| Anno | 2024 |
| Genere | Commedia, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 104 minuti |
| Regia di | Gianluca Ansanelli |
| Attori | Vittorio Emanuele Propizio, Antonia Fotaras, Giampaolo Morelli, Gianmarco Tognazzi Marit Nissen, Paola Sotgiu, Mariano Rigillo, Antonello Fassari, Antonella Fattori. |
| Uscita | sabato 17 maggio 2025 |
| Distribuzione | Play Entertainment |
| Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
| MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 19 maggio 2025
Un dramedy in cui un giovane ex-enfant prodige squattrinato si trova costretto a fingersi malato di cancro per non essere sfrattato di casa. L'incontro con Claudia, una ragazza malata terminale, lo costringe a confrontarsi col suo castello di bugie. In Italia al Box Office Una fottuta bugia ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 4 mila euro e 1,4 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Diventato per qualche tempo famoso da bambino come protagonista di spot pubblicitari, Pietro ha ormai trent'anni, sogna ancora invano di fare l'attore, e sbarca il lunario insegnando teatro in parrocchia. Orfano di madre, non ha rapporti col padre, e vive in un appartamento della stessa diocesi assieme al coinquilino Nicolas, infermiere menefreghista con un divorzio alle spalle. Per evitare lo sfratto di entrambi da parte del parroco, Nicolas si inventa una bugia feroce dicendo al prete che Pietro ha un tumore. Prima che riesca a confessare tutto, Pietro conosce Claudia, vera malata terminale, e ne rimane subito affascinato. L'intesa tra i due aumenta man mano, e così per lui svelare la verità sarà sempre più difficile.
L'intenzione è di tenere insieme vari toni, dalla commedia al dramma, ma il passaggio tra il registro comico e la dimensione tragica a volte non avviene con la giusta fluidità.
Dopo una serie di commedie più leggere e innocue - Troppo napoletano (2016), Benvenuti in casa Esposito (2021), La guerra dei nonni (2023), Come far litigare mamma e papà (2024) - il regista napoletano Gianluca Ansanelli percorre qui la strada del dramedy su cui incombe il peso della malattia.
Giocando sul meccanismo dell'equivoco crescente, il film tenta sia di vestire l'abito della commedia sia di riflettere sulle maschere che indossiamo nelle nostre esistenze. La bugia del titolo è infatti non solo quella sulla finta malattia da cui scaturisce l'intreccio narrativo, ma si riferisce anche alle bugie piccole (come quella di aver recitato con Kenneth Branagh) e grandi che il protagonista Pietro racconta agli altri o a sé stesso, forse per evitare di dover affrontare la verità sulla propria vita e il proprio passato, accettarne le delusioni e ricominciare.
Il tentativo di alzare l'asticella da parte del regista rispetto ai lavori precedenti si nota, e alcuni momenti funzionano. Anche le facce giuste aiutano, specialmente per i due personaggi principali: Emanuele Propizio nella parte calzante di Pietro, schiacciato dalla propria passività, e Antonia Fotaras in quella della sensibile e trascinante Claudia, mentre Giampaolo Morelli nei panni del disincantato coinquilino Nicolas gigioneggia come spalla comica.
Eppure, col progredire della storia, si avverte una difficoltà nel gestire i cambi di tono del film. Come se tanti fossero i sentieri abbozzati, dalla commedia romantica al filone amore e malattia, dal buddy movie al dramma familiare, ma nessuno dei quali intrapreso con convinzione fino in fondo.
Di tanto in tanto accade che una cattiva scrittura, riesca comunque a far funzionare un film. Vuoi per la grande capacità degli interpreti, nel creare qualcosa che non è stato fatto prima. Oppure per tutta un'altra serie di misteriose ragioni, che spesso riconduciamo ad un'unica definizione: cinema. Come detto, di tanto in tanto accade. Dopodiché ci sono tutti quegli altri casi.
Che voglia essere una commedia meno innocua del solito, forse, si dovrebbe inferire dal titolo con parolaccia (socialmente accettabile, però). In effetti, la premessa non è male: ex divo bambino delle pubblicità (Propizio, adatto), ridottosi a insegnare teatro ai ragazzini in parrocchia, deve fingersi malato di cancro per impietosire il parroco che sta per sfrattare lui e il coinquilino fancazzista [...] Vai alla recensione »