Famosa attrice, ballerina, produttrice e cantante americana, Goldie Hawn è una delle interpreti comiche più amate di Hollywood, per il suo contributo televisivo e cinematografico dato al genere della commedia, dove ha utilizzato il suo fascino e la sua bellezza per esaltare i perfetti tempi comici in titoli e show brillanti che l'hanno resa uno dei volti preferiti dal pubblico Anni Settanta-Novanta.
Splendida compagna di vita di Kurt Russell, si avvicina al mondo dello spettacolo fin da piccola. Una volta laureata, apre una scuola di danza, ma dopo due anni si trasferisce a New York per dedicarsi seriamente alla recitazione, pur mantenendosi sempre come danzatrice.
Notata dagli umoristi Dan Rowan e Dick Martin, viene messa sotto contratto come ballerina in un celebre programma televisivo d'intrattenimento, ma le sue accattivanti risatine e la sua abilità nell'improvvisazione le permettono di diventarne una delle comiche di punta, al pari della nemica-amica Judy Carne, Ruth Buzzi, Jo Anne Worley, Lily Tomlin, Chelsea Brown e Pamela Rodgers, ottenendo un primo importante riconoscimento nella forma di ben tre candidature agli Emmy.
Impostasi con sketch reinventati sul personaggio della "biondina svampita", trasmette ilarità negli spettatori e nella critica, affascinati dalla sua intelligenza e dalla sua ironia, tanto che, una volta passata al grande schermo, la premieranno andando a vedere i suoi film e lodandone le qualità umoristiche, nonché innalzandola a icona della commedia americana e figura centrale del cinema statunitense Anni Settanta. Con il suo stile comico e la sua mimica esuberante, ha rivoluzionato il ruolo femminile nella comicità audiovisiva.
Sarà proprio una di queste pellicole, nel 1969, a farle vincere l'Oscar e un Golden Globe come miglior attrice non protagonista, inducendo gli Studios a inserirla in acclamate commedie.
Da quel momento in poi, andrà incontro a un continuo e grande successo, aggiungendo al lavoro da attrice anche quello di produttrice esecutiva e cesellando interpretazioni sempre più riuscite. Versatilissima, è ottima nelle parti di donna egoista e stereotipata, ma non meno graffiante in quelli da donna consapevole e forte al comando. Avrà anche un'esperienza come regista (il film tv Hope), all'interno della quale affronterà le sfide comuni di tutte le autrici di un'industria tradizionalmente dominata dagli uomini. "Il potere delle donne a Hollywood non è una cosa facile da ottenere", affermerà. "Una donna modera costantemente il proprio punto di vista, la propria passione. Ma io sono rimasta ferma nelle mie posizioni... ed è stato difficile perché non volevo che la gente mi vedesse come una stronza".
Capostipite di una fortunata dinastia di attrici e attori, è una delle donne di maggior successo all'ombra delle Hills, riuscita a rimanere sulla cresta dell'onda per oltre trent'anni.
Gli studi di danza
Goldie Hawn nasce a Washington D.C. nel 1945, figlia di una gioielliera e di un musicista. La famiglia deve purtroppo e prematuramente fare i conti con un grave lutto, legato alla morte di un fratello maggiore dell'attrice, che spingerà i membri del nucleo familiare a trasferirsi a Takoma Park, nel Maryland. Goldie e sua sorella frequenteranno infatti la Montgomery Blair High School di Silver Spring, un piccolo paesino proprio nello Stato nel quale sono andate a vivere.
Fin da piccola, la Hawn comincia a prendere lezioni di danza e tip tap e, una volta diventata adolescente, si appassionerà anche alla recitazione, ma non così fortemente rispetto alla coreografia.
Il successo con "Laugh-In" e la fortunata carriera in tv
Dopo aver lasciato l'American University, lavora come ballerina professionista per anni, arrivando a trasferirsi a New York City e poi in California, dove spera che la possano notare, così che i suoi ingaggi aumentino. Curiosamente, durante i tanti provini cui si presenta, riceverà da tutti la stessa identica risposta: dovresti fare l'attrice. E lei, per una buona volta, decide di seguire quanto suggerito e si presenta all'audizione per entrare nel cast di una sitcom, Good Morning World, che andrà in onda dal 1967 al 1968 e che le offrirà il ruolo della fidanzata di un dj radiofonico.
