
Anno | 2024 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Belgio, Lettonia, Francia |
Durata | 84 minuti |
Al cinema | 2 sale cinematografiche |
Regia di | Gints Zilbalodis |
Uscita | giovedì 7 novembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Teodora Film |
MYmonetro | 3,88 su 24 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 23 ottobre 2024
Un gatto deve provare a superare la paura dell'acqua. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, ha vinto un premio ai Golden Globes, 2 candidature a BAFTA, 2 candidature agli European Film Awards, ha vinto un premio ai Cesar, Il film è stato premiato a National Board, ha vinto un premio ai Lumiere Awards, 2 candidature a Critics Choice Award, ha vinto un premio ai Spirit Awards, 1 candidatura a Producers Guild, 1 candidatura a Goya, Flow - Un mondo da salvare è 82° in classifica al Box Office. giovedì 12 giugno ha incassato € 95,00 e registrato 169.793 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Un gatto nero vede salire pericolosamente intorno a sé il livello dell'acqua, come per un diluvio universale che mira a sommergere il suo mondo. Il gatto comincia a saltellare di superficie in superficie, finché non zompa a bordo di un natante che è una sorta di arca biblica dove si raccoglierà un gruppetto di altri animali in fuga dall'inondazione: un labrador, un capibara, un lemure, e uno strano uccello gigante che potrebbe rivelarsi un predatore. Il gatto, indipendente e solitario per natura, e inizialmente preoccupato solo di salvare se stesso, dovrà imparare a fare squadra. Intorno a lui tanta natura sommersa e qualche manufatto, a indicare la presenza di un'umanità forse scomparsa in epoca precedente: perché il tempo e il luogo qui sono indefiniti, a indicare quell'eterno presente in cui vivono gli animali, intenti solo alla sopravvivenza giorno per giorno, e in questo caso attimo per attimo.
Flow è l'eccezionale film di animazione in grafica computerizzata 3D (ma dal sapore fortemente artigianale) del regista lèttone Gints Zilbalodis, che riesce a creare una metafora allo stesso tempo cinematograficamente avvincente e filosofica raccontando in purezza, e con andamento incalzante, il flusso (questo significa "flow") della vita che gli animali assecondano con saggezza e sano opportuno.
Non ci sono dialoghi, solo immagini e suoni (eccezionale l'occasionale commento musicale dello stesso Zilbalodis insieme al compositore e connazionale Rihards Zalupe). Il tratto semplice e senza fronzoli risulta incantevole e quasi ipnotico nel trasportarci di sequenza in sequenza, e il fatto che rimandi in qualche modo al videogame non fa altro che aggiungere potenza metafisica alla storia. Il gatto protagonista ricorda un po' quello che insieme alla gabbianella animava il film culto di Enzo D'Alò, e ci identifichiamo in lui come in qualunque eroe umano di avventura: sentiamo la sua paura, ammiriamo il suo coraggio, comprendiamo i suoi dubbi circa i compagni di traversata. E lo vediamo compiere gesti di generosità e altruismo dei quali ci domanderemo se saremmo altrettanto capaci, imparando a dare e a ricevere fiducia. L'acqua è ovunque, in fiumi, distese, cascate improvvise (e si sa quanto sia difficile rendere credibile l'acqua in animazione); sotto si intravvede un mondo arcaico e selvatico, impotente d fronte all'inondazione. Tutto scorre, come in Eraclito, perché questa è la vita, e gli animali lo intuiscono e lo accettano meglio di noi.
