Io, Daniel Blake |
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Un film di Ken Loach.
Con Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann.
continua»
Titolo originale I, Daniel Blake.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Francia 2016.
- Cinema
uscita venerdì 21 ottobre 2016.
MYMONETRO
Io, Daniel Blake
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Which Side Are You On? (Da che parte stai?)di Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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domenica 6 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[Spoiler alert: nella recensione vi sono antcipazioni sugli sviluppi del film]. Da una vita intera Ken Loach sta dalla parte degli umili, dei diseredati, di coloro che scelgono di lottare contro le dittature fasciste (Terra e libertà), dei disoccupati, degii immmigranti clandestini (Bread and roses), dei cittadini vittime del neoliberismo e della privatizzazione del welfare, dei militanti sandinisti e nordirlandesi. Anche in questo suo ultimo film (I, Daniel Blake, Palma d'oro al Festival di Cannes) riprende alcuni temi peculiari della sua produzione: la disumanizzazione burocratica, la negazione di diritti fondamentali, la privatizzazione del sistema di protezione sociale. Daniel Blake è un falegname che ha subito, alla soglia dei 60 anni, un grave scompenso cardiaco e che richiede un sussidio di invalidità. La sua richiesta viene respinta e, in attesa del ricorso, è costretto a rivolgersi al Centro per l'Impiego per ottenere un sussidio di disoccupazione. Deve però sosttostare a un'autentico calvario burocratico: compilare un formulario su internet (lui non ha alcuna conoscenza dei computer e della rete), partecipare a un corso di formazione, dimostrare di cercare lavoro per 35 ore alla settimana. Nella ricerca di lavoro, trova anche una persona disposto ad assumerlo, ma Daniel non può accettare perché i medici hanno accertato la sua inabilità. La sua vicenda s'incrocia con quella di Daisy, giovane donna obbligata a trasferisi a Newcastle da Londra senza lavoro e senza reddito. Daisy ha due figli piccoli ed è costretta a rivolgersi alla "Banca del cibo" per poter mangiare. Tra i due nasce un rapporto di aiuto reciproco e di solidarietà, contrapposto alla logica impersonale e Kafkiana della burocrazia del welfare inglese, rigidissimo nell'applicazione di regole che sebrano pensate per creare ostacoli e negare diritti, un autentico percorso di umiliazione per le fasce più fragili della popolazione. Loach rende molto bene la contrapposizione tra un universo disumanizzato retto da regole escludenti e le relazioni di sostegno e di affetto che si creano tra i protagonisti (a cui si aggiungono due vicini di Daniel, un'impiegata solidale del Centro , le iniziative di supporto alimentare gestite da organizzazioni no profit). Daniel intraprende un lotta tenace per veder rconosciuti i propri diritti, fino a riempire le pareti del Centro per L'Impiego di scritte che descrivono la sua condizione. E' una scena catartica, anche se non prelude a un "happy end". Il film mi è parso efficacissimo nel disegnare ua nuova schiera di emarginati dai meccanimi del neoliberismo ormai consolidato ed emozionante nella sua denuncia priva di qualunque retorica o ispirazione pedagogica. "I, Daniel Blake" assomiglia a quelle lezioni frontali condotte da un ottimo relatore: nessun artificio, nessuna sofisticazione tecnologica, ma contenuti "veri" veicolati atttaverso un legame emotivo tra docente e discenti.
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