Assolutamente esilarante, viene contattata da Dan Rowan e Dick Martin che la supplicano di partecipare al loro sketch comedy show "Laugh-In". Lei accetta ed entra fin da subito come regular in un cast che già conteneva i più eccelsi nomi della comicità televisiva: Sarah Kennedy, Tiny Tim, Henry Gibson, Arte Johnson, Alan Sues, Sammy Davis Jr., Teresa Graves, Dom DeLuise, Patti Deutsch e tanti altri. La Hawn è completamente a suo agio e ipnotizza il pubblico quando spesso scoppia in una risata acuta nel bel mezzo di una battuta, per poi offrire una performance impeccabile un attimo dopo.
Considerata la It girl degli Anni Sessanta, è palese a tutti come non reciti, ma semplicemente viva i suoi personaggi. Il pubblico televisivo americano percepisce la sua sincera spontaneità e la comicità intelligente, frutto di un sapiente uso dell'ironia per smontare stereotipi, anche quando interpreta ruoli apparentemente frivoli. Con una presenza scenica magnetica, domina la scena sospesa tra energia e grazia, passando con disinvoltura dalla scenetta divertente alla musica, dal varietà alla pungente battuta di satira.
Diventata famosissima per la sua risata contagiosa (che divenne il suo marchio di fabbrica), si presenta anche come icona di una gioventù ribelle in un'epoca di cambiamenti sociali radicali. In mezzo a tutti quei veterani della comicità, la Hawn è la nuova generazione: libera, autoironica, anticonformista. Il suo aspetto da bambolina dal taglio corto e la bocca quasi sempre spalancata è solo una facciata. Dietro, c'è una donna abilissima nel sfornare battute e che sa giocare coi cliché in maniera innovativa, anarchica e veloce.
Il suo cammino televisivo prosegue poi con lo special "Goldie and Liza Together", andato in onda nel 1980, dove è la co-protagonista di un varietà musicale con Liza Minnelli. Trasmesso dalla CBS, lo show ottiene ben quattro nominations agli Emmy Awards e propone una Goldie Hawn in piena forma, investita da una chimica palpabile innescata con la sua collega. Tra duetti e sketch, l'attrice mostra le sue doti canore e, soprattutto, la sua perfezione coreografica e sorprendente, tenendo testa a una performer esperta come la Minnelli.
L'Oscar alla miglior attrice non protagonista
Cinematograficamente, Goldie Hawn si affaccia sul grande schermo nel 1968, quando venne scelta per entrare nel cast del film di Michael O'Herlihy Pazza banda di famiglia, ma è con Fiore di cactus (1969) di Gene Saks e con la vivace e idealista Toni Simmons, innamoratasi di un dentista molto più anziano di lei (interpretato da Walter Matthau), che arriva all'Oscar e al Golden Globe come miglior attrice non protagonista, sbaragliando la concorrenza (allora rappresentata da Catherine Burns, Dyan Cannon, Sylvia Miles, Susanna York, Siân Phillips, Marianne McAndres e Brenda Vaccaro).
Con freschezza e spontaneità e uno stile recitativo apparentemente semplice e naturale (quando in realtà è molto calibrato e coinvolgente), l'attrice è un'esplosione di energia nuova che, con disinvoltura, propone una comicità intelligente all'interno di un personaggio che somiglia molto alla biondina svampita di "Laugh-In", mostrando però una credibile profondità, che le fa evitare la facile caricatura. Mai sopra le righe, riesce addirittura a strappare la scena a una gigantessa come Ingrid Bergman, diventando il cuore emotivo del film ed equilibrando la narrazione. Risultati non da poco se si pensa che, in un'epoca in cui le attrici comiche erano spesso sottovalutate, la Hawn dimostra che anche un ruolo leggero può avere spessore e meritare riconoscimenti importanti.
