Titolo originale | La Gomera |
Titolo internazionale | The Whistlers |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Romania, Francia, Germania |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Corneliu Porumboiu |
Attori | Vlad Ivanov, Catrinel Marlon, Rodica Lazar, Antonio Buíl, Agustí Villaronga Sabin Tambrea, István Teglas, Cristóbal Pinto, George Pistereanu, Julieta Szönyi, Kico Correa, David Agranov, Andrew A. Popescu, Ioan Coman, Bogdan Dumitrescu (II), Dorin Ceoarec, Sergiu Costache, Liviu Chitu, Andrei Ciopec, Ennaamane El Haulaili, Anthony Martinez, Peter Evens, Li Yi, Andrei Hazi Barbu, Libby Brien, Matt Fowler, Philip Hersh, Dorin C. Zachei. |
Uscita | giovedì 27 febbraio 2020 |
Distribuzione | Valmyn |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,85 su 39 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 febbraio 2020
Cristi, ispettore di Polizia, e Gilda, donna scaltra e irresistibile, si troveranno a dover risolvere un puzzle di imprevedibili inganni e tradimenti. In Italia al Box Office La Gomera - L'isola dei fischi ha incassato 19,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Cristi, un ispettore di polizia di Bucarest, s'imbarca per l'isola di Gomera, nelle Canarie, per imparare in fretta il Silbo, un linguaggio fischiato che i contadini del luogo utilizzavano tradizionalmente per parlarsi da un luogo isolato all'altro. Ma il poliziotto è determinato a utilizzare quel codice, segreto ai più, per ben altro scopo: liberare un mafioso rumeno dalla prigione ed entrare in possesso di un'ingente somma di soldi sporchi. Uno sbirro corrotto, una manciata di milioni, una superiore algida e rossa di capelli, che sospetta di Cristi e non vede l'ora di entrare nella truffa per avere la sua parte, un criminale da favorire e una femme fatale fatta apposta per scombinare tutti i piani.
Sono questi gli ingredienti di La Gomera - L'isola dei fischi, ultima fatica di Porumboiu e, fino ad ora, la più filtrata attraverso modelli cinematografici altrui, americani in particolare, da Ford a Tarantino passando per Hitchcock, con tanto di citazioni eccellenti, che nel cinema del rumeno assumono un'aura pop ma anche un po' spaesante.
L'ironia, si sa, è sua compagna fedele, ma in questo caso è il genere noir a fungere da faro e a dettare volti e ruoli dei personaggi: tutti vittime di un gioco che sfugge al loro controllo, e li rende tanto più ridicoli quanto più sono convinti di reggere le redini (coerentemente, i protagonisti diverranno "veri, al termine di un percorso di cambiamento, nel luogo più finto di tutti).
Porumboiu riflette dunque sul linguaggio e sul cinema per mezzo di un linguaggio terzo, arcaico e strumentale, che precede l'articolazione della parola così come il linguaggio delle immagini è spesso più diretto, eloquente e istintivo del dialogo verbale. La comunicazione, con le sue insidie e le sue sottigliezze, è sempre stata materia del suo discorso cinematografico, così come la corruzione, con l'eco che si porta necessariamente appresso della Romania che è stata, ma questa volta il "codice" s'impone, spersonalizzando parzialmente l'approccio del regista e imponendo una serie di twist e doppi giochi che Porumboiu è costretto a enfatizzare con l'uso di flashback e di una modalità narrativa frammentata.
Godibile e intelligente (il frammento, la scena breve, il dialogo essenziale sono anche il controcanto del Silbo gomeriano: una forma filmica imposta dal contenuto del racconto), La Gomera - L'isola dei fischi non è probabilmente al livello dei film precedenti, ma è il segnale - un fischio forte e chiaro- di una ricerca in corso e di un cinema dinamico che non teme di esplorare nuovi stili, nel nome della libertà.
