Tre generazioni palestinesi, tra esilio e resistenza: una storia che svela il volto nascosto dell'oppressione. Drammatico, Cipro, Germania, Grecia, Giordania2025. Durata 145 Minuti.
Un ritratto di famiglia che esamina il rapporto tra nonno, padre e figlio e l'eredità del
trauma tramandato a ciascuno di loro. Espandi ▽
1988 Prima Intifada. Noor, un adolescente viene colpito da un proiettile sparato dagli israeliani. La madre, ormai anziana, si rivolge ad un interlocutore, di cui scopriremo l’identità solo molto più avanti, sentendo la necessità di raccontargli quanto accaduto alla famiglia nel passato. Si passa a Jaffa nel 1948 quando il nonno di Noor, Sharif, viene arrestato perché attaccato alla propria terra dopo che gli inglesi hanno lasciato la regione. E poi si arriva al 1978, al campo dei rifugiati in Cisgiordania. Qui Salim, figlio di Sharif, viene umiliato da un soldato israeliano dinanzi al figlio Noor, del quale poi seguiremo le vicende che coinvolgeranno i genitori. Cherien Dabis dirige e interpreta un film che invita tutti a interrogarsi su quanto accade oggi. È solo conoscendo il passato che si può comprendere il presente, ed è ciò che Dabis fa scegliendo un punto di vista, quello palestinese, senza dimenticare quello di chi vi si oppone. Recensione ❯
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Due sorelle affrontano il ritorno del padre regista e l'arrivo di una star americana che sconvolge gli equilibri della loro fragile famiglia. Espandi ▽
Nora (nome ricorrente nella drammaturgia internazionale) è un’attrice di teatro che soffre di attacchi di panico ogni volta che deve entrare in scena. Ha una relazione con un collega sposato, non ha figli ed è legata solo a sua sorella Agnes e alla di lei famiglia. Gustav, il padre di Nora e Agnes, è un famoso regista che dopo il divorzio ha lasciato la Norvegia (e la famiglia) per tornare nella nativa Svezia. Ora però è tornato per il funerale della ex moglie, e per chiedere a Nora di interpretare la protagonista della sua ultima sceneggiatura, a suo dire la più riuscita e personale, che dovrebbe essere ambientata proprio nella casa dove Nora e Agnes sono cresciute.
In Sentimental Value il regista e sceneggiatore norvegese Joachim Trier fa una cosa difficilissima: imprimere la propria cifra stilistica personale e inconfondibile ad un argomento già molto frequentato dal cinema mondiale (compreso quello nordico), ovvero la complessità dei rapporti famigliari.
La regia di Trier si muove con la consueta morbidezza e fluidità nelle transizioni fra gli spazi e i sentimenti, spesso interrotta da schermi al nero e brusche frenate musicali, e riproduce la natura caleidoscopica dei rapporti, mantenendo una raffinatezza compositiva rarefatta ed essenziale, ma mai algida o priva di pathos. Recensione ❯
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Una riflessione intima e surreale sulla perdita, scandagliando il rapporto padre - figlio attraverso una narrazione che unisce leggerezza e malinconia. Espandi ▽
Bernard, scrittore di mezza età in crisi creativa, ha un complicato rapporto con il padre e una relazione sentimentale alla deriva con Agata. Chiuso tanto al mondo esterno quanto a quello dei suoi sentimenti, Bernard trova conforto solamente nella pecora che tiene in casa e che abbraccia quando dorme. Un'aggressione subita dal padre e la conseguente scoperta che l'uomo soffre di un cancro in fase terminale sconvolgono ulteriormente la vita di Bernard, facendolo precipitare in una realtà sempre più condizionata da incontri ed eventi surreali.
L'opera seconda del regista azero Elmar Imanov, presentata nel corso del Festival di Berlino, racconta con toni da realismo magico l'odissea esistenziale di un uomo incapace di liberarsi dei fantasma della sua educazione.
Il film porta progressivamente lo spettatore in una dimensione enigmatica. Il riferimento a Cronenberg non è del tutto gratuito, perché il mestiere di scrittore di Bernard avvicina le sue allucinazioni alle creature de Il pasto nudo, in un ideale collegamento con Queer di Guadagnino per quanto con toni e temi opposti. Recensione ❯
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Un'opera che risponde alla necessità di non seppellire nell'oblio quanto accaduto in Brasile negli anni della dittatura. Thriller, Brasile, Francia, Paesi Bassi, Germania2025. Durata 158 Minuti.