Gli Anni Settanta
Dopo Fiore di cactus, diventa una delle attrici più richieste degli Anni Settanta e Ottanta. Recita nel britannico M'è caduta una ragazza nel piatto (1970), dove interpreta l'americana Marion (una diciannovenne che è appena uscita da una relazione con il suo fidanzato e che incontra uno scapolo incallito pronto a farla capitolare) in una commedia romantica brillante, tratta dalla celebre pièce teatrale di Terence Frisby. Affiancata da Peter Sellers, qui proprio nei panni dell'incallito seduttore inglese, la Hawn (anche aiutata dalla sceneggiatura) ribalta i ruoli e mette in crisi le certezze del dongiovanni, venendo lodata per il carisma che riesce a trasmettere con la sua recitazione.
A questo titolo si aggiungono Il genio della rapina (1971) e Le farfalle sono libere (1972). In quest'ultimo, è un'aspirante attrice che si innamora di un ragazzo ciesco in una nuova commedia romantica intensa e delicata. Mostrando vulnerabilità e maturità, i critici apprezzano la pellicola e lei si ritrova candidata a un Golden Globe come miglior attrice protagonista in una commedia.
Nel 1974, dopo The Girl from Petrovka, è diretta da Steven Spielberg in Sugarland Express che però, purtroppo, si rivelerà un flop dal quale riuscirà a riprendersi solo grazie a Shampoo (1975) di Hal Ashby.
Nei panni della fidanzata di un parrucchiere (Warren Beatty), la Hawn partecipa a questa commedia sessantottina satirica sulla superficialità e sul sesso, rappresentando una donna ingenua ma affettuosa in un mondo di relazioni vuote. Acclamata e nuovamente nominata ai Golden Globe come miglior attrice, ritroverà la stessa candidatura l'anno seguente, quando verrà diretta da Melvin Frank in La volpe e la duchessa, una commedia western con George Segal, nella quale si presenta al pubblico come Amanda Quaid, la ballerina di un saloon. Perfetta nel suo uso della comicità slapstick, la Hawn balla, canta e recita con brio, offrendo una buona performance.
Più ad alta tensione (ma non esageratamente) invece, la commedia giallo-rosa Gioco sleale (1978), dove veste i panni della bibliotecaria Gloria, coinvolta in un complotto omicida tra inseguimenti e misteri, accanto a Chevy Chase. Goldie è perfetta nel ruolo della donna comune, catapultata in un intrigo ritmato dalla sua simpatia e che, chiaramente, le fa arrivare un'altra candidatura ai Golden Globe.
L'ultimo film del 1979 è tutto italiano. Mario Monicelli la inviterà a partecipare a Viaggio con Anita assieme a Giancarlo Giannini, Claudine Auger, Aurore Clément, Andréa Ferréol, Renzo Montagnani e Laura Betti, diventando proprio la Anita del titolo, una giovane americana che è in Italia per conoscere un architetto e che si trova coinvolta nel viaggio malinconico e amaro del protagonista.
Non andarono bene le trattative per averla nel ruolo di Eve Teschmacher nel Superman del 1978. Richard Donner la voleva fortemente, ma la sua richiesta di compenso (due milioni di dollari) fu ritenuta irragionevole dai dirigenti dello Studio, che alla fine si accontentarono dell'attrice meno conosciuta Valerie Perrine.
Gli Anni Ottanta
Da una sceneggiatura eccelsa, Howard Zieff la dirige nel cult Soldato Giulia agli ordini, un film gradevole e pieno di verve. Gli Anni Ottanta iniziano benissimo, perché il suo personaggio, una donna non propriamente vicina al sacrificio e alla disciplina, che sceglie di diventare una soldatessa, portandola a una serie di disavventure e situazioni imbarazzanti, le regala la sua prima candidatura all'Oscar come miglior attrice protagonista.
Anche produttrice della pellicola, la Hawn dimostra senza ombra di dubbio il suo naso per gli script e si gode i frutti del suo lavoro arricchendo la sua filmografia di altri titoli (Bastano tre per fare una coppia) e imponendosi definitivamente come la regina della commedia americana.