Cristi (Vlad Ivanov) è un poliziotto rumeno, avvicinato da Gilda (Catrinel Marlon) con un piglio disinvolto: il suggerimento che la bella donna gli sussurra nell’orecchio è di fingere mentre lei gli stampa baci sulle labbra, perché sono sorvegliati. L’arrivo di Christi a Gomera è necessario per insegnargli il Sylbo, una lingua fatta di fischi praticata dai [...] Vai alla recensione »
Film di genere, con tutti gli elementi ben confezionati, donna fatale, spionaggio, thriller. Non mancano i colpi di scena, tradimenti, ammiccamenti cinefili. Un pizzico di ironia per completare il prodotto. Buona la sceneggiatura. In definitiva un film godibile
Corneliu Porumboiu, maestro delle perplessità linguistiche e comunicative, raggiunge nuove vette di stranezza con il suo ultimo thriller-noir europeo La Gomera, con cui si lascia alle spalle la patria rumena e come il suo protagonista, l’ispettore Cristi, cerca di ricomporre il senso del linguaggio dalle Canarie a Singapore, dal citazionismo all’originalità.
La Gomera è molte cose, e non sembra identificarsi a fondo con nessuna di esse; alla sua base c’è una metafora di spaesamento, la stessa di una persona che decide di abbandonare una vita di certezze in un sistema però oppressivo per trasferirsi all’estero e studiare una nuova lingua.
Nel trattamento di Porumboiu, questa ossatura si arricchisce però di livelli sempre nuovi.
La prima è quella del genere, un neo-noir contemporaneo strapieno di ogni cliché - come il materasso traboccante di soldi che dà il via a una trama fatta di traffici mafiosi internazionali, corruzione, evasioni e quella lingua sopracitata, un antico codice “fischiato” in uso nelle Canarie, trasformato in moderno sotterfugio di comunicazione anti-sorveglianza.
Nello snocciolare queste vignette di genere una dopo l’altra, però, Porumboiu adotta una cadenza titubante e un po’ sconnessa, come quella di un parlante neofita in una nuova lingua. Tutto è recitato, e il regista chiede allo spettatore di distinguere tra il recitato volontario e quello semplicemente incerto. Il citazionismo è l’altra faccia di questa performance continua, ed è prima di tutto un citazionismo interno.
Cristi non solo ha le caratteristiche di imperturbabile e a volte incomprensibile dedizione a una causa bizzarra tipiche del cinema del regista rumeno (simile anche alla figura centrale del film precedente, il documentario Infinite Football sull’uomo che vuole cambiare le regole del calcio) ma segna l’effettivo ritorno del personaggio di Police, Adjective, che dieci anni fa era attanagliato da interrogativi linguistici all’interno del sistema e ora ne scopre di nuovi lontano da casa.
Attorno a lui, un microcosmo di ruoli più che di personaggi, funzioni più che individui. Dalla femme fatale Gilda, che richiama l’archetipo del 1946 interpretato da Rita Hayworth, ai gangster insegnanti e ai poliziotti segretamente loschi. E poi le allusioni e le finte musicali, anch’esse appena accennate (come "The Passenger" di Iggy Pop). Le suggestioni, troppo ingombranti per non essere volontariamente fuori posto, di Psyco e Sentieri Selvaggi (evocazione che in italiano si snoda tra il titolo originale di un film e quello internazionale dell’altro: searchers e whistlers).
Da regista di superbo acume, e in qualità di autore più sperimentale e giocoso della New Wave del cinema rumeno, Porumboiu sa trarre da questa strana raccolta di tracce slegate un film sempre in bilico tra il serio e il faceto, “irrintracciabile” sull’una e sull’altra frequenza, alla maniera dei suoi protagonisti che finiscono per usare il linguaggio dei fischi - pensato per confondersi nel canto degli uccelli tropicali - tra i tetti spogli di Bucarest.
All’orecchio di chi cerca una storia calata interamente nel noir, La Gomera suonerà stonato, o si interromperà sempre una nota prima del dovuto. Agli occhi di chi scruta il lavoro di uno dei simboli del cinema rumeno contemporaneo, apparirà invece un’allegoria che porta ancora i segni profondi del contesto socio-politico del paese, ma sotto una buffa maschera incapace di ingannare fino in fondo. In quale lingua, sembra chiedere Porumboiu, vogliamo interrogarci sui linguaggi?
Più che un’affermazione è un tabù: la bellezza, qualche volta, può essere un fardello. Lei, Catrinel Marlon, si guarda bene dal dirlo. Nata atleta (è tradizione di famiglia), le passerelle sono state la strada per emanciparsi dalla provincia rumena – la città di Iasi, nella Romania moldava - e scoprire la città.
