The Artist |
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Un film di Michel Hazanavicius.
Con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Francia 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 dicembre 2011.
MYMONETRO
The Artist
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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The Artist - Omaggio al Cinemadi Beatrice FiorentinoFeedback: 28695 | altri commenti e recensioni di Beatrice Fiorentino |
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mercoledì 28 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L’avvento del sonoro nel cinema ha determinato una vera e propria rivoluzione linguistica, sancendo la fine di un’epoca per gli attori e i registi che non hanno saputo coglierne fin da principio le enormi potenzialità. Alla grammatica ormai affermata con il muto, il sonoro introduce significativi cambiamenti: realismo, fluidità del racconto, maggiore peso alla sceneggiatura, e non ultimo il cambiamento inevitabile nella recitazione che, acquisita la parola, rifiutava gli eccessi e l’enfasi espressiva del passato. Molti registi hanno caparbiamente proseguito per la loro strada come se nulla fosse, intimoriti da questa novità che rischiava di mettere a repentaglio il successo fino ad allora ottenuto. Si pensi a Charlie Chaplin che ha continuato imperterrito a girare film muti per diversi anni anche dopo il fatidico 1927, realizzando a onor del vero fior fior di capolavori come Luci della città o Tempi moderni, dimostrando che il suo eroe vagabondo non aveva bisogno della parola per suscitare nel pubblico grandi emozioni. Allo stesso modo, Michel Hazanavicius sceglie di raccontare la rivoluzione sonora realizzando fuori tempo un autentico film muto, utilizzando con grazia gli stilemi e il rigore compositivo del passato. The Artist è un film piacevole che ci parla della fine di un’epoca utilizzando paradossalmente lo stesso linguaggio di cui ci sta raccontando la fine. Scelta felice questa, che accentua il dramma del protagonista George Valentin e ci mette nella condizione di vivere insieme a lui l’avvento del sonoro come un vero e proprio incubo (testualmente messo in scena come autentico frastuono). Al divo non sarà data scelta, verrà travolto dall’ondata di nuovo e imboccherà l’inevitabile viale del tramonto senza alcuna capacità di reagire. Emblematica la sequenza sulle scale degli Studios dove c’è chi scende e c’è chi sale (George in discesa, Peppy Miller in salita): qui lo vedremo dire addio al suo passato di gloria nel cinema. Un fallimentare tentativo di produzione in proprio, l’orgoglio ferito e la crisi del ’29 faranno il resto. Sarà l’amore della stellina Peppy Miller a riscattarlo, amore sincero, autentico e disinteressato, capace di salvare Valentin da se stesso e di tornare a far splendere l’astro trasformando il potenziale Rodolfo Valentino in un novello Fred Astaire. Omaggio esplicito al cinema, The Artist ha forse il difetto di puntare più sul suo essere metafilmico che sui contenuti. Una sequenza ininterrotta di grandissimi film vi sono citati, non sempre per una vera e propria ragione. Sequenze, inquadrature, atmosfere, musiche, tratte dalla grande Hollywood di Orson Welles, Billy Wilder, Alfred Hitchcock, Charlie Chaplin. Anche la sceneggiatura che comincia frizzante e si basa su un’ottima idea di partenza, langue nella parte centrale ma trova comunque una sua felice conclusione. Molto convincente nella sua vis comica, delicata e ironica, il film ha minore forza nei suoi risvolti drammatici forse anche perché si misura con pietre miliari del cinema a cui strizza l’occhio ma con cui può difficilmente competere. The Artist può tuttavia contare su un sicuro consenso garantito dalla trovata di fondo del film che è formale ma ineccepibile e di sicuro effetto. Grazioso e un po’ gigione come il suo protagonista (Jean Dujardin, già migliore attore a Cannes per la sua interpretazione), The Artist ha raccolto consensi e nomination, molte delle quali, si trasformeranno sicuramente in una pioggia di premi.
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