Flow non è un film solo per bambini: anche gli adulti ne seguiranno con meraviglia l'animazione in costante movimento e si appassioneranno alle vicende mozzafiato del gruppetto di animali di fronte a sempre nuovi imprevisti. Il film di Zilbalodis è una continua invenzione artistica e narrativa, un incalzare incessante di piccoli e grandi eventi che scorrono insieme assumendo la forma mutevole dell'acqua. C'è qualcosa di universalmente riconoscibile, di nobile e profondo, in questa narrazione meno morbida e rassicurante del tratto di disegno francese (anche se il regista ha portato in squadra artisti francesi e belgi) e meno spigolosa e a tratti grottesca di quello giapponese. Qui l'animazione è rigorosa ed essenziale, forse anche a causa della matrice luterana lèttone, ma è spirituale senza operare scelte religiose. Flow è anche una parabola ammonitrice di ispirazione ecologista, ma non diventa mai una lezioncina pedestre o un "catastrophy movie". È invece un'ode alla solidarietà e alla cooperazione, necessarie per sopravvivere anche agli eventi che rischiano di annullarci per sempre.
Flow, vincitore del premio Oscar come miglior animazione, in ottanta minuti condensa, senza dialoghi, una raffinata favola dai molteplici linguaggi interpretativi. Ha un gatto nero come protagonista che per miracolo sopravvive a un'inondazione. Non ci sono umani, pare siano tutti morti dopo quest'apocalisse; solo i pochi animali superstiti, devono trovare un modo per aiutarsi reciprocamente [...] Vai alla recensione »
C' era una volta, un gatto completamente nero che vive in una grande casa nella quale non vi è un padrone, ma tante statue raffiguranti il gatto stesso e Ia mancanza del padrone ( e di ogni altro umano) è dovuta ad un' inondazione che ha quasi rivestito il mondo abitato da alcune specie di animali. Pur avendo un' indole schiva e solitaria, l' inondazione diventa più [...] Vai alla recensione »
E' un film apocalittico/postapocalittico, ma soprattutto fantastico. Mi ha ricordato un po' "Vita di Pi", per alcuni aspetti, o il più noto Diluvio Universale, ma non così estremo.E' muto, o meglio, non ci sono animali parlanti. Essi fanno però i loro versi. Le immagini mi sono piaciute moltissimo e qui rimando al trailer.Oddio, oddio, qualcuno ha notato delle scalettature? A volte la tecnica usata [...] Vai alla recensione »
Era da tanto tempo che non guardavo un film di animazione ed è stato un grave errore. Spinto dal fatto che Flow ha recentemente conquistato un Oscar ed è un film privo di dialoghi, ho preso la decisione di guardarlo. Un aspetto evidente è la scarsa cura nei dettagli grafici, chiaramente influenzata dal budget limitato disponibile per questo film.
Flow, pur figurando anche come testo ecologista, pone al centro del discorso il legame metaforico tra protagonista e natura: in un mondo ingoiato dai flutti, la crescita del gatto comincia dalla perdita dei suoi spazi, portandolo ad una sfida costante con l’acqua con cui più volte dovrà interagire. L’elemento liquido diventa la rappresentazione naturale del suo rapporto con [...] Vai alla recensione »
Trama: Dopo una terribile alluvione, in cui l’umanità sembra essere scomparsa, un gatto cerca di sopravvivere al costante innalzamento dell’acqua. Trova rifugio su una barca a vela, ma deve condividerlo con un Labrador fin troppo allegro, un Capibara pigro, un Lemure cleptomane e un Serpenta [...] Vai alla recensione »
Purtroppo ci sono dello soglie qualitative che non possono essere ignorate. In questo caso la resa è da videogame di vecchia generazione. Insostenibile. Persino imbarazzante, tale da pregiudicare la stessa visione (almeno su grande schermo...).
Penso che la critica abbia fatto un grave errore a dare tanti premi a questo film. ? un film completamente antropicizzato, terribile! Tecnica cinematografica pessima. Se la gente va poco al cinema, penso sia per causa dell'offerta!
Era da tanto tempo che non guardavo un film di animazione ed è stato un grave errore. Spinto dal fatto che Flow ha recentemente conquistato un Oscar ed è un film privo di dialoghi, ho preso la decisione di guardarlo. Un aspetto evidente è la scarsa cura nei dettagli grafici, chiaramente influenzata dal budget limitato disponibile per questo film.
