gattoquatto
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giovedì 28 dicembre 2023
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del tutto inutile
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Un trionfo di effetti speciali digitali, nonsense e assurdità varie per l'ultimo (speriamo) capitolo della saga di Indiana Jones. Il film richiama più l'idea di un videogioco che quella di cinema. Ha una trama esile, dilatata in oltre due ore e mezzo di durata, ed è talmente infarcito di scene d'azione così irrealistiche, forzate e prevedibili da risultare per lunghi tratti noioso.
Il vecchio Indiana Jones (Harrison Ford aveva 79 anni durante le riprese..!) parla con l'affanno di un anziano ma ha la capacità atletica di un funambolo, tuttavia vederlo indossare la stessa giacca di pelle, il berretto e la frusta dei tempi migliori mette solo una gran malinconia.
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Un trionfo di effetti speciali digitali, nonsense e assurdità varie per l'ultimo (speriamo) capitolo della saga di Indiana Jones. Il film richiama più l'idea di un videogioco che quella di cinema. Ha una trama esile, dilatata in oltre due ore e mezzo di durata, ed è talmente infarcito di scene d'azione così irrealistiche, forzate e prevedibili da risultare per lunghi tratti noioso.
Il vecchio Indiana Jones (Harrison Ford aveva 79 anni durante le riprese..!) parla con l'affanno di un anziano ma ha la capacità atletica di un funambolo, tuttavia vederlo indossare la stessa giacca di pelle, il berretto e la frusta dei tempi migliori mette solo una gran malinconia. Forse avrebbe avuto più senso una sceneggiatura sviluppata attorno alla vecchiaia del protagonista, con tutti i relativi limiti ma anche le opportunità che l'età matura comporta.
Il film è stato un flop al botteghino (Disney ha perso oltre 100 milioni di $ rispetto ai costi di produzione) e in effetti il prodotto è accettabile solo per chi è di bocca buona.
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jonnylogan
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martedì 29 agosto 2023
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addio professor jones
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Nel 1944 il Professor Jones e il Professor Shaw, vengono catturati dai Nazisti mentre stanno cercando di recuperare la lancia di Longino, con la quale Gesù venne trafitto dopo essere stato crocifisso.
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Nel 1944 il Professor Jones e il Professor Shaw, vengono catturati dai Nazisti mentre stanno cercando di recuperare la lancia di Longino, con la quale Gesù venne trafitto dopo essere stato crocifisso. Al tempo stesso vengono a conoscenza dell’esistenza del meccanismo di Antikytera, detto anche Quadrante del destino, ideato da Archimede e grazie al quale la leggenda narra che sia possibile viaggiare nel tempo.
I tempi per Indiana Jones sembrano ormai maturi per appendere frusta e cappello al chiodo, e a nulla sono valsi i tentativi, pur tecnicamente ben riusciti, di ringiovanimento del personaggio per renderlo il più possibile simile alle sue prime avventure. Harrison Ford fa ancora la sua parte fra colpi di frusta, citazioni colte, spacconate e scene slapstick, ma quella che sembrava fin da subito una difficile nuova avventura per il character ideato da Spielberg e Lucas nei primi anni ‘80, in effetti è confermata a visione ultimata. Un personaggio che purtroppo non riesce più a catturare l’attenzione dei vecchi appassionati della saga, al punto che se il penultimo episodio (Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, 2008) sembrava già 15 anni or sono utile solamente per lo sfruttamento dell’effetto nostalgia e per aumentare gli incassi, lo stesso si può facilmente dire anche per quest’ultima pellicola nella quale Henry Jones è ormai arrivato al termine della propria vita accademica - il presente narrativo è quello di Luglio del 1969 – in una New York in balia dei festeggiamenti per l’imminente allunaggio.
