Un americano a Parigi |
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Un film di Vincente Minnelli.
Con Nina Foch, Gene Kelly, Leslie Caron, Oscar Levant.
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Titolo originale An american in Paris.
Musical,
durata 105 min.
- USA 1951.
- Cinema
uscita giovedì 9 giugno 2016.
MYMONETRO
Un americano a Parigi
valutazione media:
4,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la forza onirica del vero musicaldi eugenFeedback: 35447 | altri commenti e recensioni di eugen |
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martedì 21 giugno 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Che sia "opera rock", che sia opera lirica o in alcuni casi operetta, che sia quel jazz "melodizzato"e "snfonicizzato"che sapeva realizzare solo Geroge Gershwin(e in parte, ma con altre modalita', COle Porter), il teatro in musica buca lo schermo, quando a realizzarlo e'un grnade come Vincent Minelli: qui abbiamo a che fare con"An American in Paris"(appunto regia di Minelli, soggetto e sceneggiatura di Alan Jay Lerner, dal poemta sinfonico omonimo di George Gershwin, testi dei brani cantati di Ira Gershwin, fratello del compositore, 1951): Forza onirica straordinaria, nei balli e nelle coreografia e scenografie, opera di Edard B.Willis e di F,J¡Keogh Gleason, nelle canzoni, dove non e'solo tip.tap, anche con Gene Kelly solista ma tanto piu'e meglio con l'intero corpo di ballo. Wonderful, veramente, dove colori e forme danno luogo a un caleidoscopio fantastico(nella doppia, almneo, accezione del lemma9, dove la dimensione de reve(con l anuova impostazione del computer mi manca il circonflesso, sorry...)soppianta o meglio compensa la realta', che alla fine triionfa, comme il faut, con uno happy end in tenchicolor/o meglio il suo antesignano, siamo nel 1951). Molto bene Gene Kelly, ma non meno Leslie Caton, allora esordiente(malum tempus fugit...), Oscar Levant, l'amcio musicists. Rtratto di americani andati a Paris per studiare ed esprimersi artisticamente(pittura e musica, ma anche altri"minori"in altre arti), che magari trovano un o una caldeggiatore(trice del loro talenti, una/un "mecenate", comunque faticnao ad affermarsi, ma poi"sfondano"(il che non viene mostrato, sarebbe pletorico). Qui il protagonista, appunto pittore, ha una mecenate, anch'essa"gringa"(di Baltimora)che si innamora di lui, ma lui e'innamorato di una giovane orfana francese. SOlo che questa "deve "sposarsi, essendo stata salvata durante la guerra mondiale dall'uomo cui dve eterna riconoscenza. Se ominia vincit amor...appunto lo happy end. Dire della meusiche ancora sarebbe...no, non troppo, ma forse ripetitivo, della grandezza di Gershwin sappiamo....Vero godimento, questo"An American in Paris"che e'pu0'di un mero omaggio USA alla "Ville Lumie"re", seconda "Urbs Aeterna", capitale di quella repubblica della liberta'che fu sottomessa con la brutalita'dal nazifascismo e che gli States(bisogna riconoscerlo)contribuirono in modo detemrinatnte a liberare dalla barbarie. El Gato
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