serpina
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martedì 9 aprile 2024
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meno di tre stelle a polanski...proprio non si fa.
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Non ho voglia di di "inchiodare" Polanski alla sua (meritata...) reputazione di genio del cinema. Che diamine...avrà anche lui il diritto di fare un cine-panettone, se la cosa lo ispira e soprattutto lo diverte. Peraltro a basso costo: sembra che 6 mln ce li abbia messi Barbareschi, che è nel film, ed è un terzo del budget complessivo.
Si tratta comunque della migliore opera del "genere": una farsa non solo buffonesca, come negli inguardabili prototipi, ma più marcatamente satirica, ad alto tasso di beffarda critica sociale.
Pare che Polanski abbia frequentato per anni il Palace di Gstaad: si direbbe che avesse un cospicuo repertorio di mostri da raccontare, da sbeffeggiare e da condividere col suo pubblico.
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Non ho voglia di di "inchiodare" Polanski alla sua (meritata...) reputazione di genio del cinema. Che diamine...avrà anche lui il diritto di fare un cine-panettone, se la cosa lo ispira e soprattutto lo diverte. Peraltro a basso costo: sembra che 6 mln ce li abbia messi Barbareschi, che è nel film, ed è un terzo del budget complessivo.
Si tratta comunque della migliore opera del "genere": una farsa non solo buffonesca, come negli inguardabili prototipi, ma più marcatamente satirica, ad alto tasso di beffarda critica sociale.
Pare che Polanski abbia frequentato per anni il Palace di Gstaad: si direbbe che avesse un cospicuo repertorio di mostri da raccontare, da sbeffeggiare e da condividere col suo pubblico.
Ci sono comunque tracce dell'Autore anche in un film piccolino come questo: colori, situazioni paradossali, tipi sub-umani. Anche qualche stereotipo...come in un vero cine-panettone.
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vivaelleon
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martedì 2 aprile 2024
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la fine del millennio - sbagliata.
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Alla fine una delle cose più incredibili di questo film - in cui il grottesco e l'assurdo acquistano verosimiglianza proprio grazie alla loro sesquipedale esagerazione - resta questa: che nemmeno Polansky si sia reso conto che il confine tra secondo e terzo millennio è stato la mezzanotte del 31 dicembre del 2000, e non del 1999.
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felicity
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mercoledì 13 marzo 2024
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commedia molto leggera e di poche pretese
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The Palace è immaginato, scritto, strutturato e i suoi personaggi sono caratterizzati come si faceva negli anni ‘60, è in tutto e per tutto un piccolo film d’altri tempi, benedetto da un ritmo, quello sì, molto moderno ed elevato.
The Palace è un film che funziona per il suo ritmo, non per le sue storie, non ha nessun interesse a raccontare qualcosa di clamoroso o di estremamente significativo, ma è più interessato alla corsa tra le stanze, al divertimento delle peripezie e soprattutto a ridere e deridere i ricchi, li in un luogo chiuso della Svizzera.
Polanski non vuole qualcosa di realmente sofisticato, semmai vuole aggiornare l’umorismo, vuole divertirsi un po’ con un film estremamente leggero che rida di ciò che, evidentemente, fa ridere anche lui.
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The Palace è immaginato, scritto, strutturato e i suoi personaggi sono caratterizzati come si faceva negli anni ‘60, è in tutto e per tutto un piccolo film d’altri tempi, benedetto da un ritmo, quello sì, molto moderno ed elevato.
The Palace è un film che funziona per il suo ritmo, non per le sue storie, non ha nessun interesse a raccontare qualcosa di clamoroso o di estremamente significativo, ma è più interessato alla corsa tra le stanze, al divertimento delle peripezie e soprattutto a ridere e deridere i ricchi, li in un luogo chiuso della Svizzera.
Polanski non vuole qualcosa di realmente sofisticato, semmai vuole aggiornare l’umorismo, vuole divertirsi un po’ con un film estremamente leggero che rida di ciò che, evidentemente, fa ridere anche lui. E per una gran parte di The Palace ci riesce, come quando dà una spallata all’attualità, mostrando il discorso di insediamento che proprio in quel giorno, il 31 dicembre del 1999, pronunciò Vladimir Putin introdotto da Boris Yeltsin. Sono le immagini reali e solo per la maniera in cui sono posizionate nel film (e per come parlano dell’oggi) fanno ridere.
Al netto di una fattura che sconta budget non stellari, il lavoro sugli attori e su un umorismo decisamente popolare nelle trovate ma molto sofisticato nell’esecuzione, è di primo livello. The Palace aggiunge infatti alla commedia viennese classica una fortissima critica sociale.