Film che ha il pregio di sciogliere alcuni dubbi sulla vita privata di ‘Indy’, con un’apparizione di Karen Allen, ancora nel ruolo di Marion Ravenwood, e in cui ancora una volta i nemici saranno come sempre i Nazisti, il cui capo, l’astrofisico Jürgen Voller, viene egregiamente impersonato dall’attore danese Mads Mikkelsen, arruolato dopo la conclusione della seconda guerra mondiale dalla NASA e che nell’immaginario del regista James Mangold vorrebbe forse rappresentare il continuum narrativo del René Belloq portato in scena da Paul Freeman. Nonostante questi dati positivi la pellicola non lascia però tracce o ricordi particolari, e il film a detta dello stesso Ford rappresenta, per evidenti limiti d’età, il canto del cigno per uno dei personaggi più iconici e pop del mondo della settima arte. Probabilmente meglio così anche se forse sarebbe stato opportuno non violentarne ulteriormente le gesta con un episodio sgonfio di idee.
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fabal
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sabato 26 agosto 2023
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non il miglior indy, ma non si resta delusi
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E' ormai il 1969 e New York è euforica per lo sbarco sulla Luna. Il professor Henry Jones jr., che non condivide tutto questo entusiasmo, vive tra casa e università con il dolore per la morte del figlio e l'ansia del prossimo divorzio da Marion. Il cappello e la frusta sembrano ormai definitivamente appesi al chiodo, quando l'inaspettata visita di Helena cambia le carte in tavola. La donna è difatti la figlia di un vecchio amico di Indy con il quale, nel lontano 1944, aveva sottratto la metà dell'Antikytera ai nazisti... E ora, dopo anni di distanza, qualcuno sembra determinato a reperire anche l'altra metà del marchingegno di Archimede che sembra in grado di far viaggiare nel tempo.
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E' ormai il 1969 e New York è euforica per lo sbarco sulla Luna. Il professor Henry Jones jr., che non condivide tutto questo entusiasmo, vive tra casa e università con il dolore per la morte del figlio e l'ansia del prossimo divorzio da Marion. Il cappello e la frusta sembrano ormai definitivamente appesi al chiodo, quando l'inaspettata visita di Helena cambia le carte in tavola. La donna è difatti la figlia di un vecchio amico di Indy con il quale, nel lontano 1944, aveva sottratto la metà dell'Antikytera ai nazisti... E ora, dopo anni di distanza, qualcuno sembra determinato a reperire anche l'altra metà del marchingegno di Archimede che sembra in grado di far viaggiare nel tempo...
A 15 anni di distanza dal deludente quarto capitolo, Harrison Ford torna a vestire i panni del celebre archeologo in un film decisamente migliore del Regno del Teschio di Cristallo. Un film che ha il coraggio di non cedere alla tentazione della retorica passatista fine a se stessa. James Mangold, invece, illustra una storia nuova nei contenuti ma con lo schematismo narrativo dei predecessori: una serie di quest successive che compongono, via via, il puzzle finale. Si tratta di un capitolo dichiaratamente conclcusivo (e non solo per l'età di Harrison Ford) e, considerando il periodo di una cinematografia particolarmente ossessionata nel tributo nostalgico agli anni '80 – proprio il periodo della trilogia originaria di Indiana Jones – le mie aspettative erano differenti. Pensavo ad un film più celebrativo, se non riassuntivo, con parecchie citazioni ai film precedenti e una storia che in qualche modo collegasse tutti i mcguffin trovati da Indy nelle sue passate avventure. Specialemente perché già L'ultima crociata aveva regalato il primo easter egg della saga, con la breve comparsa dell'Arca dell'Alleanza accompagnata dal noto tema di John Williams. Niente di tutto questo ne Il quadrante del destino che, a ben pensarci, non può fare a meno di svincolarsi da simbologie religiose che nel 2023 risulterebbero divisive e potrebbero sollevare polemiche. Nemmeno omaggia Sean Connery o Marcus Brody, ma introduce personaggi nuovi e una vicenda slegata dal passato. Non tutto però è nuovo: ritornano i nazisti come nemici, antagonisti ormai archetipici nella caccia ai tesori antichi. La vicenda scorre in modo quasi scolastico,con gli alti e bassi di uno svolgimento che non meraviglia né delude. Qualche sbuffo nel troppo lungo inseguimento in apecar tra le vie di Tangeri, un po' di delusione per lo scarso allestimento dell'orecchio di Dionisio e un ritmo non sempre sostenuto: al quadrante del Destino manca davvero tanto per essere all'altezza dei primi tre capitoli. Le locations meravigliano molto meno, anche la colonna sonora del maestro Williams non sembra incisiva come in passato. Il cast però regge, a partire da Harrison Ford che recita perfettamente in linea con la sua età: non si atteggia a eternamente giovane, sa di non potere e non dover strafare ma fa valere la sua esperienza in questa perfetta simbiosi tra attore e personaggio. Bene anche la Waller Bridge, fantastico Mikkelsen, un po' sprecato forse Banderas.
