
Titolo originale | An american in Paris |
Anno | 1951 |
Genere | Musical, |
Produzione | USA |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Vincente Minnelli |
Attori | Nina Foch, Gene Kelly, Leslie Caron, Oscar Levant, Georges Guétary Mary Young, Eugene Borden, Martha Bamattre, Ann Codee, Anna Q. Nilsson. |
Uscita | giovedì 9 giugno 2016 |
Tag | Da vedere 1951 |
Distribuzione | Cinema |
MYmonetro | 4,46 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 13 ottobre 2023
Jerry Mulligan, finita la guerra, è rimasto a Parigi per dipingere. Viene abbordato da una ricca, attempata americana che gli compra un quadro. Ma poi conosce la giovane e graziosa commessa della quale si innamora. Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto 6 Premi Oscar,
Un americano a Parigi è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
Compra subito
ASSOLUTAMENTE SÌ
|
Jerry Mulligan, finita la guerra, è rimasto a Parigi per dipingere. Vive in un localino dove il letto e il tavolino rientrano nel soffitto e nella parete e va a esporre i quadri, che nessuno compra, a Montparnasse. Viene abbordato da una ricca, attempata americana che gli compra un quadro. Ma poi conosce la giovane e graziosa commessa della quale si innamora, senza sapere che la ragazza sta per sposare il suo amico Paul. Un altro personaggio è il musicista-genio (Levant), che suona tutti gli strumenti dell'orchestra. Alla fine tutto va a posto. L'amore trionfa.
Sulla base di questa trama quasi banale, "alla musical", Minnelli regista e Kelly ballerino-cantante-attore-coreografo, costruiscono non solo un capolavoro del cinema, ma un'opera composita che figura benissimo nell'arte del Novecento. Naturalmente è determinante la musica di George Gershwin che compose forse la sua più importante sinfonia, fatta apposta per far brillare le prerogative del cinema.
Tutte le canzoni (cantate oltre che da Kelly anche dallo "chansonnier" Paul Guétary, idolo parigino) sono classici indimenticabili. La Metro, nella realizzazione di questi film, era molto rigorosa e generosa, assumeva i più bravi consulenti da ogni parte del mondo. I balletti di Kelly sono studiati in scenografie che si richiamano ai grandi quadri impressionisti (Renoir e Monet soprattutto) e a Toulouse-Lautrec. Il numero centrale viene considerato un capolavoro anche dai grandi coreografi del balletto classico, come Béjard. Naturalmente la tendenza di Minnelli, in quasi tutti i suoi film, era una certa concessione al kitch, che nel musical quasi non andrebbe considerato "caduta", ma valore aggiunto.
Il film è uno dei più premiati nella storia degli Oscar, ben sei. Va detto che il musical è l'unica forma d'arte tutta e solo americana. Molto spesso Hollywood ha attribuito Oscar a film musicali (Gigi, My Fair Lady, Tutti insieme appassionatamente, Oliver!, West Side Story). L'anno dopo lo stesso gruppo produttivo (solo il regista Donen sostituì Minnelli) realizzò Cantando sotto la pioggia che... rimase senza Oscar pur essendo per certi versi più intelligente e con maggiore vedibilità a posteriori. Questa "tardiva" stagione del musical prodotta da Arthur Freed (Sette spose per sette fratelli, Spettacolo di varietà, Baciami Kate! e altri) rappresenta una punta qualitativa altissima del cinema, che poteva contare ancora sulle belle ingenuità indispensabili, sostenute da una tecnica ormai perfezionata.
Nel novembre del 1951 arrivava sugli schermi italiani Un americano a Parigi, uno dei più belli, eterni, felici film del cinema del mondo, oggi disponibile in videocassetta. Il tempo lo ha confermato. Bastano, per cominciare, i nomi in gioco: Vincente Minnelli, regista, profeta massimo del genere insieme a Stanley Donen; Gene Kelly, attore, ballerino, coreografo, cantante, il più grande uomo spettacolo mai esistito; George Gershwyn, il primo compositore americano. E poi la Metro Goldwyn Mayer, la major che per il film assunse i più qualificati esperti di arte francese, spese milioni per le ricostruzioni. E non si può non ricordare la giovanissima protagonista, Leslie Caron, ballerina classica, poi convertita al "leggero". «Un americano» ebbe l'Oscar come miglior film, al quale se ne aggiunsero altri quattro. Il musical era un genere che a Hollywood prendevano molto sul serio, si trattava infatti dell'unica forma di spettacolo «solo e tutta» americana. Ogni volta che fu possibile gli Oscar piovvero sul musical. Basta ricordare titoli come Gigi, West Side Story, My Fair Lady, Tutti insieme appassionatamente, Oliver. La storia è banale. Un pittore americano rimasto a Parigi dopo la guerra è corteggiato dalla ricca maliarda, ma lui ama la giovane commessa. Kelly e la Caron che ballano sulla sponda della Senna sono una delle più belle e perfette "grafiche" dello spettacolo del '900.