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giofa
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sabato 17 febbraio 2024
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delusione totale
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Film veramrnte brutto, al punto che ci sarebbe da chiedersi se Polanski, che - giudizio personale - non sbagliava un film dal 1972 con CHE?, non abbia "concesso" il proprio nome per fare un favore a qualche amico oppure un esperimento.*
* Vedere quali giudizi suscita tra i critici e il pubblico un film di tale bruttezza firmato da un mostro sacro del cinema.
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paolorol
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mercoledì 17 gennaio 2024
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cinepanettone...ma intelligente
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Il fascino discreto di una borghesia felliniana e cavaniana che affoga nella grande bruttezza di un bestiario subumano già mille volte immortalato nei nostrani e volgarissimi cinepanettoni. Polanski ci regala il divertimento di una farsa irriverente, cinica e disincantata, all'insegna di uno humour tanto cattivo ed irriverente quanto esilarante. Un Helzapoppin vorticoso che dall'inizio alla fine non smette mai di far ridere a crepapelle chi è in grado di comprenderlo. Può aver spiazzato chi si aspettava dal vecchissimo Polanski un film "serio", senza ricordare che il regista, cominciando con "Che ?" e finendo con "Carnage" ha da sempre dimostrato di saper costruire magistralmente narrazioni ironiche o apertamente comiche.
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Il fascino discreto di una borghesia felliniana e cavaniana che affoga nella grande bruttezza di un bestiario subumano già mille volte immortalato nei nostrani e volgarissimi cinepanettoni. Polanski ci regala il divertimento di una farsa irriverente, cinica e disincantata, all'insegna di uno humour tanto cattivo ed irriverente quanto esilarante. Un Helzapoppin vorticoso che dall'inizio alla fine non smette mai di far ridere a crepapelle chi è in grado di comprenderlo. Può aver spiazzato chi si aspettava dal vecchissimo Polanski un film "serio", senza ricordare che il regista, cominciando con "Che ?" e finendo con "Carnage" ha da sempre dimostrato di saper costruire magistralmente narrazioni ironiche o apertamente comiche.Il paragone coi cinepanettoni è inevitabile, certo. Ma la differenza è sostanziale perchè lo sguardo è molto più cattivo ed incisivo e soprattutto privo di quella penosa volgarità che è la vera sostanza dei filmacci vanziniani. Tutti gli stereotipi si danno l'appuntamento al Palace Hotel di Gstaad per mettere in scena le loro follie e la loro profonda miseria intellettuale. Polanski è ancora vivo e vegeto e non smette di graffiare. Grazie alla sua intelligenza che lo ha sorretto nella perfetta scelta dei collaboratori, della location e degli attori. Uno sberleffo del quale si sentiva il bisogno per ravvivare una scena mummificata e stantia. Assurdo che sia un novantenne a farci ridere ma tant'è !
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luciano sibio
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venerdì 12 gennaio 2024
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da polanski ci si aspetterebbe di più
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Il film non è fornito di una vera e propria storia e conseguente organicità ma è un susseguirsi di episodi e trovate con l'aggiunta di poche elementari vicende che si intrecciano tra loro. Il terreno comune è un albergo extra-lusso che ospita ricchi magnati e personaggi illustri.
Ricchi magnati e personaggi illustri lì riuniti per festeggiare lo storico capodanno del 2000 che metteva fine al secolo novecento, il tutto condito con una verve tragicomica che mi ha ricordato molto il cinema di Fellini e con alcuni spunti trash alla Tarantino. Gli auspici di Polanski per il futuro lascerebbero di stucco anche il più inguaribile ottimista ma non mi meraviglia la cosa, considerato il regista e la sua psiche più volte rappresentata nei suoi film.
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Il film non è fornito di una vera e propria storia e conseguente organicità ma è un susseguirsi di episodi e trovate con l'aggiunta di poche elementari vicende che si intrecciano tra loro. Il terreno comune è un albergo extra-lusso che ospita ricchi magnati e personaggi illustri.
Ricchi magnati e personaggi illustri lì riuniti per festeggiare lo storico capodanno del 2000 che metteva fine al secolo novecento, il tutto condito con una verve tragicomica che mi ha ricordato molto il cinema di Fellini e con alcuni spunti trash alla Tarantino. Gli auspici di Polanski per il futuro lascerebbero di stucco anche il più inguaribile ottimista ma non mi meraviglia la cosa, considerato il regista e la sua psiche più volte rappresentata nei suoi film.Voto appena sufficente perchè da Polanski ci si aspetterebbe di più.
