Sorry We Missed You

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jonnylogan venerdì 10 gennaio 2020
spiacenti per il disguido Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Ancora una volta, dopo “Io, Daniel Blake”, l’occupazione nella città di Newcastle s’imbatte in un giustiziere ottantatreenne armato di quello che sa meglio fare ovvero dirigere pellicole di denuncia confezionate in favore delle classi meno abbienti, il tutto per denunciare la deriva verso cui sta virando la società dei consumi. Ken Loach, regista laburista, ma sarebbe più preciso affermare il contrario, e il suo fido collaboratore Paul Laverty, al solito autore della sceneggiatura,fa acquistare un furgone di seconda mano al Rick Turner portato in scena da Kris Hitchen e gli fa consegnare freneticamente pacchi acquistati da clienti compulsivi ma con vite altrettanto problematiche esattamente come la sua, immergendo sin dalle prime battute lo spettatore nella realtà di un uomo alla caccia disperata di una nuova occasione, intravista fra le pieghe di un colloquio nel corso del quale parole come ‘affiliazione’ e ‘collaborazione’ sanno fare facile presa sul desiderio di lavorare in proprio senza piegarsi ai voleri di chi ti stipendia. [+]

[+] i miracoli di ken loach (di paolorol)
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giovanni_b_southern venerdì 10 gennaio 2020
difficile, tosto, splendido Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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COME TUTTI I FILM DEL REGISTA E' (ANCHE QUESTO) UN 'PUGNO NELLO STOMACO'. LETTURA SOCIALE DI UN REALISMO E DI UNA ANGOSCIA CHE SI TOCCA CON MANO. L'INGHILTERRA E' LA PATRIA DEL CAPITALISMO E CERTE SUE 'PUNTE' ESTREME EVIDENTEMENTE SONO REALI. FILM DA VEDERE

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angelo umana giovedì 9 gennaio 2020
gli sfruttati Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
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 Bene, anzi male, malissimo, Ken Loach ci ha rifilato un altro bel pugno nello stomaco: ci avverte, monita su quali pericoli corre la società occidentale sviluppata evoluta veloce produttiva, o in quale tragedia già si trova. Eppure ci serviamo dei working poors per farci portare a casa ogni oggetto che possiamo comprare via internet, qualcuno a sue spese provvederà a recapitarcelo a casa in men che non si dica. Già all'inizio del film si svolge l'intervista al circa 40enne Ricky che cerca lavoro, di fronte ha il "datore di lavoro" che in realtà non dà né assicura niente al pretendente, nessuna garanzia o assistenza in caso di malattia, incidenti col furgone da corriere o l'aggressione a scopo di furto che Ricky subirà. [+]

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ren� noir lunedì 6 gennaio 2020
il peggior film di un grande regista. Valutazione 0 stelle su cinque
19%
No
81%

Ho visto con  piacere tutti i film di uno dei più grandi registi viventi, ma in questo caso l'età ha influito non poco nel realizzare un film, didascalico, noioso e ad un tempo divertente per l'eccesso di scene e situazioni grottesche. Mi ha ricordato un altro grande, Chaplin. Le situazioni sono così paradossali che ti spingono a ridere, non siamo alle torte in faccia ma...........quasi. Uno su tutti anche il grande Lothar ' bianco' come guardiano dei nuovi schiavi. Un film impossibile, scene che si susseguivano in un crescendo banale e scontato. Che peccato. Ho perso 2 ore di vita. 

[+] ridiamo perchè la mamma ha fatto i gnocchi! (di paolorol)
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lbavassano lunedì 6 gennaio 2020
il lucido sguardo di ken loach Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 Ancora una volta Ken Loach ci illumina, con il suo lucido sguardo, sulla realtà del mondo contemporaneo, sulle sue ipocrisie (qualcuno ricorda un politico nostrano che, non sono passati molti anni, predicava: divenite imprenditori di voi stessi? Questa è la risposta). Un film che non sfigura accanto a "Rosetta", dei Dardenne, "La legge del mercato", di Brizé, "Io, Daniel Blake", dello stesso Loach. Film sulla dignità, negata, del lavoro. Film bellissimi e indispensabili.

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flaw54 lunedì 6 gennaio 2020
durissimo Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Sicuramente il più amaro e disperato dei film di Ken Loach. Nessuna via di salvezza per gli ultimi. Teso, drammatico, un vero pugno nello stomaco, con una conclusione che non lascia nessuna speranza. Un vero e proprio atto d'accusa nei confronti del sistema capitalistico che tutti dovrebbero vedere per riflettere sulla vita e la società.

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nadia meden domenica 5 gennaio 2020
ken loach, we missed you Valutazione 4 stelle su cinque
57%
No
43%

Un grande ritorno di questo grandissimo regista, superbo e raffinato che ancora una volta ci porta sullo schermo la vita reale, parte di quella vita quotidiana che può appartenere a ognuno di noi. Senza strafare ma con i piedi ben piantati per terra , questa volta ci racconta la storia di una famiglia, madre , padre e due figli. Abby, la madre , donna buona e gentile lavora da mattina a sera come badante, il padre, Ricky una bella persona, cerca lavoro dopo aver svolto diverse mansioni, specialmente nell' edilizia. Trova lavoro e diventa uno dei tanti uomini del "furgoncino bianco ", quelli che recapitano a casa i pacchi degli ordini fatti su internet. quattordici ore di lavoro al giornosenza pause, niente diritti, tanti doveri, sempre controllato dalla "scatolina nera " che controlla tutti i suoi spostamenti. [+]

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lucano11 domenica 5 gennaio 2020
una verità
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No
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forse uno dei migliori film Kean si è espresso a livelli altissimi mettendo in evidenza all'estremo lo schiavismo capitalistico del lavoro, come distruggere una famiglia all'altare del lavoro quasi schiavistico ma giustificato dalle leggi che abbiamo voluto/cercato/approvato.
Un film che deve far riflettere , il capitalismo sfrenato non è il rimedio a tutti i mali, e non l'ho detto io.

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fabiofeli domenica 5 gennaio 2020
padroni (o schiavi?) di se stessi Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Ricky (Kris Hitchen) è sui 45 anni, vive a Newcastle ed ha appena perso il lavoro; la moglie Abby (Debbie Honeywood) lavora come infermiera-assistente familiare “free lance”. Hanno due figli: Liza Jane che accompagnerà, utile e silenziosa collaboratrice, il padre nel suo nuovo lavoro e Sebastian, apparentemente sfaccendato street artist, ma in effetti (giustamente) ribelle come era Ricky qualche lustro prima. La nuova occupazione di Ricky è effettuare consegne; la compagnia è piccola, ma agisce come i colossi del settore somigliando alla Company Store della canzone Sixteen Tons, nella quale la voce del “basso” dei Platters , Herbert Reed, spiega che ha venduto l’anima a quella compagnia ed è sempre pieno di debiti. [+]

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ghisi grütter venerdì 3 gennaio 2020
autonomo o precario? Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Siamo a Newcastle upon Tyne nel nord-est dell’Inghilterra, che una volta è stato un importante cantiere navale e un polo manifatturiero.

Qui, Ricky Turner (interpretato da Kris Hitchen) si convince che avere un’attività in proprio sia un affare e non vuole più lavorare sotto padrone. [+]

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