Anno | 2023 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Gianluca Ansanelli |
Attori | Vincenzo Salemme, Max Tortora, Luca Angeletti, Ana Caterina Morariu, Bianca Guaccero Luigi Luciano, Greta Santi, Fosco Luigi, Cinzia Susino. |
Uscita | giovedì 30 novembre 2023 |
Distribuzione | Medusa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,82 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 28 novembre 2023
L'incontro tra Gerri e Tom fa nascere un'accesa competizione che darà vita a una serie di esilaranti sfide tra nonni, senza esclusione di colpi... e colpi di scena. In Italia al Box Office La guerra dei nonni ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 669 mila euro e 306 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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C'è un nonno tuttofare, Gerri (Vincenzo Salemme), attento e premuroso, che vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e cura i nipoti. Un giorno arriva a sorpresa, dopo anni vissuti all'estero, l'altro nonno, Tom (Max Tortora). Tra i due, neanche troppo anziani, si instaura una competizione, per chi riuscirà a stare di più nelle grazie dei nipoti, che li porta a sfidarsi in tutto e per tutto.
Un film per famiglie pensato esplicitamente per il pubblico dei più piccoli accompagnati che trova nell'interpretazione 'competitiva' di Vincenzo Salemme e Max Tortora una delle ragioni di essere.
La guerra dei nonni è una di quelle commedie che si basa principalmente sull'alchimia che si crea tra la coppia di interpreti che qui sono, per la prima volta insieme, il napoletano Vincenzo Salemme e il romano Max Tortora. La regia di Gianluca Ansanelli, già al suo quarto film (è ora su un nuovo set) oltre ad aver scritto innumerevoli sceneggiature (per Alessandro Siani per esempio), così come la sceneggiatura scritta dallo stesso regista con Tito Buffulini, si limita però alla messa in scena delle varie situazioni, più o meno comiche, senza mai portare i presupposti narrativi alle loro estreme conseguenze. Così le caratterizzazioni dei due nonni in pensione (beati loro, Salemme ha 66 anni e Max Tortora 60) sono appena accennate e mai esasperate come una certa vis comica vorrebbe. I due non sembrano il diavolo e l'acqua santa e quindi il loro approccio nella famiglia, per rubarsi e conquistarsi il favore dei nipoti, non si rivela così dissimile, se non per banali e stereotipate differenze con uno che prepara del cibo forse fin troppo sano e l'altro che consente ai nipoti di andare in un fast food.
La comicità non scaturisce mai dalla frizione fisica dei due interpreti che, anche grazie a una differenza di statura impressionante, potevano essere 'utilizzati' giocando sui loro corpi, mentre tutto si muove intorno alle tante, forse troppe, parole. Così le incursioni verbali del nonno, diciamo così, più scapestrato per i suoi tanti anni di assenza vissuti pericolosamente, anche se richiamano alla lontana il Verdone del «cargo battente bandiera liberiana», si perdono in un'interpretazione trattenuta, che lavora quasi in sottrazione anche nell'abbigliamento forse per paura di finire nel gigionismo. Nella guerra, anche attoriale, dei due nonni, Salemme sembra sentire di più la parte riuscendo a dare, con i tempi giusti, le battute a Tortora che invece appare a volte in ritardo mentre dovrebbe essere lui il (capo)comico che vessa l'altro, un po' come Totò e Peppino.
C'è dunque una volontà di rendere il tutto meno problematico e conflittuale possibile forse per non fare risentire il pubblico familiare per cui è pensato il film, nello specifico proprio quello dei più piccoli accompagnati. In questo senso il film, che, oltre a mettere in scena due personaggi diversamente anziani come non capita quasi mai nel nostro cinema, ha il pregio di essere stato concepito pensando appunto a un target (non è una parola demoniaca) preciso, riesce a essere portatore sano di valori, tutta la famiglia è costruita sulla parità dei ruoli, c'è l'importante introduzione di un elemento narrativo di dislessia in uno dei tre ragazzini mentre la realtà, anche di periferia, è notevolmente edulcorata. Insomma tutto è perfetto, idealizzato e omogeneizzato.