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angelo umana
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mercoledì 1 novembre 2023
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trenini che non vanno da nessuna parte
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Bel film, ubriacante e preoccupante di Polanski, presentato da certa stampa come un cinepanettone, categoria italiana volgare alla quale non appartiene. Fà piuttosto pensare al recente L'ordine del tempodella signora Cavani, cosa ci resta del tempo che abbiamo ancora da vivere, come impiegarlo e come viverlo e sia Polanski sia la Cavani hanno un lungo e sapiente vissuto, tale da indicarci un po' di saggezza.
Preoccupante per come i signori ospiti dell'hotel di Gstaad sulle Alpi (affittato dalla troupe per girare il film) fanno mostra di vivere, tesi al consumo e ad ostentare ricchezze accumulate e da accumulare, se avranno ancora tempo.
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Bel film, ubriacante e preoccupante di Polanski, presentato da certa stampa come un cinepanettone, categoria italiana volgare alla quale non appartiene. Fà piuttosto pensare al recente L'ordine del tempodella signora Cavani, cosa ci resta del tempo che abbiamo ancora da vivere, come impiegarlo e come viverlo e sia Polanski sia la Cavani hanno un lungo e sapiente vissuto, tale da indicarci un po' di saggezza.
Preoccupante per come i signori ospiti dell'hotel di Gstaad sulle Alpi (affittato dalla troupe per girare il film) fanno mostra di vivere, tesi al consumo e ad ostentare ricchezze accumulate e da accumulare, se avranno ancora tempo. Botulino e plastica chirurgica a chili su certi corpi, vestiti e macchinoni che più di cattivo gusto non si può. E' il momento di vivere il Capodanno del 2000, qualcuno esprime timori ventilati che qualcosa di terribile possa avvenire, un millennium bug disastroso dopo il quale non resterà niente. Tanti importantoni e riccastri internazionali vanno a trovarsi là a mostrare la loro “fama”, o fame di divertimento: hanno prenotato per esserci! Ordinano alle maestranze dell'albergo ogni loro pretesa, espongono con cattivo gusto la loro presunta importanza. Il maitre dell'albergo, o maestro di cerimonie, facilita, tranquillizza, apparentemente soddisfa tutti i desideri dello showing-off di costoro. Interessanti e storici gli inserti televisivi di Eltsin che si dimette e di Putin che assume il potere che “i cittadini gli hanno dato” (così almeno dice, la “nomenklatura” non la cita).
Una società in disfacimento, per l'ora fatidica di mezzanotte si praticano i “trenini che non vanno da nessuna parte” (per citare una frase de La grande Bellezzadi Paolo Sorrentino). Un capodanno truculento che fa molto pensare alla crociera che si svolse in Triangle of sadness di Ruben Östlund: prima le feste e le pose che coprono tutti i difetti umani e poi il disastro, il naufragio, la morte verso cui sembrano correre.
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fr�
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martedì 31 ottobre 2023
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inspiegabile
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Inspiegabile come Roman Polanski sia arrivato al concepimento di un film che ricorda i cinepanettoni italiani dei fratelli Vanzina.
Comicità volgare e che non fa ridere nessuno.
Le intuizioni più interessanti restano solo accennate e trascurate.
Sconisgliato.
[+] i cinepanettoni dei vanzina non
(di luciano sibio)
[ - ] i cinepanettoni dei vanzina non
[+] volgare ???
(di paolorol)
[ - ] volgare ???
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angelo umana
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venerdì 13 ottobre 2023
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i trenini che non vanno da nessuna parte
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Bel film ubriacante e preoccupante di Polanski, presentato da certa stampa come un cinepanettone, categoria italiana volgare alla quale non appartiene. Fà piuttosto pensare al recente L'ordine del tempo della signora Cavani, cosa ci resta del tempo che abbiamo ancora da vivere, come impiegarlo e come viverlo e sia Polanski sia la Cavani hanno un lungo e sapiente vissuto, tale da indicarci un po' di saggezza.
Preoccupante per come i signori ospiti dell'hotel di Gstaad sulle Alpi (affittato dalla troupe per girare il film) fanno mostra di vivere, tesi al consumo e ad ostentare ricchezze accumulate e da accumulare, se avranno ancora tempo.
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Bel film ubriacante e preoccupante di Polanski, presentato da certa stampa come un cinepanettone, categoria italiana volgare alla quale non appartiene. Fà piuttosto pensare al recente L'ordine del tempo della signora Cavani, cosa ci resta del tempo che abbiamo ancora da vivere, come impiegarlo e come viverlo e sia Polanski sia la Cavani hanno un lungo e sapiente vissuto, tale da indicarci un po' di saggezza.