Negli anni '70 in Brasile un uomo torna nella propria città di origine essendo ricercato da chi lo vuole morto. Espandi ▽
1977. Il Brasile vive sotto un regime militare dittatoriale. Con il falso nome di Marcello un professore universitario torna con il figlio nel nordest del Paese per cercare notizie sulla madre in attesa di espatriare. Nel passato si è messo di traverso rispetto all’attività di un corrotto imprenditore di origini italiane ed ora due killer sono sulle sue tracce per eliminarlo. Kleber Mendonça Filho torna a Recife, sua città di nascita, per raccontare il clima di violenza che dominava nel Brasile degli anni della dittatura. Il film viene strutturato in capitoli come fosse un romanzo e inserito, da un certo punto in poi, nella ricerca che due giovani studentesse stanno svolgendo nel presente in un archivio al fine di far emergere storie del periodo della dittatura. Questa modalità di narrazione ci rimanda alle origini giornalistiche del regista offrendo anche occasione per un riferimento alla necessità di non seppellire nell’oblio quanto accaduto in quegli anni. Recensione ❯
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Un'opera ambiziosa che mette in scena la condizione femminile con un raffinato gusto compositivo e qualche vezzo. Drammatico, Germania2025. Durata 149 Minuti.
Una fattoria rurale è il luogo che fa nascere il legame fra quattro ragazze di epoche diverse. Espandi ▽
Tre epoche diverse, tre storie di giovani esistenze, un comune destino femminile che ha a che fare con il proprio (limitato) ruolo nel mondo. Non c’è unità di tempo ma c’è unità di luogo perché le storie si svolgono tutte nella stessa fattoria. E forse c’è qualche legame famigliare ad unire le tre protagoniste: una bambina, una ventenne, una preadolescente. Intorno a loro vediamo madri alienate e incapaci di affrancarsi dalla società patriarcale in cui vivono, nonché di proteggere i propri figli, e uomini che considerano legittimi atti di violenza, molestie e stupri in nome di una supremazia reiterata nel tempo. Sound of Falling, opera seconda di Mascha Schilinski, è ambiziosa sia in termini di contenuti che di durata che soprattutto di forma. Esteticamente il film si muove fra la crudeltà di Michael Haneke e la oleografia della pittura fiamminga, con qualche compiacimento di troppo e qualche vezzo autoriale diventato di moda ma anche con un raffinato gusto compositivo e un utilizzo sapiente degli strumenti cinematografici. Recensione ❯
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Una riflessione profonda e dolente sui rimossi delle famiglie della classe media italiana. Espandi ▽
La tranquilla vita quotidiana di Emilia, impiegata comunale in Calabria, è disturbata dalla diagnosi di Alzheimer fatta al marito, con cui decide di andare a trovare il figlio Antonello in Germania, per una conversazione faccia a faccia sulle condizioni di salute del padre. Antonello Scarpelli mette in scena un ritratto familiare intimo e senza retorica, alternando primissimi piani e ampi paesaggi che vanno a comporre una riflessione profonda e dolente sui rimossi delle famiglie della classe media italiana. Recensione ❯
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Dramma e commedia, humour e austerità, grottesco e sublime si mescolano e si fondono in un'unica musica. Espandi ▽
Lissy Lunies ha grandi difficoltà nella gestione del marito affetto da demenza senile. Lei, a sua volta, ha problemi di salute non di poco conto. Il loro figlio Tom è direttore di un'orchestra di giovani e sta occupandosi della partitura scritta da un amico costantemente insoddisfatto del risultato. Al contempo si trova a gestire anche la maternità dell'ex compagna non essendo il padre della nascitura. Sua sorella Ellie, assistente di studio odontoiatrico, ha una forte tendenza all'alcol e non si fa sentire dai familiari da molto tempo.
Il film vincitore del premio alla migliore sceneggiatura alla Berlinale supera la prova della durata grazie alla credibilità dei personaggi.
