The Artist |
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Un film di Michel Hazanavicius.
Con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Francia 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 dicembre 2011.
MYMONETRO
The Artist
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il silenzio è d'orodi fabrizio dividiFeedback: 2879 | altri commenti e recensioni di fabrizio dividi |
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lunedì 30 gennaio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Celebrato dai critici e osannato dal pubblico ne prendiamo atto, "the artist" sprizza intelligenza, è puro godimento intellettuale e accende la mente del cinefilo (soprattutto) e del semplice innamorato di cinema. La trama e semplice ma sovraccarica di allegorie: tempo che fugge, dissoluzione, romanticismo, riscatto, ascesa e declino e potremo continuare; ma il vero tema è senza alcun dubbio l'amore per il cinema con i suoi metalinguaggi, le citazioni, i riferimenti ironici e iconici senza tempo, che fanno commuovere e stuzzicano la cultura dello spettatore, al di la di qualche piccola fase di stanca che talvolta, necessariamente diremmo per un film muto e in bianco nero, prende il sopravvento. Qualche esempio. Una sequenza che sulle note di "Vertigo" cita e onora il maestro Hitchcock, e che in un montaggio alternato spiega di fatto la natura stessa del thriller. Il tema del doppio, fin troppo abusato tra i cultori dell'arte cinematografica, con continui riferimenti alla doppia vita del protagonista, da celebre star a degradato reietto, attraverso inquadrature, specchi, riflessi di originalità rara. Basti pensare alla citazione "in negativo" di Oscar Wilde, con un geniale rovesciamento semantico del suo "ritratto" (il quadro questa volta rappresenta la vita precedente e di successo del protagonista e non la sua depravazione); o la scomparsa dell'ombra di Valentine(o) che se da una parte rimanda a una delle figure chiave del cinema espressionista (l'ombra è in fondo proiezione e luce dunque prima forma di cinema) dall'altra richiama Chamisso e il suo Peter Schlemihl che perde la propria identità nel momento in cui cede la sua ombra al diavolo in cambio di una valigia di monete d'oro. Il tutto girato con ritmo e maestria e con fotografia di grana e contrasto diversa a seconda del periodo raccontato. Non poteva mancare la messa in scena di un sogno, prova d'autore che in pochi registi superano a pieni voti. In questo caso Michel Hazanavicius si cimenta con l'ennesimo tributo al cinema e in particolare alla poesia surrealista del "Chien andalou" del maestro Luis Bunuel (non propriamente l'ottuso giovanotto descritto da Allen nel deludente "Midnight in Paris"), con uno stupefacente incubo sonoro che non ha eguali per straniamento e originalità; metafora esemplare di The artist" irripetibile favola nostalgica ma ingioiellata di ironica leggerezza. Fabrizio Dividi
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