Grazie a Dio |
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Un film di François Ozon.
Con Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud, Éric Caravaca.
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Titolo originale Grâce à dieu.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 137 min.
- Francia 2019.
- Academy Two
uscita giovedì 17 ottobre 2019.
MYMONETRO
Grazie a Dio
valutazione media:
3,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Preti pedofili e coperture L'anima nera della Francia
di Emiliano Morreale La Repubblica
François Ozon è uno degli autori più prolifici ed eclettici in circolazione. Otto film in dieci anni, commedie o drammi borghesi, adattamenti letterari in costume e thriller, presentati regolarmente nei maggiori festival. In quest' ultimo, che ha vinto l'Orso d'argento a Berlino, è come se il regista mettesse la sordina alla propria personalità, ponendosi al servizio del tema in maniera piana, quasi da film dossier televisivo. La trama si ispira a una storia vera, quello di un prete assai popolare della diocesi di Lione del quale è emersa nel 2014 una ininterrotta attività di pedofilo attraverso i decenni, e soprattutto la copertura da parte delle strutture ecclesiastiche, compreso il vescovo in carica, che pure ha fama di uomo pio e integerrimo. Oggi il prete pedofilo è vecchio, trasferito in altra sede, ma Alexandre (Melvil Poupaud), che lavora in banca ed è rimasto profondamente credente, ha deciso di ricordare e di parlare. Vuole giustizia, e in apparenza i suoi interlocutori nella curia sono attenti e comprensivi. In realtà, però, prendono tempo, oppongono una gentile resistenza: cercano insomma, avrebbe detto un grande scrittore cattolico, di "sopire, troncare troncare, sopire". Una sorta di equilibrismo tra contrizione e non-collaborazione. L'osservazione di queste dinamiche, le sfumature con cui vengono osservati, senza manicheismi, i personaggi e le loro relazioni, sono il pregio migliore del film. Poi la vicenda si allarga, e il film, che è a tratti strutturato come un racconto epistolare, con la voce fuori campo che legge mail e comunicazioni, ha la particolarità di cambiare protagonista. Entra in scena un altro molestato, François (Denis Menochet), che riesce a coinvolgere decine di vittime e a mettere su un'associazione per promuovere azioni legali e propaganda mediatica. L' onestà con cui Ozon racconta la vicenda ha come contrappasso una certa piattezza generale per rifiutare gli effetti e le trovate che avrebbe messo in campo un film americano (si pensi a Il caso Spotlight) si giunge a un risultato piuttosto inerte, che non aggiunge molto a quanto direbbe una buona inchiesta giornalistica. Comunque, anche grazie alla prova credibile dei vari attori, il film riesce a reggere senza troppa fatica una durata non indifferente (due ore e un quarto), che si snoda sinuosamente tra le varie vite offese dei personaggi.
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