro i confini dei loro cucinini? Uno di loro si vede arrivare nel tinello un impiegato grigio, che si piazza tutto il giorno (la notte dorme in una roulotte fuori nel cortile) su una scaletta a osservare dall’alto come una cornacchia la quotidianità del povero pacifico [...] Vai alla recensione »