Volto di Armani, ambassador per Chopard, ne La Gomera – L’isola dei fischi di Corneliu Porumboiu (in sala dal 27 febbraio), Catrinel è una femme fatale coinvolta in un intrigo hitchcockiano a base di fischi, segreti e doppi giochi sotto al sole delle Canarie.
Ma per arrivare fin qui l’attrice ha affrontato un viaggio molto lungo, iniziato cinque anni fa con una telefonata, proseguito attraverso Parigi e Cannes, speranze e illusioni, film svaniti nel nulla e provini saltati. Perché – succede anche questo – Catrinel è troppo bella. Troppo bella per recitare senza soffrire (almeno un po’).
Come è arrivata sul set di Porumboiu?
Tutto è iniziato con una telefonata di una vecchia conoscenza, Cristian Mungiu. Siamo originari della stessa città e da bambini eravamo i due giovani talenti locali: io una campionessa di atletica, lui un regista. Poi le nostre strade si sono separate, lui ha lasciato la Romania e io ho cominciato a lavorare nella moda. Insomma: cinque anni fa Mungiu mi chiama e mi invita a Cannes. Altre volte mi avevano offerto di andare al festival, pagata per indossare gioielli o vestiti, ma avevo sempre rifiutato. Non volevo bruciarmi l’esperienza. Lui, che quell’anno a Cannes era in giuria, insistette moltissimo. Disse che voleva parlarmi di un progetto. Allora sono andata.
E com’è andata?
Ci siamo incontrati sulla croisette, ero emozionata ma anche incerta, perché non lo vedevo da anni e non sapevo più che faccia avesse. Lui, per il nostro appuntamento, mi aveva chiesto tre cose: non truccarmi, non mettere i tacchi e non portare macchine fotografiche. Abbiamo proseguito insieme fino al Palais e da là al suo ufficio. “Bussa”, mi disse. E ad aprirmi la porta si presentò Steven Spielberg: “Welcome Catrinel”. Mi sentii svenire. Ricordo che Nicole Kidman si tolse le scarpe per presentarsi, non voleva essere più alta di me. Mungiu quel giorno mi regalò un sogno.
Sì, ma il progetto? Il film?
A fine giornata disse che ero troppo bella per il film che stava scrivendo. E che parlavo rumeno con accento italiano. Ci sono rimasta male. Per tre anni è sparito. Poi finalmente mi ha richiamata, per avvertirmi che aveva fatto il mio nome a Corneliu Porumboiu e che sarei stata contattata da lui.
È andata così?
Sì, ma quando mi ha chiamata Corneliu io ero in Francia, a girare con Abdellatif Kechiche. Declinai l’offerta. Poi, a giugno, Luca Barbareschi, che era il mio compagno in Mektoub, my love: Intermezzo, abbandonò il set. Kechiche si mise alla ricerca di un altro attore ma nessuno sembrava compatibile con me. E così a ottobre è scaduto il mio contratto, mi hanno pagata e rimandata a casa. Nel frattempo avevo detto di no non solo a Porumboiu ma anche a Gabriele Salvatores, per un ruolo piccolo ne Il ragazzo invisibile 2. Venivo da un anno in cui mi ero rotta la gamba sciando, e a quel punto ero davvero giù di morale. Ho pensato di smettere. Allora ho fatto una pazzia. Ho richiamato Porumboiu, anche se sapevo che il film era partito. E invece no. Il film non era iniziato proprio perché non trovava la protagonista. Sono saltata su un aereo e mi sono precipitata al casting. Il provino è durato tre giorni.
Nel film parla il silbo, una lingua fischiata. È stato difficile impararla?
Una tortura. Credevo che i fischi fossero doppiati, invece Porumboiu ha assunto un insegnante che per cinque mesi, a Bucarest, ci ha allenato otto ore al giorno. Il silbo è una lingua protetta dall’UNESCO, la parlano in pochissimi. Ricordo la bocca sempre umida, gli sputi, la frustrazione e l’imbarazzo tra di noi mentre provavamo. Le dita, che usavamo per modulare i suoni, ci procuravano lividi sul volto. Lo scottex con cui ci asciugavamo le labbra ci feriva. Un inferno. E la difficoltà non era tanto nel fischiare, quanto nel riformulare il suono dentro la testa.
Nel film è una femme fatale. A chi si è ispirata?
Hitchcock. Non a caso il mio personaggio si chiama Gilda. Ho cercato la sua eleganza. Qualcosa che, da ex sportiva, riesco a modulare bene attraverso il corpo.