Non amo molto i film d'animazione, ma devo dire che questo ? davvero ben fatto, considerando anche il budget utilizzato per crearlo. Ambientazione da sogno, colori e effetti grafici spettacolari. E poi il messaggio che vuole trasmettere questo film lascia spazio ad un interpretazione personale. Un film d'animazione da guardare assolutamente che arricchisce il bagaglio personale di qualsiasi tipo di [...] Vai alla recensione »
Un film emozionante. Non entro nel merito della tecnica di animazione, nei film per me conta il messaggio non la confezione. Innanzitutto Flow rappresenta quello che io chiedo al cinema: il racconto di una storia. La storia raccontata da Flow è coinvolgente sotto vari punti di vista, la trama che si snoda in maniera semplice eppure sfuggente, i personaggi, che appunto quello sono, interpretano [...] Vai alla recensione »
Non c'è una storia, non c'è una trama, quindi non è un film. Forse è un documentario, non lo so. Comunque a metà ho staccato, annoiato a morte, io, amante dell'animazione, del disegno, dell'illustrazione. C'è un gran lavoro dietro, tutto in 3D: le ambientazioni sono spettacolari, molto realistiche, gli animali sono anche in 3D ma resi con [...] Vai alla recensione »
Il film si rivolge alla nostra intelligenza emotiva e fa appello alla disponibilità ad aprirci alla bellezza senza parole. Esperienza davvero commovente, che può essere complessa per lo spessore e la molteplicità degli stimoli che ci offre, ma che al tempo stesso può diventare molto semplice, se scegliamo di non farci domande ma semplicemente partecipare a questo viaggio. [...] Vai alla recensione »
Ci sono film di animazione che sfuggono a gran parte delle logiche di mercato riuscendo, nonostante il rischio preso o forse proprio per questo, a raggiungere non solo gli schermi ma anche il cuore e la mente degli spettatori. Perché Flow - Un mondo da salvare - in corsa come Miglior Film e Miglior Film d'Animazione agli EFA 2024 - non è prodotto e/o distribuito da una major ed arriva da un Paese che non è collocabile nella memoria comune come una delle nazioni produttrici del cinema di animazione di punta. Stiamo parlando della Lettonia (anche se qui c’è una coproduzione che vede interagire il Belgio e la Francia). Gints Zilbalodis ha alle spalle un film che lo aveva fatto notare nel tempio europeo del cinema di animazione cioè il Festival di Annecy nel 2029. Purtroppo l’anno successivo il Covid faceva sì che la sua possibile diffusione sul piano internazionale venisse vanificata.
Da quel film però Zilbalodis ha derivato un’esperienza e una tematica che gli hanno consentito, con un budget decisamente molto più ampio ma anche con la necessità di un coordinamento ovviamente maggiore, di arrivare a Cannes nella sezione “Un certain regard”. Se in Away c’era un ragazzo che, dopo un incidente aereo, cercava di fare ritorno a casa qui c’è un gatto che, inizialmente in solitario, deve affrontare una catastrofe ecologica. Il tema purtroppo è più che mai di attualità (ciò che è accaduto a Valencia è solo l’ultima, ma c’è da temere non definitiva, catastrofe alluvionale).
Uno degli animali più refrattari all’acqua accede al ruolo di protagonista in un film che lavora sui contrasti con grande consapevolezza e maestria. Ci troviamo di fronte ad una totale assenza di parole (torneremo sul tema dell’antropomorfizzazione nei film di animazione con animali) ma con un sonoro di straordinaria qualità che in più di un’occasione si vede cedere il passo dal soundtrack musicale magnificando l’accuratezza della sua elaborazione. Forse il paragone potrà sembrare irriverente ma siamo al livello di Platoon di Oliver Stone, non a caso vincitore dell’Oscar per il miglior sonoro. Non solo per quanto riguarda i suoni d’ambiente ma anche per quanto attiene agli animali che, appunto, non si comportano come esseri umani (fatta salva l’eccezione del controllo, a un certo punto, del timone della barca).
