Docufilm realizzato per il centenario della nascita che traccia la storia di don Milani toccando i suoi luoghi simbolo (Montespertoli, Calenzano e Barbiana): presenta documenti inediti come l'atto di battesimo del priore di Barbiana, e altri rinvenuti dall'autrice sotto la guida dell'archivista Giulio Cesare Bucci, a Montespertoli. Recensione ❯
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Una regia magnetica e avvolgente apre una porta su una natura catartica in cui poter elaborare il lutto. Documentario, Camerun, Francia2023. Durata 75 Minuti.
La storia dei bambini del villaggio di Kolofata, un luogo all'apparenza tranquillo su cui incombe una terribile minaccia. Espandi ▽
Un film che racconta in modo intimo e delicato l’infanzia sofferta di tre bambini forti e resilienti del villaggio africano di Kolofata. Con una regia magnetica e avvolgente Cyrielle Raingou trasporta lo spettatore in un luogo affascinante e lontano, che diventa metafora di uno spazio interiore in cui prende forma un difficoltoso processo di elaborazione del lutto. Una caratteristica del cinema di Cyrielle Raingou - già regista di molteplici cortometraggi di tipo documentaristico - è proprio quella di raccontare le identità culturali dell’Africa attraverso leggende, metafore e simbolismi. E infatti anche in Le spectre de Boko Haram emerge in modo chiaro lo spirito che anima gli abitanti di Kolofata, le cui tradizioni sembrano immerse in un’atmosfera magica e surreale, legata ad antiche mitologie. In questo contesto quasi onirico prende vita il percorso di elaborazione del lutto dei bambini, su cui lo sguardo della macchina da presa si posa con delicatezza, lasciando da parte ogni forma di pietismo. Recensione ❯
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Non c'è nulla là fuori' ripeteva ogni giorno Gastel dal suo studio fotografico. Chi c'è stato racconta di un mondo in cui il tempo si fermava e la voglia di andare via svaniva. E oggi, cosa resta? Espandi ▽
Giovanni Gastel, cresciuto il una tra le più importanti famiglie aristocratiche di Milano, inizia la sua carriera da fotografo usando come studio una cantina stretta e umida arrivando a conquistare le più importanti testate di moda. Il mondo fuori dalle mura di casa, è però per lui caotico, rumoroso, frenetico. Impara così a creare intorno a sé piccole isole felici; come il suo studio dove chiunque è il benvenuto ed entrando perde la percezione del tempo. Alla fine di ogni giornata qualcuno prova a tornare nel mondo esterno e sempre Giovanni risponde "Ma dove andate? Non c'è niente là fuori!". Attraverso le testimonianze di alcuni tra i suoi più cari amici e parenti proviamo a mettere insieme i pezzi di ciò che è rimasto qui fuori. Recensione ❯
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Sotto i ruggenti aerei da combattimento, gli artisti ucraini Slava, Anya e Andrey scelgono di restare indietro. Trovando con aria di sfida la bellezza in mezzo alla distruzione, dimostrano che, sebbene sia facile spaventare le persone, è difficile distruggere la loro passione per la vita. Recensione ❯
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Vita e opere di Kader Abdolah, scrittore iraniano diventato olandese dopo essere fuggito dal suo paese. Un
ritratto politico sul senso di essere intellettuale. Espandi ▽
"Sono un esule, e un esule ha sempre bisogno di una luce al fondo del tunnel», dice Kader Abdolah, rifugiato politico iraniano che nel 1988 arrivò nei Paesi Bassi senza sapere una parola d'olandese e venticinque anni dopo seppe scrivere un romanzo, La casa della moschea, votato come secondo miglior libro mai scritto in olandese. Figlio di un povero riparatore di tappeti sordo e muto, durante l'infanzia Kader era stato le orecchie e la lingua di suo padre: l'esule che sarebbe poi riuscito a trovare un posto nel mondo delle lettere del suo nuovo paese è già nato, dunque, sotto il segno della parola perduta. Una parola poi ostinatamente riscoperta; una parola che permette di stare al mondo. Recensione ❯
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La storia degli Blood, Sweat and Tears che nel 1970 era una delle più grandi band del mondo. Espandi ▽
