| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 90 minuti |
| Regia di | Alessandro D'Ambrosi, Santa De Santis |
| Attori | Augusto Fornari, Giulia Michelini, Valerio Morigi, Nina Pons, Maurizio Bousso Caterina Gabanella, Pietro Romano, Omar Monno, Roberto Luigi Mauri. |
| Uscita | giovedì 23 ottobre 2025 |
| Distribuzione | Filmclub Distribuzione |
| MYmonetro | 3,40 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 ottobre 2025
Leonardo, cinico autore di necrologi, incontra fantasmi vivaci, incluso il padre giovane. Grazie a loro riscopre la gioia e supera la paura di vivere. In Italia al Box Office Rip ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 15,3 mila euro e 7,8 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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L'esistenza di Leonardo, solitario e cinico autore di necrologi disilluso dalla vita, è sconvolta dallo straordinario e avventuroso incontro con un eccentrico gruppo di fantasmi, sorprendentemente vitali. Tra questi lo spettro di suo padre, che riappare a Leonardo giovane, estroverso e senza nessuna memoria della sua vita da genitore assente e anaffettivo. Leonardo scoprirà il segreto della felicità, vincendo la paura di vivere.
È un'insolita ghost story alla romana questo RIP che, nelle sue premesse narrative, costruisce perfettamente il suo mondo di riferimento che parte dal cimitero del Verano della Capitale.
Lì il protagonista va a trovare il padre che fa il custode e che una sera viene ucciso da una banda scalcagnata di criminali che trafugano una bara per chiedere un riscatto. Questo avvenimento apre, diciamo così, un varco spazio temporale che metterà in comunicazione l'uomo con il padre e con altre anime che si aggirano nel confini cimiteriali ma che possono uscirne solo entrando nel corpo di Leonardo. Attraverso questo escamotage, a volte una po' macchinoso, la sceneggiatura, scritta dagli stessi registi insieme a Giulio Carrieri, riesce a mettere in scena tutta una serie di personaggi sia reali e odierni, come Lara (legata alla bara scomparsa del nonno) interpretata dall'interessante attrice bolzanese Caterina Gabanella, già campionessa italiana di pattinaggio artistico, che del passato come Adelaide (Giulia Michelini) e Beatrice (Nina Pons). In questo interessante lavoro e direzione attoriale una menzione speciale va al protagonista, Augusto Fornari che, nella sua carriera, è stato utilizzato dal cinema quasi sempre in commedie ma che qui restituisce una gamma molto ampia di caratterizzazioni, dal grottesco fino al drammatico.
Per tutto questo i due registi, Alessandro D'Ambrosi e Santa De Santis, al loro primo lungometraggio dopo alcuni corti di successo, appaiono già molto solidi e capaci di ricreare dei mondi con un giusto budget a disposizione di 2,2 milioni di euro. L'annotazione economica, forse un po' insolita in una recensione, è per dare il corretto contesto in cui si può muovere il nostro cinema che non ha bisogno di presupposti monstre per riuscire a raccontare una storia, anche fantasy, senza far rimpiangere grandi produzioni che poi magari, proprio sugli effetti digitali, ti deludono pure. Molto interessante, in questo senso, la fotografia di Matteo Rea così come le musiche di Daniele Silvestri con la Klangore Factory. Ciononostante non è facile mantenere per tutta la durata di un lungometraggio le buone premesse narrative e RIP, costretto a inseguire i vari personaggi, entrando in profondità solo nella dinamica padre-figlio in cui i due - il padre riappare da giovane (Valerio Morigi) al figlio - riescono a ricostruire il loro rapporto, sorvolando sulle esistenze passate delle due coprotagoniste, e poi accennando a una possibile vita di coppia, sembra allungare un po' troppo, rischiando di disperdere la sua idea iniziale. Anche la costruzione drammaturgica che, da un registro più spensierato con toni da commedia grottesca, ci conduce via via fino ai drammi esistenziali e filosofici presupporrebbe - per rendere più credibile l'arco narrativo del protagonista che dovrebbe rimanere il fulcro di tutto - una scrittura più centrata tale da non disperdersi in troppe linee di racconto.
tra sogno e realtà, tra comicità e dramma, tra follia e realtà. splendido
Va visto più volte. Quando il cinema non è intrattenimento ma arte. Mi ricorda "Miracolo a Milano" De Sica 1951
Bellissimo film una bella storia che riguarda chiunque, lascia riflettere sulla propria confort zone che ogni uno di noi per noia si crea. La storia della ranocchia come metafora della vita ? sublime. Consiglio vivamente di guardarlo a cuore aperto.Complimenti agli attori, autori e registi
Quanto è sottile il confine tra equilibrio e disequilibrio nelle nostre vite? Quanto un episodio accaduto o mancato (a volte pure nascosto, da altri o da noi stessi, in modo conscio o inconscio) può condizionare in maniera irreversibile le nostre esistenze? RIP (il titolo rimanda veramente all'acronimo della nota espressione in latino: requiescat in pace), primo lungometraggio di Alessandro D'Ambrosi [...] Vai alla recensione »
Leo scrive cinici necrologi ma quando il padre muore nel giorno del compleanno ucciso da ladri sacrileghi cambia tutto. Leo apprende leggi surreali che gli regalano la sintonia mai avuta col burbero papà scomparso. Il film parte lento e si fa un po' fatica, poi decolla e trova un ritmo convincente. Tono disincantato, taglio simpatico. Non si riposa in pace e c'è viatico migliore.
RIP, acronimo di Riposa in Pace, questo il titolo. Peccato che Leonardo (Augusto Fornari), autore di necrologi cinico e solitario, deluso dalla vita e privo di slanci emotivi, sembra essere già un morto che cammina, ma da vivo. Per fortuna lo riporteranno in vita un gruppo di bizzarri fantasmi davvero vivaci, interpretati da Giulia Michelini e Nina Pons.
"Siete davvero sicuri che il mondo sarebbe un posto peggiore senza di voi?", ci chiede guardando in macchina il protagonista di RIP Leonardo (Augusto Fornari) prima di buttarsi da un palazzo e, invece di schiantarsi al suolo, cadere dentro un tombino aperto, non lasciando alcuna traccia di sé. Ovviamente è tutta un'illusione, Leonardo è ancora vivo (almeno fisicamente) e continuerà il suo monologo [...] Vai alla recensione »
Leonardo vive scrivendo necrologi per un giornale. Quando suo padre, guardiano del cimitero del Verano, viene ammazzato, egli entra in contatto concreto e reale con la vita dei defunti, tra cui lo stesso trapassato genitore, nelle sembianze giovanili ritratte nella foto che sarebbe finita sulla lapide. Da qui, un sorprendente recupero affettivo del tempo perduto.