Se la grafica di alcuni di loro, in particolare del capibara, può risultare un po’ troppo semplificata il contesto ambientale è proposto con quella cura estrema che alimenta al contempo il senso di tragedia irreversibile, l’onirismo (che diviene esplicito in una scena con il gatto e il volatile) e una poeticità che pervade lo schermo. Lo spettatore non solo finisce con l’aderire a ciò che il gatto fa ma anche con il suo pensiero in un film che mostra un percorso mai scontato di collaborazione (si veda in proposito la reazione di alcuni dei cani poco prima della conclusione) dove però non ci sono vincitori trionfanti. L’essere umano non è sopravvissuto, non si sa a quale altra catastrofe che ha preceduto quella in corso. Ha lasciato le sue tracce negli oggetti, siano essi statue siano edifici ormai vuoti e pronti per essere sommersi dalle acque od oggetti come lo specchio tanto amato dal lemure.
Zilbalodis non ha bisogno di eroismi. Il sottotitolo con cui il film è uscito in Francia (Le chat qui n’avait plus peur de l’eau) è di fatto deviante. Non si tratta di un superamento di un ostacolo come si fosse in una gara con se stessi. Si tratta di una necessità finalizzata alla sopravvivenza in un contesto che ci ammonisce sul futuro prossimo venturo elevando a valore la forza del gruppo senza però mai negare l’apporto delle singole individualità. Zilbalodis è uno di quei registi (purtroppo non numerosissimi) che non pretendono di spiegare tutto. Vuole che lo spettatore intervenga con la propria immaginazione o creatività a sviluppare i raccordi e a fare ipotesi sul non detto. Va ringraziato anche per questo.
A volte basta davvero una manciata di giri di lancette per rendersi conto che si è al cospetto di una gemma di rara bellezza che arriva a sfiorare quella parola che spesso si ha paura di pronunciare poiché abusata, ossia capolavoro. La visione di Flow - Un mondo da salvare, il gioiello di animazione di Gints Zilbalodis, in uscita nelle sale nostrane dal 7 novembre 2024 con Teodora Film dopo avere incantato [...] Vai alla recensione »
L'apocalisse climatica è in corso, gli uomini sono stati spazzati via, restano gli animali nella Terra sommersa quasi per intero dalle acque. Un gatto nero (il protagonista), un capibara (il più simpatico), un cane e un lemure cercano scampo a bordo di una barca. C'è anche un uccello gigante. Non sono animali Disney umanizzati: i dialoghi stanno a zero.
Il mondo è sommerso, una grande onda ha coperto le terre emerse e la linea dell'orizzonte combacia con il pelo d'acqua: l'apocalittica visione è il setting in cui il lettone Gints Zilbalodis colloca Flow, suo secondo lungometraggio animato, che segue di cinque anni l'exploit di Away, riproducendone in chiave liquida e in tutti i sensi più fluida il rapporto spiritualmente interlocutorio che instaura [...] Vai alla recensione »
I mondi animati creati dal giovane regista lettone Gints Zilbalodis sono misteriosi e indecifrabili, eppure le sue storie riescono ad attrarre e coinvolgere lo spettatore in un'esperienza immersiva come pochi film sanno trasmettere, e questo forse perché possiedono caratteristiche che solitamente appartengono più al mondo dei videogiochi, che non a quello cinematografico.
