Io, Daniel Blake |
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Un film di Ken Loach.
Con Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann.
continua»
Titolo originale I, Daniel Blake.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Francia 2016.
- Cinema
uscita venerdì 21 ottobre 2016.
MYMONETRO
Io, Daniel Blake
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dignità di de faultdi MirajFeedback: 5464 | altri commenti e recensioni di Miraj |
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domenica 23 ottobre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Daniel e Daisy si incontrano in uno dei numerosi non luoghi della burocrazia amministrativa. Lui, Daniel, un carpentiere sessantenne dispensato dal lavoro a causa di un problema cardiaco. Lei, Daisy, una giovane donna sola con due figli, in cerca di lavoro. Si incontrano nell'ufficio adibito all'accoglimento delle loro istanze. Digitali di de fault, come sottolinea l'addetto alla sicurezza. E subito il film entra nel vivo del suo significato. L'inutilità dei non luoghi, dove inizia un iter burocratico di passaggi inutili - seppur online, attraverso call center inutil, riempiendo modelli inutili - seppur online -, dovendo dichiarare elementi inutili e pure in contraddizione tra loro, di cui si stenta a capire la necessità. Tra i due personaggi, subito uniti dalla difficoltà di rispettare l'asetticità del non luogo, nasce un intenso legame di solidarità e dignità, fatto di pochi cibi condivisi, di poche parole per far parlare i bambini ed anche per farli pensare, di strade che potrebbero tornare ad essere realtà, come i libri senza posto di Daisy, per i quali Daniel ha costruito una libreria....sulla quale realisticamente quei libri non torneranno mai...sulla quale realisticamente poggeranno in disordine i vestiti delle notti rubate di Daisy. Perchè questa società la dignità vuole portarla via. Daniel incapace lottatore contro il mondo digitale che non riesce a fare un'istanza per l'indennità di malattia perchè non riesce ad usare gli strumenti informatici e quella indennità è l'unica fonte di sopravvivenza. Daisy, che non riesce a trovar lavoro se non prostituirsi per comprare un nuovo paio di scarpe alla figlia, perchè a scuola i compagni la prendono in giro per le scarpe che si aprono ed il lavoro che Daisy non trova è l'unica fonte di sopravvivenza. Eppure, nonostante tutto, quella che resta è la dignità. Questa è l'affermazione di Loach. La dignità umana, che nei legami tra gli uomini riesce comunque a rimanere integra, anche quando le condizioni di vita quotidiana creano i presupposti per non sentirsi più uomini. Il film racconta questo, con cruda semplicità e realismo. Racconta cosa è la dignità. Il proprio nome. L'essere cittadino. L'essere genitore. Un film che mette tutti in ginocchio, non lascia spazio alle obiezioni, c'è una verità sola ed è quella che ci mostra.
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