Lo svolgimento schematico viene però corretto da un finale discutibile, trash, ma che indubbiamente fa spalancare gli occhi e costituisce il vero colpo di scena della pellicola. Nell'ultima scena, l'unica vera concessione alla nostalgia della pellicola chiude bene il cerchio: forse questo non sarà il miglior Indiana Jones ma non si esce dal cinema delusi.
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orazionoir
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martedì 1 agosto 2023
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trama interessante ma...
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Solita "americanata ammazza nazi" dove i protagonisti non fanno altro che uccidere nazisti (senza mai essere colpiti...neanche da due passi...da militari professionisti). Alla fine viene quasi da patteggiare per i nazi (i quali non fanno mai male a nessuno - mentre dall'altra parte, pure il bambino, uccide in maniera atroce un militare che non gli aveva neanche tirato un capello). Peccato perché la trama era molto interessante con il viaggio nel passato e con la possibilità di uccidere Hitler (causa dell'autosconfitta della Germania).
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patgreco
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martedì 25 luglio 2023
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la nostalgia del tempo che fu !
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I commenti positivi che il film riceve credo siano un fatto dovuto alla trascendenza virtuosa del primo " Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta ".. A parte la fase di inzion del film con la rievocazione storica della trafugazione nazista dei beni d'arte e dell'ambiente costruito e poi le scene sul treno nazista diretto a Berlino, poi man mano il film spegne ogni emozione sincera. Non ho percepito le emozioni vere del primo Indian Jone, in particolare, mi sembravano scene e azioni quasi meccaniche ricostruite per dare quelel esperienze ma invece poi la loor realizzaizone risultava addirittura una sorta di beffe dell'allora scenografia. Azioni e emozioni rivestite " banalmente " senza quel pathos di un buon umore vitale originario, si potrebbe dire molto infantile.
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I commenti positivi che il film riceve credo siano un fatto dovuto alla trascendenza virtuosa del primo " Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta ".. A parte la fase di inzion del film con la rievocazione storica della trafugazione nazista dei beni d'arte e dell'ambiente costruito e poi le scene sul treno nazista diretto a Berlino, poi man mano il film spegne ogni emozione sincera. Non ho percepito le emozioni vere del primo Indian Jone, in particolare, mi sembravano scene e azioni quasi meccaniche ricostruite per dare quelel esperienze ma invece poi la loor realizzaizone risultava addirittura una sorta di beffe dell'allora scenografia. Azioni e emozioni rivestite " banalmente " senza quel pathos di un buon umore vitale originario, si potrebbe dire molto infantile.
Harrison Ford ok, Mads Mikkelson very good, Phoebe Waller Bridge, addirittura fastidiosa, se volete una finzione nella finzione. Anche il " ragazzino " appare una meccanica quais "fuori bordo", nel senso che non pare che c'entri efficacemente nel film.
Che Nostalgia, è cio che affiora con tanta forza.
