
Titolo originale | In Bed with Michel Gondry |
Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | François Nemeta |
Attori | Alain Chabat, Michel Gondry, Paul Gondry, Nirvana . |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 novembre 2023
Un documentario che ci porta nella mente geniale di Michel Gondry seguendolo nelle sue notti insonni. In Italia al Box Office A letto con Michel Gondry ha incassato 628 .
CONSIGLIATO SÌ
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Il regista Michel Gondry è un insonne cronico, stimolato da mille pensieri e da un'inesausta tendenza a fantasticare. È così fin da quando era piccolo. I genitori, quando lo capirono, gli diedero una camera tutta per sé, perché, in quella che già condivideva con loro, non impedisse ai fratelli di dormire. È stato un bambino timido e dall'immaginazione sfrenata, che da adulto ha riversato nelle sue opere sensazioni e immagini - spesso figlie di sogni a occhi aperti - di quell'età incerta, incantata, con la stessa passione e curiosità per il metodo empirico, il gusto della scoperta che spesso condivide coi suoi personaggi (in particolare con il suo alter ego nel recente Il libro delle soluzioni). L'autore di innumerevoli e originali video musicali e di film come Se mi lasci ti cancello nel 2023 ha compiuto sessant'anni e lo stato di veglia continua a invadere lo spazio che per lui dovrebbe appartenere al riposo, alla ricarica energetica. Il suo corpo mostra i segni di un disturbo psicofisico che al tempo stesso, nel corso di questo video diario notturno, si rivela l'unica condizione possibile per la creazione artistica.
François Nemeta, assistente di lunghissimo corso di Gondry, filma il suo partner con una confidenza e un accesso a materiali e spazi privati fuori dall'ordinario.
Il regista si mostra alla camera con molti ricordi infantili e tutto il suo portato di malessere e ossessività, mentre Nemeta ne mette in fila l'opera alla luce di questa disfunzione del sonno: le mani gigantesche di Gael García Bernal in L'arte del sogno (in originale: The Science of Sleep) si scoprono essere un leitmotiv della sua limitata ma fervida attività onirica, così come quella della testa gigante, doppia o sostituita da una macchina fotografica, o le associazioni non significanti tra numeri e colori e più banalmente il ricorrere di spunti visivi e idee raccolte durante il giorno. Una sensazione di alterità e sofferto spaesamento ben rappresentata dall'esperienza di visione di Strade perdute di Lynch, puntualmente citato ("David Lynch mette nei suoi film idee che gli vengono dai sogni e che inserisce senza dare spiegazioni, ed è per questo che i suoi film sono così forti"). In un collage articolatissimo tra video digitale in Sony FX6, pellicola 16mm ed estratti di film soprattutto d'animazione, anche quelli che lo hanno ispirato, Nemeta entra perfino nel suo studio, mostrandone il processo di lavoro. Così facendo ci permette di andare al cuore della nevrosi gondryana (peraltro già dichiarata dal regista in L'épine dans le coeur, dedicato all'amatissima zia Suzette, che prende il nome di Denise in Il libro delle soluzioni): il terrore della morte, da non credente, la paura di non esistere più.
Qui, ad ascoltare e confrontarsi con le sue paure sono i confidenti - notturni, ovviamente - Charlotte Gainsbourg, per cui Gondry ha realizzato il videoclip di La chanson de Prévert del padre Serge; Alain Chabat, autore del suo film preferito (oltre a Bugiardo bugiardo) ossia Didier; il figlio Paul, che gli consiglia la visione terapeutica di Dillinger è morto di Marco Ferreri; e l'astrofisico buddista Trinh Xuan Thuan, portatore di un lampo di serenità. Film labirinto, allucinazione da svegli, confessione senza filtri, disperante eppure ancora fiduciosa nell'atto dell'invenzione, A letto con Michel Gondry è visione da integrare, per prossimità tematico-stilistica, con Il libro delle soluzioni e con Michel Gondry, Do It Yourself, sempre di François Nemeta.
In questo nuovo film che François Nemeta ha dedicato a Michel Gondry, dopo il ritratto biografico Michel Gondry, Do It Yourself, il regista francese è presente in scena come un corpo sofferente, un'anima in pena che non può fare a meno di creare - e sognare, e confondere realtà e sogno, sogno e visioni cinematografiche - a partire dall'insonnia che lo tormenta da sempre.
Do it yourself, fais-le toi-même, fattelo cioè da solo, dice più volte nel corso di questo documentario-omaggio a Michel Gondry la voce narrante del suo autore, François Nemeta, da anni collaboratore del regista francese. Nel film c'è tutto Gondry: le origini a Versailles in una famiglia di artisti hippie; il rapporto simbiotico con il fratello ingegnere Olivier (la mente razionale e pratica dietro [...] Vai alla recensione »