Nel 1982, Norman Jewison la dirige in Amici come prima, dove è la sceneggiatrice e compagna di vita di Burt Reynolds, in una coppia che, dopo anni di convivenza, decide di sposarsi andando incontro a tensioni e crisi. In questa riflessione sul matrimonio moderno, la Hawn continua a esplorare i suoi personaggi femminili, intinti in un tono agrodolce, che è ormai il suo metro di misura per le future parti che verranno e che non le fanno mancare le successive candidature ai Golden Globe.
Dopo Swing Shift - Tempo di Swing (1984), diretta da Jonathan Demme, e Protocol (1984), diretta da Herbert Ross, si prepara a un nuovo successo con Una bionda per i Wildcats (1986), dove veste i panni di una madre single che diventa allenatrice di football americano per una squadra liceale, seguendo le orme paterne, ma affrontando anche pregiudizi e ostilità. Con grinta e senso di leadership, nel pieno di un empowerment femminile, la Hawn supera anche questa sfida presentando al pubblico un personaggio determinato, che ride vivacemente di stereotipi in un ambiente maschile.
Replicherà i buoni risultati negli incassi con Overboard - Una coppia alla deriva (1987), diretta da Garry Marshall. Da questa ricca ereditiera arrogante che, dopo una caduta in mare perde la memoria e viene ingannata da un falegname (Kurt Russell), che la convince di essere suo marito, per vendicarsi di come lo aveva trattato, la Hawn riceve solo plausi, sia per la sua trasformazione comica (da snob viziata a madre affettuosa) sia per l'irresistibile chimica con il partner, che fa scintille sullo schermo, regalando momenti divertenti e teneri.
Gli Anni Novanta
Con l'arrivo degli Anni Novanta, la sua fama non subisce alcun declino. Lavora con successo a Due nel mirino (1990), Doppio inganno (1991), CrissCross (1992), fino alle ottime performance in Moglie a sorpresa e La morte ti fa bella, entrambe del 1992.
Nella prima, diretta da Frank Oz, è la finta moglie dello sconcertato e irritato Steve Martin, portando nobiltà alla bugiarda Gwen, che farebbe di tutto pur di avere un bel tetto sopra la testa. Nella seconda, gigioneggia diretta da Robert Zemeckis in quello che si rivelerà essere un irriverente cult della commedia nera e del fantasy satirico sulle immaginarie e orripilanti azioni che le celebrità seguono pur di mantenere viva l'illusione dell'eterna giovinezza. Giostrato autoironicamente tra lei e Meryl Streep (che in passato le rubò il ruolo da protagonista in La scelta di Sophie), triangolando un ingenuo Bruce Willis e sostenuto anche da una formidabile Isabella Rossellini, La morte ti fa bella le offre la possibilità di dissacrarsi in un gioco al massacro dai formidabili effetti speciali. La sua Helen Sharp, scrittrice ossessionata dalla competizione con l'attrice Madeline Ashton, rappresenta una delle punte più alte della sua carriera. Mai la Hawn è stata così cattiva, vendicativa, libera di sperimentare, espressiva e divertente.
Il successo la insegue in un altro cult, Il club delle prime mogli (1996), dove condivide il set con Diane Keaton e Bette Midler, formando un trio di "signore in bianco" che decidono di prendersi una bella rivincita sui mariti che le hanno abbandonate. Fanno di tutto: cantano, ballano, si odiano e si amano, mettendo in scena sequenze da crepapelle e pronunciando battute da antologia. A lei spetta la parte della diva al tramonto, impegnata a combattere una nuova sfida contro il tempo che passa, all'interno di un copione pieno di comicità.
Lo stesso anno, Woody Allen la sceglie per il ruolo della madre affettuosa e idealista Steffi in Tutti dicono I love you, ambientato tra New York, Parigi e Venezia. Stavolta, l'attrice ci offre una performance più delicata e romantica, dalla quale ne esce incantevole, soprattutto nella scena finale, nella quale balla, volando con Allen sulle rive della Senna. Poi, è di nuovo accanto a Steve Martin in Sperduti a Manhattan (1999), dove chiude in bellezza gli Anni Novanta, con il remake di Un provinciale a New York, scritto da Neil Simon. Qui, è Nancy, una donna sposata da oltre vent'anni con Henry, che affronta una fase di stanchezza e incomunicabilità, acuita in un disastroso viaggio a New York.
