Inception |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Elliot Page.
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Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 24 settembre 2010.
MYMONETRO
Inception
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Inception, fra illusione e realtàdi Tommaso BattimielloFeedback: 1538 | altri commenti e recensioni di Tommaso Battimiello |
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domenica 26 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il concetto è apparentemente ordinario e, se vogliamo, quasi ricorrente nel cinema americano: un astuto ladro tenta il suo ultimo colpo per raggiungere una vita serena e tranquilla “fuori dal giro” dell’illecito. Ciò che non è per niente ordinario è il tipo di colpi messi a segno da Dom Cobb (Leonardo di Caprio), che ruba i segreti delle sue prede direttamente dalle zone più recondite dell’inconscio, insinuandosi nei loro sogni. La ricompensa del suo ultimo lavoro sarà del tutto diversa da quelle precedenti: la libertà di poter tornare negli Stati Uniti (dai quali è dovuto scappare per essere stato accusato dell’omicidio della moglie) e riabbracciare i suoi figli. Come diversa è la procedura richiestagli dall’industriale giapponese Saito. Non più furti ed estrazione di segreti o idee, ma il loro innesto (Inception) nella mente del manager di una compagnia rivale. Alla stregua di un virus, innestando in quest’ultimo l’idea di disgregare l’impero paterno, l’idea finirà con l’impossessarsi del suo “ospite” fino a controllarlo completamente. Per fare ciò Cobb mette su una vera e propria squadra di specialisti, incluso un giovane architetto che dovrà progettare il mondo del sogno nel quale si muoveranno. Per un fine eccezionale c’è bisogno anche di un mezzo all’altezza, quindi Cobb escogita l’unico modo per innestare un’idea nella mente umana: agire su un “sogno al cubo”, tre strati onirici attraverso i quali si avrà accesso all’inconscio del signor Fischer senza che quest’ultimo se ne accorga. Anche se a tratti l’atmosfera sconfina in uno stile, già fin troppo abusato, alla Matrix o alla Ocean’s Eleven, la creatura di Nolan è a dir poco mozzafiato, e non solo per la grandezza delle riprese e delle sequenze sceniche utilizzate. Uno dei più grandi pregi di questo film è quello di essere pienamente integrato nella filmografia (e nei temi in essa dominanti) del regista londinese. Dal gioco di scatole cinesi di Memento (con cui condivide anche il tema del ricordo e della memoria) alle atmosfere del Cavaliere Oscuro, senza dimenticare un finale alla The Prestige, che lasciano quella piacevole sensazione d’innovativo ma allo stesso tempo familiare che un regista concede al suo pubblico più fedele. Non a caso Nolan, da ex studioso di letteratura, sceglie il tema del sogno come perno della sua sceneggiatura, simbolo del conflitto fra realtà e finzione (e qui ancora The Prestige) che da Cartesio a Freud ha occupato un ruolo centrale nella cultura filosofica europea, senza contare una lunga e complessa tradizione letteraria (il cui esempio più grandioso è senza dubbio “La vita è sogno” di Calderon de la Barca). Un tema molto sentito, dunque, già consacrato sul grande schermo da film come The Thruman Show e The Matrix, capolavoro dei fratelli Wachowski. Ottimi gli attori, su tutti Di Caprio che ripete l’eccellente interpretazione di Shutter Island ( fra i personaggi di Teddy Daniels e Dom Cobb si notano più di qualche punto di contatto), dimostrandosi sempre più interprete infinitamente malleabile e versatile. In definitiva, Christopher Nolan mette magistralmente in scena il mondo dei sogni, straordinaria metafora del cinema, un luogo non fittizio o estraneo alla realtà, ma a questa parallelo, se non complementare, un piano di “pura creazione” dove l’architetto è il regista e l’unico limite la sua fantasia.
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