Il punto di partenza del film è legato alla scomparsa in successione, in un breve arco di tempo, dei genitori del regista. Questa doppia perdita gli ha imposto una serie di riflessioni che ha poi trasferito nella finzione. Ne è nato un film suddiviso in capitoli che, nonostante qualche punto di cedimento, conserva una sua forza legata, oltre che alla scrittura, alla performance di tutto il complesso degli attori. Recensione ❯
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Gaza, 2007: tra blocco israeliano e potere di Hamas, Osama traffica farmaci sotto copertura. Un film d'azione riapre vecchie ferite due anni dopo. Espandi ▽
Gaza, 2007. Osama è un trafficante di farmaci illeciti. Al bancone lavora il giovane Yahya, che vede Osama entrare in conflitto con il poliziotto corrotto Abou Sami finché la situazione non raggiunge un punto di non ritorno. Due anni dopo, un film d’azione trova a sorpresa un attore principale che possa prestare il volto alla leggenda. In un’epoca in cui le immagini provenienti da Gaza si rincorrono strazianti e quotidiane come testimonianza del genocidio, il cinema rischia a volte di sembrare impotente. Ecco allora che operazioni sui generis come questo dramedy metatestuale e crepuscolare dei fratelli Arab e Tarzan Nasser diventano tanto più significative. Un cinema che affonda nel passato eppure risponde d’istinto al presente, aggiungendo ad esempio sui titoli di testa l’audio di Trump su come trasformare Gaza in una riviera di lusso; è il tipo di scelte che forse, più che nell’immediato, pagherà tra vent’anni, quando la prospettiva futura renderà l’oltraggioso ancor più evidente. Recensione ❯
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Una biografia che scava nella personalità di Mengele non nascondendo niente della sua agghiacciante crudeltà. Drammatico, Germania, Francia2025. Durata 135 Minuti.
Il 'Dottor Morte' di Auschwitz riletto nella clandestinità e nel giudizio del figlio. Espandi ▽
Josef Mengele, grazie a una rete di protezione, riesce a raggiungere l’America Latina passando dall’Argentina all’Uruguay e al Brasile. Mentre altri responsabili della Shoah vengono catturati, lui riesce a nascondersi. Il figlio Rolf riesce però a raggiungerlo con il proposito di chiedergli conto di ciò che ha fatto. Ci sono personaggi difficili da contenere in un film. In questo caso si trattava di accostarsi ad una delle figure più inquietanti della già orribile strategia della Shoah. Sono innumerevoli gli atti di crudeltà a lui attribuiti e le aberrazioni nell’ambito della sperimentazione su esseri umani. Chi ebbe modo di conoscerlo ne descriveva la gentilezza che accompagnava la perversione alternata a scatti di rabbia incontrollabile. È su questo doppio registro che si sviluppa la lettura del personaggio a cui August Diehl offre un’adesione che non va a ricercare tanto la somiglianza fisiognomica quanto piuttosto l’adesione cieca ad un’ideologia che impedisce qualsiasi, seppur minima, possibilità di pentimento. Recensione ❯
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Un giovane procuratore cerca, nella Unione Sovietica stalinista, di fare quello che dovrebbe essere il suo dovere: rispondere all'appello di un detenuto. Espandi ▽
URSS 1937. Apogeo della repressione staliniana. Un detenuto incaricato di bruciare tutti gli appelli rivolti al dittatore ne salva uno rivolto a un procuratore: Alexander Kornev, giovane magistrato idealista convinto di vivere nel più legale dei mondi. Si accorgerà, a sue spese, che la realtà è estremamente diversa. Sergei Loznitsa realizza il suo primo lungometraggio di totale fiction parlando del passato per ammonire sul presente. Questo film porta sullo schermo un testo di Georgy Demidov a lungo proibito in Russia perché offriva una testimonianza diretta dei gulag staliniani. Per quanto riguarda la filmografia del documentarista ucraino sembra essere il diretto discendente di Process (2018) in cui si raccontava un processo staliniano del 1930. Il regista ucraino ha ormai raggiunto una filmografia tale da meritare una rassegna dei suoi film. Visti insieme ci aiuterebbero a capire il presente dell’Est Europa forse più e meglio di tanti reportage. Recensione ❯
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Marina, 18 anni, cerca una firma dai nonni mai conosciuti e scopre segreti di famiglia che la aiutano a ricostruire il ricordo dei suoi genitori. Espandi ▽
(Video)camera a mano e diario della madre in tasca, Marina parte alla volta della Galizia e della famiglia di suo padre, morto di AIDS molti anni prima. Adottata 'altrove', ha bisogno di un certificato anagrafico per ottenere una borsa di studio. Ma dietro alla ragione officiale, si nasconde il desiderio ardente di ricostruire la vita dei suoi genitori, su cui la famiglia mantiene un rigoroso riserbo. Negli stessi luoghi in cui sua madre e suo padre sono stati innamorati e felici, disperati e sconfitti, Marina troverà il suo posto e lo slancio per il futuro.