Come sceglie oggi i copioni?
Venendo dalla moda ho sempre cercato di fare un salto di qualità, anche se mi offrono spesso ruoli da bella ragazza con la maglietta bagnata. Tutte commedie. Ho sempre rifiutato. Vorrei essere scelta per quello che so fare, non per la mia bellezza. E nemmeno perché sono straniera. Ho iniziato in Italia otto anni fa con La città ideale di Luigi Lo Cascio e vorrei continuare così, con il cinema d’autore.
Un poliziotto ambiguo, una femme fatale, una lingua misteriosa e criminale parlata dagli abitanti di un'isola selvaggia, al largo delle coste spagnole. Sono questi gli ingredienti de La Gomera, il film di Corneliu Porumboiu che - dopo il passaggio al Festival di Cannes e quello al Torino Film Festival - arriverà in Italia il 6 febbraio 2020 con il titolo La gomera - L'isola dei fischi.
Un film dalla preparazione lunga e faticosa, spesa in prove dettagliatissime e in vere e proprie lezioni di fischio (il silbo gomero, la lingua delle Canarie) per gli attori principali, Vlad Ivanov e Catrinel Marlon.
"Ci ha seguiti un insegnante certificato UE, perché quella dei fischi è una lingua protetta e riconosciuta dall'UNESCO nel 2014 - ha spiegato Marlon - L'abbiamo studiata per sei mesi a Bucarest, otto ore al giorno. E sempre all'alba, tra le cinque e le sei del mattino, perché l'insegnante poteva seguirci solo prima di andare al lavoro. Le prime due settimane è stata una tragedia. Ci sentivamo frustrati, imbarazzati, avevamo le guance e le labbra irritate per le prove. La prima volta che sono riuscita a fischiare in quel modo ero felice. È stata dura". Una preparazione che per il regista, tuttavia, era "più che necessaria. La gomera - L'isola dei fischi è un film il cui protagonista si trova ad apprendere un linguaggio del tutto nuovo. Parlare quel linguaggio era fondamentale per la storia".
Però ha torturato i suoi attori durante la preparazione...
In Romania abbiamo un'industria cinematografica povera, e siamo abituati a lavorare molto sui dettagli sin dalle prove. Non abbiamo budget per giorni extra di riprese, quindi arrivare sul set preparati è fondamentale. Puoi improvvisare uno o due giorni, magari. Ma per il resto devi essere preciso.
Quanto pesa l'influenza di Tarantino e dei fratelli Coen? Qual è il suo rapporto con questi registi?
Li amo. Amo tutti i film dei Coen. Tarantino mi piace, sono entusiasta di C'era una volta a Hollywood (guarda la video recensione) e Bastardi senza gloria. Ma l'ispirazione è involontaria, è arrivata con la storia. Era la storia a guidarmi. Ho giocato molto con la tensione, usando la macchina da presa come strumento per raccontare e per spiare i protagonisti. È la storia di personaggi che si nascondono, che cercano di essere chi non sono. Una partita a scacchi. Un noir contaminato.
Ci sono altri riferimenti cinefili nel suo film?
Gilda di Charles Vidor. E La finestra sul cortile di Hitchcock, chiaramente. Ho chiesto inoltre a Catrinel di giocare con uno stile alla Marlene Dietrich.
Le donne nel suo film hanno caratteri fortissimi. Più degli uomini.
Da una parte è un topos del noir, quello della donna dark e fatale. Dall'altra mi piaceva l'idea di raccontare un uomo che viene travolto da un mondo femminile potentissimo, di fronte al quale non può fare nulla.
La colonna sonora mescola Iggy Pop alla musica classica. Perché questo mix?
"The Passenger" di Iggy Pop era perfetta per stabilire il tono. E poi le parole di quella canzone sono lo specchio ideale del viaggio del mio protagonista. Ho giocato molto con la musica, ogni motivo musicale era per me come un personaggio a parte. Sapevo che avrei concluso il film in una specie di giardino, un paradiso. La musica di quella scena l'ho trovata solo dopo aver scelto la location.
Nel film il controllo esercitato delle telecamere è ossessivo. È una metafora sociale?
