federica
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domenica 28 maggio 2023
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una verità cruda (per questo vera)
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Mi chiedo perché si dica “cruda” di una cosa vera, forte, profonda. Definiamo crudi i film che ci lasciano un vuoto, una canzone che parla di morte, una foto di un bambino denutrito. Non mangiamo bistecche crude perché ci fanno venire l’indigestione. Non mangiamo la pasta cruda perché ci rompe i denti. Non vogliamo guardare in faccia la vita vera, cruda, per lo stesso motivo: non riusciamo a mandar giù la verità.
Questo è un film crudo, perché è vero. È reale. Nel mondo dell’alta borghesia, per definizione, tutta la vita gira intorno al capitale. Lascio mia figlia dai vicini anche se sono inaffidabili perché devo andare a lavoro o in palestra.
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Mi chiedo perché si dica “cruda” di una cosa vera, forte, profonda. Definiamo crudi i film che ci lasciano un vuoto, una canzone che parla di morte, una foto di un bambino denutrito. Non mangiamo bistecche crude perché ci fanno venire l’indigestione. Non mangiamo la pasta cruda perché ci rompe i denti. Non vogliamo guardare in faccia la vita vera, cruda, per lo stesso motivo: non riusciamo a mandar giù la verità.
Questo è un film crudo, perché è vero. È reale. Nel mondo dell’alta borghesia, per definizione, tutta la vita gira intorno al capitale. Lascio mia figlia dai vicini anche se sono inaffidabili perché devo andare a lavoro o in palestra. Lascio che mia moglie vada a partorire da sola perché devo lavorare, lavorare, lavorare. E mentre lotto per la verità, scopo una ragazzina per assorbire il suo coraggio di piangere. La scopo solo perché voglio sentirmi vivo, perché voglio la verità.
E la verità non è che siamo tre “famiglie” lontane anni luce anche se separate da qualche metro di fredde mura. La verità è che anche se non parliamo, io vengo ad aiutarti a fare il primo bagnetto a tua figlia perché siamo unite dalla nostra solitudine, dal nostro bisogno di amore, di vicinanza. La verità è che Margherita Buy, nei panni di Dora, ritrova la sua umanità semplicemente uscendo dall’isolamento della sua vita (im)perfetta, (in)incompleta e toccando con mano una realtà in cui si riconosce minuscola rispetto al figlio che gli insegna la vita con uno sguardo. La verità è che lui ha bisogno di lei come lei ha bisogno di lui, nonostante questo lei non lo sappia, e si nasconda dietro il nero di un vestito che ormai le sta troppo stretto. Ma prima o poi abbiamo tutti bisogno di cambiare l’armadio, quando finalmente ci rendiamo conto che ci va tutto stretto, quando ci viene la nausea. Benedetta la nausea. Che ci fa finalmente scendere dal nostro terzo, secondo, o primo piano per godere del “tango clandestino” della vita. E ci fa capire che quella è la vita vera. E che senza l’amore ci sentiamo soli anche se viviamo in un condominio affollato. Solo l’amore mette in moto la vita: come Andrea che scatena l’inferno solo perché mette tutti di fronte alla ricerca incessante della verità vera. Come Andrea che poi se ne va. Scappa. Va a vivere in campagna isolato da un mondo che ci chiede sempre di correre. Va a vivere di amore. È felice. E finalmente può perdonare Dora, senza parlare.
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luca scialo
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domenica 21 maggio 2023
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moretti prova a cambiare registro ma non funziona
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Nanni Moretti prova a cambiare registro, proponendo un Noir nel quale le vite di tre famiglie romane che abitano in uno stesso condominio, si intrecciano tra un dramma e un altro. Un film che però non convince, più simile ad una fiction della Rai che ad una pellicola di chi fa cinema da quarant'anni. Girato male e recitato peggio. Sebbene sul cattivo risultato finale avrà inciso anche il Covid, che ha complicato le produzioni degli ultimi anni. Apprezzabile e comprensibile comunque il tentativo. Il successivo Il sole dell'avvenire è stato per lui un "ritorno a casa", dopo un perdonabilr smarrimento.
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emanuele 1968
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domenica 21 maggio 2023
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non delude
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( 4.5 ) Visto ieri su canale 24, desideravo andarlo a vederlo al cinema, come al solito Nanni Moretti non delude.
Penso che sia un film tratto da storie vere, vite purtroppo tremendamente vere.
Nel film ci sta di tutto, dubbi, sospetti, fisse, delusioni, contestazioni, ingiustizie, un film commuovente, un cast stellare.
W il buon cinema made in ITALY !
Ottimo nei cineforum oppure da condividere con amici con dibattito finale, non delude.