Nel 1970, Blood, Sweat and Tears era una delle più grandi band del mondo. Erano esplosi sulla scena con audacia e promesse, vendendo milioni di dischi, vincendo numerosi Grammy Awards tra cui Album dell'anno (battendo Abbey Road dei Beatles) e dirigendo il leggendario festival di Woodstock. Richiesti per concerti e apparizioni televisive, BS&T era un beniamino della stampa mainstream e rock, icona della controcultura e ispirazione per una generazione di band basate sui fiati. Il loro futuro era illimitato. E poi è andato tutto storto. Creato con la piena collaborazione di Blood, Sweat and Tears, questo lungometraggio documentario traboccherà di ottima musica, intrighi politici internazionali, avvincenti momenti umani, umorismo e una nuova visione di questa strana storia mai raccontata di un groviglio con l'amministrazione Nixon, un controverso tour dietro la cortina di ferro che li ha messi nel fuoco incrociato di un'America polarizzata e un documentario sul tour perduto che potrebbe spiegare tutto. Recensione ❯
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Un ritratto del grande Jean-Luc Godard che ne ripercorre la carriera e quel suo fondersi con l'arte stessa. Espandi ▽
Un autoritratto con materiali d'archivio di Jean-Luc Godard. Ripercorre la carriera unica e inedita, fatta di battute d'arresto improvvise e ritorni sconvolgenti, di un cineasta che non ha mai guardato indietro al suo passato, non ha girato mai lo stesso film due volte, e ha persegueito instancabilmente la sua ricerca, in una diversità di ispirazione davvero inesauribile . Attraverso le parole, gli occhi e l'opera di Godard, il film racconta una vita di cinema; quella di un uomo che ha preteso sempre molto da se stesso e dalla sua arte, fino a fondersi con essa. Recensione ❯
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Una troupe segue un gruppo di individui che simula su internet un'esperienza di sopravvivenza simulata. Espandi ▽
Da qualche parte su Internet, c'è uno spazio in cui gli individui si riuniscono in comunità per vivere un'esperienza di sopravvivenza simulata. Sotto le sembianze di avatar, una troupe cinematografica entra in questo luogo e prende contatto con la "gente del posto", scopre le loro storie, paure e aspirazioni. Recensione ❯
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Il documentarior acconta il commovente viaggio nella memoria storica di Marina, cominciato grazie al ritrovamento fortuito di alcune bobine Pathé Baby girate dal 1931 al 1946 nell'immenso archivio personale del padre della regista. Recensione ❯
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Il racconto di come un ordine religioso matriarcale abbia influenzato la famiglia della regista. Espandi ▽
Un film che descrive l'influenza di un ordine religioso matriarcale segreto - Al-Qubaysiat, di origine siriana - sulla famiglia della regista, i legami inespressi e le conseguenze della lealtà che sua madre, sua nonna e lei stessa hanno dimostrato a questa misteriosa organizzazione. Una storia d'amore di un tipo diverso, e un racconto multigenerazionale sull'eterna ricerca di significato nella vita. Recensione ❯
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Un documentario sulle locations dei film della storia del cinema italiano, per scoprire che
anche il cinema italiano ha avuto le sue Monument Valley. Espandi ▽
Utilizzando il materiale cinematografico custodito negli archivi Compass e Movie Time, è stato possibile
realizzare questo documentario sulle locations dei film della storia del cinema italiano, per scoprire che
anche il cinema italiano ha avuto le sue Monument Valley. La Monument Valley americana è stata il
territorio dove si sono girati tantissimi western, fino a diventare con le sue montagne arrotondate dai
venti e le immense praterie una sorta di luogo mitico per gli appassionati del cinema americano. Ma
anche il cinema italiano ha avuto le sue Monument Valley, che gli esperti sanno riconoscere nei film più
diversi. Le dune sabbiose di Tor Caldara nei pressi di Anzio, scoperte da Mario Bava, ma presenti nei film
più disparati, da Io sono un autarchico di Nanni Moretti all'ultimo film di Checco Zalone, diventando
indifferentemente il Texas, il Medio Oriente, il rifugio di Diabolik, persino la Luna per Franco e Ciccio.