Viviamo in un mondo governato dal denaro, in cui le persone cercano di prevaricare il prossimo, di imporsi. I miei personaggi, attraverso il fischio, reagiscono a un vizio della nostra società: quello di non ascoltarsi.
Che reazione si aspetta dal "popolo del fischio" delle Canarie?
Credo che sosterranno il film anche per via del linguaggio. È un tema molto dibattuto da loro, quello della sopravvivenza del silbo nella nostra epoca tecnologica. I bambini non vogliono più parlare con i fischi, purtroppo, anche se li studiano a scuola.
Chi ha visto A est di Bucarest, satira amara ma anche spassosa del Paese post Ceausescu, il documentario Futbol Infinit su un pazzo che vorrebbe trasformare il campo di calcio in un ottagono, e Il tesoro su due tizi che scavano nel giardino di una villa alla ricerca di un malloppo sotterrato ai tempi del comunismo, sa che Corneliu Porumboiu è, tra i registi della vitalissima nouvelle vague romena ( [...] Vai alla recensione »
Un poliziotto disilluso o forse solo ambiguo, Cristi (Vlad Ivanov), raggiunge l'isola delle Canarie La Gomera per incontrare la femme fatale Gilda (Catrinel Marlon): non è una meta qualsiasi, vi si parla una lingua fischiata unica al mondo, El Silbo, che potrebbe tornare assai utile, non fosse altro che per scopi criminali. Per la prima volta in Concorso a Cannes, dove era assiduo frequentatore di [...] Vai alla recensione »
Presentata lo scorso anno a Cannes, la rilettura ironica del noir di Porumboiu ha conquistato senza troppi problemi la critica. Una vicenda a base di colpi di scena e donne fatali, come da manuale, con l'elemento del fischio a fare da contraltare ironico a quella che è sostanzialmente una riscrittura del principe dei generi cinematografici. Ed è in questo senso che il film, da queste parti, suscita [...] Vai alla recensione »
Dopo Il Tesoro (2015), Corneliu Porumboiu ritorna con un film a lungo maturato e pensiero, che prolunga le precedenti opere aprendo il suo cinema con un'ampiezza e ambizioni nuove. La Gomera gli permette infatti di compiere, con brio, un passo importante in una filmografia già esemplare. Questo slancio si riflette anche in uno spostamento geografico, una profusione di personaggi e colpi di scena che [...] Vai alla recensione »
Per la serie "cose che senza il cinema mai avremmo imparato". Il linguaggio dei fischi, di cui non sospettavamo l'esistenza (poi abbiamo scoperto che è patrimonio immateriale dell'Unesco, con il canto polifonico georgiano, il teatro sanscrito, l'opera dei pupi, il Día de Muertos). E non da un solo film. Fischiavano per parlarsi in "Sibel" di Çagla Zencirci e Guillaume Giovanetti, Festival di Locarno [...] Vai alla recensione »
Cristi, un poliziotto corrotto di Bucarest, sospettato dai superiori, s'imbarca per l'isola della Gomera, nelle Canarie, per imparare una lingua ancestrale fatta di fischi che gli servirà per far evadere un mafioso e recuperare il ricco bottino di una rapina. I fan della prima ora di Corneliu Porumboiu potrebbero rimanere spiazzati: l'autore di Politist, adjectiv ha cambiato stile.