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stefano capasso
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mercoledì 26 aprile 2023
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fare i conti col passato per un futuro migliore
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In un condominio di Roma centro vivono tre famiglie che fanno i conti con lo scorrere imprevedibile della vita quotidiana. Un incidente stradale procurato dal figlio di una coppia di giudici, che vivono nella palazzina, dà il via ad una serie di eventi che sfuggono di mano a tutti e che verranno “digeriti” solo dopo diversi anni, quando il passaggio attraverso diversi momenti critici, consentirà ad alcuni dei protagonisti di trovare una pacificazione interiore.
Il film di Nanni Moretti è tratto da un racconto e si snoda lungo un periodo di dieci anni, un tempo necessario per osservare come possono cambiare le dinamiche interiori e relazionali nel tempo.
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In un condominio di Roma centro vivono tre famiglie che fanno i conti con lo scorrere imprevedibile della vita quotidiana. Un incidente stradale procurato dal figlio di una coppia di giudici, che vivono nella palazzina, dà il via ad una serie di eventi che sfuggono di mano a tutti e che verranno “digeriti” solo dopo diversi anni, quando il passaggio attraverso diversi momenti critici, consentirà ad alcuni dei protagonisti di trovare una pacificazione interiore.
Il film di Nanni Moretti è tratto da un racconto e si snoda lungo un periodo di dieci anni, un tempo necessario per osservare come possono cambiare le dinamiche interiori e relazionali nel tempo. I tre piani dell’edificio sono anche i tre piani temporali a cui la narrazione fa riferimento. C’è un presente dove gli eventi causano dolori che si protraggono nel tempo fino a costituire quel passato doloroso con cui dover sempre fare i conti, conti che solo se risolti possono garantire un futuro migliore. Ma sono anche tre i piani di riferimento relativi alle età dei protagonisti, che in qualche modo coincidono anche con le varie fasi dell’incontro col dolore e della sua elaborazione: ci sono tanti protagonisti piccoli, neonati e bambini, c’è la fascia degli adulti giovani e infine ci sono gli anziani. La storia raccontata, vuoi per il contenuto, vuoi per la sua messa in scena appare sempre al limite del grottesco mettendo una certa distanza alla possibilità di partecipazione emotiva dello spettatore che pure potrebbe essere intensa visti i temi trattati. Probabilmente, però, è più importante entrare nel flusso della storia e perdersi nell’imprevedibilità e a tratti nella poca credibilità degli eventi che si susseguono perché tutto sommato è molto più simile a ciò che accade nella realtà.
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rosmersholm
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sabato 22 aprile 2023
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vorrei ma non posso
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Non si chiamasse Moretti, come sarebbe stato accolto? Per quello che è? Un film piatto nella sceneggiatura, girato con mediocrità rara, con una fotografia da fiction televisiva, recitato da cani (in particolare da quello spilungone col ruolo del giudice) ed alcune situazioni di bruttezza memorabile come il tango ed un finale patetico... Vorrebbe fare il K (e non scrivo il nome per intero perchè accostare K a Moretti è una bestemmia), ma gna fa... Continua a circumnavigare il tuo ombelico Nanni, che almeno lì qualche sorrisetto lo riesci a stappare.
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nanobrontolo
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sabato 22 aprile 2023
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moretti non delude
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Valutando la veridicità del film che racconta tre storie di vita ordinaria, il mio giudizio è ottimo! Moretti è uno dei pochissimi registi che ti fa entrare nella pellicola senza il 3D!
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figliounico
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sabato 22 aprile 2023
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ma dov'è nanni moretti?
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Guardando Tre Piani e parafrasando lo stesso Moretti di quarant’anni fa, verrebbe da dire: Ma che siamo nella fiction televisiva di un posto al sole? Il tempo passa per tutti, ma lo sconforto comunque è grande davanti alla trasformazione di un mito della tua generazione, quando andavi a cinema con gli amici per vedere Io sono un autarchico e Ecce bombo e che poi hai seguito per tutta la sua carriera, in un austero rappresentante della media borghesia, nella fattispecie quella romana e radical chic, che ancora dice qualcosa di sinistra, come del resto tutta la sinistra italiana, soltanto ed esclusivamente sul tema dell’immigrazione e per il resto tace. Salvando il cast, formato da ottimi professionisti, il film è una commedia intimista-sentimentale, genere in cui si è fin troppo specializzato il cinema nostrano, che nel finale scade nel patetico retoricamente ricercato.
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Guardando Tre Piani e parafrasando lo stesso Moretti di quarant’anni fa, verrebbe da dire: Ma che siamo nella fiction televisiva di un posto al sole? Il tempo passa per tutti, ma lo sconforto comunque è grande davanti alla trasformazione di un mito della tua generazione, quando andavi a cinema con gli amici per vedere Io sono un autarchico e Ecce bombo e che poi hai seguito per tutta la sua carriera, in un austero rappresentante della media borghesia, nella fattispecie quella romana e radical chic, che ancora dice qualcosa di sinistra, come del resto tutta la sinistra italiana, soltanto ed esclusivamente sul tema dell’immigrazione e per il resto tace. Salvando il cast, formato da ottimi professionisti, il film è una commedia intimista-sentimentale, genere in cui si è fin troppo specializzato il cinema nostrano, che nel finale scade nel patetico retoricamente ricercato. La sequenza surreale del tango ballato in strada, come peraltro le apparizioni del grosso corvo nero alla Rohrwacher, risultano posticce e artificiosamente appiccicate a una storia narrata con stile realista che non lascia nulla all’immaginazione.