Nonostante Flow - Un mondo da salvare sia un film ambientato in un imprecisato scenario apocalittico (o post-apocalittico), le atmosfere qui suscitate dal regista Gints Zilbalodis richiamano dei sentimenti di nostalgia e speranza: lo spettatore si troverà di fronte a uno spettacolo della natura di rara bellezza dal punto di vista dell'animazione - con la rappresentazione di fiumi, foreste e vallate [...] Vai alla recensione »
Fluire, scorrere, mutare, è questo il cuore narrativo di Flow (animazione, Lituania, Belgio e Francia, 2024, 84'). Scritto e "disegnato" in Cgi da Gints Zilbalodis, il film ha come protagonista un gatto. Meglio, i protagonisti sono tutti gli animali raccontati dal trentenne regista lituano, sia quelli che con il gatto cercano di salvarsi da un'alluvione rifugiandosi su una barca alla deriva - un capibara, [...] Vai alla recensione »
Un mondo arcaico, lussureggiante. L'uomo sembra essersi estinto: della sua specie restano solo vestigia monumentali ormai inghiottite dalla natura. Ma gli animali sono sopravvissuti. In particolare, un gatto si aggira tra prati e rovine fino a quando una alluvione biblica sommerge ogni cosa e il gatto si ritrova aggrappato a una scalcinata imbarcazione a vela insieme a un pigro capibara, un lemure [...] Vai alla recensione »
Siccità o inondazioni. Non roba nuovissima ma sempre d'effetto. Dal romanzo del vittoriano Richard Jefferies intitolato "Dove un tempo era Londra" (anno 1885) a James Ballard che scrisse "Deserto d'acqua". Dalla Statua della Libertà che nel finale del "Pianeta delle scimmie" crolla e quasi sparisce sotto la sabbia, suggerendo allo spettatore che il pianeta dove i quadrumani tengono prigionieri i bipedi [...] Vai alla recensione »
Cosa c'è di più sovversivo di un gatto che nuota, pesca e soprattutto solidarizza con altri animali? È forse appropriato partire da questa "rivoluzione" felina per comprendere la forza tanto dirompente quanto ipnotica di Flow - Un mondo da salvare, eccezionale opera d'animazione di un giovane regista lettone che, proprio come il più individualista delle bestiole, è uscito dall'isolamento autoriale [...] Vai alla recensione »
Un gatto nero si accorge di un nuovo, imminente diluvio universale che minaccia di sommergere il suo mondo e salta su una sorta di arca biblica dove si sono radunati altri animali in fuga dall'inondazione. Inizialmente preoccupato di salvare solo se stesso, il felino dovrà imparare a lavorare insieme agli altri per sopravvivere. Diretto dal regista lèttone Gints Zilbalodis, Flow - Un mondo da salvare [...] Vai alla recensione »
È stato presentato allo scorso Festival di Cannes e da allora Flow - Un mondo dal salvare ha incantato il pubblico di tutte le manifestazioni in giro per il mondo in cui è stato proiettato, tra cui anche l'Annecy International Animation Film Festival e Alice nella città. È la straordinaria opera seconda del giovane regista lettone Gints Zilbalodis, una sorprendente avventura tra flora e fauna che vede [...] Vai alla recensione »
"Flow", secondo lungometraggio d'animazione del giovane léttone Gints Zilbalodis, sia pure realizzato in computergrafica 3D sembra uscito direttamente da un videogioco anni Novanta per raccontare il ritmo segreto della vita che solo gli animali possono assecondare senza sovrastrutture intellettuali. Insomma il regista si muove tra tradizione e modernità con un piglio ormai sconosciuto ai kolossal della [...] Vai alla recensione »
Dopo il successo inaspettato del semisperimentale Away, il regista lettone Zilbalodis sembra voler scrivere un nuovo capitolo della contrastata storia tra cinema d'animazione e videogiochi. Il film sembra ispirato al gioco Yo Frankie! creato con il software gratuito Blender, che poi è diventato lo strumento principale per la lavorazione del film. Al di là delle sfide tecniche e delle acrobazie economiche, [...] Vai alla recensione »
È la settimana nella quale, per singolare coincidenza, escono in sala i vincitori di due dei tre grandi festival europei. Ovvero "Anora" dell'americano Sean Baker, Palma d'oro a Cannes, e "Dahomey" della franco senegalese Mati Diop, Orso d'oro a Berlino: una rocambolesca (e forse troppo dilatata) commedia sentimentale e uno stringato documentario che parla di colonizzazione e decolonizzazione, entrambi [...] Vai alla recensione »
Chi si ostina a pensare che il cartoon sia roba da minorenni ha un'ottima occasione per ricredersi: Flow. Un mondo da salvare , secondo lungometraggio del lettone Gints Zilbalodis. Intendiamoci: Flow va benissimo per i ragazzi (e andrebbe mostrato nelle scuole per il messaggio ecologico che veicola); ma non mancherà di sedurre gli adulti e farli trepidare come un suspenser con attori reali.