Cristi è un agente doppiogiochista, corrotto dai narcos. Sospettato e sottoposto a intercettazioni, finisce fra i tentacoli di una femme fatale che lo sorprende alle Canarie dove il poliziotto vuol far evadere un mafioso. La maliarda lo tiene sotto scacco per appropriarsi della sua fetta di torta ma i piani vanno all'aria. Pasticciato noir che vira al drammatico, ambientato alla Gomera, dove si comunica [...] Vai alla recensione »
Cristi è un ambiguo ispettore della polizia di Bucarest, che ama stare da entrambe le parti della legge. Gilda, donna scaltra e irresistibile, lo coinvolge in un colpo multimilionario. Ma presto i due si troveranno coinvolti in un imprevedibile intrigo di inganni e tradimenti. L'unica speranza per portare a termine il colpo è immergersi nella bellezza mozzafiato di un'isola selvaggia alle Canarie, [...] Vai alla recensione »
Per gli amanti del noir fuori-norma con spray dai classici. Costruito a flashback intorno a una rapina da 30 milioni a Bucarest, tutti corrotti anche l'aria, tutto sorvegliato anche la luce, fa ruotare gang, femme fatale, detective disonesto e polizia intorno al silbo gomero, linguaggio a fischi derivato dagli uccelli per comunicare in codice. Metafora della fine di ogni libertà di parola nella sorveglianza [...] Vai alla recensione »
Molto più bizzarro e in certi passaggi tanto intricato da sconfinare volutamente nel grottesco, La Gomera L' isola dei fischi si esibisce in una sorta di spericolato saliscendi dalla commedia erotica al truffa-movie e infine agli abissi del neo-noir tarantiniano. Il rumeno Porumboiu, assai lontano dai cliché da festival del cinema della sua tribolata nazione, rompe i consueti ritmi del racconto montando [...] Vai alla recensione »
Un poliziotto si ritrova immerso, improvvisamente, in una rete di cospirazioni, doppi giochi e corruzione, un'indagine di cui non solo non sente il bisogno, ma che non sopporta. Lo si vede dai suoi occhi persi nel vuoto, dal vestire con colori spenti e dalla casa scarna, priva di personalità, in cui vive. È un poliziotto esperto, su questo non c'è il minimo dubbio, ma il lavoro inizia a pesargli.
Con La Gomera Porumboiu, apprezzato esponente della new wave rumena, si trasferisce all' estero, infilando la via di un ironico noir imbastito su un ondivago ordine cronologico. Ne è protagonista il poliziotto di Bucarest Christi che, accolto dalla pupa del gangster Gilda, approda alle Canarie con lo scopo di apprendere il «silbo gomero»: un linguaggio fischiato che la banda di riciclatori in cui è [...] Vai alla recensione »
In anni recenti il cinema romeno si è rivelato uno tra i più interessanti, grazie a registi come Christian Mungiu e Cristi Puiu. Ne fa parte Corneliu Porumboiu, già premiato in sezioni parallele a Cannes ma arrivato al Concorso solo con La Gomera. Più che al collega Mungiu, il suo stile fa pensare a Tarantino, in questa farsa drammatica all' incrocio dei generi: poliziesco, adventurer, commedia, satira, [...] Vai alla recensione »
Cristi, poliziotto rumeno senza un euro in tasca, incontra supersexy femme fatale (Catrinel Marlon, foto) per truffa con base sull' isola de La Gomera, Canarie. Per comunicare coi gangster imparerà il linguaggio silbo dei fischi (esilarante apprendistato), evitando di farsi beccare dai superiori a Bucarest. E se tra il povero Cristi e la languida dark lady scattasse l' amore? Adorabile commedia noir [...] Vai alla recensione »
Uno sbirro corrotto, l'ispettore Cristi della polizia di Bucarest. Un mafioso rumeno da far evadere da un carcere di massima sicurezza. Un mucchio di soldi (30 milioni di euro), passaporto per una nuova vita. Gilda, la femme fatale destinata a scombinare tutto. E poi c'è l'isola di Gomera, nelle Canarie, dove l'ispettore deve imparare il Silbo, curioso linguaggio fischiato che i pastori utilizzavano [...] Vai alla recensione »
Il poliziotto corrotto Cristi si reca a La Gomera, isola delle Canarie, per imparare il linguaggio dei fischi. Apertura sul passeggero di un traghetto, sulle note di The Passenger di Iggy Pop. Come se Porumboiu offrisse da subito due vie interpretative: quella del neo-noir derivativo e quella dell'esercizio sulla convenzionalità di luoghi comuni così ingombranti da rivelarsi ineluttabili.
