Il cielo sopra Berlino |
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Un film di Wim Wenders.
Con Bruno Ganz, Peter Falk, Solveig Dommartin, Otto Sander.
continua»
Titolo originale Der Himmel uber Berlin.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 130 min.
- Germania 1987.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 2 ottobre 2023.
MYMONETRO
Il cielo sopra Berlino
valutazione media:
4,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gli angeli provano sentimenti?di AlejazzFeedback: 6879 | altri commenti e recensioni di Alejazz |
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lunedì 4 marzo 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel cielo di Berlino non ci sono solo nuvole e volatili ma anche angeli. Essi guardano dall’alto la vita frenetica dei mortali, seguono i loro pensieri e quando possono riescono a lenire le loro sofferenze appoggiando delicatamente una mano sulla loro spalla. Tra questi angeli ci sono Damiel (Bruno Ganz) e Cassel (Didier Flamand). Il primo non riesce più a restare impassibile al suo stato di angelo ma vuole capire di più i mortali e provare le loro emozioni, le passioni e difficoltà che vivono quotidianamente. Grazie a Marion (Solveig Dommartin), una trapezista e a Peter Falk (l’attore interpreta se stesso), Damiel prende coraggio ed effettua (ultimi 30’ della storia) il passaggio da angelo a comune mortale percependo finalmente nuove sensazioni che non conosceva prima.
Il film scorre lentamente; girato quasi completamente in bianco e nero (nonostante siamo alla fine degli anni ’80). Non si tratta di una soluzione stilistica; i colori accompagnano l’evoluzione del personaggio di Damiel; il bianco e nero mostra la vita piatta dell’angelo priva di emozioni e sentimenti. I colori entrano in gioco inizialmente negli attimi di astrazione dall’essere angelo ma poi definitivamente quando Damiel diviene un mortale.
Una caratteristica de “Il cielo sopra Berlino” è rappresentata dalla costante presenza di voci fuori campo: sono i pensieri a voce alta delle persone che gli angeli incontrano e ne fanno un’indagine introspettiva per poter essere per loro da supporto. I pensieri appartengono a persone di classi sociali ed età diverse. Vi sono, infine, pochi dialoghi tra i personaggi (in senso stretto).
All’inizio della pellicola il compito degli angeli risulta poco chiaro e offuscato. E’ necessario giungere a circa quasi metà del film per comprendere meglio la loro funzione e missione.
La scenografia mette in rilievo la città di Berlino (in quel periodo ancora divisa dal muro). A differenza però di quanto ci si aspetta, il regista Wim Wenders mette in luce i punti più marginali della capitale tedesca ovvero quelle zone meno note al turista. Tuttavia il primo piano della statua, in cima dalla Colonna della Vittoria, l'"Angelo d’Oro” ha un duplice ruolo: assonanza con il concetto di angelo, filo conduttore della storia, e identificazione della città di Berlino.
La fotografia è curata discretamente. Nulla di eccezionale da osservare se non un paio di momenti: i) la scena dello stormo d’uccelli che si muove in modo coordinato che regala una bell’immagine e ii) la scena in cui gli occhi dello spettatore diventano per un attimo gli occhi dell’angelo Damiel che ascolta i pensieri dei viaggiatori della metro.
Infine il montaggio regge la continua alternanza di spezzoni in b/n e a colori. Lavoro non semplice considerando la tecnologia che era a disposizione negli anni ’80.
Consigliato: Sì a pubblico +13
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