Gli occhi di Tammy Faye

Vangeli, kitsch e capitalismo le mille ombre dei predicatori tv

L' incredibile - ma vera - storia di Tammy Faye e Jim Bekker, predicatori evangelici che dagli schermi tv, tra gli anni 70 e gli 80, parlavano a 20 milioni di americani. Partiti dal nulla, con un' incrollabile fede nel Cielo come dispensatore di quattrini, i due coniugi proto- influencer costruirono una Disneyland cristiana, influenzando anche la politica (a favore di Reagan e Bush) prima di finire sotto processo per la disinvolta manipolazione di fondi pubblici e donazioni dei fedeli. Gli occhi di Tammy Faye è un film che offre più di quanto prometta. Pur additando senza mezze misure i rapporti tra lo sfruttamento dei Vangeli e l' etica del capitalismo, non ricorre a toni caricaturali. Preferisce puntare il dito contro il dispositivo mediatico che veicola gli show evangelici di Tammy e Jim: eccessivi e leziosi, camp e kitsch, ululanti la "parola del Signore" tra una canzoncina e un' esibizione di burattini. Se è uso invalso esaltare le interpretazioni delle star quando affrontano parti drammatiche, questa volta le lodi non sono di maniera. La Tammy Faye di Jessica Chastain, quasi irriconoscibile, è un capolavoro nel genere "ruoli di composizione": vocetta pigolante alla Betty Boop, tutta faccette e mossettine, incarna un prodotto del consumo di massa che preannuncia tutta la televisione a venire. Ottimo anche Andrew Garfield, che depone il costume di Spider- Man per disegnare un character ambizioso, sessualmente ambiguo, adepto del capitalismo più sfrenato. Nel supporting cast si distingue Vincent D' Onofrio come interprete del predicatore reazionario e omofobo Jimmy Falwell, che sancirà la rovina della coppia concorrente.
Da La Repubblica, 3 febbraio 2022


di Roberto Nepoti, 3 febbraio 2022