Un noir col fischio. Metti un poliziotto dalla doppia identità silenziosamente innamorato di una femme fatale. Un'enorme somma di denaro rubato. Una banda di mafiosi pronta a tutto. Un'ispettrice della polizia, superiore del poliziotto in questione, non proprio incorruttibile. Infine una lingua fatta solo di fischi emessi con dita dentro la bocca che serve ad eludere il controllo delle forze dell'ordine. [...] Vai alla recensione »
Noir alla romena, con una costruzione articolata avanti e indietro nel tempo, doppi e tripli giochi, un bottino nascosto e il linguaggio del fischio, diffuso nell'isola delle Canarie dove è ambientata parte della trama, come viatico per portare a termine disegni criminosi e progetti di fuga. Quinto lungometraggio (più due documentari) per il 44enne regista di A est di Bucarest, La Gomera è una coproduzione [...] Vai alla recensione »
L'atmosfera di questo film è vagamente surreale, come surreale è l'idea che un poliziotto corrotto di Bucarest, Cristi, se ne vada a La Gomera, un'isola delle Canarie, per imparare il Silbo, un fischio che usavano i pastori per comunicare tra un vallone e l'altro e che funziona come l'alfabeto morse. L'idea è servirsene per favorire l'evasione di un connazionale malavitoso lì detenuto e guadagnarsi [...] Vai alla recensione »
Le septième long-métrage de Corneliu Porumboiu lève enfin le voile sur l'étrange cas de ce réalisateur roumain aux allures de sphinx débonnaire à la filmographie inclassable. Révélé au début des années 2000 en même temps que la Nouvelle Vague roumaine, il semble n'en avoir jamais vraiment fait partie. Il ne partage avec le mouvement ni son ressentiment historique (règlements de comptes avec l'ère Ceausescu) [...] Vai alla recensione »
«Je crois que c'est très important de clarifier les choses du passé. C'est le seul moyen de bien se connaître, de préparer l'avenir. Cela relève de l'hygiène, personnelle et nationale», nous disait le grand cinéaste roumain Corneliu Porumboiu lors d'un précédent entretien, comme en prévision de la splendide farce que nous joueraient quelques années plus tard ses Siffleurs, à la fois polar, western, [...] Vai alla recensione »
Sarà nelle sale il 30 gennaio La Gomera di Corneliu Porumboiu (in Italia uscirà con il titolo Fischia!) presentato in anteprima nazionale al Torino Film Festival, in concorso a Cannes 2018, dove aveva vinto nel 2006 la Caméra d'or per A est di Bucarest. Il titolo internazionale The Whistler, il fischiatore, indica una parte per il tutto, ovvero quella più stravagante del film, nella sua intera impostazione [...] Vai alla recensione »
La Gomera è un'isola vulcanica delle Canarie dove Christi (Vlad Ivanov) arriva scendendo da un traghetto mezzo vuoto sulle note di The Passanger di Iggy Pop: l'ispettore di polizia corrotto in fondo non è che un passeggero della vita che non è mai prevedibile, non va mai dove si pensa, turba, sconvolge, ruba o dona denaro a seconda del caso. Christi ha ricevuto il biglietto di andata dalla bella Gilda [...] Vai alla recensione »
L'ispettore di polizia Cristi arriva alla Gomera, isola delle Canarie. I suoi superiori lo controllano perché credono sia corrotto. Deve imparare il linguaggio del Silbo, la lingua fischiata, in modo tale da liberare in Romania un mafioso e recuperare un bottino di milioni di euro. La conferma di uno dei talentuosi regista del sempre sorprendente cinema rumeno, che si inoltra nel noir, rileggendone [...] Vai alla recensione »
"The Whistlers," an equally twisty cops-and-robbers tale, promises a more pleasurable movie-movie rush. A clever foray into "Ocean"-style heist-thriller territory for Romanian director Corneliu Porumboiu, it follows a detective named Cristi (Vlad Ivanov) caught between his fellow cops and the mobsters he's successfully infiltrated; his true allegiance remains a mystery almost to the end.
