| Anno | 2023 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Belgio |
| Durata | 107 minuti |
| Regia di | Jawad Rhalib |
| Attori | Lubna Azabal, Fabrizio Rongione, Catherine Salée, Johan Heldenbergh, Babetida Sadjo Malek Akhmisse, Kenza Benbouchta, Ethelle Gonzalez Lardued, Mehdy Khachachi, Evelyn Ariza, Olivier Bisback. |
| Tag | Da vedere 2023 |
| MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 luglio 2024
Un'insegnante musulmana difende una propria allieva da attacchi integralisti finendo con il subire le conseguenze delle sue prese di posizione.
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CONSIGLIATO SÌ
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Amal è un'insegnante di letteratura in un istituto di istruzione superiore belga in cui c'è una presenza di studenti di fede musulmana che è anche la sua. Dal giorno in cui una studentessa viene attaccata in quanto sospettata di essere lesbica Amal prende le sue difese cercando di spiegare agli studenti della sua classe come l'Islam alle origini non fosse sessuofobico. Si troverà contro un collega convertito all'islamismo integralista che nella scuola insegna religione.
Un film diretto da un regista islamico che ha il coraggio di mettere in discussione l'integralismo.
Forse non tutti sanno che in Belgio gli insegnanti delle varie confessioni religiose nella scuola pubblica hanno il diritto di fare lezione senza che nessuno, neanche il capo d'istituto, possa fare ingresso nelle aule mentre fanno lezione. Ciò consente loro un'autonomia assoluta che se da un lato ha una valenza democratica, dall'altro consente a chi si voglia approfittare di questo diritto di procedere ad opere di indottrinamento prive di qualsiasi forma di controllo o verifica. Si tratta di uno dei più importanti elementi messi in luce da questo film che alla sua uscita in Francia è stato attaccato da sinistra in quanto considerato islamofobo mentre è invece solo ed aspramente contrario all'integralismo musulmano. È accaduto cioè (e non accade solo in Francia) quanto si verificava in Italia negli anni di piombo. Chi manifestava con determinazione idee di sinistra veniva assimilato alle Brigate Rosse senza che ci si preoccupasse di fare i necessari distinguo. Lubna Aznabal entra con la consueta capacità di adesione nel personaggio di Amal (nome che significa Speranza) la quale non vuole restare passiva, come altri colleghi del consiglio di classe, dinanzi alla persecuzione sui social di una studentessa musulmana che ha la 'colpa' di essere omosessuale.
A impegnarsi invece in una sottile ma progressiva diffamazione sia della ragazza che della collega è l'insegnante di religione musulmana. Fabrizio Rongione gli offre tutta l'astuzia e l'apparente autocontrollo di un convertito al radicalismo, intenzionato ad applicarne le regole dal presunto valore universale. Ne nasce un film di una denuncia che si sviluppa dall'interno di coloro che appartengono al mondo islamico ma che non vogliono essere più surrettiziamente confusi con gli estremisti di cui non condividono nulla. Lo fa offrendo spazio sia agli insegnanti sia agli alunni mostrando come l'indottrinamento possa fare breccia negli animi più giovani rischiando di radicalizzarli, facendo in modo che poi convoglino le proprie distorte convinzioni su quel mezzo di diffusione rapida che sono i social. Con conseguenze devastanti per chi finisce al centro del mirino.