The Artist |
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Un film di Michel Hazanavicius.
Con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Francia 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 dicembre 2011.
MYMONETRO
The Artist
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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che bello il muto!di Alessandra A.Feedback: 323 | altri commenti e recensioni di Alessandra A. |
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domenica 29 aprile 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ammettendo che forse la trama non è proprio il massimo dell'originalità, tanti i film hanno avuto il compito di raccontare il dramma provocato dal passaggio dal cinema muto al sonoro (Viale del tramonto, Cantando sotto la pioggia...), non si può negare che il film sia un vero colpo di genio! L'originalità poi non è da ricercare nel contenuto, una volta tanto, ma nella forma il che ogni tanto ci ricorda che il cinema non è solo trama. Il fatto poi che il film stesso sia un film muto racconta da tutto un altro punto di vista la trama già vista aprendo nuovi orizzonti al tema. Il coraggio del regista nel fare un muto nel 2012,la giustissima scelta degli attori sconosciuti ai più, e una colonna sonora perfetta vanno più che premiati. Se i protagonisti fossero stati già molto noti il pubblico avrebbe fatto fatica ad immaginarseli in un muto abituato a vederli dotati di voce. Invece così è stata tutta una scoperta. Gli attori incarnano icone ben precise:lui il vecchio che affonda nelle sabbie mobili (che è anche una scena che il protagonista dovrà girare per un suo film, chiara metafora) e lei il nuovo che avanza; nuovo anche in un senso più ampio ovvero la donna che si emancipa arrivando adirittura a chiamare "toys" i ragazzi che la seguono. Che dire poi del cane che nella vita come nella fiction salva il suo padrone - collega mescolando così realtà e finzione. Che il bianco e nero creasse atmosfere più suggestive si sapeva e registi del nostro tempo se ne sono già accorti da anni. Ma che il muto potesse risultare così piacevole nell'eliminare quelli che spesso sono dialoghi vuoti e rindondanti spesso messi lì per riempire degli spazi è stata una vera scoperta. Dà sollievo non sentirli, talvota. Certo quello che con comodità si può esprimere a parole e difficile esprimerlo senza ma certe scene come quella del balletto a due fatto dai protagonisti separati da un paravento in modo che si vedessero solo le gambe di lei è uno stratagemma che al regista non sarebbe mai venuto in mente se avesse avuto la comodità delle parole. Alcune scene poetiche come il sogno del protagonista, i momenti di vero silenzio e il finale poi valgono il film. Un film bello ma malinconico perchè fa rimpiangere questo genere. Sarebbe bello che di film muti se ne facessero di più e se l'orchestra al cinema ce l'avessimo anche noi nel mondo moderno sarebbe una piacevole innovazione.
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