fabiofeli
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giovedì 12 marzo 2020
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gilda, passione senza tempo
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Cristi (Vlad Ivanov) è un poliziotto rumeno, avvicinato da Gilda (Catrinel Marlon) con un piglio disinvolto: il suggerimento che la bella donna gli sussurra nell’orecchio è di fingere mentre lei gli stampa baci sulle labbra, perché sono sorvegliati. L’arrivo di Christi a Gomera è necessario per insegnargli il Sylbo, una lingua fatta di fischi praticata dai pastori della piccola isola dell’arcipelago delle Azzorre: mediante 2 suoni che raggruppano le vocali e 4 che simulano le consonanti è possibile comunicare, se esperti, fino a distanze di 3 km.
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Cristi (Vlad Ivanov) è un poliziotto rumeno, avvicinato da Gilda (Catrinel Marlon) con un piglio disinvolto: il suggerimento che la bella donna gli sussurra nell’orecchio è di fingere mentre lei gli stampa baci sulle labbra, perché sono sorvegliati. L’arrivo di Christi a Gomera è necessario per insegnargli il Sylbo, una lingua fatta di fischi praticata dai pastori della piccola isola dell’arcipelago delle Azzorre: mediante 2 suoni che raggruppano le vocali e 4 che simulano le consonanti è possibile comunicare, se esperti, fino a distanze di 3 km. Un rimescolamento di carte è già avvenuto, perché azioni in avanti nel tempo e flash back si alternano nel corso del film, confondendo lo spettatore. Il gioco del sorvegliare è continuo, ma spesso fallisce perché chi è spiato sa dove sono piazzate le telecamere che lo riprendono. Così Gilda fa l’amore con Christi – tutto vero o no? -, ma al sorvegliante sfuggono le parole che vengono dette. Cristi impara a resistere alla tortura cara ai “Drughi” di Arancia meccanica di Kubrik: immersione della testa del malcapitato sotto acqua fino alle soglie della morte per asfissia. Il filo della storia è la ricerca del luogo nel quale Zsolt, un mafioso detenuto in un carcere rumeno, ha nascosto il malloppo. Un occhiolino smentisce una sberla in un interrogatorio; i soldi nascosti sono una cifra tale da scatenare non solo una lotta tra i poliziotti e i malviventi, ma anche tra i poliziotti stessi. Per arraffarli si diventa un James Bond quasi imbattibile, ma non dal destino che ti mette davanti un veicolo fuori controllo … Porumboiu ha vinto la Camera d’Or a Cannes nel 59° Festival di Cannes, premio della Quinzaine des Realizateurs, con il suo film A est di Bucarest, nel quale il pof. Manescu si presentava ad una tv locale di una piccola cittadina rumena dicendosi “rivoluzionario” contro Ceausescu, poi smentito in diretta dalle telefonate. Il film era piaciuto soprattutto per la sua semplicità nel rappresentare le svolte gattopardesche dei voltagabbana grandi e piccoli, quando cambia il vento. Non avendo visto i film successivi, “Metabolismo” (2013) Pardo d’oro al festival di Locarno, “Il tesoro” (2015) e il documentario “Infinite football” (2018) salutato come un capolavoro dalla critica, rimaniamo abbastanza sconcertati da La Gomera, indicato come splendido dai critici sui giornali ad alta tiratura francesi inglesi e canadesi. Da parte nostra, nonostante l’omaggio spiritoso all’Hitchcock di Psyco (1960) e quello meritato a Rita Hayworth, la splendida Dark Lady Gilda nell’omonimo film noir-romantico di Charles Vidor (1946), siamo più cauti nella valutazione del film perché il montaggio scelto fa perdere il filo della storia. Apprezziamo l’ironia del “chi controlla chi” e gli scherzi del destino (compresa l’ovvietà del nascondiglio dei soldi) e soprattutto ci incanta il linguaggio dei fischi, mentre – questione di misura e di gusti personali – non ci ha convinto del tutto l’accattivante stile, soprattutto nelle scene dell’aeroporto di Singapore con le torri che “mimano” una danza con le luci sulle musiche degli Strauss. Ai molti che amano i film d’azione, al contrario, la pellicola ed il finale a sorpresa piaceranno. FabioFeli
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