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felicity
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venerdì 24 giugno 2022
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racconto banale, piatto e dozzinale
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Tre Piani è un film anonimo e freddo, nel quale Moretti non sembra saper bene cosa raccontare oltre ai meri fatti presenti nel libro. Ci sono due ragioni per questo buco nell’acqua.
In primo luogo, il romanzo di Nevo è diviso in tre parti ben distinte, con cesure fra un episodio e l’altro e nessuna correlazione fra di essi, mentre Moretti invece decide di raccontare in continuità i tre episodi. Nel romanzo ci si muove fra flashback e racconti del presente, mentre nel film si opta per due ellissi narrative di cinque anni che mandano avanti la trama, senza dare la giusta attenzione al suo svolgimento.
Le scelta stilistica di Moretti, dunque, comporta una uniformità di stile fra i diversi episodi, come se avessero un unico narratore.
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Tre Piani è un film anonimo e freddo, nel quale Moretti non sembra saper bene cosa raccontare oltre ai meri fatti presenti nel libro. Ci sono due ragioni per questo buco nell’acqua.
In primo luogo, il romanzo di Nevo è diviso in tre parti ben distinte, con cesure fra un episodio e l’altro e nessuna correlazione fra di essi, mentre Moretti invece decide di raccontare in continuità i tre episodi. Nel romanzo ci si muove fra flashback e racconti del presente, mentre nel film si opta per due ellissi narrative di cinque anni che mandano avanti la trama, senza dare la giusta attenzione al suo svolgimento.
Le scelta stilistica di Moretti, dunque, comporta una uniformità di stile fra i diversi episodi, come se avessero un unico narratore. Mentre nell’opera di Nevo, invece, ogni episodio viene raccontato tramite diversi espedienti dai protagonisti che lo hanno vissuto, arricchendo i fatti accaduti con riflessioni, giustificazioni del proprio operato e tentativi di scuse. Non solo: isolare gli episodi permette anche di affrontarli con stili molto diversi, con un lessico appropriato ad esprimere le intenzioni e le sensazioni dei protagonisti.
In Tre Piani di Moretti scompare tutto ciò che rende splendido il libro di Nevo, facendo di un grande romanzo un racconto banale, piatto e dozzinale che non va mai in profondità, non si interroga mai su ciò che racconta e sulle persone che compiono determinati gesti.
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silvano mecozzi
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mercoledì 9 febbraio 2022
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morire di rancori...
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UN FILM DA vedere e rivedere
uno spaccato crudele di una società morente.
Un film crudele sulle debolezze dell'uomo e sulle sue fobie disumane.
sull'incapacità del dialogo e del riconoscere i propri errori
un intellettuale padre padrone, un uomo torturato dalle paure sessuali, un uomo assente ... tutto chiuso o tutti chiusi.. in un condominio storie che si svolgono senza toccarsi nella solitudine di una società della solitudine e della mescolanza virtuale del web.
Ma c'è una speranza alla fine... ed quella del perdono, del chiedere perdono, di riconoscere i propri sbagli... come nella parabola del figliol prodigo.
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UN FILM DA vedere e rivedere
uno spaccato crudele di una società morente.
Un film crudele sulle debolezze dell'uomo e sulle sue fobie disumane.
sull'incapacità del dialogo e del riconoscere i propri errori
un intellettuale padre padrone, un uomo torturato dalle paure sessuali, un uomo assente ... tutto chiuso o tutti chiusi.. in un condominio storie che si svolgono senza toccarsi nella solitudine di una società della solitudine e della mescolanza virtuale del web.
Ma c'è una speranza alla fine... ed quella del perdono, del chiedere perdono, di riconoscere i propri sbagli... come nella parabola del figliol prodigo.. la salvezza arriva nel momento che comprendi il tuo errore e il tuo bisogno di perdono ... da dare e ricevere
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effepi57
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martedì 8 febbraio 2022
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grande regista, testo debole.
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Difficile fare un bel film partendo da un testo poco convincente, dove situazioni psicologiche stimolanti si mescolano a dei clichet narrativi già visti. Ma Moretti ci riesce, grazie alla sua ricerca sempre accurata delle inquadrature e a una recitazione davvero notevole in tutti i protagonisti (forse proprio ad eccezione del regista ...). Un film che non incanta, ma che prende lo spettatore, a conferma della grande professionalità del regista.
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