| Anno | 2024 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 75 minuti |
| Regia di | Lisa Bosi |
| Uscita | lunedì 24 febbraio 2025 |
| Tag | Da vedere 2024 |
| Distribuzione | Wanted |
| MYmonetro | 3,25 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 febbraio 2025
Il documentario racconta dei Gaznevada, band fulcro di una scena musicale punk nell'anima, ancor prima che nelle sonorità. In Italia al Box Office Going Underground ha incassato 8,2 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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I Gaznevada sono stati il principale gruppo italiano punk e new wave. A quasi cinquant'anni dalla loro formazione, a Bologna, nell'irripetibile fermento culturale del '77, tra case occupate, factory di fumettisti, musicisti e cineasti, radio libere e droga a fiumi, i suoi componenti Billy Blade, Andy Nevada, Marco Nevada, Bat Matic e Robert Squibb, più altri amici e collaboratori avvicendatisi nel tempo, ne raccontano la storia. Dalla fine degli anni '70 ai primi '90 e poi oltre, il gruppo racconta la musica underground in Italia dal movimentismo al reflusso, dal punk all'italo disco, alla house.
Presentato in anteprima al Festival dei Popoli, il film di Lisa Bosi recupera lo spirito dei suoi protagonisti creando un dialogo tra materiale d'archivio e riprese ex novo, a testimoniare la resistenza di una carica creativa mai domata.
Per quanto invecchiati e segnati dal tempo, i Gaznevada di oggi, che partecipano al film con le loro voci narranti e come protagonisti di riprese formalmente molto ricercate, in pose da musicisti o in performance che replicano gli stati emotivi del racconto (ansia, estasi, rabbia, ambizione, vanità...), testimoniano l'esistenza e la resistenza della cultura punk. Ancora vestiti come all'epoca, ancora con il sogno (magari ingenuo, ma di certo saldo) di opporsi a una società, come dice uno di loro a proposito della vita sbandata negli anni '70, «che ai suoi membri chiede solamente di andare a lavorare», i Gaznevada sono l'espressione del punk come stile di vita, come sguardo barbarico sul mondo. Se il film di Lisa Bosi ha un limite è quello di sposare acriticamente la loro visione; se ha un pregio è di rendere loro onore senza giudicarne scelte, derive e cambiamenti.
In Going Underground c'è tutta la stagione del '77: la Bologna del Dams, il Convegno sulla repressione, Andrea Pazienza, la droga come risposta a una società stanca e repressiva, ma anche come facile fuga dalla realtà, rifugio in una creatività senza filtri e non per questo migliore di altre. I passaggi più interessanti sono quelli in cui si mostrano le origini musicali dei Gaznevada: il rifiuto del rock e della cultura freak, l'immersione apolitica nelle comuni di artisti, perdigiorno, tossici, creativi a ogni latitudine, la scelta di aderire al punk con l'arrivo in Italia dei dischi dei Ramones, con i viaggi a Londra e l'importazione di sonorità secche e nervose e poi il passaggio a suoni via via sempre più elettronici, lontano dall'etichetta di "rock demenziale" affibbiata all'epoca.
La storia di quegli anni, che abbraccia la fine della militanza e dello spontaneismo, la tragedia generazionale della tossicodipendenza e il ritorno collettivo nei ranghi, è vissuta in prima persona dai Gaznevada (a costo di arresti, crisi d'astinenza e vicinanza a un generale destino d'annichilimento) e riflessa dalla loro musica e dalla sua evoluzione nel tempo. Né i membri del gruppo né tantomeno la regista tracciano però una parabola di declino e tradimento delle origini; semplicemente, la storia passa per le vicende del gruppo e le plasma.
Se è indubbio che in tutto questo ci sia parecchia autoindulgenza (sentimento tipico dei sopravvissuti), lo è altrettanto che il film sia privo di rimpianti o nostalgia. E se è vero, ancora, che il racconto della cultura underground italiana è spesso vittima della sua mitologia (da Pazienza in giù), lo è altrettanto che, almeno nel fumetto e nella musica, i frutti di quella stagione sono ancora oggi maturi e che nel passaggio dal punk alla new wave e poi alla techno non ci fu nulla di arrendevole o mistificatorio, ma semplicemente la spinta del tempo e dell'industria discografica.
Going Underground cerca dunque di cogliere lo spirito dei Gaznevada più che loro storia. Forse pecca di didascalismo (fin dalla scritta iniziale per cui «questa storia parla di persone realmente esistite, ma ogni riferimento a loro è puramente casuale»), ma rende il giusto merito sia alla nebbia dei ricordi, sia alla concretezza senza tempo della musica.
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