Never underestimate the importance of local knowledge in The Whistlers, a satisfyingly clever, surprisingly high-octane narc thriller from Romania's Corneliu Porumboiu, which gussies up its intrigue with a delightfully original method of passing on messages without police interception. There's a reason that the film's criminals, aiming to launder 30 million Euros in drug money, have picked La Gomera, [...] Vai alla recensione »
Corneliu Porumboiu is the film-maker whose movies such as Police, Adjective (2009) gave festival audiences a taste for his brand of bone-dry black comedy satirising bureaucracy and corruption in post-Ceauescu Romania. Now he has put together this very watchable, rather exciting noir suspense thriller that has playful echoes of Neil Jordan's Mona Lisa and even Orson Welles' The Lady from Shanghai. Vai alla recensione »
Cristi è un poliziotto rumeno in trasferta a La Gomera, un'isola delle Canarie di fronte a Tenerife. In patria è un informatore della malavita, messo sotto sorveglianza dai suoi superiori. Qui, in questo spunzone di terra nel Mediterraneo, dovrà imparare un'antica lingua fischiata, usata dai pastori del luogo per comunicare a distanza, che gli possa permettere di continuare i suoi loschi traffici senza [...] Vai alla recensione »
Ever since his breakout film, 12.09 East of Bucharest, Romanian auteur Corneliu Porumboiu has been interested in what language can reveal and conceal. In his latest, the ancient whistling language of Gomera, the Spanish Canary island, is grafted onto a Euro crime yarn packed to the warehouse roof with double-crossing cops and robbers. As the tale of femmes fatale, gangsters and bent policemen builds [...] Vai alla recensione »
Cristi è un ispettore di polizia corrotto da trafficanti di droga, è sospettato dai suoi superiori e messo sotto sorveglianza. Imbarcato controvoglia dalla conturbante Gilda per l'isole de La Gomera, deve imparare nel minor tempo possibile il Silbo, una ancestrale lingua fischiata. Grazie a questo linguaggio segreto potrà liberare in Romania un mafioso che si trova in prigione e recuperare i milioni [...] Vai alla recensione »
Porumboiu arriva finalmente in concorso a Cannes, ma purtroppo con il film sbagliato. La Gomera ha tutti gli elementi tipici del suo cinema - il noir, la riflessione sul linguaggio, lo scavo nel passato e il tempo come linea spezzata - ma virati in chiave ironica, da giochino cinefilo (Psyco, Sentieri selvaggi - ma davvero?), e confezionati in formato esportazione.
L'ispettore di polizia Cristi arriva alla Gomera, isola delle Canarie. I suoi superiori lo controllano perché credono sia corrotto. Deve imparare il linguaggio del Silbo, la lingua fischiata, in modo tale da liberare in Romania un mafioso e recuperare un bottino di milioni di euro. C'è ancora un "tesoro" insomma. La conferma di uno dei talentuosi regista del sempre sorprendente cinema rumeno, che [...] Vai alla recensione »
Cristi è un poliziotto di Bucarest di mezz'età, non è sposato, non ha figli e non nutre troppa passione per il proprio lavoro. Quando gli capita l'opportunità di fare soldi con il traffico di droga non ci pensa due volte e si lascia facilmente corrompere. Le conseguenze del suo gesto lo spingono verso una serie di pericolose vicissitudini fra la Romania e la lontana isola di La Gomera nelle Canarie: [...] Vai alla recensione »
Nell'isola di La Gomera, neIl'arcipelago delle Canarie, esiste un linguaggio particolare, tutto fischiato, il silbo, tradizionalmente usato dai pastori per comunicare tra loro anche a grandissima distanza. Una vera e proprio lingua che adotta il suo sistema di vocali, consanti, fonemi e che richiede, tra l'altro, una particolare perizia tecnica, un addestramento all'uso delle mani, della lingua, delle [...] Vai alla recensione »
Gli autori giocano col genere, cercando nei suoi schemi gli strumenti per guardarsi intorno. Il rumeno Porumboiu gira un thriller quasi spionistico, con colpi di scena, tradimenti e donne fatali, ma in maniera compassata, con una sottile ironia e qualche ammicco cinefilo. Rimane un gioco, forse, ma con belle trovate di regia e sceneggiatura e l'ambizione di dire qualcosa sugli intrecci di finanza, [...] Vai alla recensione »
With all due respect to Lauren Bacall, there's always been a bit more to whistling than putting your lips together and blowing. Certainly for Cristi (Vlad Ivanov), the corrupt Bucharest policeman embroiled in a comically complex plot to get a local gangster off the hook in Corneliu Porumboiu's Cannes competition title "The Whistlers," it is a matter of life and death.
After a number of high art house features (including 12:08 East of Bucharest, Police, Adjective and The Treasure) that won acclaim at festivals and even theatrical distribution beyond Romania in some cases, writer-director Corneliu Porumboiu makes a swerve into more genre-grounded territory with his latest, neo-noir study The Whistlers (La Gomera). A Romania-France-Germany co-production that unfolds [...] Vai alla recensione »
Romanian director Corneliu Porumboiu makes playful movies with a lot to say. From the chatty historical inquiries of his debut "12:08 East of Bucharest" to the deadpan musings on the language of justice in "Police, Adjective" to the ethics of filmmaking in "When Evening Falls in Bucharest or Metabolism," Porumboiu has managed to mine compelling ideas out of slow-burn narrative techniques loaded with [...] Vai alla recensione »