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The Artist è probabilmente il film più importante della passata stagione cinematografica. Ovviamente vi sarebbero diversi e numerosi motivi per sostenere quanto detto sopra, sebbene ci si possa limitare ad esporne solamente due.
La prima è riscontrabile nel fatto che il regista francese Hazanavicius è riuscito, in modo veramente meritorio, a recuperare dagli albori della storia cinematografica un genere di film che non si vedeva da circa 80 anni, ovverosia una pellicola muta. A ciò si può, di conseguenza, ricollegare la seconda "impresa": l'utilizzo di tale strategia al fine di dar vita ad un esperimento di metateatro. In parole semplici, creare una pellicola muta che parlasse di tale tipologia di cinema e del passaggio epocale al sonoro, che si verificò negli anni '30 del 1900. In tal modo si è riusciti a mostrare, anche senza l'uso delle parole, lo scoramento e lo stupore (indubbiamente avvenuti) di chi, come il protagonista, passò dall'essere un divo irraggiungibile ad un semplice scarto, dato che le proprie doti mimiche ed espressive non sarebbero più state necessarie in un ambito nel quale le voci ed i dialoghi avrebbero espresso i concetti e le emozioni dei diversi personaggi.
Al successo del film non può che aver contribuito notevolmente anche la coppia di protagonisti che, con una stupenda prova interpretativa, si sono accollati per circa 90 minuti un'intera pellicola senza dialoghi e, sostanzialmente, senza altri attori in posizione di primo piano.
In definitiva The Artist è un buonissimo prodotto, anche se nettamente di natura non commerciale in quanto pur sempre girato con modalità a cui lo spettatore medio (e non solo) non è ovviamente avvezzo, visto che oltre a non avere dialoghi è ovviamente in bianco e nero.
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