Marion (Solveig Dommartin)
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Il tempo guarirà tutto... Ma che succede, se il tempo stesso è una malattia?
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Homer (Curt Bois)
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Nominami gli uomini e le donne e i bambini che cercheranno me: il loro narratore, cantore e corifeo. Perché essi hanno bisogno di me più di ogni altra cosa al mondo: siamo tutti sulla stessa barca.
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Damiel (Bruno Ganz) e Cassiel (Otto Sander)
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Sì è magnifico vivere di solo spirito, e giorno dopo giorno testimoniare alla gente, per l'eternità, soltanto ciò che è spirituale. Ma a volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa. E allora non vorrei più fluttuare così, in eterno: vorrei sentire un peso dentro di me, che mi levi questa infinitezza legandomi in qualche modo alla terra, a ogni passo, a ogni colpo di vento. Vorrei poter dire: "ora", "ora", e "ora". E non più "da sempre", "in eterno". Per esempio... non so... sedersi al tavolo da gioco, ed essere salutato... Anche solo con un cenno... Ogni volta che noi abbiamo fatto qualcosa, era solo per finta. Ci siamo lussati l'anca facendo la lotta, di notte, con uno di quelli: sempre per finta. E ancora per finta abbiamo preso un pesce, per finta ci siamo seduti a un tavolo, abbiamo bevuto, mangiato. Per finta ci siamo fatti arrostire l'agnello e abbiamo chiesto il vino: per finta. Sotto le tende, nel deserto: solo per finta. Non che io voglia generare subito un bambino, o piantare un albero. Ma in fondo sarebbe già qualcosa ritornare a casa dopo un lungo giorno, dar da mangiare al gatto come Philip Marlowe, avere la febbre, le dita nere per aver letto il giornale; non entusiasmarsi solo per lo spirito, ma finalmente anche per un pranzo, per la linea di una nuca, per un orecchio; mentire, e spudoratamente; e camminando sentire che le ossa camminano con te; supporre, magari, invece di sapere sempre tutto... "Ah!", "oh!", "ahi!": poterlo dire, finalmente, invece di "sì" e "amen".
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Homer (Curt Bois)
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I miei eroi non sono pju guerrieri e re, ma i fatti di pace. Uno vale l'altro. Le cipolle, messe a essiccare, buone come il tronco d'albero che porta attraverso la palude. Ma ancora nessuno è riuscito a cantare un epos di pace. Cosa c'è nella pace che alla lunga non entusiasma e che non si presta al racconto? Devo darmi per vinto, ora? Se mi dò per vinto, allora l'umanità perderà il suo cantore: e quando l'umanità avrà perso il suo cantore, avrà perso anche l'infanzia.
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Marion (Solveig Dommartin) e Damiel (Bruno Ganz)
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Bisognerà finirla, prima o poi, con il caso. Non so se ci sia un fine, ma so che ci dev'essere una decisione.
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Marion (Solveig Dommartin)
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Non potrei dire chi sono, non ne ho la minima idea! Sono qualcuno che non ha origini, né storia, né paese e ci tengo! Sto qui, sono libera, posso immaginarmi tutto. Tutto é possibile. Non ho che da alzare gli occhi e ridivento il mondo
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Un angelo (Didier Flamand)
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....Come fui sul monte e arrivai al sole dalla nebbia della valle. Il fuoco ai bordi del pascolo. Le patate nella cenere. Il capannone delle barche sul lago. La Croce del Sud; l'Oriente lontano. Il grande Nord; l'Ovest selvaggio. Il grande lago dell'Orso. Le isole Tristan da Cunha. Il delta del Mississippi. Stromboli. Le vecchie case di Charlottenburg. Albert Camus. La luce del mattino. Lo sguardo del bambino. Andare ad abbeverarsi alla cascata. Le macchie delle prime gocce di pioggia. Il sole. Il pane e il vino. Il saltello. Pasqua. Le venature dei fogli di carta. L'erba che si muove. I colori delle pietre. I ciottoli sul letto del ruscello. La tovaglia bianca all'aria aperta. Il sogno della casa nella casa. Il vicino che dorme nell'appartamento accanto. La quiete della domenica. L'orizzonte. La luce della stanza nel giardino. Volare di notte. Andare in bici senza mani. La bella sconosciuta. Mio padre. Mia madre. Mia moglie. Mio figlio....
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Damiel (Bruno Ganz)
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..io ora so ciò che nessun angelo sa
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Marion (Solveig Dommartin) e Damiel (Bruno Ganz)
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Non Sono mai stata solitària: né da sola né con qualcun altro. Ma mi sarebbe piaciuto, in fondo, essere solitària. Solitudine significa: finalmente sono tutto.
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Damiel (Bruno Ganz) e Cassiel (Otto Sander)
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Ti ricordi come una mattina il vivere, l'essere a nostra immagine da tanto tempo atteso, è uscito dalla savana, l'erba incollata alla fronte? E come la sua prima parola fosse un grido? Disse "ah!"; o "aaah!"; oppure "oh!". O fu semplicemente un gemito. Di quest'uomo abbiamo potuto ridere, finalmente: per la prima volta. E dal suo grido, e dal modo con cui chiamava i suoi successori, abbiamo imparato a parlare.
Una lunga storia: il sole, i lampi, il tuono su nel cielo, e sotto, sulla terra, i falò, i salti in aria, le danze circolari, i segni, la scrittura. Poi all'improvviso uno uscì dal cerchio: si mise a correre dritto, e intanto che correva sempre dritto (curvando, qualche volta, per baldanza) sembrò libero. E noi allora potemmo ridere con lui. Ma poi cambiò di colpo: si mise a correre a zig zag, le pietre volavano... Con la sua fuga iniziava un'altra storia: la storia delle guerre, che ancora dura. Ma anche la prima, quella dell'erba, del sole, dei salti in aria e delle grida, dura ancora...
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Homer (Curt Bois)
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Col tempo quelli che mi ascoltavano sono diventati miei lettori e non siedono più in circolo, ma ognuno per sé, e nessuno sa nulla dell'altro...
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Marion (Solveig Dommartin)
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La maggior parte del tempo sono troppo cosciente per essere triste.
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Marion (Solveig Dommartin) e Damiel (Bruno Ganz)
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Non c'e storia più grande della nostra: quella mia e tua, dell'uomo e della donna. Sarà una storia di giganti: invisibili, riproducibili. Sarà una storia di nuovi progenitori.
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Marion (Solveig Dommartin) e Damiel (Bruno Ganz)
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Credo che oggi sia luna nuova. Non c'è notte più tranquilla: in tutta la città non scorrerà sangue.
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Damiel (Bruno Ganz) e Cassiel (Otto Sander)
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Risalirò il fiume. È una vecchia massima umana, sentita spesso, ma che capisco solo oggi: ora o mai. E l'attimo del guado. Ma non ci sarà un'altra riva: c'è solo il guado, finché stiamo dentro il fiume. Avanti: nel guado del tempo, il guado della morte. Noi che non siamo ancora nati, scendiamo dalla torretta: guardare non è guardare dall'alto, ma ad altezza d'occhi. Innanzitutto farò un bagno...
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Marion (Solveig Dommartin)
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"So così poco forse perché sono sempre curiosa. Talvolta penso in modo così sbagliato perché penso come se parlassi contemporaneamente a qualcun altro".
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