Lo stesso è avvenuto per i monti della Tolfa, per i boschi di Manziana e di Ronciglione, le cascate di
Monte Gelato e i castelli di Balsorano. Sono tanti i luoghi nei dintorni di Roma che appaiono sullo
schermo: dovevano essere a non più di sessanta chilometri dalla capitale per evitare di dover pagare la
diaria alla troupe, quindi nel Lazio. Un viaggio nei luoghi dei sogni a prezzi contenuti che hanno
contribuito a rendere grande il nostro cinema, e al tempo stesso la riscoperta di luoghi bellissimi. Recensione ❯
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Un film che ripercorre carriera e vita privata di una delle più grandi star del cinema scandinavo e non solo. Espandi ▽
Nel film, incontriamo alcuni dei più stretti collaboratori di Liv Ullman nei suoi sette decenni di carriera, tra cui Cate Blanchett, Jessica Chastain, John Lithgow, Jeremy Irons, Sam Waterston, Lena Endre e Pernilla August. Il film esplora la vita sfaccettata di Liv e la sua straordinaria carriera internazionale che dura da oltre 66 anni. Questa è la storia di un essere umano in continua evoluzione pieno di apertura mentale e curiosità, che abbraccia possibilità e incertezze, dimostra cosa significa essere una donna in un mondo dominato dagli uomini e mostra come trovare e usare la propria voce senza perdere la propria integrità, senso dell'umorismo o amici. Il film approfondisce anche i valori fondamentali alla base del fascino universale e della longevità di Liv e celebra una delle più grandi star scandinave. Recensione ❯
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Un'opera ibrida innovativa ed ambiziosa che nell'affrontare il tema del razzismo arriva dritta al cuore. Documentario, Paesi Bassi2023. Durata 72 Minuti.
Sophia, Hanna, Khadija, e la stessa regista Niki, si ritrovano in un nuovo mondo: i Paesi Bassi. Dopo anni, ancora le stesse domande: da dove vieni, parli olandese, ti abbronzi al sole? Espandi ▽
A meta tra film di finzione e documentario, All You See scandaglia l’ipocrita rispettabilità della società olandese in maniera emotiva, intima ed ambiziosa. Costruendo uno stile narrativo del tutto fluido e innovativo, che si presenta come una sorta di mediazione tra documentario e lungometraggio narrativo, Niki Padidar realizza un’opera che afferma il suo carattere personale prima di ogni altra cosa. L’analisi della regista è ad ogni modo mirata a svelare e smontare metodicamente quelli che sono i sistematismi derivanti dal razzismo endemico che permea la società olandese. Tutto questo emerge però dalle parole e dalle testimonianze delle immigrate, dalla loro frustrazione dinnanzi a una società che da una parte le ha integrate, ma che dall’altra continua imperterrita a rifiutarle e a ghettizzarle. Tutto avviene sul piano emotivo, che è una lingua universale che trascende l’aspetto meramente ideologico, motivo per cui il film arriva dritto al cuore dello spettatore. Recensione ❯
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Un doc che cerca di indagare sui crimini della Syria. Espandi ▽
27.000 foto di detenuti civili torturati a morte sono state trafugate dagli archivi segreti del regime siriano da un disertore militare con il nome in codice Caesar e rese pubbliche nel 2014. Il regista Stéphane Malterre e la sua co-autrice e consulente storica, Garance Le Caisne, hanno indagato fino a che punto la giustizia internazionale si dimostri impotente nel perseguire il criminale Stato siriano. Mentre il caso sembra destinato all'oblio, le famiglie delle vittime, insieme agli attivisti e allo stesso Caesar, cercano invece verità e giustizia attraverso i tribunali di tutta Europa. Oltre cinque anni di indagini e battaglie porteranno al primo processo contro gli alti funzionari responsabili della macchina della morte siriana. Recensione ❯
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