Regia di David Fincher. Un film con Michael Fassbender, Tilda Swinton, Arliss Howard, Monique Ganderton, Charles Parnell. Dal 10 novembre su Netflix.
In cinque capitoli e altrettanti luoghi (Parigi, Santo Domingo, New Orleans, New York, Chicago), più un epilogo ancora nella Repubblica Dominicana, Fincher costruisce un revenge movie dalla precisione geometrica. E dietro la produzione Netflix si nasconde una riflessione sulla società contemporanea. The Killer è un thriller, ovviamente, facile da vedere e digerire per qualsiasi spettatore da piattaforma, con una tensione costante e almeno un momento in cui lo stile controllato si frantuma in una devastante lotta corpo a corpo; ma nell’andamento “a ritroso” della trama diventa poco alla volta una geniale messa in scena dei processi di produzione della società contemporanea, nel corpo vivo del capitalismo. Implacabile e senza emozioni («I don’t give a fuck», è il suo motto), il killer anonimo vendica l’estrema e asfissiante visibilità del mondo, la sua costante tracciabilità (come tutti anche lui usa Amazon, carte di credito e puntatori digitali), ripercorrendo il tragitto inviolabile della committenza e muovendosi con precisione tecnologica, intrappolato in un processo continuo di clienti ed esecutori a cui non è possibile mettere fine.