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felicity
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venerdì 21 luglio 2023
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manca lo spirito d’avventura e l''originalità
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Indiana Jones e il quadrante del destino è un film poco godibile dal punto di vista del puro intrattenimento, ma molto debole dal lato narrativo.
Non mi soffermo sulla trama perché l’ho in parte dimenticata e in parte le cose che mi ricordo mi annoia anche solo pensarle. Il succo del discorso è: il tempo passa, le cose non sono più come una volta, il mondo va avanti, cosa darei per tornare indietro a quando avevo qualche anno in meno.
Indiana Jones e il quadrante del destino dovrebbe essere un film sul tempo – tutto pieno di orologi e riflessioni dentro e fuori lo schermo, fino al macguffin di turno che è una vera e propria macchina del tempo – ma lo sviluppa male e senza arrivare a nessuna conclusione veramente significativa.
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Indiana Jones e il quadrante del destino è un film poco godibile dal punto di vista del puro intrattenimento, ma molto debole dal lato narrativo.
Non mi soffermo sulla trama perché l’ho in parte dimenticata e in parte le cose che mi ricordo mi annoia anche solo pensarle. Il succo del discorso è: il tempo passa, le cose non sono più come una volta, il mondo va avanti, cosa darei per tornare indietro a quando avevo qualche anno in meno.
Indiana Jones e il quadrante del destino dovrebbe essere un film sul tempo – tutto pieno di orologi e riflessioni dentro e fuori lo schermo, fino al macguffin di turno che è una vera e propria macchina del tempo – ma lo sviluppa male e senza arrivare a nessuna conclusione veramente significativa.
È il genere di roba che succede quando un copione viene riscritto nell’arco di 5 anni da 5 persone diverse: le intenzioni iniziali si perdono per strada, l’attenzione si sposta su altro ma senza fare piazza pulita di tutto quello che c’era prima e alla fine ti ritrovi con una storia piena di vicoli ciechi, indizi che non portano a niente, suggestioni che si perdono nel nulla.
Se il teschio di cristallo era un film di Indiana Jones mediocre, il quadrante del destino è un film mediocre, in cui c’è Indiana Jones.
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samanta
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domenica 9 luglio 2023
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antikytera o morte
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Con questo film sono 5 gli episodi della saga di Indiana Jones iniziata nel 1982. L'ultimo sequel risaliva al 2009 e con quest'ultimo film le avventure di "Indi" appaiono conluse. Certamente i primi 4 film ebbero un grande successo nati da un idea di Lucas e diretti da Steven Spielberg, non tutti i film ebbero lo stesso livello qualitativo, metto in graduatoria al primo posto il primo: I.J. e l'Arca dell'Alleanza e subito dopo il terzo: I.J. e la cerca del Graal con l'accoppiata vincente, Harrison Ford e Sean Connery, a mio avviso non molto riuscito il secondo episodio: I.J. e il tempio maledetto, meglio l'ultimo: I.
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Con questo film sono 5 gli episodi della saga di Indiana Jones iniziata nel 1982. L'ultimo sequel risaliva al 2009 e con quest'ultimo film le avventure di "Indi" appaiono conluse. Certamente i primi 4 film ebbero un grande successo nati da un idea di Lucas e diretti da Steven Spielberg, non tutti i film ebbero lo stesso livello qualitativo, metto in graduatoria al primo posto il primo: I.J. e l'Arca dell'Alleanza e subito dopo il terzo: I.J. e la cerca del Graal con l'accoppiata vincente, Harrison Ford e Sean Connery, a mio avviso non molto riuscito il secondo episodio: I.J. e il tempio maledetto, meglio l'ultimo: I.J. e il regno del teschio di cristallo, in quest'ultimo episodio la regia è di James Mengold discreto mestierante di Hollywood (Kate&Leopold, Quel treno per Yuma), Lucas e Spielberg appaiono in questo film come produttori esecutivi, in cui si vede Indiana Jones lottare contro i nazisti come nel primo e terzo episodio, nel secondo il nemico erano i Thugs e nel quarto l'URSS.