Preoccupante per come i signori ospiti dell'hotel di Gstaad sulle Alpi (affittato dalla troupe per girare il film) fanno mostra di vivere, tesi al consumo e ad ostentare ricchezze accumulate e da accumulare, se avranno ancora tempo. Botulino e plastica chirurgica a chili su certi corpi, vestiti e macchinoni che più di cattivo gusto non si può. E' il momento di vivere il Capodanno del 2000, qualcuno esprime timori ventilati che qualcosa di terribile possa avvenire, un millennium bug disastroso dopo il quale non resterà niente. Tanti importantoni e riccastri internazionali vanno a trovarsi là a mostrare la loro “fama”, o fame di divertimento: hanno prenotato per esserci!, questo conta. Ordinano alle maestranze dell'albergo ogni loro pretesa, espongono con cattivo gusto la loro presunta importanza. Il maitre dell'albergo, o maestro di cerimonie, facilita, tranquillizza, apparentemente soddisfa tutti i desideri dello showing-off di costoro. Interessanti e storici gli inserti televisivi di Eltsin che si dimette e di Putin che assume il potere che “i cittadini gli hanno dato” (così almeno dice, la “nomenklatura” non la cita).
Una società in disfacimento, per l'ora fatidica di mezzanotte si praticano con la musica i “trenini che non vanno da nessuna parte” (per citare una frase de La grande Bellezza di Paolo Sorrentino e, toh!, anche qui appare Fanny Ardant). Un capodanno truculento che fa molto pensare alla crociera che si svolse in Triangle of sadness di Ruben Östlund: prima le feste e le pose che coprono tutti i difetti umani e poi il disastro, il naufragio, la morte verso cui sembrano correre.
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imperior max
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martedì 10 ottobre 2023
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parenti e vanzina scansatevi! roman polanski vi mette sotto senza accorgersene...
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THE PALACE di Roman Polanski. Ci volevano Luca Barbareschi e Polanski per capire che noialtri avevamo tra le mani il cinepanettone e per trent’anni lo abbiamo sempre usato a cazzo e sbagliato. L’avessero diretto al posto di Vacanze di Natale 2000 magari ci saremo risparmiati un sacco di zozzerie dopo.
Durante il capodanno 2000 tutti i clienti dell’hotel Palace, compreso Mickey Rourke, o fanno pena o fanno la figura dei cazzari/cojoni, a dispetto di quelli che ci lavorano facendo spesso buon viso a cattivo gioco. Quando si ride lo si fa’ per il patetismo che suscitano e all’ironia di ciò che vediamo: un vecchio chirurgo plastico contornato da tutte le sue pazienti dove la più decente pare Donatella Versace, uno scrittore ultranovantenne sposato con una di venti dove l’eredità patrimoniale è appesa ad un filo, la mafia russa carichi di soldi ed escort che assistono in televisione all’ascesa di Putin, con tanto di frecciatina politica, tante persone con i soldi, ma che fondamentalmente ne vogliono solo di più, sono sole, sono bigotte, credono al Millennium Bug e si strafogano negli sfarzi e nella lussuria non avendo dentro niente di valore.
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THE PALACE di Roman Polanski. Ci volevano Luca Barbareschi e Polanski per capire che noialtri avevamo tra le mani il cinepanettone e per trent’anni lo abbiamo sempre usato a cazzo e sbagliato. L’avessero diretto al posto di Vacanze di Natale 2000 magari ci saremo risparmiati un sacco di zozzerie dopo.
Durante il capodanno 2000 tutti i clienti dell’hotel Palace, compreso Mickey Rourke, o fanno pena o fanno la figura dei cazzari/cojoni, a dispetto di quelli che ci lavorano facendo spesso buon viso a cattivo gioco. Quando si ride lo si fa’ per il patetismo che suscitano e all’ironia di ciò che vediamo: un vecchio chirurgo plastico contornato da tutte le sue pazienti dove la più decente pare Donatella Versace, uno scrittore ultranovantenne sposato con una di venti dove l’eredità patrimoniale è appesa ad un filo, la mafia russa carichi di soldi ed escort che assistono in televisione all’ascesa di Putin, con tanto di frecciatina politica, tante persone con i soldi, ma che fondamentalmente ne vogliono solo di più, sono sole, sono bigotte, credono al Millennium Bug e si strafogano negli sfarzi e nella lussuria non avendo dentro niente di valore. Non mancheranno sesso, cacate, rutti ed eccessi. Il pinguino in cgi è plasticoso, ma è il più genuino di tutti.
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