Il terzo film di Carla Simón è un poema di sole e iodio. Ambientato sulle coste galiziane, Romería esplora le ferite biografiche dell'autrice, che reclama costantemente le immagini mancanti.
Siamo di fronte ad un film riparatore che si allontana progressivamente dai toni realistici, perché la verità della memoria non si trova mai nella ricerca erudita, documentaristica, ma nella fuga romanzesca dell'inconscio, per mediazione della fiction. Recensione ❯
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Il dodicenne Nanning vive la caduta del nazismo in una piccola isola sul Mare del Nord. Espandi ▽
Isola di Amrum. Primavera 1945. Sono gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale e già si avverte che il nazismo sta per essere sconfitto. Il dodicenne Nanning ha il padre al fronte e una madre fervente nazista che soffre anche fisicamente per quanto sta accadendo. Il bambino cerca di comprendere quanto accade. Fatih Akin per la prima volta dirige una sceneggiatura che non nasce direttamente da una sua idea ma riesce a farla pienamente propria. Il film infatti ha origine da uno script del regista Hark Bohm che, vistosi nell’impossibilità fisica di dirigerlo, ha accettato la proposta di Akin di rivedere insieme il testo per poi portarlo sullo schermo. Akin ci consente di leggere una caduta dal supposto paradiso dell’ordine costituito ed imposto vissuta da chi indossa ancora la divisa della Hitlerjugend e che non può non avere introiettato il veleno dell’ideologia. Recensione ❯
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Una giovane donna, in seguito ad un incidente stradale, viene aiutata ed accolta da una famiglia che cela un segreto. Espandi ▽
Durante un fine settimana in campagna, Laura, una studentessa di Berlino, sopravvive miracolosamente a un incidente d'auto. Fisicamente risparmiata ma profondamente scossa, viene accolta da Betty, che aveva assistito all'incidente e si era presa cura di lei con affetto. A poco a poco, il marito e il figlio di Betty superano la loro riluttanza e si instaura una tranquillità quasi familiare. Ma presto non possono più ignorare il loro passato e Laura deve affrontare la sua vita. Recensione ❯
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Nel 2001, Kamal Aljafari e l'amico Hasan viaggiano a Gaza per cercare un ex compagno di cella, esplorando luoghi, volti e ferite della città. Espandi ▽
In una serie di registrazioni risalenti al 2001 e ritrovate solamente di recente, Kamal Aljafari riporta alla luce un viaggio dell’epoca fatto a Gaza, in compagnia dell’amico Hasan. Il regista palestinese si era recato sul posto in cerca di un uomo con cui aveva brevemente condiviso una cella in prigione, più di dieci anni prima. Senza avere molte informazioni su di lui, i due si inoltrano per le strade di Gaza, parlano con gli abitanti, assistono alla distruzione già perpetrata dall’esercito israeliano, e si avventurano in auto nei territori fuori dalla città. In questi anni di conflitto atroce a Gaza, il cinema multidimensionale e autoriflessivo di Kamal Aljafari si propone come complemento ideale alle testimonianze documentarie più dirette e lineari che hanno a che fare con l’attualità nelle terre palestinesi. Dopo A Fidai Film del 2024, Aljafari torna con un’opera più essenziale e anche più personale, ancora una volta basata sullo scarto temporale tra periodi diversi e sulla riflessione ontologica di quale sia il significato di un’immagine preesistente una volta che ne cambiamo il contesto. Recensione ❯
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