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Flow, vincitore del premio Oscar come miglior animazione, in ottanta minuti condensa, senza dialoghi, una raffinata favola dai molteplici linguaggi interpretativi.
Ha un gatto nero come protagonista che per miracolo sopravvive a un'inondazione. Non ci sono umani, pare siano tutti morti dopo quest'apocalisse; solo i pochi animali superstiti, devono trovare un modo per aiutarsi reciprocamente a vivere.
Così su una barchetta, un capibara, un lemure ossessionato dai suoi oggetti, un cane e il micio vanno diretti chissà dove con un maestoso uccello come guida e timoniere. Tra miagolii di fondo e lo sciabordio delle acque, emerge la capacità di riuscire a fare squadra, aiutarsi e nutrirsi oltre l'istintiva diffidenza. Ma il film del regista lettone Zilbalodis, oltre all'evidente discorso ecologista, sulla necessità di comprendere gli sprechi, rinunciare al nostro ego, va oltre.
Si pone come favola religiosa di chi sa di non sapere e di non capire del tutto ma che ha necessità di sopravvivere. Con consapevolezza che ciascuno di noi deve acquisite. in questo mondo dove il cambiamento climatico è sempre più crisi urgente. Un gioiellino.
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