[Elementi spoiler] Il film inizia con un prologo ambientato alla fine del 1944 sul fronte occidentale mentre la vicenda successiva si svolge nell'estate del 1969 in varie location (New York, Marocco, Egeo, Sicilia), all'inizio il fido collaboratore Marcus non c'è più, sostituito da un professore di Oxford: Basil Show (Toby Jones: La talpa, Atomica Bionda), altrettanto impacciato e di fine intelligenza, ucciso il suo posto viene preso nel 1969 dalla figlia Helena (Phoebe Waller-Bridge, The Iron lady, Solo: A star wars story) che per tutto il film si scontra con Indiana Jones entrambi alla ricerca dell'Antikytera meccanismo meccanico effettivamente creato nel 150 a.C. per calcolare le fasi lunari, il sorgere del sole e altri dati, ritrovato in fondo al mare negli anni'60 nel film diventa uno strumento creato da Pitagora che serve a esplorare il tempo. Il loro nemico è uno scienzato nazista Jurgen Voeller (Mads Mikkelsen attore danese: I 3 moschettieri, Rogue one).
Il film utilizza ampiamente gli effetti speciali digitali sia nel prologo: Harrison Ford ringiovanito di 40 anni, la corsa del treno pieno di tesori trafugati dai nazisti che nel prosieguo della vicenda come nella parata a New York o l'assedio di Siracusa. Onestamente si prova un pò di nostalgia del primo film in cuigli effetti speciali erano, se si può dire, a misura d'uomo. In ogni caso la storia scorre bene, il ritmo è più che veloce anzi forsennato, certamente non mancano le sorprese anche se il finale appare un pò sdolcinato, aggiungete che non ci sono parolacce, scene di sesso, ed è assente il politycally correct. La recitazione è più che buona, Harrison Ford è un Indiana Jones che ormai si è così immedesimato nella parte che non sarebbe concepibile un attore diverso, ottima anche la prestazione di Phoebe Waller-Bridge una convincente "furfantella" simpatica. In un piccolo ruolo appare Antonio Banderas che "gigioneggia" nelle vesti improbabili di un pescatore greco.
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gabriella
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giovedì 6 luglio 2023
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l''eterna giovinezza di indy
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Quando si produce il sequel di una saga di particolare successo ( nel suddetto caso , eccezion fatta per il quarto capitolo) e con un protagonista assai carismatico e amato dal grande pubblico, sorge spontanea la domanda “ ma ne valeva la pena”? Il rischio è sempre dietro l’angolo, specie se a dirigere il film non è il suo creatore, Mr, Steven Spielberg, bensì James Mangold, regista talentuoso ma molto meno conosciuto del suo illustre collega, eppure il risultato è brillante e soddisfacente, anche se non perfetto.