I pericolosi balzi in grafica 3D tra vita e morte di Gatto nero per resistere a improvvisa, incommensurabile inondazione in paesaggi di onirico realismo (Venezia, il Tibet), con insolita compagine: un capibara, un cane, un lemure catta e un serpentario. Arca di Noè? Intelligenza, sensibilità, abilità (un po' esibita), centratura e sviluppo drammatici come di raro si incontra: opera capace di legare [...] Vai alla recensione »
Flow non è il nome del micio protagonista ma lo scorrere della vita in un pianeta in cui l'uomo è assente. Finalmente. Dopo ogni alluvione splende sempre il sole e gli animali litigano ma si aiutano come in una civiltà vera. Questo il motivo della bipede estraneità. Un film che insegna molto, rivolto pure ai minori purché grandicelli, in lingua originale.
La perla dell'ultima edizione del Festival di Cannes non in concorso, ma in Un Certain Regard, è stato un film di animazione: Flow - Un mondo da salvare del lettone Gints Zilbalodis. È un'opera visionaria, audace, di rara forza, in cui il protagonista è un gatto che deve fronteggiare un'inondazione. E per sopravvivere si unisce a una piccola arca di Noè.
L'antropocene si sgretola nel mondo da salvare di Flow, che in apparenza è una no man's land, un tripudio lussureggiante e proprietà comune di razze animali, un bene condiviso e un ecosistema infranto dal cambiamento climatico: non è dichiarato, ma è l'unica ragione dietro l'inondazione universale che porta un gruppetto di animali (un gatto, un capibara, un labrador, un lemure e una gru.
Dopo essersi fatto notare con il suo cartoon d'esordio, Away (con cui aveva vinto a sorpresa il Festival di Annecy nel 2019), il regista Gints Zilbalodis ha incantato gli spettatori di Cannes il maggio scorso con il suo secondo lungometraggio, Flow: una favola ecologica raccontata anche questa volta senza dialoghi, ma con uno stile immaginifico e una purezza d'intenti che si rivelano molto più incisivi [...] Vai alla recensione »
Il racconto di avventura vive di curiosità, di apnee, di pericoli che minacciano lo stato delle cose o della scoperta di un tesoro, di perle nascoste nei relitti. Nel cinema di Gints Zilbalodis, giovanissimo maestro dell'animazione, accade tutto questo: una apocalisse invade la terraferma, ridotta ad un'unica distesa d'acqua, e saltano le certezze, il cibo scarseggia, si lotta per la sopravvivenza. [...] Vai alla recensione »
Siamo alla deriva anche dentro il cartone animato Flow di Gints Zilbalodis, presentato nella sezione autonoma Alice nella Città. Un gattino cerca di sopravvivere a un'inondazione biblica dentro un mondo misterioso già disabitato dove incontrerà cani irruenti, lemuri accumulatori seriali, maiali d'acqua dormiglioni e maestosi uccelli simili a gru. Senza parole ed esseri umani, il film è una meravigliosa [...] Vai alla recensione »
Boooom. È più o meno questo l'impatto visivo ed emotivo di Flow, gigantesco passo in avanti di Gints Zilbalodis, che già col suo primo lungometraggio Away aveva raccolto attenzioni e premi - Annecy, Anima Mundi, FEFFS. In Italia, tra gli altri, si era visto al Trento Film Festival. Per dire. Una prima differenza tra Flow e Away, fondamentale, la sottolinea lo stesso cineasta lettone sul palco della [...] Vai alla recensione »
Se due indizi fanno una prova, allora è il caso di iniziare a parlare con i dovuti distinguo del lavoro del regista lettone Gints Zilbalodis . Salito alla ribalta nel 2019 - un 'caso' al Festival di Annecy il suo film d'esordio Away , un'animazione digitale che aveva integralmente diretto, scritto, montato e musicato all'età di soli 25 anni - lo ritroviamo cinque anni dopo in Un Certain Regard con [...] Vai alla recensione »