Veramente un film molto bello e appassionante! Complimenti a tutto il cast
Commediola stirata a 96 minuti con la pretesa di essere divertente ad ogni costo. Banale, noiosa, non è piaciuta neanche ai più piccoli.
Un film gradevole per grandi e piccini, consigliato per passare un pomeriggio in allegria.
L'ho visto ieri con i ragazzi e i loro nonni. Era da tanto che un film non mi faceva ridere cosi tanto. Il più piccolo dei miei figli, che di solito non regge molto e si addormenta, ha passato le ore successive a ripetere alcune battute del film! Da vedere assolutamente!
Produce la Greenboro assieme a Medusa e Netflix. E allora perché non buttarlo subito in piattaforma e a stretto giro su una rete Mediaset? Ché sul grande schermo questo film non gliela fa a stare a galla, affoga subito. Due nonni agli antipodi. Vincenzo Salemme è affidabile e tradizionalista, mentre Max Tortora casinista ricompare dopo decenni di assenza.
Finalmente un film che ridona un ruolo centrale agli insostituibili nonni. In questo caso, Salemme e Tortora, non a caso nei panni di Tom e Gerry, impegnati a farsi reciproci dispetti per conquistare l'affetto dei tre nipoti. Un film dove si sorride in più occasioni, mai volgare, con gag sempliciotte, ma spesso efficaci. Ottima l'alchimia tra i due protagonisti che mette in secondo piano una trama [...] Vai alla recensione »
La guerra dei nonni è una commedia, appena uscita al cinema, che vede per la prima volta insieme il napoletano Vincenzo Salemme e il romano Max Tortora, entrambi ottimi interpreti di due tipi di comicità diversa. Il primo pare intento a dare forma a una versione attualizzata di Peppino De Filippo, mentre l'altro incarna una certa romanità cialtrona dal sottofondo malinconico.
Si avvicina il periodo natalizio e come di consueto le sale si riempiono di commedie per famiglie dall'aspetto innocuo e rassicurante. La guerra dei nonni di Gianluca Ansanelli (Troppo napoletano) non è da meno, benché il simbolo di Netflix nei titoli di testa chiarisca fin da subito la sua reale destinazione finale. Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della [...] Vai alla recensione »
Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all'estero torna in Italia per trascorrere un po' di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno [...] Vai alla recensione »
Nonni alla riscossa. Se poi hanno la vitalità e la simpatia di Max Tortora e Vincenzo Salemme è facile che diventino protagonisti di una garbata commedia formato famiglia, "La guerra dei nonni", in uscita nei cinema giovedì 30 novembre con Medusa e che ha tutti gli elementi per attrarre e divertire un pubblico che cerca nel cinema un'ora e mezza di leggerezza e buoni sentimenti.
Interpretare un nonno, un tempo, era l'ultima spiaggia, non solo anagraficamente. Ora, invece, può essere una seconda giovinezza, a patto di non finire come il povero De Niro in roba tipo Nonno scatenato. Nell'ultima commedia italiana per famiglie, quella alla De Luigi, nata proprio in Medusa (oggi alla ricerca di validi sostituti, come anche qui), il nonno è, dunque, un valore aggiunto.
Difficile che i nonni abbiano un ruolo centrale nei film italiani. Ed è un controsenso, non solo per l'incidenza emotiva che hanno nel vissuto dei nipoti, ma anche per la presenza nel loro quotidiano, molto più che in passato. In questo senso, La guerra dei nonni di Gianluca Ansanelli è un film che fotografa davvero qualcosa che al cinema resta spesso ai margini del racconto, eleggendo a protagonisti [...] Vai alla recensione »