Vista l'alchimia tra lei, la Midler e la Keaton, gli Studios presero in considerazioni altri progetti pur di rivederle recitare insieme nel grande schermo. Due in particolare sembravano sul punto di essere realizzati, ma finirono irrimediabilmente per essere abbandonati. Nel primo "Avon Ladies of the Amazon", avrebbero recitato il ruolo di tre venditrici di prodotti di bellezza Avon nella giungla. Nel secondo, sarebbero state cantanti di un gruppo un tempo molto popolare, che tenta di riconnettersi dopo la loro separazione.
Il ritiro dalle scene
Con l'arrivo del nuovo millennio, l'attrice vale il biglietto per andare a vederla al cinema in Amori in città... e tradimenti in campagna (2001), dove si ritrova nelle vesti di un'amica tentatrice e spiritosissima che mette a repentaglio il matrimonio tra Warren Beatty e Diane Keaton. Rifiuta però un ruolo marginale in Il Dottor T & le donne di Robert Altman, venendo poi sostituita da Shelley Long, e l'anno successivo affianca Susan Sarandon nella sofisticata opera prima di Bob Dolmen Due amiche esplosive, che la spinge a chiudere definitivamente la sua carriera con il botto: una nuova candidatura ai Golden Globe.
A questo punto, si ritira dalle scene, scegliendo di dedicarsi totalmente a se stessa e alla sua famiglia.
Il ritorno al cinema
Tornerà sul grande schermo solo nel 2017 con Fottute!, accanto a Amy Schumer, dove saranno due americane vittime di un rapimento in Ecuador. La 20th Century Fox originariamente non voleva la Hawn, visto che non recitava da quindici anni, ma la Schumer insistette a tal punto da minacciarli di abbandonare il progetto se la veterana della commedia non fosse stata scelta come sua partner.
Poi deciderà di affiancare il marito nelle commedie natalizie per bambini Qualcuno salvi il Natale (2018) e Qualcuno salvi il Natale 2 (2020), nel ruolo della moglie di Babbo Natale.
In realtà, il ritorno sulle scene era previsto nel 2014 per This Is Where I Leave You, ma la produzione scelse Jane Fonda al suo posto, malgrado la Hawn fosse molto interessata alla parte della neo-vedova Hillary.
Vita privata
Migliore amica di Sally Field, Goldie Hawn ha avuto una lunga relazione con l'attore Mark Goddard e una con il cantante Spiro Venduras. Ha però sposato il ballerino e regista Gus Trikonis nel 1969, separandosi da lui nel 1973.
Dopo essersi legata allo stuntman Ted Grossman e ai colleghi Bruno Wintzell e Franco Nero, una volta disposto il divorzio da Trikonis, si fidanza con il musicista degli Hudson Brothers, Bill Hudson, dal quale ha due figli, gli attori Oliver e Kate Hudson. Anche questa unione però termina con un divorzio e la Hawn si lega all'interprete francese Yves Rénier e poi all'uomo d'affari marocchino Victor Dai, questo fino a quando, nel giorno di San Valentino del 1983, ritrova il collega Kurt Russell, con il quale aveva già lavorato nel 1967, nel suo film di debutto Pazza banda di famiglia, e in Swing Shift.
I due si innamorano pazzamente l'uno dell'altra, scelgono di non sposarsi mai e hanno un figlio, l'attore Wyatt Russell. Nonostante rumors sulle loro separazioni e sui presunti flirt dell'attrice con il giornalista Charles Glass e con il primo ministro pakistano, Imran Khan, la coppia prosegue con la loro unione a gonfie vele, godendosi la vecchiaia, tra le loro case sparse un po' in tutta l'america (Canada, Colorado, Manhattan, California).
La Hawn è nota per avere fondato la Hawn Foundation, una organizzazione no-profit che provvede all'educazione e all'istruzione dei giovani più svantaggiati socio-economicamente.