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Quando si produce il sequel di una saga di particolare successo ( nel suddetto caso , eccezion fatta per il quarto capitolo) e con un protagonista assai carismatico e amato dal grande pubblico, sorge spontanea la domanda “ ma ne valeva la pena”? Il rischio è sempre dietro l’angolo, specie se a dirigere il film non è il suo creatore, Mr, Steven Spielberg, bensì James Mangold, regista talentuoso ma molto meno conosciuto del suo illustre collega, eppure il risultato è brillante e soddisfacente, anche se non perfetto. E’ un piacere ritrovare il più famoso archeologo della storia del cinema, la sua frusta e il suo cappello , marchi distintivi con i quali sono cresciute intere generazioni, gli inseguimenti, le cavalcate ( stavolta non verso un tramonto ma nel percorso sotterraneo di una metropolitana), gli inseguimenti in moto, la decifrazione di codici ,il trafugamento di antichi tesori, l’odio implacabile per i nazisti, c’è tutto, accompagnato come sempre dal tema epico di John Williams. Stavolta mancano le atmosfere mistiche , il confronto con i modelli della mitologia cristiana , presenti nella trilogia spielberghiana , dall’arca dell’alleanza alle sacre pietre di Sankara e infine il Santo Graal, a scomodare Indy ,ci pensa la sua figlioccia, Helena ( una sorprendente Phoebe Waller Bridge) che è in possesso del quadrante di Archimede, uno strumento che permette di viaggiare nel tempo e la possibilità di cambiare la storia, cosa che vorrebbe fare Voller uno scienziato nazista che possiede una metà del meccanismo di Antikithera. Siamo nel 69, il mondo è in febbrile attesa per l’allunaggio, Jones è un anziano professore in procinto di lasciare l’insegnamento per andare in pensione. , è un uomo che vive nel passato e che assomiglia sempre di più a quel padre cui non voleva affatto somigliare, che rifugge dal presente e preferisce rifugiarsi nella storia e nella ricerca ma è anche un uomo che si è sempre battuto per fare in modo che certi tesori non debbano cadere in mani sbagliate, così si rimette in pista, immerso nell’avventura e nel pericolo fino al collo, nonostante le ossa giurassiche e la muscolatura arrugginita, oltre a una profonda tristezza che l’ha fiaccato nello spirito. Harrison Ford, forgiato da George Lucas nella celeberrima saga stellare , ha poi indossato il cappello del noto archeologo che tutti conosciamo e continua a farlo anche adesso , dopo più di quarant’anni, con la stessa convinzione di allora, dimostrando che il mito resiste nonostante il film risenta di una scena iniziale troppo lunga, nonostante le varie citazioni e riferimenti fan service, nonostante l’effetto nostalgico di Steven Spielberg e del suo eterno animo ragazzino, ma che rispetta però la cornice d’azione del suo protagonista e ci regala un’ultima cavalcata e uno struggente finale.
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gustibus
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giovedì 6 luglio 2023
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gli anni passano,indiana jones e''storia!
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La conclusione della saga e'arrivata alla fine.Vi diro' che questo Indiana Jones 5 non e'il migliore..Il primo del 1982 rimane insuperabile.Qui nella regia di James Mangold si riassumono le sceneggiature degli altri precedenti films.All'inizio di questo"Quadrante del destino"c'è un senso di tristezza nel vedere Harrison Ford da giovane a 80enne come lo e'veramente ora.Ma forse più che la storia in se dove si va dai nazisti all'assedio di Siracusa epoca A.C.ci sono gli ultimi 5minuti finali che fanno battere il cuore e capire che tutti invecchiamo ma non dobbiamo mai arrenderci.L'incontro tra Indiana e Marion(Karen Allen)e'la parte migliore del film!non e'strano vedrete e capirete.
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La conclusione della saga e'arrivata alla fine.Vi diro' che questo Indiana Jones 5 non e'il migliore..Il primo del 1982 rimane insuperabile.Qui nella regia di James Mangold si riassumono le sceneggiature degli altri precedenti films.All'inizio di questo"Quadrante del destino"c'è un senso di tristezza nel vedere Harrison Ford da giovane a 80enne come lo e'veramente ora.Ma forse più che la storia in se dove si va dai nazisti all'assedio di Siracusa epoca A.C.ci sono gli ultimi 5minuti finali che fanno battere il cuore e capire che tutti invecchiamo ma non dobbiamo mai arrenderci.L'incontro tra Indiana e Marion(Karen Allen)e'la parte migliore del film!non e'strano vedrete e capirete..la magia del cinema!
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paperinik
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lunedì 3 luglio 2023
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che più "action" non si può
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Prevedibile, banalotto, troppo lungo. La parte più riuscita è forse il prologo e poco più. Il cavallo metropolitano secondo in classifica giusto di una misura dopo il rifugio nucleare nel frigorifero. Solo per nostalgici
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